Doppia tappa ravennate per il segretario nazionale della Lega. E a San Pietro in Vincoli trova ad aspettarlo anche decine e decine di sardine improvvisate
La piazza di San Pietro in Vincoli
Mentre le sardine si radunano a decine di migliaia a Bologna, Salvini è in giro per la Romagna e il Ravennate impegnato con i candidati della circoscrizione per la campagna elettorale del 26 gennaio.
Prima tappa a Cervia dove davanti a qualche centinaio di persone parla di meno burocrazia, di buon governo della Lega nelle regioni che guidano da tempo, di spiagge (che devono essere dei romagnoli), di pescatori che devono essere liberi di pescare e non diventare ragionieri. Qualche stoccata a Bonaccini, accusato di promettere l’impossibile da un paio di settimane a questa parte. Qualche elogio un po’ di maniera al carattere romagnolo citando Pantani, Muccioli, Simoncelli come esempi. E poi la questione della nave Gregoretti per cui Salvini rischia un rinvio a giudizio: «Andrò a processo a testa alta perché ho solo difeso i confini nazionali e voglio vedere la faccia di chi può dirmi “sei un criminale”».
Ma soprattutto, Salvini ritorna sull’argomento forse più forte della campagna elettorale: dare una mano per mandare a casa il governo, per impedire che quello attuale metto mano a quota 100 sulle pensioni, tanto per fare un esempio. «Tocca a voi, il 26 gennaio sarà una data da scolpire. È come il referendum tra monarchia e repubblica».
Sardine “improvvisate” a San Pietro in Vincoli
Un “Romagna mia” ormai di rito, selfie per chi vuole e poi tappa a San Pietro in Vincoli per parlare in Piazzetta delle Erbe, nuovo comizio nonostante l’abbassamente di voce e le temperatura non proprio clementi; Salvini sta dimostrando di crederci davvero e con lui i quattro candidati ravennati: Samantha Gardin, Andrea Liverani, Maria Marabini, Gianfilippo Nicola Rolando. Anche se a San Pietro in Vincoli ad accoglierlo, ci sono oltre un centinaio di sardine organizzatesi in pochissimo tempo e nonostante i tanti ravennati a Bologna.
La campagna elettorale promette scintille fino all’ultimo giorno.
Lo schianto nel pomeriggio di domenica lungo la strada che collega Porto Fuori a Lido Adriano
Incidente intorno alle 16.30 di domenica 20 gennaio lungo via Bonifica, la stretta strada che collega Porto Fuori con Lido Adriano, spesso teatro di incidenti anche gravi. Si sono scontrate frontalmente due auto per cause in corso di accertamento da parte della Polizia Municipale. Da una parte una Peugeot 206 che trasportava un’intera famiglia con padre, madre e due bambini piccoli, dall’altra una Renault Twingo guidata da una signora di mezza età.
Nello schianto la Peugeot è finita fuori strada e sono rimasti feriti la madre, incinta al settimo mese con gravi traumi alla testa e agli arti inferiori e, meno gravemente, il marito e i piccoli che viaggiavano nel sedile posteriore. Tutti e quattro sono stati ricoverat d’urgenza al Bufalini di Cesena. Se l’è cavata con ferite di media gravità la conducente della Twingo che è stata ricoverata all’ospedale di Ravenna. Massiccio l’intervento dei soccorsi con tre ambulanze, auto medicalizzata e l’elicottero del 118. Intervenuti anche i Vigili del Fuoco e i Carabinieri per regolare circolazione: la strada è rimasta chiusa alcune ore per per i necessari rilievi di legge e rimuovere le auto incidentate.
Primo appuntamento nel nuovo anno, il 20 gennaio, con i racconti delle “Storie di Ravenna”
Lunedì 20 gennaio alle 18 quarto appuntamento della seconda stagione di “Storie di Ravenna”. Inizia così il ciclo di tre incontri incentrati sul Novecento, curati da Alessandro Luparini. Si comincia con “La festa della rivoluzione. La settimana rossa del giugno 1914”.
