giovedì
17 Luglio 2025

La Pallavolo Alfonsine conferma la supremazia ravennate alle finali nazionali Acsi

Volley giovanile / L’Under 16 guidata da Pelloni e Versari ha vinto la competizione disputata in Umbria spuntando su Campania, Lazio e padrone di casa

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Le ragazze dell’Under 16 della Pallavolo Alfonsine vincitrici delle finali nazionali Acsi

Confermata ancora una volta la supremazia delle squadre del comitato provinciale Acsi di Ravenna alle finali nazionali Acsi di pallavolo svoltesi a Nocera Umbra, in provincia di Perugia, dove la Pallavolo Alfonsine ha conquistato per la quinta volta il titolo di campione Italiano della categoria Under 16 femminile. Si tratta di un successo che mette in mostra la superiorità del volley ravennate in seno alla quale l’Acsi si pone tra le protagoniste assolute, comprovata quest’anno anche dalla promozione in Serie C dell’Acsi Volley Ravenna, espressione e diretta emanazione del comitato provinciale dell’Ente di Promozione presieduto dall’instancabile Italo Ferrari. Un bilancio, quindi, di sicuro positivo della stagione appena conclusasi. Questi nomi delle ragazze dell’Under 16 biancoblù: Alice Salani, Alessia Rambelli, Agnese Braghini, Viola Salani, Ilaria Morini, Elena Sartoni, Noemi Scardovi, Serena Sartoni, Mariarca Borrelli.

«Con il successo della Pallavolo Alfonsine – spiegano i dirigenti – l’Acsi di Ravenna vede premiato il proprio impegno  per una sempre più incisiva promozione della pallavolo in provincia, organizzando e promuovendo annuali manifestazioni che registrano la partecipazione soprattutto dei giovani. Da ricordare fra esse il torneo Super Tris e la CoppAcsi di Primavera, autentiche kermesse della pallavolo giovanile ravennate». La nota dell’Acsi si conclude sottolineando come «alle grintose ragazze della Pallavolo Alfonsine presieduta da Giovanni Rossini e guidata dai tecnici Paolo Pelloni e Gilberto Versari, che hanno brillantemente superato, sia sul piano tecnico che agonistico, le altre finaliste rappresentanti della Campania, del Lazio e dell’Umbria, va il plauso incondizionato da parte del consiglio provinciale dell’Acsi di Ravenna».

Legambiente attacca il festival Terrena: «Il bosco di Fusignano non è una discoteca»

L’associazione ambientalista vuole coinvolgere la Regione perché valuti la compatibilità dell’area di riequilibrio ecologico con il primo appuntamento del festival di land art promosso dall’Unione dei Comuni con teatro e musica

0628 Bosco«Cosa c’entra la musica con le aree di riequilibrio ecologico? Il bosco di Fusignano non è una discoteca». Il circolo Legambiente “Cederna” di Fusignano attacca Terrena, il festival di land art promosso dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna che prevede sei eventi tra natura e arte e in particolare proprio il primo nello spazio fusignanese il prossimo 7.  L’associazione ha deciso di chiedere alla Regione Emilia-Romagna di valutare la compatibilità dell’evento in programma con le caratteristiche dell’area protetta.

Il presidente del circolo ambientalista però non ci sta: «Già lo scorso anno avevamo aspramente criticato la scelta di organizzare iniziative che poco avevano a che fare con la natura e la tutela della biodiversità, con luci e musica ad alto volume fino a tarda notte. Ci auguravamo che questa volta si fosse scelto di fare iniziative più in linea con le finalità istitutive e con le prescrizioni previste per la fruizione di quest’area protetta. Purtroppo invece dobbiamo prendere atto di come si sia deciso di proseguire con un modello di evento che ci sembra del tutto fuori luogo».

Nel bosco di Fusignano, che il comunicato del festival definisce «suggestivo contesto», è prevista «un’esperienza di teatro di narrazione di Luigi D’Elia dal titolo “La grande foresta”, accompagnato da picnic e la primitive music di Machweo, una performance che unisce la visionarietà della musica sperimentale pura con le visioni di una natura selvatica e libera». Il bosco fa parte dell’area di riequilibrio ecologico “Canale dei Mulini di Lugo e Fusignano”: «Per la loro collocazione ai margini dei centri abitati richiedono quindi particolare cura e forme di tutela e valorizzazione. Aree in cui bisognerebbe entrare come ospiti, in punta di piedi. Ben vengano quindi iniziative per ascoltare e osservare la natura, imparare a riconoscere gli alberi e gli animali, raccontare la storia e le leggende legate ai boschi oppure per parlare di stelle e costellazioni, sempre più difficili da vedere nei centri abitati soffocati dall’inquinamento luminoso. Non sono invece aree in cui imporre alla natura il rumore e la presenza umana».

