sabato
13 Settembre 2025

Un poker di spadisti ravennati stacca il pass per la seconda prova di qualificazione

Scherma / Merendi e Rocco tra i maschi e Bombardi e Stella tra le femmine brillano nella selezione di Modena e proseguono la loro corsa verso i tricolori assoluti. Già qualificata invece Alessia Pizzini

Qualificati2regAssoluti Or
I quattro qualificati con i maestri Putyatin e Bellomi

I portacolori del Circolo ravennate della Spada Manuele Merendi, Emanuele Rocco, Martina Bombardi e Sophia Eloisa Stella fanno parte della ristretta cerchia degli spadisti qualificati alla seconda prova di qualificazione nazionale ai campionati italiani assoluti, che si terrà a fine marzo a Caorle, in Veneto, insieme alla già avente diritto Alessia Pizzini. I quattro atleti sono entrati a far parte dell’esigua rosa dei qualificati dopo la selezione avvenuta lo scorso fine settimana a Modena grazie agli ottimi risultati conquistati alla seconda prova regionale assoluti di qualificazione di spada maschile e femminile.

Martina Bombardi, prestante fin dalla fase dei gironi, vede sfumare le semifinali per mano della vincitrice della gara e ottiene un’ottima settima posizione in classifica, seguita in undicesima posizione da Sophia Eloisa Stella, che affronta agli ottavi di finale la seconda classificata in gara, di ben sette anni maggiore di lei. Manuele Merendi, quarto dopo la fase dei gironi, poi decimo in classifica, vede sfiorare i quarti di finale per due sole stoccate, così come il compagno, nonché tecnico di sala, Emanuele Rocco, fermato in tredicesima posizione della classifica dal vincitore della gara maschile.

Ottima la prestazione di gara di Martina Ascani che manca di poco gli ottavi di finale di questa agguerrita competizione. Tra gli atleti rappresentanti del Circolo ravennate sono scesi in pedana Giovanni Gueltrini, Tommaso Saccomandi, Alberto Ancarani e Stefano Cedrini che purtroppo hanno dovuto affrontarsi già al primo assalto delle eliminazioni dirette.

Se non hai 18 anni, fai le superiori e sei bravo a Cotignola il Comune ti paga

Contributo da 70 a 100 euro per libri, film, dizionari, teatro.I fondi arrivano dallo Stato a sostegno delle città che accolgono profughi

Iscrizioni Scuola 2017 2018 Quando E Come Fare Iscrizioni Primarie E Secondarie Sito Miur Istruzioni Passo Dopo PassoSe abiti a Cotignola, vai alle superiori ma non hai ancora 18 anni e sei bravo a scuola, dal Comune puoi avere da 70 a 100 euro per l’acquisto di libri, dizionari, per la visione di film, spettacoli teatrali, concerti «e quant’altro sia funzionale alla crescita culturale». Il bando è stato realizzato con gli oneri statali a sostegno dei Comuni che accolgono richiedenti protezione internazionale. Nel 2017 tali risorse furono devolute all’istituto comprensivo di Cotignola per progetti speciali rivolti a classi con criticità (4.500 euro) e al fondo affitti di Acer (10.000 euro), destinato alle categorie deboli.

La scadenza per la presentazione della domanda è stata prorogata fino alle 13 di sabato 16 marzo 2019: tramite Pec, all’indirizzo di posta elettronica certificata pg.comune.cotignola.ra.it@legalmail.it; tramite il servizio postale o a mano presso l’Urp del Comune di Cotignola (piazza Vittorio Emanuele II, 31, secondo piano) negli orari di apertura (dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13 e giovedì dalle 15 alle 17).

La domanda dovrà essere redatta dal genitore dello studente richiedente in carta semplice unicamente sul modulo predisposto dal Comune, reperibile presso l’Urp oppure sul sito web del Comune di Cotignola (www.comune.cotignola.ra.it), dove è possibile scaricare anche il bando completo; per le domande pervenute tramite posta, farà fede la data di arrivo all’Ufficio Protocollo del Comune di Cotignola. Alle domande deve sempre essere allegata la copia di un documento di identità del richiedente in corso di validità. Per ulteriori informazioni contattare l’Urp al numero 0545 908826, email urp@comune.cotignola.ra.it.

Mehmeti: «Ho pagato tutto quello che andava pagato, locali chiusi per lavori»

L’amministratore unico del Giglio, società che in un anno ha preso in mano la gestione di cinque ristoranti di cui due già chiusi, annuncia l’ingresso di una nuova socia nelle quote e prepara le sue mosse: «Il decreto ingiuntivo della Taberna Boaria? Ho fatto tutti i bonifici ma non ha senso opporsi al decreto, si perde solo tempo. Faremo una controquerela»

Lokrez Mehmeti

L’abbiamo intervistato il giorno prima di subire una perquisizione della guardia di finanza, quando era ignaro di cosa sarebbe accaduto l’indomani e R&D stava già lavorando sulle sue operazioni nella ristorazione, ed era sicuro dei suoi mezzi nonostante una i creditori sul piede di guerra. Ma era altrettanto convinto dei suoi mezzi anche il 13 febbraio appena conclusi i controlli delle Fiamme Gialle nei suoi cinque ristoranti quando ci ha chiamato in redazione per spiegarci la sua versione. Lokrez Mehmeti non è uno che perde la fiducia in se stesso e non è uno che resta senza parole. Eccola l’intervista raccolta il 12 febbraio in cui il 26enne respinge le accuse di tutti e preparara le contromosse.

Mehmeti, partiamo dal Club 23. È chiuso da metà dicembre quando ci disse che era emerso un guasto al quadro elettrico e avrebbe riaperto dopo le feste di fine anno. Sono passati due mesi ed è tutto abbandonato.
«Non ho ancora avuto l’ok per l’inizio dei lavori. Ho scoperto che quel locale non ha le licenze specifiche per fare quello che avevo in mente. Ora devo ottenere i permessi ma so già che non sarà facile perché lo spazio non è adatto».

