domenica
14 Dicembre 2025

Europee, candidati ravennati: 8mila preferenze per Padovani, 1.389 al vicesindaco

Ecco come sono andati i cinque di Ravenna in corsa nel Nord-Est tra Lega, Più Europa, Europa Verde, Fratelli d’Italia e Pdf

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Eugenio Fusignani durante la campagna elettorale per le Europee 2019

Oltre alla percentuale dei partiti su base provinciale c’è un altro dato che può incuriosire nello spoglio di queste elezioni Europee ed è il risultato personale dei cinque candidati ravennati nella circoscrizione Nord-Est. Secondo i dati del ministero per l’Interno a prendere più voti, come naturale visto il risultato del suo partito, è stato Gabriele Padovani (Lega) che ha incassato 7.935 preferenze (di cui 4.095 in provincia di Ravenna). Meglio di lui ha fatto solo il capolista Salvini con 10.440 su totale dei 63.771 voti presi dal Carroccio in provincia (più di mezzo milione nella circoscrizione).

Secondo classificato di questa corsa a cinque Mirko De Carli del Popolo della Famiglia, unico capolista ravennate. Il suo Pdf ha ottenuto un deludente 0,5 percento in provincia e lui ha avuto 93 preferenze. Ma a livello di circoscrizione le preferenze sono state 1.966.

Sul podio sale Fatou Lo Boro: 178 i voti raccolti in provincia dalla candidata nella lista Europa Verde sostenuta anche da Possibile, che si è però fermata al 2,6 percento dei voti. Il totale di circoscrizione è 1.783.

A Gianfranco Stella, in lizza con Fratelli d’Italia, sono andate 279 preferenze ed è secondo della sua lista in provincia sotto le 1.510 di Giorgia Meloni, capolista di un simbolo che in provincia ha preso il 4,1 percento, al di sotto del risultato nazionale che è stato invece del 6,5 percento. Per Stella le preferenze complessive sono state 1.694.

Chiude la cinquina il vicesindaco del Comune di Ravenna, il repubblicano Eugenio Fusignani che era candidato con Più Europa, lista che non ha superato la soglia di sbarramento a livello nazionale e anche a Ravenna si è fermata al 3,3 percento pari 6.431 voti. Fusignani ha incassato ben 823 preferenze nel Ravennate scavalcando anche il capolista Pizzarotti che si è fermato a 538. In totale per lo storico esponente dell’Edera le preferenze sono state 1.389.

Per quanto riguarda le possibilità che i cinque ravennati arrivino davvero a Strasburgo è presto detto: tre liste non hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 4 percento e quindi non hanno speranze, per gli altri due invece la posizione nella graduatoria è talmente in basso da rendere realisticamente molto improbabile qualunque elezione.

I vigili denunciano un giovane sorpreso a fare un murales in darsena a Ravenna

Sequestrato anche tutto il materiale utilizzato per realizzare il disegno, una fila di grossi pesci scuri sul muro di una fabbrica abbandonata

Darsena Imbrattamento 2Nel primo pomeriggio di domenica (26 maggio) agenti della polizia locale di Ravenna hanno sorpreso un giovane sudamericano (regolare sul territorio italiano), senza precedenti specifici, che stava disegnando una fila di grossi pesci scuri sul muro di una fabbrica abbandonata, lungo il canale in zona Darsena.

Dalla verifica effettuata con gli uffici comunali del Servizio Politiche giovanili e Immigrazione del Comune, è emerso che il ragazzo non aveva alcuna autorizzazione.

Il giovane è dunque stato denunciato per imbrattamento; i vigili hanno sequestrato tutti i mezzi utilizzati per il murales a “tema marino” ritrovato sul posto e anche nel corso della perquisizione in auto.

Comune di Ravenna spaccato: storico sorpasso della Lega al Pd nel forese e al mare

I dati circoscrizione per circoscrizione nel comune capoluogo. I Dem tengono solo in centro città, a Mezzano e San Pietro in Vincoli

SalviniDopo lo storico sorpasso del Movimento 5 Stelle alle Politiche dell’anno scorso, il Pd torna a essere il primo partito nel comune di Ravenna, con il 33 percento delle preferenze, ma con neanche 2 punti percentuali di vantaggio sulla Lega di Salvini. Lega che però nel comune capoluogo ha già operato l’altrettanto storico sorpasso ai danni del Pd, addirittura in cinque circoscrizioni sulle dieci in cui è suddiviso il territorio comunale.