Le linee guide emanate dalla Regione, ricorda Rambelli, per queste aree parlano di conservazione, tutela e ripristino degli ecosistemi e degli habitat naturali e seminaturali e della diversità biologica in tutte le sue forme: «Viene rimarcata la necessità di vietare o regolamentare con molta attenzione tutte quelle attività che possano arrecare danno o disturbo all’area, quali ad esempio trasformazioni edilizie, raccolta, danneggiamento e asportazione della flora spontanea, abbandono di rifiuti e produzione di suoni e rumori molesti».

Gemos: aumento di fatturato a doppia cifra per la cooperativa di ristorazione

Nel 2018 l’azienda ha sfiorato i 49 milioni di euro di giro d’affari con una crescita dell’11,46%. Ogni anno vengono prodotti 1,250 milioni di pasti

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La sede della coop Gemos

Crescita a doppia cifra per Gemos, la cooperativa di ristorazione con sede a Faenza che nel 2018 ha sfiorato i 49 milioni di euro di fatturato con un aumento dell’11,46% rispetto all’anno precedente. Un incremento che si accompagna agli ottimi risultati raggiunti dal patrimonio netto, oltre 9 milioni di euro (+14,53%), dall’aumento del numero di lavoratori, 1.067 (+8,99%) di cui l’85% donna e di cui 827 sono soci, e da un ristorno ai soci da record che supera quota 1 milione di euro (+12,69%).

«La nostra cooperativa è cresciuta – commenta la presidente Mirella Paglierani -. Oggi produciamo 8,8 milioni di pasti l’anno e siamo presenti in 4 regioni d’Italia e, con la nostra società controllata Gemos Balkans (98 dipendenti e oltre 1,250 milioni pasti prodotti l’anno), anche in Serbia. Uno sviluppo che però non snatura il nostro essere cooperativa, il nostro impegno verso i soci di questa compagine. Un impegno dimostrato dalle cifre raggiunte con il ristorno e dalle azioni di welfare intraprese verso i soci lavoratori».

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La presidente della coop Gemos, Mirella Paglierani

Il welfare aziendale è un tassello importante nella programmazione della cooperativa: «Con “Benessere Gemos – Le persone al centro” (il nome del progetto di welfare aziendale) messo in piedi negli ultimi anni, abbiamo già riscosso diversi risultati e proposto ai soci lavoratori molte iniziative che spaziano dalla salute al lavoro, dal sostegno al reddito alla mobilità e al tempo libero. Tra i progetti che abbiamo realizzato nel 2018 hanno ricevuto grande interessamento le borse di studio riservate ai figli dei soci lavoratori, per le quali sono stati stanziati 10mila euro, i corsi gratuiti di informatica e il progetto “Prevenzione donna under 45”, dedicato allo screening al seno per le donne che non rientrano ancora nel programma gratuito del servizio sanitario nazionale».

Anche il 2019 riserverà grandi soddisfazioni alla cooperativa: il primo trimestre si è chiuso in linea con gli obiettivi di budget prefissati e si sta lavorando alla riorganizzazione aziendale in vista della fusione con la partecipata Avendo, che avrà decorrenza dal primo gennaio 2020. «Avendo – continua la presidente è una società del bolognese specializzata in ristorazione nel settore privato con all’attivo 250 lavoratori. Il 2019 ci vedrà impegnati nell’organizzazione del nuovo assetto societario e del personale. Già in questa assemblea abbiamo presentato ai nostri soci il bilancio consolidato (di Gemos e Avendo) che mostra un fatturato di oltre 65 milioni di euro. Lavoreremo poi al mantenimento dei contratti in essere e alla partecipazione a nuove gare d’appalto. Ci saranno conferme e novità anche per il welfare – conclude Paglierani – con altri 10mila euro da destinare alle borse di studio per gli studenti meritevoli e altri progetti riguardanti l’area salute e prevenzione».