In scena, oltre allo stesso Luparini, Luigi Dadina (attore Teatro delle Albe), Giovanni Gardini (Museo Diocesano di Faenza-Modigliana) e con la partecipazione straordinaria di Laura Orlandini (Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Ravenna e Provincia) e Maurizio Tarantino (Direttore Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna).
In questo quarto appuntamento di Storie di Ravenna si racconterà della cosiddetta “settimana rossa”: nel giugno del 1914 l’Italia intera è attraversata da un sommovimento rivoluzionario, scaturito da una diffusa agitazione antimilitarista: è la cosiddetta “settimana rossa”. Ravenna e la sua provincia, tra le zone più turbolente del Paese, ne sono letteralmente travolte. Pochi giorni burrascosi durante i quali tutti i partiti “sovversivi” ravennati, repubblicani, socialisti, anarchici, mazziniani, improvvisamente riappacificatisi dopo anni di scontri furibondi, s’illudono di poter rovesciare l’Italia monarchica e abbattere la stessa Chiesa cattolica.
Il momento conviviale enogastronomico per l’occasione è curato dagli chef Matteo Salbaroli ed Edoardo Salbaroli (ristorante Cucina del Condominio).
L’appello di Bonaccini, Zingaretti e De Pascale al pubblico dell’Almagià tra spinta identitaria e stoccate agli avversari: “Salvini? Il migliore a parlare di problemi, il peggiore a risolverli”
Stefano Bonaccini con i candidati ravennati delle liste che lo sostengono
La chiave di lettura della serata di chiusura della campagna elettorale provinciale per le regionali del 26 gennaio la offre Rudy Gatta, consigliere comunale che introduce gli ospiti nella parte per lui insolita del “presentatore” in un Almagià zeppo di pubblico: «Credo che siamo tutti chiamati a fare anche qualcosa in più, che non siamo abituati a fare, in questa settimana che manca al voto».
Il rush finale della campagna del presidente uscente e ricandidato alla presidenza dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini sta infatti in una sorta di “chiamata” al popolo che lo sostiene perché «questa battaglia si vince nei bar, sugli autobus, al mercato, in mezzo alla gente, guardando le persone negli occhi, parlando con tutti, anche con chi ha votato Lega alle ultime politiche».
O magari convincendo i grillini a fare come la consigliera Sensoli, optare per il voto disgiunto. C’è bisogno di tutti, ripete Bonaccini, nemmeno sei liste a sostegno e 24 candidati nella sola provincia di Ravenna possono bastare.
E a spendersi è in primis Michele De Pascale, che apre la serata. Il sindaco rivendica l’elemento identitario di appartenenza a questa regione e sottolinea l’inadeguatezza della candidata avversaria. Fino a suggerire che a Veneto e Lombardia farebbe di certo comodo un’Emilia-Romagna più debole, meno capace di attrarre investimenti.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti
Dal locale al nazionale, in una campagna che ha visto Salvini già più volte sul territorio (e che ancora lo vedrà fino al 24), arriva per la prima volta il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti che solo pochi giorni fa ha annunciato in un’intervista l’intenzione di rifondare il partito. Ma la faccenda è rimandata a dopo le elezioni, e adesso ci sono parole solo per la sfida da vincere. Ecco dunque il repertorio ormai classico. L’attacco alla Lega e Salvini, «il migliore a parlare delle paure degli italiani, il peggiore a trovare soluzioni».
La novità sta invece forse nel fatto che Zingaretti può finalmente rivendicare l’operato del governo giallorosso per quanto riguarda l’abbassamento delle tasse per 16milioni di lavoratori e i 4miliardi per il fondo della sanità pubblica, ma anche lui ci tiene più volte a sottolineare che quello di domenica 26 è un voto per la regione e non sul governo, al contrario di quanto dicono i leader di centrodestra.