Ma un ristorante prima c’era, avrà avuto le licenze per l’attività…
«Le licenze per fare musica c’erano ma per la tipologia di club che avevo in mente io non c’erano. Ho potuto fare dei concerti in deroga fino a un certo punto poi non è stato più possibile e sono necessari dei lavori (il Club 23 inaugurò il 26 ottobre, il giorno stesso della firma sul contratto di cessione d’azienda dalla Barlatti Snc ma già da un paio di mesi Mehmeti aveva avuto accesso ai locali per valutare lo stato dell’immobile e le eventuali modifiche, ndr).

E La Vigna? Chiusa da gennaio, stanze e scaffali svuotati da arredamenti e bottiglie. Che sta succedendo?
«Dobbiamo fare dei lavori ai piani superiori dove ci sono le camere per trasformarla in una vera locanda. Voglio riaprire per la stagione turistica estiva a marzo con uno staff rinnovato e un menù nuovo. Le modifiche necessarie non si possono fare tenendo aperto il ristorante perché riguardano anche il piano terra».

A proposito di staff, diversi lavoratori si sono rivolti ai sindacati lamentando mancati pagamenti e hanno inviato le dimissioni. Cos’è successo?
«Pagavo le persone settimanalmente per loro stessa richiesta ed è bastato saltare una settimana per sentirmi dire che se ne sarebbero andati. Non posso permettermi di stare ai ricatti dei lavoratori. C’è anche qualcuno che appena ha avuto tutti i soldi si è licenziato lo stesso».

La chiusura prolungata dei locali non è un danno?
«Un periodo di chiusura non ci crea un danno economico così sostanzioso. Se faccio un ristorante lo faccio bene e lo voglio con un prodotto valido. Per questo preferisco chiudere, rinnovare e riaprire».

Avete chiuso appena tre mesi dopo l’apertura. Non era più logico aspettare per fare il rinnovamento prima dell’apertura ufficiale e poi non interrompere l’attività?
«Qui c’è una spiegazione economica. Ottobre, novembre e dicembre sono mesi importanti per la ristorazione e non li volevo perdere. Ho fatto la scelta aziendale di chiudere a gennaio che è un mese di calo dopo le feste».

La Vigna è stata acquisita rilevando le quote della Taberna Boaria. Il tribunale ha emesso un decreto ingiuntivo da 30mila euro per il mancato saldo dei 50mila euro pattuiti con i vecchi gestori. Come mai?
«I 50mila euro sono stati pagati tutti e posso dimostrarlo. Gli altri possono dimostrare il contrario?»

Difficile che un tribunale emetta un decreto ingiuntivo senza che venga dimostrato un titolo di credito valido. E poi se ha pagato come mai non ha fatto opposizione al decreto entro i termini?
«Opporsi a un decreto ingiuntivo è ridicolo proprio a livello giudiziario: non ottieni nulla e perdi solo del tempo. Ho tre avvocati molto preparati: abbiamo fatto una controquerela a quel decreto perché è basato su delle falsità».

E quindi che spiegazione dà a quel decreto del tribunale?
«Se i soldi non vengono ricevuti nel canale convenzionale dichiarato nell’atto pubblico non vuol dire che la controparte sia legittimata a dire che non è stata pagata».

Sta parlando di pagamenti in nero?
«No, è stato tutto pagato tramite bonifici bancari successivi al contratto».

E con l’ex Labirinto del Gusto, dove è nato il Club 23, come stanno le cose? Gli avvocati dicono che non è stato pagato nulla dei 70mila euro concordati per la cessione dell’azienda.
«È vero. Non ho versato nulla perché quando sono entrato nel locale è venuto fuori che c’era già uno sfratto in corso contro l’azienda che stavo acquistando per 4 mesi di canoni insoluti. E poi mi sono ritrovato con un locale che non aveva il tipo di licenze a cui ero interessato. C’era quella per la ristorazione ma non mi basta per un jazz club. Non pago per qualcosa che è diverso da come avevo concordato (le intimazioni di sfratto risalgono al 18 ottobre per un totale di ottomila euro relativi ai canoni del periodo luglio-ottobre 2018, tutto riportato nel contratto firmato il 26 ottobre così come è riportato il dettaglio del pagamento sostenuto dalla precedente gestione lasciando sospese solo le spese legali. Una seconda notifica di sfratto è invece riferita al periodo sotto la gestione Mehmeti, ndr)».

Come mai il Piattoforte non è sempre aperto?
«Dall’inizio di febbraio è sempre aperto. In gennaio abbiamo tenuto chiuso per ferie mentre facevamo dei lavori in cucina. Ho rinnovato l’assetto interno: c’erano problemi impiantistici, macchinari non nuovissimi e ho voluto mettere tutta roba di nuova generazione, ho speso un pacco di soldi».

Il ristorante è gestito dalla società Emme Diem di cui lei è amministratore unico. Il Giglio detiene ancora il 5 percento?
«Adesso il Giglio controlla il 100 percento, è stato un cambiamento recente. E anche nel Giglio c’è una nuova socia: ora Darica Simoncelli ha l’altra metà della società. Lei è la strategica, presto si vedrà la mia nuova forza propulsiva».

I rapporti con Jacopo Maraldi che aveva l’altro 95 percento della Emme Diem si sono interrotti?
«No, Jacopo è ancora un mio consulente. In questo periodo è all’estero per me per seguire un progetto per una nuova acquisizione ma tornerà».

Alcuni fornitori ci dicono di aver deciso di interrompere i rapporti commerciali per via di pagamenti accumulati. È vero?
«Tutti i miei fornitori attuali sono quelli con cui sono partito. Nessuno ha smesso di fornirmi perché non veniva pagato. C’è stato un momento complicato del gruppo a novembre in cui abbiamo subito qualche perdita e degli ammutinamenti interni: sono cambiati i metodi di pagamento ma nessun problema. A volte c’è chi millanta di essere un nostro fornitore…».