Domenica una regata di solidarietà nelle acque di Marina di Ravenna

Può partecipare chiunque: il ricavato sarà devoluto all’associazione italiana contro le leucemie (Ail). Partenza alle 13 del 30 giugno

La quarta edizione della Regata del cuore si svolgerà domenica 30 giugno nelle acque a nord della diga di Marina di Ravenna. La veleggiata è  aperta a tutte le barche sia derive che cabinato, per raccogliere fondi a beneficio della Sezione di Ravenna dell’Ail )Associazione Italiana contro Leucemie, Linfoma e Mieloma). Patrocinata, come nelle precedenti edizioni, dal Comune di Ravenna e dalla Autorità di Sistema Portuale, quest’anno vede insieme Lega Navale Italiana sezione di Ravenna e Lions Club Ravenna Host, come sodalizi di supporto alla organizzazione.

La Regata del cuore, di proprietà intellettuale dello Studio Scarabelli & C. , è nata come contributo della vela per scopi benefici. Tutti i soldi raccolti verranno destinati all’Ail: c’è un contributo di iscrizione suggerito di dieci euro per le derive e di  venti euro per i cabinati, ma in realtà ciascuno sarà libero di dare quello che ritiene più giusto e tutti potranno vedere il valore devoluto ad Ail sul sito www.laregatadelcuore.it .

Le iscrizioni in programma domenica dalle 9 alle 12 nella sede della Lega Navale, sotto al faro di Marina di Ravenna, mentre la partenza è fissata per le 13  in acqua.

Ultimi giorni per visitare la mostra dedicata a Fabrizio De André a Palazzo Rasponi

Un percorso tra gli oggetti di Faber che porta a nuova luce in un ipotetico percorso di memoria, a vent’anni dalla scomparsa dell’artista

Fabrizio De AndreUltimi giorni per visitare a Palazzo Rasponi dalle Teste “Fabrizio De André: Diamanti Nascosti”. La mostra, visibile fino a domenica 30 giugno, propone un’idea fatta di immagini, colori e forme della poetica e del pensiero di Faber. Rovistando tra mille oggetti, alcuni nascosti allo sguardo, si possono trovare “diamanti” ora dimenticati, ora scoperti a nuova luce in un ipotetico percorso di memoria, a vent’anni dalla scomparsa dell’artista, la cui opera artistica è un grande contributo intellettuale e morale. In esposizione anche una ricca selezione di immagini di Mimmo Dabbrescia, già fotografo dell’artista nel periodo 1969-1974 e di Paolo Ruffini, che ha fotografato De Andrè e la sua band durante il concerto del 1992 al Teatro Goldoni di Bagnacavallo.

Una sezione è dedicata ad a una serie di opere d’arte create per questo momento speciale dai giovani e dai docenti del Liceo Artistico di Ravenna, dagli artisti Mauro Bartolotti e Sergio Staino. La mostra, inaugurata lo scorso 6 giugno da Dori Ghezzi è visibile con ingresso gratuito, al mattino dalle 10 alle 12 ed in serata dalle 18 alle 21,30.

Dalla Regione 250mila euro per la nuova caserma dei vigili del fuoco

I pompieri lasceranno via Mentana per andare in via Bedazzo dove sarà adattato un magazzino provinciale

La Regione Emilia-Romagna ha annunciato uno stanziamento di 250mila euro per realizzare la nuova caserma dei vigili del fuoco a Lugo adattando il magazzino provinciale in via Bedazzo, a circa mezzo chilometro dalla rotonda di via Piratello. I pompieri lasceranno quindi l’attuale distaccamento in via Mentana. Al momento non sono ancora note le tempistiche dei lavori.

«Da consigliere delegato della Provincia avviai le procedure per l’individuazione di un nuovo sito dove collocare la nuova caserma dei vigili del duoco – spiega il sindaco di Lugo Davide Ranalli -. Oggi, con questo finanziamento, la Provincia potrà garantire questo intervento e in questo modo implementare i servizi offerti, cogliendo il nostro obiettivo principale: rendere Lugo una comunità più sicura».

Lo stanziamento della Regione fa parte di un pacchetto di 26 interventi previsti in tutte le province, da Piacenza a Rimini, approvato dalla giunta regionale per potenziare la rete delle strutture di protezione civile dell’Emilia-Romagna.