Il Pd resta il primo partito infatti grazie alle “vittorie” in centro città (nella prima e nella seconda circoscrizione), a San Pietro in Vincoli e a Mezzano (dove ottiene il risultato migliore, andando oltre il 38 percento, 8 punti in più della Lega) ma si deve arrendere all’avanzata leghista nel forese e anche in città nella terza circoscrizione (zona Darsena). E anche in territori tradizionalmente rossi come Piangipane (qui la Lega è al 33,6 e il Pd è al 32,5). Il record Salvini lo fa a Castiglione di Ravenna con il 37,1 percento (contro il 28 del Pd), ma può esultare anche sui lidi ravennati (la Lega è al 36,4 percento nella circoscrizione del Mare, con il Pd al 27,5 e i 5 Stelle oltre il 16) e a Roncalceci (Lega al 35, Pd sotto al 30). Bizzarro “pareggio” a Sant’Alberto, con Lega e Pd appaiati con il 36,22 percento delle preferenze.

Valanga di voti alla Lega: il Carroccio secondo partito in provincia dietro al Pd

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Matteo Salvini con Samantha Gardin, segretaria provinciale della Lega

Il simbolo di Salvini ovunque sopra il 30 percento e primo in diversi comuni tra cui Cervia, Russi e Brisighella. Il Pd recupera consensi rispetto al 2018, scende il Movimento 5 Stelle

Lega grande vincitrice anche in provincia di Ravenna dove – per quanto riguarda le elezioni Europee – in molti comuni è la  prima forza politica. Il dato definitivo provinciale la colloca al secondo posto con il 32,4 percento pari a 61.944 voti, dietro al Pd che raggiunge il 34 percento (64.860 voti) e davanti al Movimento 5 Stelle che scende anche rispetto alle Europee di cinque anni fa e si ferma al 13 percento (24.761 voti). Seguono Forza Italia con il 5,4 percento. Fratelli d’Italia che anche qui supera il quorum con il 4,08. Tutti gli altri sotto al 4 percento, in linea con il dato nazionale, con + Europa (la lista in cui correva anche il vicesindaco ravennate Eugenio Fusignani) al 3,30, Europa Verde al 2,30 e La Sinistra con il risultato in generale più deludente rispetto alle aspettative ferma all’1,7 percento. Lontanissimo dal quorum anche qui il Popolo della Famiglia (con capolista il ravennate Mirko de Carli) fermo alle 0,50. Inchiodati a percentuali attorno o sotto lo 0,2 percento le forze di estrema destra come Forza Nuova e Casa Pound. In tutto ha votato il 67,1 percento degli aventi diritto, pari a 201.298 persone.

Se si guarda al voto europeo nel solo comune di Ravenna il Pd torna primo partito con il 33 percento pari a 25.148 voti tallonato tuttavia dalla Lega che arriva al 31,4 percento pari a 23.973 voti, mentre il Movimento 5 Stelle (primo lo scorso anno alle Politiche) scivola al terzo posto con il 14 percento e perdendo quasi la metà dei consensi in un anno, rispetto alle politiche del 4 marzo, quando aveva compiuto uno storico sorpasso.

Tra i comuni che aspettano lo spoglio delle 14 per le Amministrative e ora guardano al voto europeo con timore o speranza, a seconda del punto di vista, ce ne sono dove la Lega risulta appunto primo partito. Tra questi c’è Russi (dove non sarà comunque previsto il ballottaggio) che vede il Carroccio al 35,28 percento con un distacco di diversi punti dal Pd, fermo al 28,6. Anche a Cervia il partito di Salvini sfiora il 36 percento (35,9 percento) superando di 5 punti il Pd. Il Movimento 5 Stelle si ferma al 12,8 percento. Impressionante il dato di Brisighella dove la Lega sfonda addirittura la soglia del 41 percento mentre il Pd si ferma al 27,7. Il Carroccio è in testa anche negli altri comuni del faentino al voto come Casola Valsenio, Castel Bolognese (con uno scarto notevole dal Pd ) e Solarolo.
A Faenza, tuttavia, il Pd mantiene il primato con il 34,8 percento davanti al 31,6 percento della Lega.

Il Pd resta inoltre primo partito a Lugo con il 36,8 dove comunque la Lega arriva al 32,6 percento, il Movimento 5 Stelle qui non arriva al 10 percento. Primo il Pd anche a Bagnacavallo con il 37,5 davanti a una Lega al 30,5 percento, mentre il Movimento 5 Stelle è al 13 percento. In generale, il Pd mantiene il primato nella Bassa Romagna anche a Massa Lombarda, Alfonsine, Conselice, Cotignola, Fusignano.

Dati particolarmente impressionanti se confrontati con quelli delle Europee del 2014 quando (con un’affluenza al 70,3 percento) il 56,8 percento dei voti andò al Pd che staccò ampiamente gli altri partiti in corsa. Il Movimento 5 Stelle si fermò al 17,8 mentre sul gradino più basso del podio provinciale Forza Italia (10,5). La Lega prese il 4,1 percento (poco più di ottomila voti in provincia). A seguire: Altra Europa con Tsipras (3,9), Ncd-Udc (2,6), Fratelli d’Italia (2,1). Solo zero virgola qualcosa per Verdi, Scelta Europea, Italia dei Valori, Io Cambio-Maie, Svp. Analizzando i dati comunali, vale la pena soffermarsi su alcuni casi di cinque anni fa. In tutti i 18 municipi il Pd raggiunse la maggioranza ma Russi, Cervia e Sant’Agata furono quelli con i numeri più risicati: rispettivamente 50,5, 50,8 e 51,1. All’opposto invece il record di Alfonsine con il 65. La seconda forza fu il Movimento in 5 Stelle in tutti i comuni tranne Casola dove con il 14,1 percento arrivò Forza Italia.