A che pro?
«Il mio è un gruppo importante, quando siamo arrivati a Ravenna abbiamo detto anche dei no a qualche fornitore e questo ha dato fastidio. Forse qualcuno dice di avere problemi con noi per queste ragioni. O forse i problemi possono esserci stati con altre situazioni».

Quali?
«Forse può esserci stato qualche problema con il Piattoforte nel periodo precedente al mio recente ingresso quando la società Emme Diem era solo di Jacopo e Elmo Maraldi e possono esserci stati dei problemi dovuti a inesperienza».

In un anno chiusi due locali su 5 e creditori in fila: i retroscena del caso Mehmeti

Il 26enne senza esperienza nel settore della ristorazione ha fondato la società il Giglio e ha rilevato la gestione di Portico, Taberna Boaria, Labirinto del Gusto, Piattoforte e Stella: ora i lavoratori reclamano gli stipendi, il tribunale ha già emesso un decreto ingiuntivo per 30mila euro e la guardia di finanza ha perquisito i ristoranti dopo un denuncia per appropriazione indebita

IMG 7372Il Giglio è appena sbocciato ma sta già appassendo. Si è costituita meno di un anno fa la società che in autunno ha rilevato la gestione di due noti ristoranti del centro storico di Ravenna – l’ex Taberna Boaria ribattezzata Locanda La Vigna e l’ex Labirinto del Gusto diventato Club 23, entrambi in via Mentana – ma l’apertura è durata solo poche settimane. Il Club 23 è spento da metà dicembre, La Vigna da inizio gennaio. Basta passare per il vicolo alle spalle del municipio e buttare l’occhio attraverso le vetrate: stanze svuotate da arredi, stoviglie, bottiglie; a terra scatoloni e cassette abbandonati. Una chiusura arrivata in totale silenzio. Le pagine Facebook ufficiali delle due attività, curate da un’agenzia di comunicazione che dice di aver interrotto i rapporti di lavoro il 31 dicembre, sono abbandonate senza un cenno su cosa stia succedendo. Uno scenario che solleva interrogativi da più parti. Soprattutto perché oltre ai due locali appena ricordati, altri tre ristoranti ravennati negli ultimi dodici mesi sono finiti sotto una gestione riconducibile al Giglio e al suo amministratore unico, un 26enne senza alcuna esperienza nel settore: il Piattoforte in via degli Ariani e il Portico in via Faentina a Ravenna, l’hotel ristorante Stella in corso Matteotti ad Alfonsine.

CREDITORI IN AGITAZIONE
Lunga è la lista di chi sostiene di vantare crediti nei confronti del Giglio: lavoratori e fornitori ma anche i proprietari degli immobili affittati e addirittura gli imprenditori che hanno ceduto le due attività. Secondo un calcolo sommario e prudenziale, basato solo sulle carte e sui creditori che R&D ha potuto consultare e incontrare, si arriva verso i duecentomila euro di pagamenti reclamati. E c’è chi si è stancato di attendere e di sorbirsi scuse a raffica. Sono partite le procedure di sfratto dai due locali di via Mentana per morosità, la precedente gestione della Taberna Boaria che ha ceduto le quote della società si è rivolta al tribunale e ha ottenuto un decreto ingiuntivo per il saldo mancante di 30mila euro, l’imprenditrice che gestiva il Labirinto del Gusto ha incaricato i suoi avvocati di studiare il caso nei dettagli, almeno una dozzina di lavoratori tra cuochi e camerieri si sono rivolti ai sindacati e alle autorità.

IMG 7379CONTROLLI DELLA FINANZA
Nella mattinata del 13 febbraio la guardia di finanza si è presentata in tutti i cinque locali con un decreto di perquisizione. A innescare l’operazione è stata una denuncia per appropriazione indebita presentata dall’ex titolare del Labirinto del Gusto, Loretta Barlatti: oggetto del contendere l’arredamento e le attrezzature della cucina, in tutto una quarantina di beni immobili per cui era stato valutato un corrispettivo di 25mila euro nell’ambito della cessione dell’azienda. Secondo la versione di Barlatti è stato tutto rimosso senza averne titolo perché non è ancora avvenuto il pagamento di quanto pattuito. Secondo la versione di Edlira Mace, avvocata del Giglio, è stato solo spostato tutto in un magazzino per andare incontro alle richieste della proprietà dell’immobile che vorrebbe interrompere la locazione e riavere gli spazi liberi. Tutto l’arredo si troverebbe in un deposito di Alfonsine.

ULTERIORI INDAGINI?
A questo punto non è escluso che l’indagine si estenda. Due i filoni facilmente ipotizzabili viste le manovre messe in atto in un lasso di tempo così breve: la provenienza dei capitali utilizzati per gli investimenti e la fondatezza di alcuni esposti. Fiamme Gialle, carabinieri e Ispettorato del lavoro infatti erano già a conoscenza di una situazione con alcune zone d’ombra dopo le denunce ricevute da almeno due lavoratori, dai sindacati e da qualcuno che ha avuto rapporti professionali con il Giglio. Già prima delle perquisizioni della Finanza, l’Ispettorato si era messo in moto con una ispezione. Il caso era quindi noto anche alla procura della Repubblica e alla prefettura, sia per via formale che tramite segnalazioni informali.

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Lokrez Mehmeti, amministratore unico della società Il Giglio che ha la gestione dei cinque locali perquisiti dalla guardia di finanza

DALL’ALBERGHIERO ALLA FINANZA APPLICATA
Il Giglio è una Srl con capitale sociale di diecimila euro (2.500 versati): costituita a marzo 2018, ha avviato l’attività a settembre. Lokrez Mehmeti è la figura chiave: fondatore, amministratore unico e socio al 50 percento. Origini albanesi, nato a Ravenna 26 anni fa, diploma all’istituto alberghiero di Cervia nel 2012: qualche mese fa, quando lo raggiungemmo al telefono prima di avviare le gestioni, Mehmeti ci raccontò di essere rientrato in città da un anno dopo alcune esperienze all’estero dove si sarebbe specializzato in finanza applicata. Un’esperienza che gli avrebbe permesso di conoscere alcuni manager e imprenditori «che sostengono il nostro gruppo e hanno deciso di puntare su questa città, come me».