«Oggi ritmi più incalzanti tra scuola e tempo libero, bambini spesso in affanno»

Valeria Savoia, direttrice della Neuropsichiatria infantile dell’Ausl, su stress scolastico e compiti: «Devono essere gestibili autonomamente dall’alunno»

Abbiamo parlato di stress scolastico, compiti e tempo libero in età scolare con la dottoressa Valeria Savoia, direttrice di Neuropsiachiatria infantile a Ravenna, per avere anche un commento medico sul tema dopo averne parlato con tre insegnanti (qui, qui e qui le interviste).

Dottoressa Savoia, esiste lo stress scolastico per bambini e adolescenti?
«Cominciamo chiarendo che lo stress è stato definito come risposta aspecifica dell’organismo agli stimoli: non esiste una risposta univoca, la rosa dei sintomi alla pressione dello stress può essere delle più varie. Una adeguata dose di stress aiuta la persona ad attivare una serie di competenze che permettono di fornire una prestazione più elevata».

Il giusto fa bene, troppo diventa pericoloso. Come capire quando la dose è eccessiva? Quali segnali vanno osservati?
«La resistenza è un fattore individuale. Lo stress crea preoccupazione e un bambino eccessivamente preoccupato può fare più fatica a stare attento. Se allunga i tempi in cui sta sui libri questo può essere un segnale. Poi ci sono gli altri che conosciamo anche negli adulti: irritabilità, nervosismo, un calo della voglia di fare ciò che si fa abitualmente. Oppure manifestazioni come il pianto, il non voler più andare a scuola, i famosi mal di pancia di scuola o mal di testa per bambini più grandi che indicano una somatizzazione».

Quando bisogna coinvolgere un medico?
«Se un adulto vede cambiare l’atteggiamento di un bambino non solo verso l’attività didattica ma nelle attività in generale, la prima cosa da fare è capire se è solo un momento di stanchezza o se c’è qualcosa più profondo. Sono convinta che i genitori abbiano gli strumenti necessari per affrontare autonomamente le crisi più leggere: un eccesso di medicalizzazione dei problemi dei bambini non è mai una cosa giusta. Anche l’insegnante può fare molto: prendere da parte un alunno e parlargli dimostra che c’è un interesse verso quel bambino e questo può già avere un effetto in un certo senso terapeutico».

A chi rivolgersi per il primo consulto medico?
«Penso che il pediatra di libera scelta possa avere un ruolo importante come sostegno al genitore perché conosce il bambino nella sua progressione di sviluppo e conosce il contesto familiare».

La scuola è sempre stata fonte di stress o il fenomeno si è accentuato?
«La scuola da sempre richiede prestazioni a chi la frequenta. È però ovvio che la scuola di oggi si muove su tempi più rapidi, i bambini devono tenere un ritmo più incalzante. Quando parliamo con i bambini si ha l’impressione che siano sempre un po’ in affanno».

Quali sono i momenti più difficili?
«La terza elementare perché segna un cambiamento nel metodo di apprendimento. E poi l’ingresso alla scuola media».

Sulla questione compiti a casa si sta sviluppando un dibattito con una spaccatura fra pro e contro. Fanno bene o fanno male?
«Possono esistere a patto che siano autonomamente gestibili dallo scolaro sia in termini di contenuti che di tempo. È necessario che l’attività a casa faccia riferimento a quanto già ampiamente svolto nel contesto scolastico senza pretendere che l’ambiente familiare debba farsi carico di completare e integrare gli argomenti proposti. Nella confusione di ruoli che si può creare tra genitori e insegnanti, facilmente possono nascere conflitti».

La sua scuola ideale è senza compiti?
«No, un po’ di compito fa bene, il bambino deve abituarsi alle responsabilità. Però se i compiti richiedono al bambino di stare sui libri fino alle 10 di sera, allora facciamoci qualche domanda».

Cosa pensa di esperienze come “Scuola senza zaino” o della petizione “Basta compiti”?
«Hanno richiamato l’attenzione sul problema cercando di restituire allo stesso alunno l’onere di un autonomo rapporto con la scuola, senza un’ingombrante presenza della famiglia».

