lunedì
15 Settembre 2025

Fanno esplodere bancomat a Bagnacavallo ma scappano senza bottino

Banda di malviventi provoca ingenti danni all’Unicredit. Sorpresa dai Carabinieri ha fatto perdere le proprie tracce su un’auto lanciata a forte velocità

Furto Bancomat Bagnacavallo

Tentativo di furto ad un bancomat della filiale Unicredit di Bagnacavallo, verso le 3.30, in via Mazzini, in pieno centro.
Una banda composta da più malviventi con un auto di grossa cilindrata ha cercato di scassinare il bancomat con l’eplosivo, utilizzando la cosiddetta tecnica della “marmotta”. La forte deflagrazione ha creato ingenti danni anche all’interno della banca. Si parla di alcune decine di migliaia di euro.

L’allarme è scattato immediatamente, allertando una pattuglia dei Carabinieri che era nella vicinanze ed è intervenuta sul posto in pochi minuti, costringendo i malviventi a fuggire senza bottino a forte velocità. È iniziato un breve inseguimento che però non ha consentito ai militari di intercettare subito l’auto dei malviventi. Altre pattuglie si sono mobilitate per individuare la banda di scassinatori che però hanno fatto perdere definitivamente le proprie tracce.

Sul posto per i rilievi del caso è intervenuto il nucleo operativo dei Carabinieri della Compagnia di Lugo. Intanto, già da stamattina, si sta lavorando per cercare di riparare i danni interni alla banca e mettere in sicurezza il bancomat per una possibile riapertura dell’istituto di credito già nella giornata di domani.

«Come un maremoto»: quarant’anni fa l’alluvione che fece andare sott’acqua la costa

‏Il 22 dicembre del 1979 l’Adriatico si era riversato nei paesi, allagando in particolar modo Marina di Ravenna e Lido Adriano. La cronaca di quei fatti che portarono al primo sciopero ecologico e alla legge speciale contro la subsidenza

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Le strade di Marina di Ravenna allagate nei giorni successivi al 22 dicembre 1979

 

Il mare aveva attraversato trecento metri di spiaggia, scavallato la pineta in alcuni punti e aveva invaso le strade, mentre il canale Candiano riversava acqua alle spalle del paese. Come un maremoto, e infatti gli abitanti di Marina di Ravenna pensarono proprio a questo quando si trovarono completamente allagati, come non era mai accaduto a memoria d’uomo e come non è più successo da quel 22 dicembre 1979 ad oggi. Tanto che lo spauracchio dell’evento, quarant’anni dopo, viene evocato a chi oggi minimizza le ingressioni marine ormai regolari lungo via Molo Dalmazia e quelle che nel novembre scorso hanno visto l’Adriatico risalire in fretta la spiaggia e invadere il piazzale della diga foranea.
Non c’erano i social media, nel 1979, e allora si telefonava alle redazioni dei giornali per raccontare quanto stava accadendo non solo a Marina di Ravenna ma lungo tutto il litorale romagnolo, con una particolare furia sui lidi ravennati. «Come un maremoto in Romagna», titolerà il giorno dopo l’edizione locale de Il Resto del Carlino in cui si parlava di «linee incandescenti» con telefonate provenienti da ogni zona della costa. A Marina, Lido Adriano e Lido di Classe pochissime case restarono all’asciutto, a Milano Marittima una classe elementare rimase bloccata perché la scuola era circondata dall’acqua. Un morto, per infarto: un pensionato non resse alla vista del mare che improvvisamente aveva attorniato la sua auto. Allagamenti anche al porto e a Ravenna, in zona Darsena e attorno al canale Lama.