Nel suo discorso c’è la memoria della Resistenza e lo sguardo a chi sta nascendo oggi, la storia di questa regione capace di creare ricchezza e insieme di essere solidale e l’appello per la “politica bella” che si occupa degli altri, di chi ancora non è nato, di chi avrà vent’anni tra vent’anni. Dall’imprenditore al disoccupato, il discorso di Zingaretti è al solito piuttosto ecumenico e non proprio all’insegna della concretezza (se non sul tema della sanità pubblica, che riceverà non a caso calorosissimi applausi). Ma al candidato Bonaccini rivolge forse il complimento più efficace: «Un uomo che non prende ordini dal suo segretario di partito, perché risponde sempre ai cittadini». Il sottinteso è: si potrebbe dire lo stesso di Borgonzoni, praticamente eclissata dal segretario della Lega?
Zingaretti con il sindaco De Pascale e il segretario provinciale Pd Barattoni
Ed eccolo allora Bonaccini, con l’energia di sempre nonostante l’ora e il lieve abbassamento di voce. Del resto la posta in gioco non permette defaillances. Eccolo a rivendicare una serie di risultati della sua amministrazione e gli obiettivi del futuro. La più grande soddisfazione? «Aver visto abbassarsi dal 9 al 5 percento il tasso di disoccupazione». «Sono 113mila i posti di lavoro recuperati in questi cinque anni» dice ancora. Ed è così che si potranno liberare risorse che dovranno andare a una copertura totale degli asili nido per tutti all’attenzione ai bisogni degli anziani, in numero sempre crescente, per contrastare la denatalità e incentivare il lavoro femminile da un lato e aiutare le famiglie alle prese con il tema della non autosufficienza dall’altro. E qui non risparmia la stoccata agli avversari che vogliono invece un assegno per le madri che rinunciano al lavoro per mostrare la diversità di vedute in gioco. Parla di rivoluzione verde, di ambiente, di trasporto sostenibile con progetti come la metropolitana di superficie che dovrà collegare Cattolica ai lidi ferraresi, oppure il trasporto scolastico gratuito per gli studenti emiliano-romagnoli, rivendica l’aumento delle presenze turistiche, attacca l’idea di dividere la regione in Emilia e Romagna creando così due debolezze invece di una forza, elenca i viaggi che lo hanno portato fino alla Silicon Valley e a Shanghai per stringere accordi, cercare investimenti dall’estero in Italia e nuovi mercati per i prodotti agroalimentari e aumentare ancora l’export (in cui la Regione ha uno dei suoi primati).
Economia, cultura, welfare, c’è di tutto un po’ nel suo discorso e non manca naturalmente l’attacco agli avversari ormai diventato un mantra: «Salvini qui è il benvenuto, ma dal 27 non lo vedrà più nessuno, come non lo hanno più visto in Sardegna o in Abruzzo, mentre io qui ci vivo, questa è casa mia» Il governo? «Invece che stare tutti i giorni a sottolineare le differenze dicesse cosa sta facendo di buono e darebbe una mano anche a me».
La sensazione è però che sarebbe soprattutto una sua vittoria il 26 gennaio a dare una mano al governo. E che quella eventuale vittoria lo lancerebbe inevitabilmente tra i leader nazionali più forti del Pd o di quello che diventerà il Pd.
Per le strade della frazione ravennate dov’è atteso il leader della Lega una parata di sagome con cuori e pesciolini. FOTO
Le sardine si mobilitano anche nelle frazioni, almeno sul piano dei simboli ironici cari al movimento, dai pesciolini ai cuori che evocano amorevolezza. Succede nella campagna ravennate, a San Pietro in Vincoli, una delle molteplici tappe della campagna elettorale “a tappeto” portata avanti in questi ultimi giorni prima delle elezioni regionali da Matteo Salvini.
Lungo le strade della cittadina è stata infatti preparata una parata di accoglienza per il leader della Lega con una ritmata serie di sagome di cartone e scritte inneggianti all’amore e alla tolleranza che proponiamo nella gallery fotografica qui sotto.