Pexels Photo 1322611In base al vostro osservatorio, ci sono elementi che generano ansia più di altri?
«In questi tempi stiamo assistendo a un aumento dei casi di disturbi specifici di apprendimento, i cosiddetti Dsa. È una tendenza nazionale. In provincia all’anno abbiamo 6-700 richieste di valutazioni e un centinaio di relazioni di colleghi privati da esaminare in commissione. Sono numeri importanti e il bambino quando arriva nei nostri ambienti, per quanto cerchiamo di farli sentire a proprio agio, percepiscono la peculiarità della situazione e questo li può mettere in difficoltà».

Il discorso fatto per la scuola come attività che aggiunge dosi di stress vale anche per le attività extrascolastiche, dagli allenamenti sportivi ai corsi di lingua?
«Dipende come vengono vissuti. Per molti l’attività extrascolastica è fonte di quella gratificazione che a scuola non trovano, per la loro autostima è fondamentale continuare. Ma l’odierna organizzazione della vita sociale e familiare può arrivare ad impedire ai ragazzi di gestire autonomamente anche il tempo interno alla famiglia, per cui le diverse attività che i ragazzi svolgono nell’orario extrascolastico rischiano di perdere in parte il significato di svago e di puro divertimento che dovrebbero avere e finire per diventare ulteriori oneri. Ritengo che in questi ultimi tempi si sia perso il senso del valore positivo della sensazione di noia, che comporta l’attivazione autonoma di fantasie, desideri e creatività. Fare nulla permette alla mente di pensare, di inventare, di fantasticare: non è sbagliato fare nulla».

La scuola si interroga su questi argomenti? Cerca il confronto con specialisti come voi?
«Il confronto c’è. Ognuno deve rispondere a obiettivi diversi che non sempre si coniugano: noi diamo una lettura olistica del bambino e ce ne occupiamo in modo globale, la scuola anche ma deve portarlo ad acquisire un certo bagaglio di competenze. Scherzando a volte dico ai bambini che si può diventare adulti sereni anche senza imparare le tabelline nel senso che la riuscita scolastica pur importante non può e non deve essere il metro di valutazione della positività di una persona».

Tra i fenomeni in aumento tra le persone seguite dal servizio di Neuropsichiatria (circa 4.300 utenti a fine 2018) sono in aumento i disturbi del comportamento alimentare. C’è una correlazione con lo stress scolastico?
«A Ravenna abbiamo una 60ina di casi in carico e, anche se in percentuali ancora molto basse, ci sono anche maschi. Nel profilo della persona con un disturbo del comportamento alimentare ci sono spesso livelli cognitivi alti, la frequenza di scuole superiori piuttosto impegnative con risultati eccellenti, spesso ottenuti anche nelle attività extrascolastiche. Sono ragazze che ci tengono tantissimo ad andare bene a scuola, hanno la tendenza al perfezionismo».

La scuola tra le cause?
«Non credo ma c’è sicuramente una correlazione tra l’alto rendimento scolastico e i disturbi alimentari. Per questo quando capita di seguire una ragazza con problemi di questo tipo ci mettiamo subito in contatto con la scuola per capire come modulare gli impegni, dobbiamo lavorare in sinergia».

Ravegnana, tangenziale di Faenza e variante della Ss16 nel piano dei trasporti

Primo passaggio in Commissione Territorio, approvazione definitiva  il 7 luglio. Per il monitoraggio ci sarà una cabina di regia ad hoc

RAVENNA 9/09/16. NUOVA ROTONDA VIA RAVEGNANA SS16 ADRIATICALa Commissione Territorio, ambiente e mobilità ha approvato il Piano dei trasporti integrato 2025 (Prit). Per quanto riguarda Ravenna, è stato inserita nel piano la riqualificazione della Ravegnana. A proporla una mozione firmata da Lega Nord e Pd. Si chiede la riqualificazione del tratto della strada che è chiusa dal 25 ottobre scorso. Inoltre è stato inserito un tratto della tangenziale nord di Faenza (emendamento proposto dal Pd, con Manuela Rontini).  In previsione anche la realizzazione della variante alla statale 16 tra gli abitati di Camerlona, Mezzano e Glorie, sempre nel ravennate (emendamento a firma Mirco Bagnari del Pd).

Il documento prevede l’istituzione di una cabina di regia della mobilità regionale. Uno strumento che dovrà essere di supporto nelle scelte di pianificazione e di gestione dei sistemi di trasporto. Compito della cabina di regia sarà anche la promozione della standardizzazione delle variabili e delle loro modalità di rilevamento, così da facilitare la produzione di dati omogenei tra ambiti territoriali diversi, il confronto costruttivo tra realtà analoghe, il trasferimento di buone pratiche e della loro coerente valutazione.