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Le strade di Marina di Ravenna allagate nei giorni successivi al 22 dicembre 1979

Per far fronte alla mareggiata lavorarono quattrocento uomini: oltre ai vigili del fuoco i tecnici che avevano il compito di ripristinare la corrente elettrica perché l’acqua aveva invaso le cabine Enel facendo saltare l’erogazione della corrente mentre scattava il divieto di aprire i rubinetti per via della falda compromessa dall’alluvione. Scarseggiavano le ruspe, tanto che il Comune fece appello ai privati per chiedere disponibilità di mezzi utili ad intervenire. Il conto dei danni fu fatto una settimana dopo: cento miliardi di lire nella sola Ravenna, che chiese immediatamente lo stato di emergenza. Stabilimenti balneari, alberghi, impianti industriali, pinete allagate. Per le aziende del porto la Camera di Commercio stimò danni per un totale di sette miliardi. Dopo la conta, però, venne il momento di capire le cause del disastro e la parola sulla bocca di tutti era soprattutto una: subsidenza.

Da più di un decennio l’abbassamento del suolo era oggetto di convegni e dibattiti tra il Veneto e la Romagna. Tema caldo almeno dal 1966, anno di un’altra storica ondata di maltempo: quella che fece finire sott’acqua Firenze a causa dello straripamento dell’Arno e che segnò il picco massimo di acqua alta (194 centimetri) a Venezia. Le cronache del 1979 fanno notare che, nonostante tredici anni prima le condizioni climatiche fossero peggiori, i danni sulla costa romagnola erano stati più contenuti. «Questo dimostra che l’abbassamento del suolo, cioè la subsidenza nel territorio ravennate, ha raggiunto e superato i limiti del pericolo», si concluse durante la riunione convocata in Regione. Sul banco degli imputati non c’erano tanto le estrazioni di gas metano quanto i prelievi di acqua dal sottosuolo per il consumo. Per migliorare la situazione – si diceva – erano urgenti due opere: il completamento dell’invaso di Ridracoli e quello del Canale Emiliano-Romagnolo. Per quanto riguarda le estrazioni di gas, Uber Dondini – ai tempi penna del Carlino e fino a due anni fa presidente del museo Mar – ricordava che ai numerosi convegni organizzati sul tema i tecnici hanno fornito risposte «quanto meno reticenti». Si era in piena crisi energetica e l’argomento era delicato, tuttavia, chiosava il cronista, «il Paese non può dimenticare una zona che subisce tutti i danni del prelievo di gas».

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Le strade di Marina di Ravenna allagate nei giorni successivi al 22 dicembre 1979

Tra chi avrebbe voluto far luce sul ruolo delle estrazioni di metano c’era anche Antonio Patuelli, oggi presidente del gruppo Cassa e ai tempi ventinovenne vicesegretario nazionale del Partito Liberale: «Non vorrei che tra qualche anno, quando saranno completati il Cer e l’acquedotto di Ridracoli e saranno chiusi tutti i pozzi acquiferi, ci si accorgesse che il suolo continua ad abbassarsi per altre cause». Patuelli proponeva quindi una commissione di geologi per accertare il ruolo dell’estrazione di metano. La Democrazia Cristiana invitava qualche giorno dopo il giovane liberale a «non sollevare il solito polverone demagogico e qualunquista» e, in sostanza, a mettere da parte le polemiche. L’effetto del metano, diceva la Dc, è «secondario». La questione più grave, sottolineava il partito, è quella dell’estrazione delle acque di falda.

Il sindaco dell’epoca era il socialista Aristide Canosani. Alla stampa riunita in municipio il 28 dicembre 1979 si fece notare che una sola mareggiata era costata a Ravenna quanto tutti gli interventi definiti indispensabili per scongiurare devastazioni di quel tipo. Cinque mesi prima un dossier era partito da Ravenna indirizzato al Ministero: c’erano scritti i lavori necessari per fronteggiare il fenomeno della subsidenza. Ministro dei Lavori pubblici era l’onorevole Franco Nicolazzi, in quota Psdi, che prima dell’alluvione aveva annullato almeno un paio di incontri in cui fare il punto sul tema della subsidenza, attirandosi la furia della città. Nel frattempo le forze politiche si scatenavano: la Dc chiedeva il divieto di costruire in riva al mare, il Psi voleva un intervento straordinario dello Stato, il Pci pungolava la giunta ad esigere risposte precise al Governo. Gli ambientalisti puntavano il dito contro la deforestazione in alcune aree della costa e facevano notare il venir meno del ruolo di protezione delle dune. La svolta arrivò venti giorni dopo, quando la Democrazia Cristiana propose una legge speciale per la difesa della costa che prevedesse fondi speciali per finanziare in dieci anni le opere di protezione necessarie ad evitare nuove alluvioni. Era la prima bozza di quella che passerà alla storia con il nome di “legge Ravenna” (la numero 845/1980) e che permise negli anni successivi di realizzare arginature, studi e lavori di rafforzamento su tutto il territorio.