La proiezione il 21 gennaio al teatro Rasi. Al via anche la Chiamata Pubblica per “Paradiso”, terzo e ultimo capitolo della trilogia dantesca in scena nel 2021
Dopo la presentazione mondiale in Kenya e l’anteprima nazionale al “Filmmaker – Festival Internazionale di Cinema 2019” di Milano, arriva a Ravenna il racconto della “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum di Nairobi, Kibera, dove Marco Martinelli del Teatro delle Albe ha lavorato con 150 bambini e adolescenti, reinventando il capolavoro dantesco in lingua inglese e swahili. Si tratta del film d’arte The Sky Over Kibera, in proiezione al teatro Rasi di Ravenna martedì 21 gennaio alle 20 e in replica nelle mattinate di mercoledì 22, giovedì 23 e venerdì 24 gennaio (alle 10.30) al cinema Mariani (per prenotazione gruppi scolastici telefonare allo 0544 36239).
Al Rasi l’ingresso è a offerta libera e l’incasso sarà devoluto a sostegno dei progetti della Fondazione Avsi, che per la sua collaborazione alla realizzazione del film ha vinto il Premio al volontariato 2019 per la sezione Cultura, conferito dal Senato.
La serata del 21 gennaio al Rasi segna anche l’inizio della Chiamata Pubblica per Paradiso. Sarà l’occasione per ascoltare da Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe il racconto delle prossime tappe fino al 2021, quando verrà messa in scena l’ultima parte del progetto partecipato sulla Divina Commedia.
Il Carroccio gioca sul ricambio e sul valore nazionale di un’ipotetica sconfitta del centrosinistra. Salvini protagonista della campagna elettorale anche in provincia, Borgonzoni attiva sui social
Da sinistra: Gianfilippo Nicola Rolando, Maria Orsola Marabini, Samantha Gardin, Lucia Borgonzoni, Andrea Liverani e Jacopo Morrone (segretario Lega Romagna)
Lucia Borgonzoni da queste parti fino a dieci giorni prima delle elezioni si è vista pochissimo, ma sta recuperando negli ultimi giorni. Un pranzo a Faenza, una visita a Bagnacavallo, un aperitivo con il candidato di Forza Italia Alberto Ancarani a Ravenna, una colazione a Cervia, un incontro a Castelbolognese e una rapida visita al porto.
Matteo Salvini invece è venuto a Ravenna già a dicembre, ed è stato a Lugo e Faenza a inizio gennaio e c’è da credere che possa tornare. I candidati della Lega sono stati annunciati a fine dicembre. C’è la segretaria provinciale Samantha Gardin, che tra le uscite elettorali ha messo anche una visita al porto con l’ex deputato Gianluca Pini (notoriamente non salviniano) e l’uomo forte della Lega in economia, il vicesegretario Giorgetti.
L’altro candidato di punta è Andrea Liverani, consigliere uscente, faentino, salviniano doc, che ha iniziato la propria campagna elettorale sul territorio con anticipo rispetto agli altri. Il suo risultato naturalmente è quello più tenuto d’occhio in vista anche delle imminenti amministrative a Faenza. Ci sono inoltre Maria Marabini di Russi e Gianfilippo Nicola Rolando, consigliere comunale a Ravenna, candidato e impegnato in prima linea nella campagna elettorale.
Ma, oltre appunto al capogruppo di Forza Italia Ancarani, ci sono altri candidati noti e interessanti nelle liste in appoggio a Borgonzoni. Peraltro a differenza del centrosinistra, il centrodestra non avrà liste di “disturbo” nell’estrema destra. E soprattutto se c’è un fatto evidente e forse davvero senza precedenti da queste parti, è la sensazione che questa volta ce la si possa fare davvero. Non semplicemente a eleggere un consigliere come già succede da tempo (nel 2014 fu eletto appunto il leghista Liverani e nel 2010 Gianguido Bazzoni di Forza Italia), ma che si possa espugnare davvero la roccaforte rossa.
Anche perché il centrodestra, pur avendo perso le amministrative di maggio 2019 in tutti i comuni in cui si è presentato eccetto Brisighella, ha comunque ottenuto voti incoraggianti e i sondaggi danno la coalizione in crescita. E la campagna elettorale, per quanto non paragonabile come numero di eventi a quella del centrosinistra, è molto capillare con banchetti, mercati, iniziative.