Se prendiamo in considerazione l’ultima tornata elettorale, le Politiche del 4 marzo 2018, e guardiamo al dato proporzionale per la Camera, si vede che furono 8 i comuni della provincia ravennate in cui i candidati Pd non ottennero la maggioranza. Il caso più significativo fu Cervia: centrodestra al 34,9 e centrosinistra al 29,1. A Russi addirittura Alberto Pagani arrivò terzo con il 27,8: prima di lui il grillino Davide Zanforlini (28,3) e Samantha Gardin (33,6). Gli altri comuni dove vinse il centrodestra furono: Sant’Agata, Bagnara, Castel Bolognese, Brisighella, Solarolo, Casola.

Europee, risultati parziali: Pd e Lega separati da un punto dopo 300 sezioni su 399

Per il momento i dem sono avanti rispetto al Carroccio: 33,8 contro 32,2. Staccato l’M5s con 13,1. Negli unici tre comuni con il dato definitivo è 3-0 per Salvini

Legge Elettorale Elezioni Politiche 2018Lo spoglio delle schede in provincia di Ravenna per le elezioni europee sta dando vita a un serrato testa a testa tra Partito democratico e Lega. Dopo quattro ore dalla chiusura dei seggi, con 300 sezioni scrutinate su 399, il risultato parziale vede le due forze separate da un punto percentuale: 33,8 per i dem e 32,2 per Salvini. Al terzo posto il Movimento 5 Stelle con il 13,1 percento devi voti. Seguono Forza Italia (5,4) e Fratelli d’Italia (4,1).

Al momento sono tre i comuni in cui le operazioni di scrutini sono già state completate e in tutti e tre è il partito del vicepremier a imporsi sul Pd di Zingaretti. A Casola Valsenio vince la Lega con il 35,9 percento contro il 34,6 del Pd, a Riolo Terme 34,1 contro 32,1, a Sant’Agata sul Santerno il divario è ancora più ampio: 36,1 vs 28,4.

Lo scrutinio deve ancora iniziare ma Emiliani è già confermato sindaco di Sant’Agata

Il primo cittadino uscente era l’unico candidato: serviva un’affluenza superiore al 50 percento, già raggiunta alle 19

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Enea Emiliani

Lo spoglio delle schede deve ancora iniziare, e comincerà dalle 14 dei lunedì 27 maggio, ma Enea Emiliani può già brindare a Sant’Agata sul Santerno perché sarà ancora lui il sindaco del comune di tremila abitanti nella Bassa Romagna. E a dire il vero ha potuto stappare la bottiglia già alle 19 della domenica, a urne ancora aperte. Questo perché Emiliani non aveva avversari nel verso senso della parola: il 38enne primo cittadino uscente, vincitore contro il Pd nel 2014, era infatti l’unico candidato in corsa.

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La scheda elettorale per le comunali di Sant’Agata sul Santerno

Per evitare il commissariamento del Comune e garantirsi un secondo mandato, Emiliani aveva bisogno solo che votasse il 50 percento più uno degli aventi diritto. L’affluenza al voto ha raggiunto il 59 percento già alle 19 ed è arrivata al 70,3 alla chiusura dei seggi (73,7 nel 2014).

Ora perché la sua elezione sia effettiva occorre raggiungere un secondo requisito: totalizzare un numero di voti validi (non si considerano le schede bianche e nulle) non inferiore al 50 percento dei votanti (e non, come scritto in un primo momento su queste pagine per un errore di cui ci scusiamo con i lettori e con il diretto interessato, semplicemente conquistando almeno un voto a suo favore).

Elezioni, affluenza provinciale: 67,1 per le Europee, 70,1 per le Amministrative

Urne chiuse alle 23. Percentuali in calo rispetto al 2014. Casola Valsenio al vertice in entrambe le consultazioni (l’unica con Castel Bolognese a migliorare). I dati più bassi nei quattro comuni in cui si votava solo per Strasburgo

Elezioni Comunali 2019 Data Dove E Quando Si Vota. Il CalendarioL’affluenza definitiva alle urne in provincia di Ravenna il 26 maggio 2019 si assesta al 67,1 percento per le elezioni europee e al 70,1 per le amministrative che interessano 14 comuni su 18. Cinque anni fa quella delle Europee era il 70,3 e per le Amministrative era il 74. Alla chiusura delle urne è cominciato lo spoglio delle schede per il Parlamento di Strasburgo. Dalle 14 di lunedì 27 maggio invece gli scrutini per consigli comunali e sindaci.