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Le strade di Marina di Ravenna allagate nei giorni successivi al 22 dicembre 1979

Intanto in consiglio comunale Canosani prospettava una difesa del territorio che imitasse quella degli olandesi, suggestione che torna puntuale ad ogni alluvione e che finisce nel dimenticatoio entro poco tempo. Il consiglio comunale si mostrava comunque concorde nel chiedere finanziamenti speciali al Governo. Alla riunione successiva a Roma lo Stato promise venti miliardi per le opere più urgenti che vennero identificate dal Comune nell’innalzamento di banchine lungo il Candiano e a Marina di Ravenna, scogliere davanti ai lidi, sopraelevazione di strade, argini su canali e scoli. Un totale di 29 interventi da realizzare negli anni successivi finanziati in questo caso con i fondi straordinari messi a disposizione dallo Stato.

L’alluvione del 1979 provocò infine a Ravenna quello che fu definito “sciopero generale ecologico”. Ad organizzarlo fu il Comune insieme a sindacati e imprenditori. Una protesta contro la subsidenza che sarebbe servita a spingere il Governo a muoversi in fretta per finanziare la legge speciale per la protezione del territorio. Così due mesi dopo l’alluvione, il 22 febbraio, nel pomeriggio l’intera città scese in piazza del Popolo. Era venerdì: se vogliamo un Friday for future ante litteram. Con una differenza: anziché gli studenti si fermarono i lavoratori e le imprese, insieme per non fare dimenticare l’emergenza che metteva a rischio l’intero tessuto economico del territorio, dal turismo al porto. Funzionò: dopo una prima tranche di 15 miliardi di lire, la legge mise a disposizione 75 miliardi contro la subsidenza. Nata da un’alluvione e da uno sciopero per il clima, è uno strumento indicato ancora oggi come idoneo per contrastare i disastri derivanti dall’abbassamento del suolo a cui ai giorni nostri si aggiunge il problema dell’innalzamento del livello del mare.

Paolo Rumiz, racconti con orchestra a fin di bene al Teatro Alighieri

Stasera 22 dicembre, parole e musica per un omaggio al violinista Yehudi Menuhin a favore dei bambini di Betlemme. Ingresso a offerta libera

Rumiz ESYOArrivano da più di venti Paesi diversi; hanno studiato e fatto musica insieme; quando si esibiscono portano in scena lo spirito della cooperazione europea, con creatività, immaginazione, talento: sono i 35 giovani e giovanissimi musicisti della European Spirit of Youth Orchestra, che domenica 22 dicembre, alle 21, suoneranno al Teatro Alighieri di Ravenna, diretti dal fondatore di questo progetto, Igor Coretti-Kuret, e accompagnati dall’appassionato racconto dello scrittore Paolo Rumiz.

United Together è un toccante incontro di musica – in programma Mozart, Bach, Beethoven e Schubert – e parole, nonché un omaggio al leggendario violinista Yehudi Menuhin nel XX anniversario della sua scomparsa, con tre soliste al violino accomunate dall’essersi già distinte in prestigiosi concorsi internazionali e dal vivere e studiare in un Paese diverso da quello d’origine.

Il concerto è un vero dono per gli spettatori, promosso da Fondazione Ravenna Manifestazione in collaborazione con Lions Club Ravenna Host, ma anche un dono per i bambini di Betlemme: l’evento sarà a offerta libera e il ricavato sarà destinato al progetto Al vedere la Stella, che porta assistenza al centro Hogar Nino Dios di Betlemme, dove sono ospitati bambini e ragazzi con disabilità molto gravi.