STIPENDI ARRETRATI, BUSTE PAGA FANTASMA
A settembre Mehmeti ci raccontò anche come immaginava la futura gestione del personale: «La nostra idea è quella della “ristorazione liquida”, i dipendenti non rimangono fissi in un ristorante ma ruotano». A distanza di mesi pare che manchino i liquidi. Quattro persone contattate da R&D hanno testimoniato di aver lavorato per il Giglio e di essere in attesa di pagamenti. Per qualcuno solo poche settimane di lavoro, per altri anche mesi. Qualcuno racconta anche di non aver mai avuto un contratto ma questi sembrano casi isolati. Almeno due di loro hanno fatto denuncia alle autorità. I sindacati completano il quadro: a settembre 2018 sono arrivate le prime segnalazioni alla Cgil, in totale a oggi una dozzina di lavoratori si sono rivolti agli uffici di via Matteucci. «La maggior parte vogliono inviare la richiesta di dimissioni per giusta causa – spiega Daniele Casadio della Filcams – che sono permesse dopo la terza mensilità senza stipendio. Posso dire che quelli incontrati avevano tutti un contratto. In media devono avere 5-6mila euro a testa comprensivi di tutto, dai mancati emolumenti al Tfr». La procedura prevede la segnalazione all’Ispettorato del lavoro che come primo passo convoca le parti nel tentativo di arrivare a una conciliazione: «La controparte non si è mai presentata. A questo punto il pallino è in mano all’Ispettorato». Diversi lavoratori che hanno chiesto l’assistenza della Cgil non avevano i cedolini degli ultimi mesi lavorati: «Le buste paga per il Giglio le compilava una società di servizi all’interno di una delle associazioni di categoria. A settembre il rapporto si è interrotto per problemi economici e da quel momento non sono stati più emessi i cedolini».

STOP ALLE FORNITURE
Alcune aziende dell’ingrosso alimentare hanno interrotto le forniture al gruppo di ristoranti per via dei ritardi nei pagamenti. Altre hanno deciso di consegnare la merce solo a fronte del pagamento immediato. La conferma arriva da un rappresentate: «Dal mio tablet non posso più inoltrare ordini per questi ristoranti, significa che dalla direzione hanno interrotto i rapporti. Mi risultava dovessero avere circa 20mila euro».

COME È SBOCCIATO IL GIGLIO
Una visura camerale ci dice che l’altra metà della proprietà del Giglio è di Darica Simoncelli, entrata nella compagine societaria di recente rilevando le quote da una 40enne che chiede di non essere citata perché partecipò alla fondazione ma di fatto non ha mai avuto ruoli o mansioni nell’attività (il suo nome in effetti suona sconosciuto alla maggior parte di chi ha incrociato le attività dell’impresa). Mehmeti e l’ex socia si conobbero un paio di anni fa a Ravenna in circostanze fortuite. In quella occasione la donna gli parlò di un suo futuro progetto nel terzo settore e, secondo quanto ci racconta lei stessa nel salotto di casa, Mehmeti le disse di essere uno del campo in cui lei voleva investire. Da lì a qualche mese i due arrivarono a un accordo verbale: il giovane sarebbe entrato nella società appena avviata dalla 40enne per operare nel welfare e in parallelo avrebbero aperto la Srl per muoversi nella ristorazione. Ma tra i due cominciarono presto insanabili incromprensioni. Risultato: Mehmeti non è mai entrato nella società della donna che avrebbe anche voluto tirarsi fuori subito dalla nuova azienda ma solo dopo lunghe insistenze è riuscita ad avere la necessaria firma del socio per la cessione delle quote.

LogoLE MANI SULLA TABERNA
Ma come si è sviluppata la scalata di Mehmeti ai due locali di via Mentana? Andiamo con ordine. Nel periodo di Pasqua 2018 il giovane avvicina i titolari di allora della Taberna Boaria, Paulo Rizzo e Adriana Betoni, e si dichiara interessato all’acquisto del locale tramite la società Il Giglio appena costituita. I due avevano già in animo la volontà di vendere e le trattative vanno in porto: 50mila euro per le quote (il Giglio infatti ora controlla il 100 percento della Taberna Boaria Srl) e l’impegno a estinguere tre linee di credito con la banca per altri centomila euro circa. Tutto riportato su un contratto redatto dal commercialista Guido Camprini, scelto perché da tempo è consulente di Rizzo e Betoni, firmato il 25 luglio e consultabile alla Camera di Commercio. «Finora sono stati pagati 19.200 euro – spiega l’avvocata Eleonora Zanolli che assiste i venditori – con due assegni e un bonifico da conti diversi». Poi il rubinetto si è chiuso e la legale è passata alle carte: «Le raccomandate non vengono ritirate e alle Pec non arriva risposta». Garanzie o fideiussioni su cui rivalersi? Nessuna era stata prevista nel contratto. L’unica mossa è stata rivolgersi al tribunale. Il 10 dicembre la giudice Alessia Vicini ha emesso un decreto ingiuntivo esecutivo per 30.800 euro: «Non c’è stata opposizione e sono scaduti i termini per farlo – spiega Zanolli –. A questo punto potremmo procedere anche con dei pignoramenti ma stiamo valutando quale sia la strada migliore per l’interesse dei miei clienti».