Il dato provinciale delle Europee è in linea con la media regionale (67,3) ma abbondantemente sopra al risultato nazionale dove hanno votato 56,1 persone su cento.

Casola Valsenio è il comune ravennate che registra il dato più alto in entrambe le consultazioni: 76,4 alle Amministrative e 77,4 per le Europee. Maglia nera dell’affluenza a Massa Lombarda per le comunali (65,3) e Ravenna per l’Europa (63,7). Casola e Castel Bolognese sono gli unici comuni che hanno migliorato il dato di entrambe le consultazione rispetto al 2014. Con uno sguardo più generale emerge che i quattro comuni dove non si votava per il rinnovo dei municipi (oltre al capoluogo ci sono Riolo, Bagnara e Faenza) hanno le affluenze più basse.

Nei tre comuni che hanno più di 15mila abitanti, dove quindi è previsto un secondo turno di ballottaggio fra i due candidati sindaci più votati qualora nessuno arrivasse al 50 percento più uno al primo turno, l’affluenza alle amministrative è stata la seguente (fra parentesi il dato del 2014): a Lugo 71,5 (74,7), a Cervia 67,2 (72,3), a Bagnacavallo 70,6 (75,2).

«Il gioco libero e all’aperto? Un diritto dei bambini da rispettare»

Renzo Laporta è il coordinatore di un tavolo che promuove iniziative fuori e dentro le scuole: «Tra i primi ostacoli a giocare in cortile, per i bambini ci sono i “vicini insopportabili”. Se gli adulti hanno diritto al tempo libero, perché non lo devono avere anche i bambini?»

PromuovianchetuIl gioco libero vissuto all’aperto è una valida alternativa ai videogame e ai pomeriggi passati tra una lezione di inglese, i compiti e una di pianoforte? I bambini, oggi, beneficiano davvero di quel “diritto al gioco” stabilito dalla Convenzione internazionale per i loro diritti? E come far sì che tornino il più possibile a riappropriarsi degli spazi all’aperto, al tempo libero come momento di divertimento ed esercizio di libera scelta, indispensabile per la loro crescita? Sono alcune delle domande a cui cerca di dare risposte il progetto della “Festa del Diritto al gioco” che nel mese di maggio prevede un programma con vari appuntamenti, coinvolgendo anche delle scuole, in particolare il 25 maggio a Ravenna si è svolto un convegno pubblico sui Regolamenti condominiali, ed il 26 maggio una vera e propria festa all’aperto con attività ludiche e laboratoriali al parco delle Mani Fiorite, in via Eraclea, quartiere Darsena.

Educatore e coordinatore del tavolo di lavoro che opera su questo tema è Renzo Laporta, che lavora anche direttamente in una logica di ascolto, stimolando la capacità e la competenza dei bambini a trovare soluzioni autonome ai loro problemi.

Laporta, di cosa si parlerà sabato e perché c’è appunto l’esigenza di mettere insieme più persone per ragionarci? Avere bambini che giocano nei cortili non dovrebbe essere qualcosa di spontaneo che, semplicemente, accade?
«In realtà, come sappiamo bene, accade sempre meno e per una serie complessa di ragioni che abbiamo cercato di indagare innanzitutto a partire dai bambini stessi. Alla domanda “perché non vai in cortile a giocare?” tra le risposte al primo punto c’è“i vicini insopportabili”, che quando l’ho registrato la prima volta fece sorridere la classe, e così l’espressione è rimasta nel documento che fa lista degli “Ostacoli al gioco all’aperto dal punto di vista dei bambini e delle bambine”. Il tema dell’ascolto e del considerare seriamente le necessità ed esigenze dei più piccoli è una difficile conquista di civiltà. L’Italia ha ratificato la Convenzione che tutela i diritti dei bambini, ma gli adulti devono fare ancora parecchi passi di umiltà per il pieno riconoscimento. I bambini, come i loro genitori, se sono residenti hanno diritto all’uso degli spazi comuni del condominio. E per i bambini è una questione di legittimare i loro interessi specifici, diversi da quelli degli adulti, come il gioco. Nel privato come nel pubblico stiamo cercando di lavorare in questa direzione, sia con Acer che con gli amministratori di condominio abbiamo trovato validi alleati, impegnati in serie mediazioni».

Al di là di regolamenti e vicini, i bambini oggi hanno forse anche meno tempo libero, tra scuola, compiti, sport, attività organizzate?
«Se per tempo libero si intende esercizio di libera scelta, è sen’altro così; hanno un’agenda spesso fittissima di impegni verso attività pre-confezionate, almeno coloro che crescono in famiglie che possono permetterselo. Questo nasce anche dal fatto che tutt’oggi il gioco è considerato “improduttivo”, laddove è invece essenziale per crescere nel benessere, sperimentarsi e mettersi alla prova, anche per imparare sbagliando. Gli adulti non possono pretendere di insegnare tutto ai bambini. Un tempo non molto lontano da oggi i bambini spendevano molto più tempo tra di loro, giocando in modo auto organizzato, senza la presenza di un adulto che prestabiliva, Credo che gli adulti di oggi preferiscano, o sono indotti, verso il “bambino competente” piuttosto che un “bambino che sta bene con se stesso”».