I biglietti possono essere ritirati alla Biglietteria del Teatro Alighieri (o prenotati telefonicamente 0544 249244).

Allerta meteo gialla per criticità idraulica fino a domenica sera

Si prevedono piene dei corsi d’acqua, vento forte e burrasche sulla costa

Dalle oggi pomeriggio, sabato 21 dicembre, alla mezzanotte di domani, domenica 22, è attiva nel territorio del comune di Ravenna l’allerta meteo numero 128, per criticità idraulica, emessa dall’Agenzia regionale di protezione civile e da Arpae Emilia Romagna. L’allerta è gialla.

L’allerta completa si può consultare sul portale Allerta meteo Emilia Romagna e anche attraverso twitter (@AllertaMeteoRER); sul portale sono presenti anche molti altri materiali di approfondimento, tra i quali le indicazioni su cosa fare prima, durante e dopo le allerte meteo, nella sezione “Informati e preparati”.

Si raccomanda di mettere in atto le opportune misure di autoprotezione, fra le quali, in questo caso: prestare particolare attenzione allo stato dei corsi d’acqua ed evitare di accedere ai capanni presenti lungo gli stessi (se si allaga la golena il capanno deve essere evacuato); prestare attenzione alle strade eventualmente allagate e non accedere ai sottopassi nel caso li si trovi allagati.

Accusato di avere ucciso la moglie non parla in tribunale di fronte al Gip

Riccardo Pondi è reo confesso ma durante la convalida dell’arresto si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le analisi preliminari dell’autopsia sulla vittima Elisa Bravi indicano la morte per strangolamento. Si indaga sul movente della gelosia

Riccardo Pondi
Riccardo Pondi, accusato dell’omicdio della moglie Elisa Bravi in tribunale a Ravenna per la convalida dell’arresto di fronte al Giudice per le indagini preliminari

Nel giorno della convalida dell’arresto per l’accusa di omicidio volontario della moglie Elisa Bravi, di fronte al Gip del Tribunale di Ravenna, Riccardo Pondi si è avvalso della facolta di non rispondere. Nel corso dell’udienza il 39enne si è semplicemente riportato a quanto già esposto nell’interrogatorio avvenuto lo scorso giovedì mattina subito dopo la tragedia, nella caserma dei Carabinieri di Lugo, alla presenza del Pubblico Ministero.
Durante l’interrogatorio l’uomo ha ammesso – dopo un litigio avvenuto intorno mezzanotte in una villetta di Glorie di Bagnacavallo dove la coppia viveva con due figlie piccole – di avere stretto forte al collo la donna, di essersi accorto che non respirava più e di avere poi chiamato i soccorsi, mentre tentatava di rianimarla.

Intanto, l’esame preliminale dell’autopsia sul corpo della 31enne sembra confermare la sua morte per asfissia da strangolamento, ma è emersa anche la possibilità – come riportato dai quotidiani locali nell’edizione di oggi– che la donna fosse in stato di gravidanza. Particolare che potrà essere confermato solo fra alcune settimane, dopo che tutte le analisi del medico legale saranno completate.
Resta aperta da parte degli inquirenti la ricerca di una motivazione dell’azione omicida, orientata ma tutta da verificare – con il sequestro di carte autografe di Elisa Bravi, cellulari personali e raccolta di testimonianze – verso un possibile “dramma della gelosia” vissuto dal Pondi nei confronti della moglie.
(fonte Ansa.it)

Coraggiosa: la lista a sinistra del Pd che sostiene Bonaccini

Aderiscono Articolo 1 e Sinistra Italiana, dovranno vedersela con la “concorrenza interna” e tre liste che corrono da sole, alternative ai dem

Vasco Errani
Vasco Errani, senatore di Leu e fra i promotori della lista Coraggiosa

A sinistra del Pd, ma con il Pd a sostegno di Stefano Bonaccini.
La lista Emilia-Romagna Coraggiosa nasce sulla spinta del lavoro fatto dall’ex eurodeputata Elly Schlein per tentare il più possibile di unire le forze di sinistra che, pur essendo critiche rispetto ad alcune scelte dei dem, si riconoscono in quel campo e fanno in qualche modo appello al voto utile contro il rischio di un governo regionale leghista.