La facile analisi è che se si dovesse confermare una distanza minima o addirittura un risultato della coalizione di centrodestra superiore a quello della coalizione di centrosinistra, la vittoria di Bonaccini finirà con il dare ragione a chi da subito ha visto nell’ex sottosegretaria Borgonzoni una candidatura piuttosto debole per storia personale e presenza sul territorio. Lei, come il segretario leghista, punta molto sui social. Pochi i temi davvero a livello locale: il dissesto idreogeologico, il porto, il ritardo nelle infrastrutture e, naturalmente, la sanità, competenza praticamente esclusiva della Regione. La grande Ausl Romagna nata negli ultimi anni ha sicuramente prodotto più di uno scontento da queste parti, chissà se il centrodestra sarà in grado di utilizzarlo a proprio vantaggio.
Ma naturalmente gli argomenti su cui sta facendo più leva il centrodestra sono quelli della ncesssità del ricambio e, soprattutto, quello del governo nazionale. Per questo perfino nella marginale Ravenna si è presentata anche Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e per Forza Italia è arrivato Adriano Galliani e arriverà Vittorio Sgarbi.
Qui sotto le liste e i candidati di centrodestra che sostengono Lucia Borgonzoni
Il segretario provinciale Barattoni: «Non abbiamo paura, siamo certi del risultato. La proposta di rifondare il partito? Forse necessaria in altre realtà, qui siamo già aperti e inclusivi, consapevoli di non essere autosufficienti»
Da sinistra Mirella Dalfiume, Manuela Rontini, Alessandro Barattoni, Andrea Corsini e Gianni Bessi
«Gli avversari che dobbiamo battere in fin dei conti sono sempre gli stessi, Alberto Ancarani, Samantha Gardin, Gianfilippo Rolando, li conosciamo, li abbiamo sempre battuti, non siamo preoccupati».
Il segretario provinciale del Pd a Ravenna, Alessandro Barattoni, in una conferenza stampa a dieci giorni dal voto si presenta con i quattro candidati ravennati che si stanno contendendo il posto in Regione sotto l’egida dei dem. L’assessore al turismo Andrea Corsini, i consiglieri uscenti Gianni Bessi e Manuela Rontini e la “new entry”, Mirella Dalfiume arrivano in via della Lirica dopo aver partecipato a un incontro con i sindacati e con un agenda di appuntamenti che li aspetta all’uscita.
Da settimane stanno facendo incontri e iniziative, dalle cene nei circoli ai dibattiti sui temi dell’economia e ora, negli ultimi giorni, arriveranno anche i big da Roma, Franceschini e Zingaretti compreso, attesi in città sabato 18 assieme a Bonaccini. E c’è una certa attesa per il segretario nazionale che in un’intervista a “Repubblica” ha detto che, «vinte le elezioni in Emilia-Romagna, si fa un partito nuovo».
Un annuncio che aiuta il partito impegnato in campagna elettorale in questo momento? «Non ho mai pensato a un post-Pd – dice Barattoni – e immagino che la prospettiva del segretario vada molto oltre il 27 gennaio e nasca dalla considerazione che in altre parti d’Italia ci sia bisogno di cambiare qualcosa, visto anche che si sono perse tutte le Regionali. Ma noi qui già da tempo seguiamo la strada indicata a grandi linee dal segretario: facciamo alleanze larghe e siamo aperti al mondo civico, siamo inclusivi e radicati sul territorio come i nostri candidati dimostrano».
Del resto il mantra è sempre uno: «Qui si vota per il governo dell’Emilia-Romagna e non per il governo nazionale, come vogliono far credere gli avversari».
Questa vuole confermarsi insomma l’eccezione, fuori e dentro il Pd, e la speranza è quindi che riaccada un po’ il “miracolo” della scorsa primavera dove elettori della Lega alle Europee si rivelarono elettori Pd alle Amministrative. E se questo dovesse accadere e la nostra provincia dovessere confermare risultati lusinghieri per il Pd, ecco che il posto in giunta questa volta, par di capire in queste settimane, potrebbe non essere solo il Turismo, ma qualcosa di più importante.
