domenica
14 Settembre 2025

A Sant’Alberto il Pd prepara il forum nazionale. “Un incontro aperto a tutti”

Appuntamento a lunedì 22 ottobre con il deputato Alberto Pagani

B P 72720 Abstr Img Circolosalberto02I circoli Pd di Sant’Alberto – Mandriole e Sant’Antonio – San Romualdo organizzano un incontro lunedì 22 ottobre in vista del Forum Nazionale del Partito Democratico che si terrà a Milano a fine ottobre e che sintetizzerà i temi ed i progetti che saranno alla base del prossimo percorso congressuale.

L’iniziativa promossa dai due Circoli del forese Nord vuole essere un’occasione di incontro e confronto aperta a iscritti, simpatizzanti, elettori ed a tutti gli interessati.

“Sarà l’occasione  – scrivono i promotori – non solo per condividere ed indirizzare le idee che i rappresentanti della Federazione di Ravenna porteranno a Milano, ma anche per condividere aggiornamenti sul lavoro dei parlamentari eletti nel collegio ravennate nelle fila del Partito Democratico, grazie alla presenza del deputato Alberto Pagani”.

L’appuntamento è per lunedì 22 a partire dalle ore 20:45, presso la Sala Riunioni di Casa Guerrini (via Olindo Guerrini 60, Sant’Alberto).

I carabinieri trovano bici rubate in un negozio e ora cercano i proprietari – FOTO

Denunciati il commerciante e il presunto ladro, già noto alle forze di polizia

I carabinieri della Compagnia di Ravenna hanno scoperto in città un piccolo negozio di vendita e riparazione che custodiva biciclette rubate. A conservarle lì, con il consenso del proprietario dell’esercizio commerciale, è stato proprio il ladro, un uomo del posto già noto alle forze di polizia. Entrambi sono stati deferiti alla Procura della Repubblica.

Le bici sono attualmente custodite dai carabinieri della Stazione di Ravenna, in via Alberoni.

Chiunque riconosca tra queste nella gallery qui sopra il proprio velocipede, e possa dimostrare di averne subito il furto, può telefonare entro 10 giorni da oggi, 20 ottobre 2018, tra le 9 e le 18, al numero 0544/213582 per ottenere informazioni su come riottenerle.

Ecco il “primo jazz club del centro di Ravenna”. Apertura ufficiale il 26 ottobre

Il 20 ottobre l’inaugurazione a invito, la prossima settimana al via i concerti

Club23
Il nuovo locale di via Mentana

Come già annunciato, inaugura questa sera (20 ottobre) dalle 20 “il primo jazz club del centro di Ravenna”, assicurano i promotori, in via Mentana, al posto del ristorante Il Labirinto del Gusto. Ma sarà una festa privata (con tanto di concerto dei Bentivoglio All Stars, band bolognese nata nell’omonimo locale con ben quattro sax tenori) con ingresso quindi esclusivamente a invito.

Le attività del Club 23, come è stato ribattezzato, partiranno invece ufficialmente venerdì 26 ottobre con il trio guidato dal pianista Emiliano Pintori e la partecipazione del noto sassofonista emiliano Carlo Atti.

Omicidio di Castiglione di Cervia, plauso del sindaco a carabinieri e magistratura

Coffari si congratula per la celerità delle indagini che hanno portato a fermare un ragazzo considerato l’assassino del pizzaiolo Rocco Desiante

Arriva il “sincero plauso” da parte del sindaco di Cervia Luca Coffari all’Arma dei carabinieri e alla magistratura per le indagini sull’omicidio di Castiglione di Cervia che hanno portato a fermare un ragazzo considerato l’assassino del 43enne pizzaiolo Rocco Desiante.

Coffari si congratula “per l’operato svolto e per la celerità” con cui hanno sono state condotte le indagini.

“Un omicidio efferato e violento  – termina il sindaco -, un episodio estraneo alla nostra comunità e che ha colpito tutta la cittadinanza”.