Quanto sono un problema i compiti scolastici? C’è un grande dibattito intorno a questo tema…
«Certo, i compiti sono una questione da affrontare. Per fortuna lavorando dentro le scuole ho notato molti insegnanti veramente sensibili a questo tema, ed altri più legati a una concezione superata dell’educazione, secondo cui prima viene il dovere e poi il piacere. Parte delle richieste dei compiti arrivano da genitori che immaginano comunque il tempo libero dei figli impegnato con attività “produttive”, Ma se gli adulti hanno diritto al tempo libero, perché non lo devono avere anche i bambini? quanti degli adulti che fanno un lavoro obbligato vorrebbero portarsi a casa dell’altro lavoro?».

Ma perché genitori di generazioni cresciute a giocare in cortile e in strada ora stanno negando di fatto questo diritto ai propri figli?
«In molti si sono dimenticati della loro infanzia. Ma le ricerche in questo senso dicono che i ricordi più importanti e più felici di quell’età sono legati ai momenti vissuti all’aria aperta, da soli o in compagnia di altri coetanei. E poi oggi è anche più facile tenere i bambini in casa, con i videogiochi».

Ecco, i videogiochi. Possono essere considerati anche un momento di gioco libero o sono solo il “male”?
«Non la metterei in termini di male o bene. I videogiochi esistono e il problema è che hanno una presa fortissima sui bambini. In un contesto tra l’altro in cui vedono anche gli adulti perennemente connessi ai loro telefoni. Loro stessi ammettono di non essere in grado di controllare quanto tempo giocare nel il mondo digitale, e che prima di disconnettersi accusano mal di testa, bruciore agli occhi, arrivando a negarsi agli inviti ad uscire all’aperto pur di completare la partita, battere il record. Non hanno praticamente efficaci competitori. Anche nel passato esisteva la potente televisione con programmi mirati per i più piccoli, ma c’era anche il luogo all’aperto maggiormente accessibile e più bambini che l’abitavano nel tempo libero».

Ma in città ci sono spazi sufficienti, anche per chi non abita in condominio?
«Sì, trovo Ravenna davvero una città molto verde e ricca di opportunità, ma il problema è che i bambini vanno accompagnati da un adulto, portando come conseguenza ad un ridotto esercizio di autonomia e indipendenza. Servono più percorsi sicuri che collegano per esempio parco-scuola-zona residenziale».

E poi c’è l’enorme tema del rischio “abbandono di minori”. Se lascio mio figlio di 10 anni al parco da solo rischio una denuncia?
«Ho sentito dire dai genitori: “Non mando mio figlio in cortile senza di me perché sennò poi dicono che l’ho abbandonato”. Ed effettivamente, in caso di incidente, le forze dell’ordine che intervengono o eventualmente gli operatori del 118 devono accertare che i bambini fossero sorvegliati. Ma qual è il superiore interesse del minore? Perché di questo si parla nella Convenzione. Non possiamo nemmeno pensare di proteggerli da qualsiasi rischio fino ai 18 anni, così si crescono persone incapaci di gestire se stesse».

Forse tutta questa scarsa attenzione al diritto al gioco e la scarsa tolleranza nasce anche dal fatto che oggi ci sono tante più famiglie senza bambini?
«È vero, non avere amici con cui giocare è uno degli ostacoli individuati dai bambini. Soprattutto è venuto a mancare quello “sguardo di vicinato” che faceva sì che tutti si sentissero un po’ responsabili dei bambini della zona… Ma è un tema su cui non ci sono risposte univoche ed è necessario ragionare in una cornice di sistema».

Tra Europee e Amministrative, cosa c’è in ballo per il territorio ravennate

In provincia 300mila persone al voto per il Parlamento di Strasburgo e 128mila anche per il rinnovo di 14 sindaci e consigli comunali (su 18). Quanto consenso raccoglierà da queste parti la politica dei porti chiusi del ministro Salvini? E quanto spingerà i candidati del centrodestra? E il Pd di Zingaretti farà tornare i voti persi? Urne aperte fino alle 23

Elezioni VotoCosa ci sia in ballo per la politica nazionale in queste europee del 26 maggio è piuttosto chiaro. Come cinque anni fa si trattò di un voto fortemente condizionato da Matteo Renzi, da poco salito al governo, questa volta è Matteo Salvini, segretario della Lega e ministro degli Interni ad aver trasformato il voto in una sorta di “referendum” sul suo operato e la sua persona. Il tutto in un contesto che lo vede al governo con una forza come il Movimento 5 Stelle che nelle ultime settimane sta cercando di riacquistare autonomia dall’ingrombante alleato di governo nella speranza di recuperare consensi. E sono in diversi a chiedersi cosa capiterà al governo dopo le elezioni e dopo una campagna elettorale che ha visto i due protagonisti litigare così spesso in modo assolutametne esplicito. Anche perché il sistema del proporzionale puro permette una conta precisissima del voto reale.