Tra le priorità indicate (peraltro le stesse del centrodestra): le infrastrutture su cui la Romagna è rimasta indietro. E, ovviamente, la sanità. Perché questo accada naturalmente bisogna che l’alleanza ampia funzioni e riesca a dragare voti al centro o con ex grillini nella lista Bonaccini, ma anche con Più Europa, Psi e Pri, a sinistra con i Verdi e Coraggiosa a cui si aggiunge il nuovissimo Volt.
Tutti o quasi impegnati in una campagna capillare, nonostante le scarse o nulle possibilità di elezione dei singoli. In un certo senso mancano all’appello qui in provincia, a differenza di quanto accade a Forlì e Rimini, renziani e calendiani che non hanno nomi di riferimento nella lista Bonaccini. Invece anche qui ci sono e ci sono state le “sardine”, scese in piazza a Ravenna, Faenza, Castelbolognese, Lugo e che ora si preparano alla manifestazione del 19 a Bologna.
Qui sotto le liste e i candidati in Consiglio Regionale che sostengono Stefano Bonaccini
Colpo alla Cassa di Risparmio: i malviventi si sono dileguati ma le migliaia di euro trafugati sono stati “macchiati” dal sistema deterrente
Poco dopo le 2 di stanotte è stato fatto saltare il Bancomat alla Cassa di Risparmio di Ravenna a Matellica, nella piazza vicino al fiume Savio. Una banda di 3 persone con la consueta tecnica della “marmotta” ha divelto il macchinario e ha arraffato il denaro – si parla di diverse migliaia di euro – contenuto all’interno della cassaforte automatica.
Ma il bottino è stato “macchiato” dal sistema deterrente che rende inutilizzabile il denaro. Il fragore dell’esplosione ha svegliato di soprassalto gli abitanti del posto che hanno subito dato l’allarme, che ovviamente è scattato anche all’interno della banca.
Quando i Carabinieri sono arrivati sul posto però i malviventi si erano già dileguati. Il sistema di videosorveglianza della banca ha ripreso l’azione degli scassinatori che sembra siano fuggiti con una Giulietta. Sul colpo indaga il nucleo operativo dei carabinieri di Cervia-Milano Marittima.
Disoccupato con moglie e figli era al volante di una Mercedes intestata a lui: fermato al casello dell’autostrada. Aveva già scontato 12 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio. La droga infilata dietro al contachilometri
Si è già fatto dodici anni di galera per traffico di droga, con una condanna per associazione per delinquere, ma cinque anni dopo l’uscita dal carcere è stato trovato con sei kg di cocaina nascosti in auto. Il 44enne albanese Elton Shehi da tempo residente a Ravenna con moglie e figli, disoccupato ma proprietario di una Mercedes, è stato arrestato dai carabinieri il 14 gennaio dopo averlo fermato al casello dell’autostrada di Lugo. Valore del carico circa 150mila euro che sul mercato dopo il taglio in dosi potrebbero fruttare oltre un milione.
La droga era nascosta nel cruscotto della vettura: i militari del nucleo investigativo hanno dovuto smontare il contachilometri per trovare un collant da donna che serviva da tirante per estrarre i cinque panetti. Il naso del cane antidroga della guardia di finanza aveva fornito l’indicazione su dove cercare nella vettura. Nella mattinata di oggi, 17 gennaio, il giudice ha convalidato l’arresto e accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere. Il procuratore capo Alessandro Mancini ha già preannunciato le intenzioni degli inquirenti: «Avremo l’onere e l’onore di chiedere il massimo della pena visto che è evidente che non volesse cambiare lo stile di vita».
L’indagine dell’Arma è iniziata dalle informazioni raccolte nella rete di contatti sul territorio: il tenore di vita della famiglia del 44enne, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, appariva difficilmente compatibile con il suo stato di disoccupato. Il trafficante era in prima linea alla fine degli anni ’90 sulla scena locale dello spaccio.