Rinasce il Pedrini di Brisighella: sarà il primo teatro con cucina

Mezzo milione di euro in arrivo dalla Regione. Il sindaco: “Dovrà diventare anche un punto di riferimento per la cultura enogastronomica”

Immagini1Un paio di anni fa, il progetto fu escluso dai finanziamenti richiesti, ma oggi è arrivata la rivincita: l’assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna ha premiato il progetto per la riqualificazione di un teatro ormai chiuso da oltre dieci anni e che aspetta di essere messo a norma e rinnovato: il teatro “Pedrini” di Brisighella.

Mezzo milione di euro in arrivo, un terzo di quanto stanziato complessivamente per i progetti della provincia di Ravenna. Insomma, un po’ il primo classificato. E in effetti si tratta di un progetto assai ambizioso che prevede un costo complessivo di 1milione e 100mila euro e si intitola “Il Teatro del Gusto”, un’idea innovativa che non ha eguali e che non è ispirata a modelli esistenti, ci spiega il sindaco Davide Missiroli, comprensibilmente soddisfatto dei fondi che arriveranno da Bologna. E il resto? «Ora vediamo, secondo me se verrà mantenuto l’Art Bonus penso possano esserci aziende dell’agroalimentare interessate a investire. Ma sono anche prontissimo ad accendere un nuovo mutuo. In dieci anni ho portato a zero i 4milioni e 800mila euro di debiti che aveva il Comune di Brisighella, penso di poter lasciare un mutuo ventennale da 30mila euro l’anno per un progetto come questo, che sono convinto possa rappresentare anche un elemento di sviluppo per il territorio».

Il progetto infatti «individua il Teatro ottocentesco dedicato a Maria Pedrini, incastonato nel secondo piano del Municipio di Brisighella come luogo d’eccellenza dove scoprire e raccontare i luoghi e i prodotti della nostra terra: con la volontà di trasformarla in poesia creatrice di futuro». Ecco allora che non si tratterà di un semplice restauro, ma di una vera e propria ri-funzionalizzazione con due possibili modalità: «Una più tradizionale e rispettosa della funzione originaria del fabbricato, l’altra più innovativa e proiettata verso le esigenze di maggior richiamo turistico». Due funzioni che, ribadisce il sindaco, dovranno essere complementari.

«L’idea – si legge ancora nel progetto – è un meccanismo scenico che a richiesta rivela sotto al proscenio una cucina dimostrativa professionale a induzione, nella quale gli artisti del settore (gli chef) possano cucinare diventando l’attrazione primaria dello spettacolo. Allo stesso tempo, è il luogo dove potranno nascere nuove visioni del futuro, grazie alla creatività degli chef e al prezioso lavoro di ricerca e di critica di intellettuali, giornalisti e gourmet».

Attenzione, dice il sindaco, «sia chiaro che non sarà un ristorante: sarà un teatro dove si potrà anche in alcune occasioni mangiare. Dovrà avere più funzioni, immagino quella per esempio di diventare una residenza d’artista dove proporre lavori in anteprima, uno spazio per le associazioni del territorio faentino dove poter programmare eventi e infine appunto un punto di riferimento per la cultura enogastronomica, la valorizzazione anche del nostro agroalimentare in grado di richiamare un pubblico anche da fuori regione. Potrà essere sia un punto di riferimento per i brisighellesi, vista anche la grande attenzione da parte di giovani e meno giovani alla riapertura di questo spazio, ma anche un attrattore».

E Missiroli non nasconde la sua speranza che possa diventare anche vero e proprio motore di intelligenze e idee e proposte che dovrà tenere conto delle tante eccellenze locali, personalità come Martina Liverani, Simone Ravaioli, Carlo Cattaneo, tanto per citarne qualcuna, «vorrei che servisse a unire le teste che stanno lavorando sul food e la cultura del food e fosse anche coinvolta l’assocazione “Il lavoro dei contadini” che porta avanti le nostre tradizioni».