Naturalmente, come sempre, queste dinamiche influiranno moltissimo sul voto anche nei territori ed è questo il primo dato che andremo a cercare nell’esaminare il voto a livello provinciale, domenica notte. Quanta forza ha Salvini, i suoi porti chiusi, i suoi rosari, il suo sovranismo e antieuropeismo da questa parti, una terra un tempo rossa? E soprattutto, quanto questa forza riuscirà a spingere i candidati alle amministrative che nello stesso giorno si svolgono in 14 dei 18 comuni del Ravennate? La Lega ha presentato suoi uomini e donne quasi dappertutto e dove i candidati, come a Lugo, sono espressione civica, sono comunque sostenuti fortemente dal Carroccio anche se, nonostante qualche annuncio mai smentito, da queste parti il segretario e ministro Matteo Salvini, impegnato in tour elettorali per lo Stivale, non si è mai visto.

Altro osservato speciale, naturalmente, è il Pd di Zingaretti post Renzi. In particolare si cercheranno tracce di riscatto dopo la debacle, anche da queste parti, dello scorso 4 marzo quando in alcuni comuni (come Cervia e Russi) prevalse il centrodestra e quando nel comune di Ravenna i grillini hanno compiuto lo storico sorpasso diventando il primo partito. In una terra di ex bersaniani, convertitasi senza forse troppa convinzione al renzismo imperante, Zingaretti saprà riportare a casa voti? Sicuramente voteranno Pd i fuoriusciti di Mdp tra cui Vasco Errani che hanno due loro candidati in lista (Cecilia Guerra e Furio Honsell, entrambi passati da queste parti durante la campagna elettorale. Per i dem si è visto spesso Carlo Calenda di Siamo Europei, capolista per il Nord Est (non proprio un’anima rivoluziaria, diciamo) seguito dalla vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini. Da queste parti il Pd ha puntato su figure particolarmente moderate (rispetto ad altre zone dove ha schierato per esempio Pisapia).

E naturalmente sarà interessante vedere la tenuta del Movimento 5 Stelle, rispetto alla Lega, ma anche e soprattutto al Pd visto che negli ultimi tempi i grillini sembrano particolarmente a caccia di voti di sinistra. A confermare però il radicamento a macchia di leopardo sul territorio, va detto che sono solo quattro i loro candidati sindaci alle amministrative (Cervia, Lugo, Alfonsine e Castel Bolognese).

Intanto, evidentemente consapevoli dello scarso appeal del simbolo Pd, i candidati sindaci locali del centrosinistra hanno cercato di ampliare il più possibile le proprie coalizioni. Dove è previsto il ballottaggio (comuni con più di 15mila abitanti), nel caso nessun candidato superi il 50 percento dei voti al primo turno, le coalizioni includono, ove esistono, il Pri, ma anche tante liste civiche nate proprio a sostegno dei candidati Pd, sulla scia ormai iniziata qualche anno fa e che sembra inarrestabile. In ballo c’è parecchio perché con l’eccezione della piccola Sant’Agata in queste amministrazioni da decenni il governo è in mano al centrosinistra e non è mai veramente stato messo in discussione.

A Lugo cinque anni fa si andò a un ballottaggio, dall’esito piuttosto scontato. Ora, in caso di ballottaggio, sarebbe invece assai difficile prevedere il vincitore. Certo, in virtù appunto delle ampie coalizioni il centrosinistra può apparire in vantaggio, ma bisognerà aspettare il 27 per capire anche perché come sempre accade in questi casi ogni realtà vive una situazione a sé stante (ad Alfonsine, per esempio, non c’è un candidato di centrodestra, a Solarolo e Conselice ci sono liste civiche autonome, a Russi ci sono ben due forze a sinistra del Pd che potrebbero riservare sorprese, a Cervia il candidato leghista, arrivato con grave ritardo, non è sostenuto da alcuna coalizione e tutte le forze di centrodestra che non sono la Lega sembrano non partecipare alla competizione).

Una cartina di tornasole importante perché vota praticamente l’intera area della Bassa Lughese dove è in piedi un’Unione dei Comuni che è sempre stata monocolore. E in vista anche della prossima sfida elettorale cruciale dell’autunno: quella per la Regione.  Altro dato che sarà interessante rilevare è quello delle liste dell’estrema destra come Forza Nuova e Casa Pound, entrambe oggetto di polemiche per la loro presenza in una sala comunale di Ravenna.

Ma soprattutto sarà interessante, prima di ogni altra cosa, rilevare il dato della partecipazione soprattutto dove non si vota per le amministrative, come a Ravenna che un tempo ebbe il primato di città europea con il più alto numero di partecipanti. Un tempo, appunto. Quando nella politica c’era una fiducia che oggi sembra irrecuperabile.