Nel ravennate hanno già organizzato alcuni eventi (il più recente a Faenza) per illustrare questo progetto politico che vuole essere un ennesimo tentativo di riunire forze ecologiste e progressiste. In particolare hanno aderito Mdp-Articolo 1 e Sinistra Italiana (che già avevano insieme portato avanti il progetto di Leu a livello nazionale, poi fallito) e a livello locale Sinistra per Ravenna, lista civica di maggioranza a Palazzo Merlato oltre ad altre realtà associative. Tra le questioni messe in primo piano la redistribuzione, l’equità, la transizione ecologica, i diritti.

I quattro candidati ravennati rispecchiano questa molteplicità di forze. Si tratta infatti di Isabella Marchetti, lughese di nascita, classe 1961 con un passato in Rifondazione Comunista, assessora alle Politiche Sociali nel Comune di Massa Lombarda dal 2004 al 2009.
Edward Jan Necki, nato nel 1967 a Faenza da padre polacco e mamma faentina, dipendente di un’azienda di credito nel bolognese e attualmente consigliere comunale per L’Altra Faenza, forza all’opposizione della giunta Pd Malpezzi.
Luca Ortolani, faentino, 40 anni, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dal 2015 consigliere comunale a Faenza per Articolo Uno (che invece appoggia la giunta Malpezzi).
Federica Francesca Vicari, ravennate, classe 1988, è operatrice culturale e partecipa alla gestione del Cisim di Lido Adriano, alle scorse amministrative a Palazzo Merlato era candidata con Sinistra per Ravenna, in appoggio a De Pascale.

Difficile immaginare che bacino di voti potranno raccogliere tra “concorrenza interna” – quella del Pd ormai non più renziano, quella dei Verdi che in epoca di Fridays For Future potrebbero avere un nuovo appeal – e quella esterna. I grillini infatti ci saranno e ci saranno ben tre liste alla loro sinistra.
Una è quella de L’Altra Emilia-Romagna – realtà che cinque anni fa era sostenuta anche da qualcuno che oggi è in Coraggiosa, a cominciare dal consigliere eletto, il giuslavorista Piergiovanni Alleva – e che oggi rappresenta Pci e Rifondazione comunista. Un’altra è quella del Partito Comunista di Rizzo che, come abbiamo scritto, è impegnata nella raccolta firme, operazione invece conclusa per Pap, ossia Potere al popolo, che continua la propria esperienza dopo il non entusiasmante risultato delle ultime Politiche. Insomma, per gli elettori di sinistra, le opzioni di certo non mancano.

Infortunio sul lavoro: dilaniato dal tornio, Alfonsine piange Giovanni Fabbri

Artigiano in pensione, era noto per essere un chitarrista amatoriale

Giovanni Fabbri
Giovanni Fabbri

È scossa la comunità di Alfonsine per la morte di Giovanni Fabbri, 71 anni, artigiano in pensione e noto in particolare per la sua passione per la musica e la chitarra in particolare, con cui si è sempre esibito in vari gruppi della zona.

L’uomo è rimasto vittima nel tardo pomeriggio di giovedì 19 dicembre di un infortunio sul lavoro a Rossetta di Bagnacavallo, in un capannone di via Carraia Foschini, dilaniato dal tornio con cui stava lavorando.

Il consigliere regionale uscente Pd, Mirco Bagnari, nuovo direttore di Cia Romagna

L’associazione: «Gli anni dedicati alla politica hanno rafforzato le sue doti e gli hanno permesso di approfondire le tematiche del nostro mondo»

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In piedi, il nuovo direttore Mirco Bagnari

Cia Romagna ha scelto Mirco Bagnari come nuovo direttore dell’Associazione e lo ha presentato nel corso dell’ultima direzione del 2019, svoltasi il 19 dicembre. Dicembre, un mese significativo in maniera ricorrente per Cia: è stata fondata in questo mese nel 1977 e, due anni fa, il 14 dicembre 2017, ha avviato la sua dimensione “Romagna”.