Insomma, un’idea nuova, tra radicamento nella comunità e propensione al turismo, tra cultura ed economia.

Davide Missiroli giunge al termine del secondo madato da sindaco a metà 2019. Sarà forse questa l’eredità più importante che lascerà a Brisighella anche da un punto di vista simbolico? «Abbiamo fatto molto in termini di servizi, di sanità, ora c’è un investimento importante per l’ospedale, ma certo dal punto di vista dello slancio prospettico per il futuro secondo me il teatro, e questo tipo di teatro, è una nuova azione e promozione di Brisighella che guarda al futuro. Un modo per recuperare anche quella cultura che, prima, faceva il Gigiolé».

I lavori dovranno essere terminati nel 2021 e potrebbero partire, secondo le stime del Primo Cittadino, a fine 2019.

Massa Lombarda è l’ottavo comune in regione per incidenza di stranieri residenti

I dati dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio. In provincia la percentuale è del 12, 2

stranieriMassa Lombarda è nella top ten dei comuni dell’Emilia-Romagna dove è maggiore l’incidenza degli stranieri sul numero totale dei residenti. Nel piccolo comune dell’area lughese gli stranieri residenti sono 1.901 e rappresentano il 17,8 percento del totale, ottava percentuale più alta di tutta la regione (dati aggiornati al 1 gennaio 2018). Al diciottesimo posto di questa particolare graduatoria anche un’altra località ravennate, Conselice, con il 16,2 percento.

Analizzando i dati di tutta la provincia, a Ravenna l’incidenza degli stranieri è al 12,2 percento (in totale sono 47.791, di cui il 40 percento nel comune capoluogo, dove l’incidenza è sempre al 12 percento), quarta provincia in regione dietro rispettivamente Piacenza, Parma e Modena (l’anno scorso la percentuale ravennate era del 12,1 percento).

Sono i dati dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione pubblicati nel nuovo Rapporto 2018 (dati 2017). I 538mila residenti stranieri che vivono, lavorano e studiano in Emilia-Romagna provengono da 170 Paesi, hanno un’età media di 34 anni e sono in prevalenza donne. In testa ci sono i rumeni (17%), seguiti dagli albanesi (10,7%) e dai marocchini (8,7%); significativa anche la presenza di ucraini (6,1%), cinesi (5,5%) e moldavi (5,3%). Quasi un quinto (114.000) dei residenti stranieri sono minori, perlopiù nati in Italia.

“La presenza di cittadini stranieri regolarmente residenti in Emilia-Romagna è da decenni un tratto distintivo di questa regione, come lo è la cultura dell’accoglienza e della solidarietà – sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini -. Un fenomeno che richiede l’individuazione e l’impiego di strumenti conoscitivi sempre più complessi e in grado di cogliere processi sociali caratterizzati da mutamenti piuttosto rapidi. Interessante sottolineare la presenza significativa della componente femminile, in buona parte impegnata nel lavoro di assistenza delle persone anziane. Sono le cosiddette ‘badanti’ il cui contributo in una regione come l’Emilia-Romagna caratterizzata da un veloce invecchiamento demografico, è diventato per le famiglie e per il nostro sistema di welfare sempre più indispensabile. Auspichiamo che le dinamiche di integrazione soprattutto per le seconde, terze e quarte generazioni di bambini e bambine sia sempre più rafforzata e finalizzata a creare una positiva e civile convivenza all’interno delle nostre comunità”.

Stando al Rapporto, gli stranieri residenti in Emilia-Romagna sono leggermente aumentati rispetto all’anno precedente: 7 mila cittadini in più (+1,4%), prevalentemente provenienti da Paesi comunitari. Diminuisconoinvece del 25% i “nuovi” cittadini italiani: leacquisizioni di cittadinanza italiana, infatti,sono state circa 6.500 in meno.

Chi sono i cittadini stranieri residenti in regione
Le donne rappresentano oltre la metà dei cittadini stranieri (53,1%). La componente femminile è prevalente nella comunità rumena e in quelle degli altri Paesi dell’Europa centro-orientale come Ucraina, Moldavia, Polonia, Russia; maggiore la presenza maschile tra i marocchini e gli albanesi.