Conad, Bendandi si presenta: «L’obiettivo è quello di far appassionare la città»

Volley A2 femminile / Il ravennate doc spiega i motivi che l’hanno spinto a scegliere di tornare a Ravenna e rivela le sue ambizioni: «Ho scelto questa squadra perché mi dà la possibilità di crescere e mettermi in gioco». Nel frattempo è stata tesserata la centrale Guidi

Bendandi
Il tecnico della Conad Simone Bendandi

«Sono emozionato nel tornare qui e rivedere persone con cui sono cresciuto. Non ci ho messo più di una notte per prendere la decisione di firmare per l’Olimpia Teodora, quando ho capito che il presidente e i dirigenti, che ringrazio per avermi dato questa opportunità, stavano creando basi solide per parlare di un percorso che Ravenna si merita». E’ con queste parole che il nuovo coach della Conad, Simone Bendandi, si presenta nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina alla sede dell’Olimpia Teodora. «La passione che mi hanno trasmesso mi ha acceso – riprende il tecnico – e ho scelto questa squadra perché mi dà la possibilità di crescere e mettermi in gioco. Il nostro obiettivo è quello di far appassionare la città, vogliamo trasmettere il lavoro e l’impegno che metteremo in palestra, ma ci sarà certamente bisogno di tutti, perché per fare questo avremo bisogno di tutto il sostegno della gente, che si deve sentire parte integrante condividendo il progetto con un filo diretto»

Nato il 7 agosto 1976 a Ravenna, Simone Bendandi, figlio di Aldo, colonna dei Vigili del Fuoco Ravenna in A1, vanta una lunga carriera da palleggiatore iniziata nel Messaggero Ravenna, quando era allenato da Skiba, Fresa e Bonitta e chiusa nel 2013 con la vittoria nei playoff di B1 con il Porto Donati. Dal 2016 nello staff dell’Olimpia, ha allenato Serie D e Under 16 e conquistato la promozione in Serie A2 nel 2017 come vice allenatore della prima squadra. Stesso ruolo ricoperto poi anche a Scandicci in Serie A1 per le successive due stagioni, prima di questo ritorno nella propria città che coincide con la prima esperienza da capo allenatore. Dal 2018 il coach ricopre inoltre il ruolo di assistente nella nazionale femminile argento agli ultimi mondiali.

Delorenzi Bendandi
Il presidente dell’Olimpia Teodora con Bendandi

«Simone è stata fin da subito la nostra prima scelta – spiega il presidente Paolo Delorenzi – perché sappiamo che è una garanzia. So che dovrà faticare molto perché nessuno è profeta in patria, però è una figura all’altezza di quello che si aspetta il pubblico di Ravenna, ovvero di vedere l’Olimpia Teodora avvicinarsi alla propria grande storia. Sono convinto che il legame con la città stessa farà in modo che anche i tifosi facciano di tutto per dare il modo a lui di affermarsi».

«Fondamentalmente siamo una grande famiglia – sottolinea il vice presidente dell’Olimpia Teodora Raimondo Carnevali – e con il presidente condividiamo i principi alla base di questa società. Mi fa piacere che si chiuda un cerchio cominciato anni fa quando ricordo di aver firmato il primo contratto da allenatore a Simone. Siamo arrivati a un buon punto del progetto, c’è ancora moltissimo da fare, ma sono convinto che questo allenatore ci darà tante soddisfazioni».

Gruppo Bendandi
Da sinistra il presidente Delorenzi, il coach Bendandi, capitan Bacchi, il vicepresidente Carnevali e il consigliere Rizzo

In conclusione è intervenuto anche l’assessore allo Sport, Roberto Fagnani: «Ringrazio la società per quello che fa tutti gli anni, soprattutto in un momento come questo dove non è certo facile mantenere in piedi una realtà sportiva di questo livello. Ho avuto modo di apprezzare la dedizione e la passione per questo sport di Simone qualche anno fa, quando abbiamo lavorato assieme a un progetto con Andrea Lucchetta, quindi per quello che conosco mi pare una scelta davvero azzeccata. Il nome Olimpia Teodora è ancora conosciuto e rispettato in tutto il mondo e, visto che a settembre partiranno anche i lavori per la nuova casa dello sport ravennate, l’augurio è quello che la città risponda presente riempiendo i palazzetti».

Arriva Guidi Nel frattempo continua a prendere volto la nuova Conad e, dopo le conferme del capitano Bacchi e del libero Rocchi, al centro del nuovo sestetto ci sarà per un altro anno la giovane Alice Torcolacci, che sarà affiancata da Ludovica Guidi, classe 1992 proveniente da Soverato. Cresciuta nel Volley Urbania la centrale classe 2000 disputerà la quarta stagione consecutiva a Ravenna, dopo la promozione conquistata nel 2017 in B1 con la Teodora e i due anni al centro della Conad di A2. «Sono molto felice – afferma Torcolacci – di questa conferma perché vuol dire che il mio impegno e la mia crescita sono state apprezzate. A Ravenna mi sono sempre trovata molto bene e mi fa piacere poter continuare a lavorare per migliorarmi qui».