«Ci siamo resi conto che l’uomo poteva aver ripreso la sua attività nel traffico di stupefacenti – ha spiegato il capitano Massimo Esposito, comandante del nucleo investigativo –. Abbiamo avviato una serie di servizi di appostamento e osservazione». Quando il pregiudicato si è assentato dalla città i carabinieri hanno intensificato l’attenzione fino al controllo all’uscita dall’autostrada. Il controllo approfondito dell’auto si è svolto al comando provinciale di Ravenna. Nel borsello del 44enne c’erano 6.500 euro in contanti di cui non ha saputo spiegare la provenienza.
L’attività investigativa non si ferma. Verrà disposta una perizia per accertare il grado di purezza dello stupefacente sequestrato e si andrà a lavorare per ricostruire i passaggi a monte e a valle dell’arrestato. Da quali canali si era rifornito? Attraverso quali canali avrebbe smerciato le dosi sul mercato locale? Interrogativi a cui i carabinieri cercheranno di dare risposte.
Domenica 19 gennaio dopo l’inaugurazione della mostra di Nicola Montalbini
Edda
Domenica 19 Gennaio, al Cisim di Lido Adriano, doppio concerto dedicato alla musica d’autore italiana. Si esibiranno infatti la band ravennate Comaneci, nota anche ben oltre i confini provinciali e regionali, e l’ex leader dei milanesi Ritmo Tribale, Stefano Rampoldi, in arte Edda. Che secondo il “nostro” Francesco Farabegoli è uno dei dieci migliori cantautori italiani della storia.
Il Cisim aprirà le porte alle 16.30 e alle 17 il pomeriggio partirà con l’inaugurazione della mostra dell’artista ravennate Nicola Montalbini, dal titolo “Era così bravo”, al Cisim fino al 14 febbraio.
Dalle 17.45 i live, con il folk sperimentale dei Comaneci e le canzoni fuori dai classici schemi cantautorali di Edda.
Contributo soci a partire da 8 euro – Ingresso riservato ai soci AICS 2019/20.
Il Premio Guidarello Paolo Gambi difende sui social le dichiarazioni “incriminate” di Amadeus
Paolo Gambi
Paolo Gambi, giornalista e scrittore ravennate premiato in passato anche con il Guidarello per il giornalismo d’autore, difende sui social Amadeus, finito al centro del dibattito in questi giorni per le frasi considerate sessiste con cui ha presentato le donne che lo affiancheranno sul palco dell’Ariston al prossimo Festival di Sanremo.
Gambi chiede pubblicamente ad Amadeus di non scursarsi.
«Agli uomini piacciono le donne belle – scrive Gambi –. Non c’è niente di cui scusarsi nell’essere uomini. Mandarle in Tv contribuisce alla buona riuscita numerica dell’evento. Tanto quanto lo fanno gli uomini belli. Gli uomini devono essere liberi di desiderare una donna che stia un passo dietro a loro, tanto quanto le femministe possono desiderare il contrario ed esprimerlo in ogni sede senza che nessuno gridi allo scandalo. Libertà. Per tutti però. La propaganda femminista di odio nei confronti dei maschi e delle femmine tradizionali è divenuta insopportabile in questa sua imposizione del pensiero politicamente corretto. E il risultato è che gli uomini non possono più neppure parlare né vagamente proporre il proprio punto di vista maschile senza essere aggrediti e bullizzati con una violenza da purga staliniana».
«Gli uomini – prosegue poi Gambi nel suo lungo post su Facebook – devono rivendicare il diritto ad essere se stessi in questa società femministizzata. Solo una ottusa e totalitaria visione ideologica della vita può pretendere che non esistano maschi che desiderano donne belle e tradizionali o che non possano esprimere la propria identità.
Ciò che sconcerta maggiormente è il silenzio totale di una posizione che smascheri la falsità ottusamente propagandistica di queste posizioni iperfemministe. Le prime vittime della propaganda femminista sono peraltro quelle donne che vorrebbero trovare un uomo e si ritrovano invece solo il frutto del femminismo: maschi confusi e spaventati da se stessi. E donne che ogni giorno dichiarano guerra ai maschi. Amadeus grazie, e rimani te stesso: uomo. Senza scusarti».