Mirco Bagnari assumerà ufficialmente l’incarico all’inizio del 2020. Il presidente di Cia Romagna Danilo Misirocchi sottolinea: «La scelta è ricaduta su Bagnari per le sue molteplici attività di organizzazione e coordinamento delle risorse umane e delle strutture operative svolte fino ad ora e per le sue consolidate capacità relazionali e comunicative. Conosce le dinamiche dell’associazionismo e ha sviluppato solidi rapporti con gli enti e le strutture territoriali; l’agricoltura è stata frequentemente al centro della sua attività».

Gli anni dedicati alla politica – da sindaco del Comune di Fusignano, all’esperienza dell’Unione della Bassa Romagna fino all’attività di consigliere nell’assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in quest’ultima legislatura con il Pd – «hanno rafforzato le sue doti – si legge in una nota inviata alla stampa – e gli hanno permesso di approfondire le conoscenze anche relativamente al mondo agricolo. Le sue azioni hanno interessato vari comparti del settore (cerealicoltura, castanicoltura, apicoltura, industriali, officinali) e varie tematiche connesse, come ad esempio eventi climatici, questioni fitopatologiche, consorzi di difesa, confidi, Pac. Grazie al lavoro svolto su questi temi, nel dicembre 2017, Bagnari è stato nominato membro della “Accademia Nazionale di Agricoltura”, istituzione che, fin dal 1807, promuove la conoscenza scientifica relativa all’agricoltura e agli ambiti ad essa connessi».

«L’idea che mi sono fatto in questa prima fase di approccio e conoscenza e per entrare a far parte del sistema Cia – spiega Mirco Bagnari – è di un’associazione dinamica e di grande serietà, con una grande volontà di partecipazione diffusa e di condivisione. Credo ci saranno molte cose da costruire insieme. Dovremo rendere circolare l’informazione e il lavoro: lavoreremo insieme, e insieme agli associati, e cercheremo di ridefinirci tutti quanti per essere al passo con i tempi e all’altezza delle esigenze dei soci Cia in un’epoca di trasformazioni complicate, ma anche assai stimolanti per l’economia e, soprattutto, per l’agricoltura».

Bagnari, subentra a Fabrizio Rusticali, che da tempo aveva annunciato l’intenzione di fare posto ad altri per raggiunti requisiti di pensionabilità. Rusticali, direttore di Cia per 17 anni (15 anni di Cia Ravenna e 2 di Cia Romagna), ha accompagnato il percorso di fusione fra le Cia provinciali di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini che ha portato l’organizzazione a diventare a Cia Romagna.

Esprimendo gratitudine per il sostegno ricevuto in tutti questi anni, Rusticali ha messo in evidenza che a fronte di una decina di pensionamenti sono stati stabilizzati una quindicina di giovani: «Giovani bravi – afferma Rusticali – ai quali auguro di poter lavorare con passione, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, con la voglia di confrontarsi e di mettersi in gioco per costruire ciò che serve per portare al successo che merita Cia Romagna insieme al nuovo direttore Mirco Bagnari».

Sabbioni è la profumeria dell’anno in Italia per il web

Sabbioni
Maurizio Sabbioni con il premio (foto BeautyBiz.it)

Profumerie Sabbioni ha vinto il premio “Insegna Web dell’Anno Italia” 2019-2020 per la categoria Profumerie.

Dopo essere arrivata in finale, il 28 novembre, alla vigilia del Black Friday, è stata proclamata vincitrice di categoria, durante la premiazione avvenuta a Milano all’Hotel Enterprise.

A ritirare il premio il direttore Maurizio Sabbioni che, sulla rivista di settore BeatyBiz.it, afferma: «Questo riconoscimento ci arriva al primo anno in cui partecipiamo all’evento. Ciò ci rende particolarmente orgogliosi e soddisfatti per la fiducia che i nostri clienti ci hanno accordato e ci sprona a migliorare ulteriormente la qualità del nostro servizio sia sul web che sui nostri punti vendita. Il  risultato è frutto di una intensa attività, grande passione, profonda competenza delle ragazze e dei ragazzi del nostro digital team e di ingenti investimenti nel canale e-commerce».