Le fonti di finanziamento per i trasporti sono legate a stanziamenti statali e degli Enti locali, dai rientri tariffari (con un obiettivo nazionale sul rapporto ricavi/costi del 35%), da risparmi di recupero da produttività aziendale e da una certa capacità interna del sistema di autofinanziamento. Il Piano perciò prevede una spesa di 8.824 milioni di euro per il sistema stradale, 5.556 milioni per il trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile e 1.494 per il sistema logistico composto (piattaforma, porti, idrovia) per un totale, al 2025, di 15.874 milioni di euro. Questo sempre se tutte le azioni verranno attuate.

Dall’incontro tra natura e arti nasce Terrena: sei serate di suoni, letture e teatro

Dal 7 luglio all’1 agosto la seconda edizione del festival di land art in vari luoghi immersi nel verde per dare spazio alla voce di artisti e ambiente in un mix fra commissioni ad hoc e rielaborazioni e presentazioni site-specific

Orizzontale 52Dall’installazione ambientale alle performing art, dal sound design alla street art, senza tralasciare il concerto, la fotografia e il reading letterario: dal 7 luglio all’1 agosto nella Bassa Romagna seconda edizione per Terrena, la rassegna artistica promossa dall’Unione dei Comuni che nasce dall’incontro tra i luoghi incontaminati e l’arte, la musica e la storia, guardando ai fermenti delle arti contemporanee in Europa.

Sei appuntamenti in un mix fra commissioni ad hoc e rielaborazioni e presentazioni site-specific, nel corso dei quali la natura è palcoscenico e voce narrante. L’ingresso agli eventi è gratuito e ci sarà la possibilità di usufruire di punti ristoro dedicati. Tutti gli aggiornamenti e i dettagli tecnici saranno pubblicati sul sito www.terrenalandart.it e sulla pagina facebook Terrenalandart.

«La visione artistica di questa edizione – si legge nella presentazione – in particolare si ispira all’ascolto della natura tramite gli alberi. Gli alberi hanno spesso più anni degli esseri umani e se potessero parlare testimonierebbero la storia delle nostre comunità». In Bassa Romagna ci sono luoghi in cui possiamo riscoprire come sarebbe il mondo senza l’uomo, grazie alla presenza di aree protette di riequilibrio ambientale, nelle quali la natura è libera di svilupparsi.

Ogni serata prevede un’introduzione degli operatori e volontari del territorio, responsabili degli spazi. A seguire artisti di differenti discipline costruiranno un festival che ha l’intento di “farci rivedere” una natura che ci siamo disabituati a osservare, in particolare pensando alle tipicità della Bassa Romagna, al suo sviluppo storico, alla sua peculiare identità paesaggistica da riscoprire e valorizzare, da intendersi non come mera cornice ma come vero e proprio habitat che permette l’incontro dell’arte con pubblici differenziati.

Il primo appuntamento si svolge nel bosco di Fusignano domenica 7 luglio a partire dalle 19.30. Un’esperienza di teatro di narrazione per tutta la famiglia di Luigi D’Elia dal titolo “La grande foresta”, con picnic e la primitive music Machweo, una performance che unisce la visionarietà della musica sperimentale pura con le visioni di una natura selvatica e libera.

Il secondo evento sarà un concerto con visuals e installazione fotografica di Adriano Zanni e si terrà il 10 luglio alle 21.30 nella cornice del chiostro dell’ex Convento di San Francesco a Bagnacavallo. Il concerto Music for Wilder Mann è un evento speciale con due violoncelli ed una viola e gli strumenti elettronici di Teho Teardo in dialogo con le straordinarie fotografie di Charles Fréger. A ogni brano corrisponde una fotografia, altissima, verticale e minacciosa, una personificazione dei nostri timori, un totem i cui significati variano costantemente in base al nostro sguardo.

Il 15 luglio dalle 19 partirà il terzo evento ad Alfonsine a Fornace Violani, dove Tiziano Fratus racconterà “Giona delle sequoie” nello splendido e incontaminato contesto dell’oasi, accompagnato dalla musica di Adriano Zanni “Ricordo quasi tutto”, disco in cui gli alberi che si fanno bosco sono un fitto ammasso di ricordi e pensieri. Per partecipare è consigliato portare una stuoia per sedersi e una piccola torcia.