JAZZ IN VIA MENTANA
Mentre perfezionava l’ingresso in quello che molti a Ravenna ancora chiamano ex Melarancio, il 26enne aveva già avviato contatti con Loretta Barlatti, titolare dell’omonima Snc alla guida dell’adiacente Labirinto del Gusto. «Nel giro era cosa nota che Barlatti volesse vendere – spiegano gli avvocati Luigi Berardi e Mirco Tonetti –. Un giorno Mehmeti si è presentato come nuovo vicino di casa interessato ad acquisire anche il suo locale per rilanciarlo come jazz club». Le trattative si sviluppano subito dopo l’estate «e la controparte aveva particolare fretta di concludere», ricordano i due legali. L’accordo si trova per 70mila euro per l’avviamento, le attrezzature della cucina e gli arredamenti. Fideiussioni o garanzie di altra natura a copertura di eventuali mancati pagamenti? Anche in questo caso nessuna. E così come forma di tutela si sceglie di procedere con quella che, in gergo tecnico, si chiama vendita con riserva di proprietà: in parole povere dalla firma sul contratto l’acquirente può già operare in prima persona ma fino a quando non ha versato tutta la cifra pattuita non è realmente proprietario della società e chi cede può esercitare le clausole per tornarne in possesso. Dei 70mila euro non è stato versato un euro, la prima cambiale da 40mila euro scadeva il 20 dicembre. «L’unico pagamento è stato quello di qualche migliaio di euro di utenze e affitti pendenti che avevamo chiesto prima della firma dal notaio arrivata il 26 ottobre». E la sera di quel giorno c’è stata la festa di inaugurazione. «È vero che si potrebbe riavere indietro la società – dicono gli avvocati – ma in che condizioni è il locale? A vedere da fuori sembra sia stato svuotato e ci risultano ritardi nei pagamenti degli affitti».

PORTICO E STELLA, AVANTI TUTTA
Oltre ai due locali chiusi appena ricordati, al Giglio fa capo la gestione anche di altri due ristoranti tuttora in funzione. Il Portico a Ravenna, aperto all’inizio di settembre, e l’Hotel Stella di Alfonsine inaugurato il 7 gennaio con uno spettacolo di Ivano Marescotti e Franco Costantini. Nel primo caso il Giglio è entrato nell’immobile di via Faentina alle porte della città lasciato libero dalla curatela del fallimento della società Maggiore. Il marchio non era registrato e per le attrezzature è stato siglato un accordo con il curatore in attesa di una futura asta giudiziaria. Per Alfonsine invece le visure camerali parlano di un affitto di ramo d’azienda dalla società proprietaria dell’edificio. Il contratto è stato firmato il 15 novembre: 60mila euro all’anno per sei anni. Dai proprietari si apprende che finora ogni rata è stata saldata puntualmente e i rapporti tra le società sono ottimali.

IN PRINCIPIO IL PIATTOFORTE
Per completare la mappa della galassia della ristorazione ravennate marchiata Mehmeti va citata l’Osteria Piattoforte a due passi dal Battistero degli Ariani. In effetti si può dire che tutto sia cominciato da questo angolo in centro storico. Da marzo 2018 infatti la gestione è della società Emme Diem di Cesenatico, costituita due mesi prima: le quote sono detenute dalla Giglio e Mehmeti è amministratore unico. Un assetto raggiunto solo di recente. Fino a poco tempo fa il Giglio aveva solo il 5 percento. L’altro 95 percento era di Jacopo Maraldi che, secondo il sito dell’osteria, è l’executive chef del locale. «Il mio imprescindibile Varenne», lo definiva Mehmeti in un post su Facebook tempo addietro. Maraldi, 27 anni, è il rampollo di una famiglia di albergatori e ristoratori del litorale cesenate. Fu il nonno a trasmettergli la passione per i fornelli come lui stesso raccontò a Masterchef: partecipò al talent culinario di Sky nel 2016, l’edizione poi vinta dalla ravennate Erica Liverani, e fu il primo eliminato cadendo su una ricetta di Cannavacciuolo. Alla nascita della Emme Diem, la fettina del 5 percento era intestata al padre del cuoco da reality. Furono Maraldi junior e senior a condurre le trattative, sia per l’acquisto dell’avviamento dallo chef Giuseppe Utili che aveva la gestione in precedenza e sia con la ditta Assisium che è proprietaria dei locali e della licenza. Il contratto con quest’ultima è di sei anni di durata a 3.500 euro al mese, ridotti per i primi due anni come compensazione per lavori di ristrutturazione che di recente sono stati svolti. Fonti riservate ritenute attendibili affermano che i pagamenti mensili finora sono arrivati con puntualità e la trattativa con Utili è andata a buon fine senza intoppi.

OraSì, Marino si presenta: «Voglio vincere già domenica prossima contro Imola»

Basket A2 / Il nuovo play della formazione giallorossa proviene da Siena. Laganà “congelato” in attesa di un’altra soluzione. Vianello: «Penso che ci darà quella grinta che spesso è mancata alla squadra»

Conferenza
Da sinistra, Tommaso Marino, il presidente Vianello e il direttore generale Trovato

Piacere, Tommaso Marino. Il nuovo playmaker dell’OraSì è stato presentato nella sede del Basket Ravenna in via della Lirica. Oltre a stampa e fotografi erano diversi i tifosi che non sono voluti mancare a questo appuntamento con il rinforzo voluto dalla società per la fase finale del campionato. Poche parole di introduzione per il presidente Roberto Vianello: «Credo molto in questo giocatore, tanto che per perfezionarne l’ingaggio dopo due soli giorni di convalescenza in montagna sono voluto rientrare a Ravenna. Penso che ci darà anche tanta grinta, quella che talvolta sta mancando alla nostra squadra».

Il direttore generale Julio Trovato ha poi spiegato i termini dell’ingaggio di Marino: «Abbiamo un accordo fino alla fine del campionato 2019/2020, con possibilità di uscita anticipata da entrambe le parti. Contestualmente Marco Laganà resta un giocatore dell’OraSì e quindi a disposizione, almeno finchè l’agenzia che ne ha la procura non troverà per lui un’altra soluzione».