Relativamente alla struttura demografica, il Rapporto rileva che gli stranieri hanno un’età media di 34 anni, mentre la popolazione italiana supera i 47. I minori sono più di 114 mila (16,1% di quelli residenti in Emilia-Romagna), in buona parte nati in Italia (oltre 86 mila), quasi 45 mila sul totale complessivo sono sotto i 6 anni.

Nel 2017 sono nati in Emilia-Romagna 8.030 bambini figli di genitori stranieri, quasi un quinto (24,3%) del totale dei nati nell’anno (in Italia sono il 14,8%).

Lavoro cerca università: ecco le 11 aziende pronte a far partire 15 tirocini

L’incontro il 23 ottobre a Palazzo dei Congressi per poi partire in dicembre con retribuzione di 700 euro al mese

Studenti 620x372Martedì 23 ottobre torna a palazzo dei Congressi, a Ravenna, una nuova edizione di Lavoro Cerca Università, evento rivolto ai giovani laureati del Campus di Ravenna, o di altro ateneo, ma residenti nel territorio della provincia di Ravenna, in cerca di occupazione.

In questa occasione, 11 realtà (aziende, cooperative e associazioni) locali presenteranno la loro attività e il profilo del candidato ricercato per attivare fino a 15 tirocini formativi e/o di inserimento lavorativo; i giovani interessati potranno assistere alle presentazioni, previa iscrizione sul sito www.fondazioneflaminia.it, e fare tutte le domande utili a concorrere alla candidatura per l’assegnazione del tirocinio.

All’edizione 2018 partecipano le seguenti realtà selezionate fra le circa 50 che hanno risposto all’avviso pubblico del Comune di Ravenna sul Progetto Tirocini, dedicato alla ricerca di laureati in area scientifico-tecnologica e in area umanistica-sociale: Architecnica (laurea in Ingegneria edile/Architettura), Famosa (Scienze ambientali, Agraria), Cmit (Ingegneria chimica/Ingegneria meccanica), Hera (Ingegneria, Ingegneria gestionale, Scienze naturali, Giurisprudenza, Economia, Economia aziendale, Laurea umanistica), Ascor (Psicologia, Giurisprudenza, Laurea umanistica), Fototeca Manfrediana (Laurea umanistica, Arti visive), Caviro (Economia, Giurisprudenza), Getcoo (Laurea umanistica, Arti visive), Magazzeno Art Gallery (Laurea umanistica, Arti visive), Pet Village (Economia, Marketing), Ricercazione (Economia e commercio, Economia sociale, Giurisprudenza, Sociologia, Scienze politiche).

Ogni realtà propone uno o più tirocini retribuiti (700 euro/mese di cui 500 messi a disposizione da Fondazione Eni Enrico Mattei e 200 dall’azienda) della durata di 6 mesi all’interno del proprio sistema produttivo.

Le candidature, con l’indicazione dell’azienda scelta, saranno raccolte e trasferite alle aziende che contatteranno i candidati per effettuare un colloquio di selezione. I tirocini partiranno poi a dicembre. L’esperienza di tirocinio, seguita dai soggetti partner del progetto, prevede anche un percorso formativo sullo sviluppo delle competenze trasversali aperto a tirocinanti e personale delle aziende coinvolte.