La seconda metà di luglio vedrà gli ultimi tre eventi in cui la rassegna di land art entra nel vivo con tre inaugurazioni artistiche.

Sabato 27 luglio alle 19 l’installazione “Forma sensibile” di Andreco al Parco del Loto a Lugo. Andreco è dottore di ricerca in Ingegneria Ambientale sulla sostenibilità urbana e rurale e utilizza varie tecniche, dal disegno alla pittura, dalla scultura al video, che nelle esposizioni sono spesso combinate tra loro.

Domenica 28 luglio dalle 19 sarà la volta dell’inaugurazione di un’altra opera, “Alma al Viento” di Oscar Dominguez al Canale dei Mulini di San Patrizio a Conselice. Oscar Dominguez, già protagonista anche della prima edizione di Terrena, proporrà una nuova opera d’arte ambientale in dialogo con la natura.

La chiusura del festival a Massa Lombarda l’1 agosto a partire dalle 19 con l’inaugurazione di un’altra importante opera che resterà nel patrimonio artistico della Bassa Romagna. Sempre Andreco realizzerà nel Piazzale della ex bocciofila un nuovo dipinto murale a tema arboreo, un vero e proprio workshop di arte pubblica capace di lasciare anche nuove abilità fra i partecipanti (per partecipare comunicazione@unione.labassaromagna.it).

Terrena è un progetto del Servizio Promozione Territoriale, comunicazione e progettazione europea e del Servizio di Promozione Turistica dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. La Direzione artistico-organizzativa è stata affidata a Bronson Produzioni, Direzione artistica di Chris Angiolini con la consulenza di Lorenzo Donati, giornalista e critico, gruppo Altre Velocità. Lo sviluppo visual e comunicazione è curato dall’Agenzia Comunicattivi.

Partito il cantiere al teatro Rossini: completamento previsto per ottobre 2020

Progetto da 570mila euro per manutenzione straordinaria e consolidamento sismico

Teatro RossiniCon l’installazione dei ponteggi, cominciano oggi giovedì 27 giugno i lavori di manutenzione straordinaria e di consolidamento sismico al teatro Rossini di Lugo. Gli interventi previsti nel progetto, con un investimento complessivo di quasi 570mila euro, verranno realizzati in un lasso di tempo di sedici mesi, con inizio a fine giugno e ultimazione entro il mese di ottobre 2020.

I principali lavori prevedono opere antisismiche e di restauro. In particolare, le opere antisismiche saranno effettuate nella parte superiore delle murature longitudinali esterne (interessando le zone comprese tra il boccascena e la parte retrostante del palcoscenico), nelle murature del foyer del teatro, consolidando le pareti portanti perpendicolari alla facciata principale, e nella struttura del boccascena stesso. Le opere edili e di restauro riguarderanno il ripristino degli intonaci delle facciate esterne, nelle parti interessate dalle opere antisismiche e, all’interno, il ripristino degli intonaci del foyer e del boccascena con le tecniche del restauro architettonico-artistico.

Il progetto prevede inoltre opere meccaniche, elettriche, speciali e antincendio nonché relative al miglioramento degli apparati scenotecnici, per garantire l’efficienza degli impianti tecnologici e soddisfare il comfort interno dello storico, settecentesco, teatro comunale tipologicamente definito “barocco all’italiana”.

Esclusivamente durante l’installazione dei ponteggi ci saranno alcune modifiche alla viabilità. Dalle 8 di giovedì 27 giugno sarà chiuso largo Francesco Balilla Pratella e, salvo imprevisti, dalle 8 di venerdì 28 giugno sarà chiuso vicolo del Teatro.

Milena Baldassarri entra a far parte della famiglia dell’Aeronautica Militare

Ginnastica ritmica / Assieme all’intero gruppo delle “Farfalle”, la giovanissima stella ravennate è stata insignita del titolo di aviere scelto

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Prima da sinistra, Milena Baldassarri con la maglia dell’Aeronautica Militare

Stella in pedana e stella sul petto. Assieme alle ginnaste della squadra nazionale Letizia Cicconcelli, Anna Basta, Martina Santandrea e Agnese Duranti, l’individualista azzurra Milena Baldassarri è entrata a far parte della grande famiglia dell’Aeronautica Militare, l’arma di riferimento per la ginnastica ritmica e per l’artistica maschile. Dopo l’arruolamento del capitano Alessia Maurelli e di Martina Centofanti, oltre quello dell’altra individualista Alexandra Agiurgiuculese lo scorso settembre, l’intero gruppo delle “Farfalle” e la ravennate, vicecampionessa italiana nonché medaglia d’argento iridata al nastro a Sofia, sono state insignite del titolo di aviere scelto dell’Aeronautica Militare.