La parola è passata poi a Marino: «Ricordo belle sfide negli anni passati con Ravenna, soprattutto quando ero a Treviglio. Questo è un posto che mi ha dato sempre belle sensazioni e sono felice di essere arrivato qui, ringrazio il Basket Siena per questo, come tutti sanno nella squadra della mia città la situazione era diventata molto difficile. Sono arrivato ormai a un’età nella quale non si pensa a fare canestro ma solo a far vincere la squadra e io voglio vincere già domenica prossima, quando dall’altra parte troverò un vero amico come Rossi, che per me è stato un grandissimo capitano negli anni di Treviglio».

Match sponsor C’è comprensibile grande attesa per il derby di domenica 17 febbraio al Pala De Andrè (ore 18) tra OraSì e Naturelle Imola. Sarà senza dubbio una partita speciale, che godrà di un match sponsor speciale: si tratterà di A2A Energia, azienda leader nel settore luce e gas che da questa stagione è entrata a far parte della grande famiglia dei partners che affiancano il Basket Ravenna.

Allenamento a porte aperte L’allenamento dell’OraSì in programma domani, venerdì 15 febbraio, al Pala Costa (16.45-18.45) sarà aperto a tutti i tifosi che vorranno presenziare e che a fine seduta potranno intrattenersi con giocatori e staff.

Consar, apre la prevendita libera per i biglietti del match contro Perugia

Volley / Da venerdì 15 febbraio sarà possibile comprare sul circuito online Vivaticket i tagliandi per la partita prevista nella “giornata giallorossa”. Passo avanti dell’Under 14 in Boy League, mentre è iniziata la macchina organizzativa per i prossimi camp estivi

VOLLEY PALLAVOLO. BUNGE RAVENNA SIR SAFETY CONAD PERUGIA.
La panoramica del Pala De André nel giorno dell’ultima giornata giallorossa

Dopo la sosta per le finali di Coppa Italia riprende in questo fine settimana il campionato di SuperLega: una volata finale in sei tappe che vedrà la Consar impegnata a raggiungere la matematica certezza della permanenza in categoria, per poi provare a inseguire un posto nei playoff. La truppa di Graziosi, dopo un paio di giorni di riposo, ha ripreso gli allenamenti in vista della cruciale trasferta di Cisterna di Latina (domenica 17 febbraio alle ore 18), ospite di una Top Volley che a sua volta insegue l’obiettivo della salvezza. Il calendario finale propone alla Consar anche le trasferte di Trento e Siena e i match casalinghi contro Sora, Perugia e Padova. E proprio la sfida contro i campioni d’Italia di Perugia, freschi vincitori della Coppa Italia, è stata scelta dal sodalizio ravennate come partita da giornata giallorossa. Per quel match, in programma domenica 3 marzo, non sono validi gli abbonamenti e nemmeno le iniziative a favore degli abbonati di Orasì e Ravenna FC. Chiusa la fase di prelazione per gli abbonati, da venerdì 15 febbraio sarà attiva la vendita libera dei biglietti sul circuito Vivaticket.

Boy League A riposo la prima squadra, è scesa, invece, in campo domenica scorsa l’Under 14 che anche nella tappa di Massa ha ottenuto lo stesso risultato (una vittoria e una sconfitta) del primo concentramento di Assisi nella fase di qualificazione della Boy League, il campionato nazionale per squadre Under 14 organizzato da Legavolley. I ragazzi di Bandini hanno sconfitto la Sir Safety Conad Perugia per 3-0 (25-19, 25-20, 27-25) e poi si sono arresi all’Acqua Fonteviva Apuana Livorno per 3-0 (26-24, 25-7, 27-25). Nella terza partita Livorno ha battuto Perugia per 2-1, portandosi così al comando del gruppo con 8 punti, seguito dalla Consar Ravenna con 6 e dal Perugia con 4. Per la qualificazione alla final eight è tutto rimandato al concentramento di Ravenna, in programma domenica 24 febbraio alla palestra Montanari, a partire dalle ore 14.30.

Fase Di Gioco Ai Camp Estivi
Una fase di gioco nel campo estivo organizzato dal Porto Robur Costa

Camp estivi E mentre sono in dirittura d’arrivo alcuni campionati di categoria giovanili che vedono protagoniste le squadre del Porto Robur Costa e mentre i quattro Centri di Addestramento Volley S3 allestiti dal club stanno registrando un’affluenza eccezionale con 90 tra bambini e bambine dal 2012 al 2007 (nel 2018 erano 63), seguiti dai sei istruttori Roberto Bosi, Josica Causevic, Giuliano Marasca, Valerio Minguzzi, Max Rinieri e Marcela Ritschelova, la società giallorossa è già al lavoro per preparare i prossimi camp estivi a Marina di Ravenna, divisi, come da tradizione, in due fasi. Per le prime due settimane, a partire dal 17 giugno, dal lunedì al venerdì, si terranno allo stabilimento balneare Marina Bay i camp giornalieri, con servizio di trasporto andata e ritorno, da Ravenna a Marina di Ravenna, dedicati a ragazze e ragazzi dai 6 ai 14 anni. I più giovani avranno l’opzione dello young camp che offrirà loro la possibilità di provare, oltre alla pallavolo e al beach volley, altri sport come percorsi atletici, beach tennis, e – grande novità del 2019 – prove di supfit, sport acquatico con tavole da surf.

Nelle successive due settimane, dal 30 giugno al 13 luglio, nella struttura del camping Rivaverde a Marina di Ravenna sono in programma i camp residenziali, dedicati a ragazze e ragazzi dagli 11 ai 18 anni (nati dal 2007 al 2001). Il camp residenziale prevede una permanenza di 7 giorni e 6 notti. I partecipanti avranno l’opportunità di svolgere un lavoro tecnico-atletico in spiaggia, palestra e piscina, alternandolo a momenti di relax e divertimento, sotto la sapiente guida dei tecnici del Porto Robur Costa e sotto l’occhio vigile dei responsabili della società.