Ludovica Guidi, centrale nata a Cecina e alta 185 cm, ha iniziato la propria carriera nelle giovanili della Pallavolo San Vincenzo. Dopo otto stagioni in Serie A di cui una in Francia, approda a Ravenna dopo aver incontrato la Conad da avversaria con Soverato. «È un onore per me cominciare questa nuova avventura in una società con il blasone dell’Olimpia Teodora – spiega Ludovica – quindi quando mi hanno contattato non ci ho messo molto per accettare. Arrivo a Ravenna con la volontà di lavorare sodo e migliorarmi, mettendomi al servizio della squadra con l’obbiettivo di appassionare il pubblico così da portare sempre più gente a vedere le partite. Mi fa molto piacere ritrovare come capitano Bacchi, con cui ho esordito in A: anche se la squadra non è ancora completa, trascinate dalla sua grinta, sono convinta che potremo dare fastidio a tutte le avversarie».

Famiglia aggredita in strada, la polizia municipale denuncia il menestrello Werther

Il 48enne ha rivolto insulti e minacce al padre di un bambino che stava passando in via Diaz: a scatenare la reazione del suonatore il rischio che il piccolo colpisse la sua chitarra

Schermata 2019 05 25 Alle 15.17.52Dopo l’aggressione verbale e fisica contro una una famiglia di passaggio in via Diaz a Ravenna stamani, di fronte a numerosi testimoni e documentata da un video pubblicato su Facebook, il 48enne Werther Bartoletti, volto noto a chi frequenta il centro storico e conosciuto più semplicemente come “il menestrello Werther” o “il menestrello di via Diaz”, è indagato dalla polizia municipale.

Una pattuglia dei vigili urbani lo ha rintracciato nella sua abitazione nel pomeriggio di oggi, 25 maggio. Sono in corso indagini e approfondimenti per eventuali provvedimenti giudiziari a suo carico. La polizia locale di Ravenna invita la vittima dell’episodio a mettersi in contattato con la sala operativa al numero 0544/219219.

L’artista di strada ha rivolto insulti e minacce nei confronti di un bambino, che a suo giudizio stava per urtare la sua chitarra, e poi ha inveito contro il padre colpendolo con la mano sulla schiena. Insulti anche contro altri passanti e chi stava filmando la scena.

Da Facebook arriva il commento del sindaco Michele de Pascale: «Ringrazio la polizia locale per il tempestivo intervento nei confronti dell’artista di strada che oggi si è reso responsabile di uno spiacevolissimo episodio di aggressione nei confronti di una famiglia con un bambino. Nella nostra città, civile, tollerante e accogliente, non sono ammessi in alcun modo comportamenti di tale gravità, che tra le altre cose infangano il nome degli altri artisti di strada che invece mantengono un comportamento educato e rispettoso».

Il menestrello di via Diaz aggredisce bambino e padre: «Non toccare la chitarra»

Tensione in via Diaz tra l’artista di strada Werther Bartoletti e una famiglia di passaggio: insulti e un colpo alla schiena al genitore perché non avrebbe impedito al piccolo di toccare la chitarra

Schermata 2019 05 25 Alle 15.17.52Momenti di tensione stamani, 25 maggio, in centro a Ravenna dove un artista di strada che da tempo si esibisce nel cuore della città, Werther Bartoletti noto ai più semplicemente come il menestrello di via Diaz, ha aggredito e insultato una famiglia a spasso. L’artista si stava esibendo in via Diaz e a scatenare la sua rabbia, secondo quanto si percepisce dalle sue stesse parole in un filmato girato da una passante che circola su Facebook, sarebbe stato il gesto di un bambino che ha toccato la sua chitarra. Il video testimonia la reazione scomposta dell’uomo con grida e insulti rivolti a diverse persone e un colpo sulla schiena al padre del bambino ritenuto colpevole di aver toccato la chitarra.

Sempre su Facebook il suonatore ha fornito una sua versione: «È successo un fatto increscioso. In via Diaz dove ero regolarmente autorizzato (il riferimento è alla dichiarazione che gli artisti di strada devono presentare al Comune per esibirsi, ndr) stavo chiudendo e noto un bimbo con maglietta rossa correre nella chitarra, prendo il bimbo al volo, lo riconsegno ai genitori. Spiego che i bambini vanno seguiti, ripeto ai genitori di insegnargli l’educazione. Mi offendono dicendo la chitarra tienitela a casa. Qui mi incazzo alzo la voce e gli do una pacca sulla spalla, invitandolo a proseguire il suo giro. Per quanto mi riguarda, i bambini vanno seguiti e non lasciati liberi di toccare tutto. Saranno denunciati tutti».

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