Come sottolineano i dirigenti nazionali, «la Federazione Ginnastica d’Italia è orgogliosa delle proprie ginnaste che, con gli importanti risultati internazionali – non solo i metalli pregiati, la squadra dell’allenatrice e direttrice tecnica Emanuela Maccarani ha già strappato il pass di qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 – continuano a dare prestigio alla Federginnastica e a tutto il mondo dello sport italiano nonché a guadagnarsi l’ingresso nel Gruppo Sportivo di Vigna di Valle, tra le cui fila militano già molti atleti della FGI e altrettanti sportivi azzurri».

Sorride il Cral Mattei Ravenna: messa in archivio una stagione da incorniciare

Volley femminile / Grandi risultati e una crescita tecnica e numerica importante hanno caratterizzato l’annata sportiva 2018/19 della società bizantina. Maldini: «Quello di puntare sul settore giovanile dovrà essere anche in futuro il nostro obiettivo»

Volley Mattei Il Gruppo Degli Atleti
Il gruppo del Cral Mattei Ravenna al completo

E’ una stagione da incorniciare, quella che si è appena conclusa, per il Cral Mattei Pallavolo Ravenna. Tutte le squadre al via nella stagione sportiva 2018/2019 hanno, infatti, raggiunto risultati sportivi di tutto rispetto, grazie alla guida dei vari responsabili tecnici e all’abnegazione di tutte le atlete, facendo del club “industriale” un polo pallavolistico di grande spessore nel panorama cittadino. Un polo che oggi annovera 95 ragazze e che riesce a coprire tutte le categorie giovanili, a partire dal minivolley, allenato da Patrizia Prati, il gruppo più numeroso del club con 40 tesserate, per arrivare all’Under 18 di Elio Vallicelli, vincitrice del titolo provinciale e seconda in Prima Divisione con promozione in D sfumata nel playoff regionale. «Quello di puntare sul settore giovanile dovrà essere anche in futuro l’obiettivo della nostra società – sottolinea Enrico Maldini, responsabile del settore giovanile del club – offrendo alle ragazze un ambiente sano dove poter fare gruppo, condividere valori e praticare sport. Poi siamo ovviamente fieri anche dei risultati agonistici raggiunti, il nostro fiore all’occhiello della stagione appena conclusa è aver portato in palestra ben 95 ragazze di cui soltanto tre maggiorenni».

Per quanto riguarda i risultati, oltre al titolo provinciale dell’Under 18 conquistato dopo aver dominato la regular season, si segnala il comportamento della compagine Under 16 condotta da Stefano Carsetti che è riuscita a qualificarsi al primo posto al termine di un campionato provinciale equilibratissimo. Ciò le ha permesso di partecipare ai playoff dove si è classificata terza. La stessa squadra, composta quasi per intero da ragazze del 2004, ha ben figurato anche nel campionato CSI Under 18 categoria “eccellenza” dove si è classificata al secondo posto al termine dei playoff. Le ragazze della Seconda Divisione seguite da Gianluca Sarti hanno disputato un’ottima annata arrivando al terzo posto nel proprio campionato provinciale Fipav e ottenendo la promozione, al termine di playoff serratissimi, nel campionato CSI passando dall’Open all’Eccellenza. La squadra Under 14 gestita da Sara Gualtierotti ha ben figurato nei campionati disputati raggiungendo il quinto posto al campionato provinciale Under 13 (playoff sfiorati per un soffio) e arrivando seconde al termine dei playoff di CSI Under 14 del gruppo “qualificazione”. Completa il bel bilancio il gruppo del Minivolley che, oltre alla partecipazione a vari raggruppamenti e tappe S3, dove ha ottenuto promettenti risultati, ha ottenuto il primo posto nella categoria Green nella tappa S3 disputata a Faenza il 12 maggio.

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