Teatro per famiglie, ripartono le stagioni dell’Almagià e del Masini

A Ravenna “Alice” della compagnia Fratelli di Taglia. A Faenza invece “Il vecchio e il mare”

ALICE Fratelli Di Taglia
Alice

Domenica 21 ottobre alle 17 all’Almagià di Ravenna si apre il sipario sulla XXX edizione della stagione teatrale “Le Arti della Marionetta”, il cartellone di spettacoli per famiglie curato dal Tearo del Drago. Il primo appuntamento vedrà protagonista una delle fiabe classiche per eccellenza, Alice, dal capolavoro di Lewis Carroll, nella versione della compagnia riccionese Fratelli di Taglia. “Un tripudio di colori e magia – si legge nella cartella stampa –, un inno alla vita e alla fantasia, grazie ai quali bambini e adulti si troveranno a condividere gli stessi sentimenti: stupore, amore, felicità e alla fine dello spettacolo il cuore sarà colmo di gioia”.
Sul palco Giovanni Ferma e Marina Signorini diretti da Daniele Dainelli e Patrizia Signorini. La pièce unisce teatro d’attore con effetti scenografici e canto dal vivo.
I bambini che lo desiderano potranno poi esprimere il proprio parere sullo spettacolo visto (tramite un disegno o un commento) che verrà pubblicato sui prossimi numeri del nostro settimanale R&D.
Biglietti a 7 euro, bambini (sopra i 3 anni) 5, famiglie con due bambini 20. Info tickets  392/6664211.

E sempre domenica 21 ottobre inaugura anche la nuova rassegna per famiglie del Teatro Masini di Faenza, alle 16 con Il vecchio e il mare, spettacolo della compagnia I Guardiani dell’Oca, messo in scena con attori e pupazzi e liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Hernest Hemingway. Testo e regia della pièce sono firmati da Zenone Benedetto che ne è anche interprete insieme a Tiziano Feola.
“Si tratta di un viaggio alla scoperta dei segreti del mare – scrivono gli organizztori in una nota inviata alla stampa – un viaggio capace di farci vedere la incommensurabile vastità delle emozioni, della poesia e dei sentimenti che lo stesso mare evoca”.
Il giorno di spettacolo la Biglietteria del Teatro Masini aprirà alle 15. Biglietti: 5 euro.

Autismo, sanità troppo lenta? L’Ausl: «Casi in aumento, ma rispettiamo linee guida»

La replica dell’azienda alla Lega, che aveva segnalato un caso in Regione

La direzione dell’Ausl Romagna interviene con una lunga nota inviata alla stampa per replicare alla segnalazione della Lega sul caso del bambino autistico costretto a rivolgersi alla sanità privata per i lunghi tempi di attesa.

«Negli ultimi anni grazie alla formazione, all’attenzione posta e all’affinamento delle tecniche di valutazione – sottolinea l’Ausl – si assiste a un incremento significativo delle richieste di valutazione per il sospetto di diagnosi di Disturbo dello spettro autistico e delle conseguenti prese in carico. A fine agosto 2018 il dato su base aziendale vede 865 persone in carico presso i Centri Autismo, ed il Distretto di Ravenna, con 267 assistiti minori dei quali 134 nella fascia di età 0/6 anni, in forte incremento rispetto al giugno 2016, in cui gli assistiti erano 180».

«La diagnosi di Disturbo Pervasivo di Sviluppo prevede, oltre alla valutazione medica svolta dal neuropsichiatra infantile, la somministrazione di una serie di scale specifiche: questo percorso vede impegnati operatori il cui tempo lavoro è dedicato esclusivamente a questo tipo di problematica, cui si affiancano figure professionali che invece diversificano i loro ambiti di intervento. Il percorso di valutazione, previsto per la definizione della diagnosi così come indicato dalla letteratura di riferimento e seguito da tutti i Centri Autismo dell’Azienda USL della Romagna, si articola in più sedute condotte da due operatori della durata media di circa tre ore, nel corso delle quali viene raccolta dai genitori la storia clinica del bambino, effettuata la visita medica, somministrata un’apposita scheda, svolta una seduta di osservazione di gioco, compilato il Profilo Psico Educativo o la valutazione del livello cognitivo del bambino. Ai genitori, contemporaneamente, viene proposta la compilazione di una apposita scala che valuta le abilità di vita quotidiana. Il percorso si conclude con un colloquio ai genitori per la comunicazione degli esiti del percorso diagnostico e la condivisione dell’eventuale piano di trattamento. Attualmente, stante la complessità del percorso, il Centro Autismo di Ravenna garantisce la valutazione di otto nuovi bambini ogni settimana».