Anche a Lugo ricordano Elisa, uccisa a 31 anni dal marito mentre le figlie dormivano

E l’associazione Dalla parte dei minori porta l’attenzione anche sulle due “orfane”

Elisa Bravi
Elisa Bravi, in una foto pubblicata da Corriere Romagna e Carlino Ravenna

Il Comune di Lugo e “Demetra-Donne in aiuto” ricordano Elisa Bravi, la 31enne uccisa dal marito nella loro casa di Glorie di Bagnacavallo, con un momento di raccoglimento sabato 21 dicembre alle 15.30.

Chi vorrà potrà recarsi davanti alla panchina rossa, inaugurata recentemente per ricordare tutte le vittime di femminicidio, all’incrocio fra viale degli Orsini e via Ricci Curbastro, dove si potranno lasciare fiori e ricordi per la donna.

A Ravenna Elisa è stata ricordata dalle associazione femministe nel corso del sit-in al carcere in programma ogni venerdì per protestare contro la presenza di Cagnoni nella casa circondariale ravennate.

Intanto l’Associazione Dalla parte dei minori ricorda in una nota anche quelle che di fatto sono diventate orfane, le figlie della coppia, di 4 e 6 anni. «Quando una comunità è colpita da vicino da un femminicidio – scrive la presidente, l’ex assessora del Comune di Ravenna Giovanna Piaia – l’immaginazione si fa cruda, dolente; incorpora le nostre angosce e ci rende attoniti per lo spegnersi incolpevole dalla vita di donna insieme al dolore e allo sconcerto per le due piccole vite orfane di mamma. Come associazione “Dalla Parte dei Minori”, da anni, sosteniamo e lavoriamo per mettere in luce le conseguenze della violenza domestica sui minorenni e le sue ricadute, purtroppo sempre più ricorrenti, di dolore “aggiuntivo” sugli orfani di femminicidio. Per questo, mentre crediamo sia necessario perseverare senza arretramenti o atteggiamenti di resa nelle azioni di prevenzione che passano principalmente per la formazione di tutti gli operatori della Sanità, del Sociale e della Scuola a cogliere e decifrare i segnali di conflitto nelle relazioni familiari, auspichiamo nuovi comportamenti e nuove sensibilità delle persone – uomini e donne – che accrescendo il grado di disapprovazione sociale, senza stigmatizzare vicende singole, siano capaci di rilevare nelle trame culturali e sociali dei rapporti fra i sessi le spiegazioni razionali utili a promuovere seri e radicali comportamenti di rispetto delle donne, dei bambini e delle bambine che assistono, patiscono e perdono i preziosi affetti della genitorialità».

 

Le iniziative delle feste del mercato coperto: a Capodanno riservato per il cenone

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I ravennati subito dopo l’apertura del mercato coperto

Il nuovo Mercato Coperto di Ravenna tra Natale e Capodanno offrirà appuntamenti e incontri per tutta la famiglia.

Si comincia lunedì 23 dicembre, quando dalle 10 alle 19 ospiterà libri-gioco, giochi di ruolo e da tavolo per grandi e piccoli. In collaborazione con librerie.coop e DV Giochi, saranno a disposizione al primo piano tavoli, una istruttrice e la possibilità di sperimentare tante proposte.

Sempre lunedì, intorno alle 13, i giovani strumentisti allievi della Scuola Montanari dopo essersi esibiti in Piazza del Popolo si sposteranno nel grande edificio di Piazza Andrea Costa per eseguire alcuni brani natalizi. Nel pomeriggio una piccola postazione trucca-bimbi assicurerà intrattenimento anche per i più piccoli. Il 23 e poi il 30 dicembre, dalle 15 alle 17, Mercato Coperto e Molino Spadoni animeranno l’albero di Natale in Piazza del Popolo con l’esibizione del maestro due volte campione del mondo di pizza freestyle.