Per informazioni, modalità di iscrizione, tariffe e dettagli organizzativi è sufficiente consultare il sito della società: www.portoroburcosta.it oppure scrivere una mail a segreteria@portoroburcosta.it. «La svolta positiva nella qualità e nei numeri del nostro settore giovanile – commenta Roberto Costa, responsabile del settore giovanile del Porto Robur Costa – è dovuta anche alla grossa collaborazione, messa in atto sei anni fa, con Romagna Involley che ci ha portato da un lato ad allargare il bacino di utenza ed essere punto di riferimento per tutto il comprensorio della Romagna e fino a Imola e dall’altro di mantenere un alto livello tecnico, come riusciamo a percepire dai contatti con le società su tutto il territorio nazionale»

«Saldi flop». E la provincia di Ravenna è quella che in regione ha perso più aziende

I dati sul commercio al dettaglio. In provincia di Ravenna oltre 400 attività in meno rispetto al 2013

Adult Boutique Business 318236«I saldi invernali in Emilia-Romagna erano partiti molto bene ma, purtroppo, nelle settimane successive non hanno mantenuto le promesse iniziali e oggi ci troviamo con negozi che sono ancora pieni di merce e con aziende che rischiano di entrare seriamente in crisi, confermando un trend negativo del settore sia per quanto riguarda le chiusure delle attività che delle vendite». È quanto afferma Dario Domenichini – presidente regionale di Confesercenti – a commento dell’andamento della stagione dei saldi e dei dati sulla consistenza della rete distributiva relativi al 2018. «Rispetto ai saldi – prosegue Domenichini – dovremo probabilmente aprire una riflessione sulla durata e le modalità, in modo tale da mantenere il valore commerciale dell’appuntamento dandogli però nuovo vigore. Sulla situazione delle imprese, invece, appare sempre più necessaria l’adozione di azioni in grado di far riprendere i consumi e la domanda interna e di politiche per l’incentivazione dei processi di qualificazione e ammodernamento dell’offerta».

Le preoccupazioni espresse dalla presidente di Confesercenti Emilia Romagna derivano dall’analisi dei dati (di fonte Infocamere E.R.) riguardanti il settore che ha visto una riduzione delle aziende attive di 1.270 nel solo 2018, con una riduzione di ben 4.984 attività rispetto al 2013.

Il solo commercio al dettaglio, nel 2018, in regione ha perso 910 aziende attive, di cui 777 ditte individuali e 320 società di persone e si confronta il dato con il 2013 la riduzione delle aziende nel commercio al dettaglio è di  2.995 attività.

Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, in termini percentuali dal 2013 al 2018 è quella che in regione ha perso più aziende nel commercio al dettaglio, oltre il 9 percento del totale: oggi sono 4.161 (sulle quasi 35mila aziende totali in provincia), ossia 426 in meno rispetto al 31 dicembre 2013.

Arriva il Carnevale: i carri allegorici a Santerno. Poi a Ravenna e Punta Marina

Carnevale RavennaArriva il primo appuntamento di Carnevale sul territorio ravennate: domenica 17 febbraio, a partire dalle 14.30, in piazza a Santerno si terrà la 39esima edizione del “Carnevale di Santerno”, organizzato dal Comitato promotore in collaborazione con l’assessorato al Decentramento. In programma la sfilata di carri allegorici, accompagnata dall’animazione del gruppo Show Band Majorette Folk Veneto, gli sbandieratori e musici del rione Nero di Faenza  e la musica del gruppo “Come Eravamo” Vallesegno.

Nel capoluogo, a Ravenna, l’appuntamento con i carri è invece per domenica 24 febbraio, dalle 14.30 su via di Roma e viale Santi Baldini. Il 3 marzo la tradizionale replica, a Punta Marina.

Al Museo Nazionale di Ravenna una grande mostra sul “mestiere delle arti”

A confronto scultura e pittura con le produzioni di oreficeria, in vetro e resina o in ceramica

Ecce Homo
Un dettaglio di “Ecce homo d’après” Guido Reni, Luigi Ontani, realizzato a mosaico da Sara Guberti, tra le opere in mostra

Perché mai un raffinato pezzo unico di gioielleria, di ceramica, cristallo viene ritenuto artigianato e non arte? Appellativo riservato invece a scultura e pittura? L’interrogativo sottende all’esposizione, per molti versi straordinaria, che il Museo Nazionale nel complesso di San Vitale, a Ravenna, propone dal 16 febbraio al 26 maggio, con la direzione scientifica di Emanuela Fiori (inaugurazione venerdì 15 febbraio dalle 18).

“Il mestiere delle arti. Seduzione e bellezza nella contemporaneità”, questo il titolo della rassegna, è promossa e organizzata dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, diretto dal dottor Mario Scalini, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la collaborazione di Ravennantica. L’esposizione è curata da Ornella Casazza e Emanuela Fiori, con Maria Anna Di Pede e Laura Felici, che nel comitato scientifico sono affiancate dallo stesso dottor Scalini, da Claudio Spadoni e Fabio De Chirico.

In mostra, l’esercizio delle arti “maggiori”, scultura e pittura, è affiancato alle produzioni di oreficeria, in vetro e resina o in ceramica. La mostra propone infatti una selezione di artisti della contemporaneità che, ignorando il confine tra arti maggiori e arti minori, hanno conferito alle loro opere un valore universale per stile e sapienza tecnica.

Sono riunite più di cento opere di Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Paolo Staccioli, Cordelia von den Steinen, Ivan Theimer, Paolo Marcolongo, Stefano Alinari, Jean-Michel Folon, Giacomo Manzù, Giuliano Vangi, Mario Ceroli, Paola Staccioli, Luigi Ontani, Gigi Guadagnucci, Giovanni Corvaja, Daniela Banci, Marzia Banci, Orlando Orlandini, Angela De Nozza, Ornella Aprosio, Angela Caputi, Tristano di Robilant, Sauro Cavallini, Sophia Vari, Kan Yasuda, Pietro Cascella, Fernando Cucci, Pasquale (Ninì) Santoro.