Per chi non vuol mettersi ai fornelli, sia il 25 che il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano, i ristoranti del Mercato propongono speciali menù per il pranzo festivo (info e prenotazioni via mail a info@mcravenna.it o 0544 244611). Per trascorrere in compagnia il pomeriggio 25 dicembre, inoltre, dalle 16,30 c’è al Mercato Coperto la classica tombola di Natale, con la possibilità di vincere salumi di mora, formaggi e altre prelibatezze. Tutti coloro che sceglieranno il Mercato Coperto per il pranzo di Natale, di Santo Stefano o il Capodanno riceveranno un ingresso omaggio per la mostra “Tessere di mare” al Museo Classis di Ravenna.

Il 31 dicembre il Mercato Coperto sarà riservato dalle 20.45 alle 23,30 al “cenone gourmet” (prima buffet tra i chioschi, poi piatti più raffinati nei ristoranti, 95 euro a persona, con prenotazione obbligatoria, via mail a info@mcravenna.it o 0544 244611). A scaldare la serata sarà la musica del dj Gabriele Rambelli, voce di Radio Italia, RCB e Play Studio. Dopo le 23 saranno “in scena” sui due piani i Musicanti di San Crispino: una dozzina di componenti tra ottoni, tamburi, percussioni e liuti che si esibiscono ballando e cantando in un repertorio che va dalla musica romagnola, al funky fino alla musica anni Sessanta, dalle melodie sudamericane alla tarantella, dal reggae allo ska. Dalle 23,30 la serata continua ed il Mercato apre le porte a tutti per il brindisi di mezzanotte e proseguire con i festeggiamenti fino alle ore piccole.

Gli orari dele feste. Il negozio Coop sarà aperto il 24 dicembre dalle 8 alle 19 e martedì 31 dicembre dalle 8 alle 18. Resterà chiuso invece per Natale, Santo Stefano e il primo dell’anno; il 6 gennaio, giorno della Befana, sarà aperto normalmente. Il primo gennaio saranno chiusi nel Mercato i chioschi pescheria, forno e macelleria, mentre dalle 12 riapriranno ristoranti e bar.

Pranzo di Natale offerto a chi na ha bisogno: 50 volontari serviranno 270 invitati

Torna l’iniziativa della Consulta, quest’anno al centro sociale Baronio, con il sostegno del Comune di Ravenna

Pranzo Solidarieta
Una delle passate edizioni del pranzo di solidarietà

Anche quest’anno la Consulta del volontariato del comune di Ravenna organizza il pranzo della solidarietà “Per un Natale in compagnia”, giunto alla quattordicesima edizione, con il supporto dell’associazione Per gli altri, Centro di servizio per il volontariato.

L’appuntamento è per domenica 22 dicembre alle 12.30. La novità di quest’anno è la “location”, il pranzo verrà servito al Centro Sociale Bosco Baronio, via A.Meucci 25. Un locale molto ampio e luminoso che accoglierà oltre 300 persone di cui 270 invitati e circa 50 volontari.

Gli inviti indicano questa preziosa citazione di Gianni Rodari: “Se ci diamo la mano i miracoli si fanno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno”.

Sono stati distribuiti 270 inviti, venti in più dell’anno scorso, a persone che più di altre hanno bisogno di relazione e di attenzioni, sole o in condizione di fragilità economica e sociale; sono state indicate dalle parrocchie, dalla Caritas, dai dormitori, dalle mense, dalle diverse associazioni.

È previsto il servizio di trasporto gratuito dal domicilio per chi non dispone di mezzo proprio.

Condividendo lo spirito di solidarietà dell’iniziativa, il Comune contribuisce anche quest’anno alla sua realizzazione.

Dalle 12,30 gli invitati saranno accolti dai numerosi volontari; chi in cucina, chi all’accoglienza esterna e interna, chi al guardaroba, tanti saranno i camerieri, chi alle pulizie e alla raccolta differenziata. Ci saranno i clown e babbo natale, musica e doni per tutti, grandi e piccini.

L’iniziativa è plastic free, con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo della plastica mono uso: verranno utilizzati piatti e bicchieri compostabili e grazie al contributo di Hera che ha donato le bottiglie di vetro, l’acqua verrà consumata direttamente dal rubinetto.

Riviste Reclam

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