«L’amicizia delle arti, che oggi viene interpretata come una successione di creatività che non conosce cesure – affermano le curatrici -, permette di constatare come molti tra i massimi artisti di oggi sappiano muoversi con agilità tra la dimensione monumentale e il piccolo formato colloquiando con marmi purissimi, bronzi arricchiti di suggestive patine, legni intagliati, ceramiche lustrate, sete vellutate, pigmenti evocativi, ori e coloratissime pietre».

Già in passato il desiderio di dimostrare che assoluti valori di arte possano essere raggiunti attraverso i processi tecnici più semplici e tradizionali, talvolta addirittura arcaici, ha sollecitato vari artisti moderni – tra cui Picasso e Matisse – a produrre ceramiche, arazzi, stoffe e gioielli.

Molti degli autori selezionati per la mostra, particolarmente versatili, propongono la loro ricerca artistica in materiali diversi. Le loro opere sono allestite per assonanze visive e materiche in un percorso che si intreccia strettamente con le architetture del Museo Nazionale, ospitato nell’ex Monastero Benedettino di San Vitale.

La presenza prevalente di oggetti di provenienza collezionistica classense nelle collezioni permanenti del Museo Nazionale consente un continuo rimando tra le cosiddette “arti minori” dei secoli che vanno dal XIII al XVIII e la contemporaneità. Riproponendo così un confronto antico-contemporaneo di enorme fascino.

Informazioni. www.polomusealeemiliaromagna.beniculturali.it/

Museo Nazionale di Ravenna, Via San Vitale, 17, Tel. 0544 543710 / 543720

Accordo sindacati-Cmc sulla cassa integrazione, revocati sciopero e presidio

Raggiunta l’intesa alla vigilia della protesta dei lavoratori. Cgil soddisfatta per la nuova fase di comunicazione tra le parti

9Nella tarda serata di ieri, mercoledì 13 febbraio, sindacati e Cmc hanno raggiunto un pre-accordo sulla attuazione della cassa integrazione straordinaria come previsto nell’accordo ministeriale del 4 febbraio, pertanto lo sciopero e il presidio, previsti per oggi, sono revocati. Lo rende noto uno stringato comunicato della Cgil. La decisione di incrociare le braccia era stata presa in una assemblea dei lavoratori svoltasi nella serata di lunedì 11 febbraio.

Daniele Conti, segretario provinciale Fillea, parla dalle pagine de Il Corriere Romagna in edicola oggi: «Tra azienda e lavoratori sarà garantita una comunicazione e una condivisione di fasi fondamentali nella conduzione di questa trattativa». La definizione della turnazione della Cigs, la maturazione dei ratei ferie, la 13esima e 14esima mensilità saranno argomento di confronto fra le parti.

Telecronista aggredito allo stadio di Forlì: «L’ex presidente mi ha dato un pugno»

La denuncia in diretta tv del giornalista ravennate Luca Alberto Montanari, “voce” del Cesena su Teleromagna. Spintonato anche un operatore

Luca Alberto Montanari
In primo piano il giornalista ravennate Luca Alberto Montanari

Il giornalista ravennate Luca Alberto Montanari avrebbe ricevuto un pugno in faccia dall’ex presidente del Forlì Calcio, Stefano Fabbri. Lo ha raccontato lui stesso in diretta tv, mentre era impegnato nella consueta telecronaca del Cesena, che Montanari cura su Teleromagna dall’inizio di questo campionato di serie D a cui è stata costretta a partecipare la blasonata società bianconera dopo il fallimento della scorsa estate.

Il fatto risale a ieri (mercoledì 13 febbraio) sera, ultimo minuto del sentito derby tra biancorossi e bianconeri, allo stadio Morgagni di Forlì. L’arbitro ha appena concesso un rigore (molto dubbio) al Cesena (che vincerà poi 2-1 grazie proprio a quel rigore) e in tribuna a essere preso di mira è lo staff di Teleromagna che ogni domenica segue (con un genuino trasporto) le sorti dei bianconeri.

Così Montanari in diretta urla (vedi il video qui sotto): «Attenzione, un’aggressione, un’aggressione di un signore, un facinoroso. Ho ricevuto un pugno in faccia, è stato spinto il nostro operatore Romano Natali». Montanari poi tranquillizza tutti a casa, prima di comunicare nome e cognome del presunto colpevole, l’ex presidente del Forlì appunto: «Stiamo tutti bene, non ho capito più nulla, sono senza parole, è stata una caccia all’uomo».

Il regista ha poi chiuso lo staff di Teleromagna dentro lo stanzino dedicato alla stampa, per evitare altri guai.

L’OraSì corre ai ripari e tessera un nuovo playmaker: da Siena arriva Marino

Basket A2 / La società toscana ha concesso il nulla osta e il giocatore si è subito unito al gruppo, facendo conoscenza di dirigenti, allenatori e compagni

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A sinistra Tommaso Marino, assieme ai dirigenti dell’OraSì

Novità in casa OraSì: un blitz del presidente Vianello, rientrato appositamente a Ravenna dalla convalescenza in montagna, ha sbloccato la situazione e permesso di chiudere la trattativa per Tommaso Marino, playmaker classe 1986 che è quindi diventato un nuovo giocatore della formazione giallorossa. Marino sarà presentato in sede domani, giovedì 14 febbraio, alle 11.

«Il Basket Ravenna – è scritto nella nota – ringrazia la società di Siena per avere concesso il nulla-osta all’atleta, che ha raggiunto nel tardo pomeriggio di oggi (13 febbraio, ndr) la sua nuova destinazione facendo subito la conoscenza di dirigenti, allenatori e nuovi compagni di squadra».

Il curriculum di Tommaso Marino:
2003-2004 Mens Sana Siena
2004-2005 Trapani
2005-2006 Silver P. Torres
2006-2009 Fulgor Omegna
2009-2010 Teramo Basket
2010-2011 Treviglio
2011 Assi Ostuni
2011-2012 Fulgor L. Forli
2012-2013 Treviglio, Casalpusterlengo
2013-2018 Treviglio
2018-2019 Mens Sana Siena, OraSi
Nazionale: 2003-2004 Italia Under 18
2005-2006 Italia Under 20

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