«Nel caso di diagnosi positiva segue poi una presa in carico terapeutica che prevede, per la fascia di età 0/6 anni 4 ore di trattamento settimanali individuali o di gruppo, che si articolano in due ore svolte presso la sede del servizio (trattamento psicoeducativo e/o logopedico) e due ore di intervento domiciliare. A questo si aggiunge la consulenza ai genitori ed alla scuola. Le modalità di presa in carico previste da Delibera Regionale indicano una priorità ai bambini nella fascia 0/3 anni e attualmente, presso il Centro Autismo di Ravenna, risultano essere presenti 22 bambini con richiesta di valutazione».

«Occorre precisare che nell’ambito dell’Azienda USL della Romagna è attivo un tavolo di lavoro con le Associazioni Autismo finalizzato a condividere i percorsi di presa in carico, in una logica di integrazione e di uniformità di accesso e trattamento delle cure in ambito aziendale, pur considerando le specificità e le peculiarità evidenziate anche dalle diverse organizzazioni presenti nei Centri Autismo territoriali. Nell’ambito dell’ultimo recente incontro, sono stati approfonditi per Ravenna come per gli altri ambiti territoriali,  i servizi in essere e gli ulteriori ampliamenti che si stanno strutturando, finalizzati a fronteggiare le criticità determinate anche dal costante ed esponenziale aumento di nuove diagnosi così come da altri fattori congiunturali. Questo si sta traducendo sia in investimenti di tipo strutturali (quattro nuovi locali destinati a studi professionali), sia in investimenti di risorse umane specificatamente dedicate, quali un medico neuropsichiatra, un educatore ed un logopedista».

«Contestualmente, proprio nell’ambito di Ravenna, sono stati attivati percorsi di collaborazione per potenziare le attività previste presso il “Centro Casa Augusta”, gestito dalla Fondazione Pini (grazie ad un progetto promosso dall’Associazione ANGSA – Ravenna) in convenzione con l’Azienda USL della Romagna per l’attivazione di interventi di tipo psicoeducativo, dedicati a persone con disturbo dello spettro autistico».

«Pur nella consapevolezza della preoccupazione delle famiglie, affinché le prese in carico e le valutazioni possano essere sempre più tempestive, e pur con gli investimenti di cui sopra per migliorare ulteriormente, si ritiene che, in linea generale, l’Azienda USL si stia adoperando per rispondere in maniera adeguata alle indicazioni provenienti dalla letteratura scientifica e dalle linee guida».

 

Omicidio Castiglione, il giovane fermato si avvale della facoltà di non rispondere

Indizi a suo carico sono le tracce sul cellulare e gli abiti scomparsi. Rocco Desiante morto dopo due ore di agonia

Rocco Desiante
Rocco Desiante

L’uomo che avrebbe ucciso Rocco Desiante è stato fermato dai carabinieri e si trova in carcere. Si tratta di un giovane romeno che, secondo la procura, nella notte di giovedì 4 ottobre si sarebbe presentato a casa del 43enne pizzaiolo lughese, a Castiglione di Cervia, e lo ha picchiato fino a lasciarlo agonizzante a terra. Secondo quanto ricostruito dal procuratore capo Alessandro Mancini, Desiante è morto dopo due ore dall’aggressione. L’autopsia ha escluso che sia stata usata una pistola, come ipotizzato inizialmente dagli inquirenti. Ad uccidere Desiante sarebbero stati invece numerosi colpi inflitti con un corpo contundente che non è stato ancora ritrovato.

Mancini non si è sbilanciato sul movente, anche se sembra ormai assodata l’ipotesi che vede il delitto maturare nell’ambito di una questione di debiti legati alla droga. Ad incastrare il presunto assassino – che si è avvalso della facoltà di non rispondere nel primo interrogatorio, sarebbero «indizi gravi, precisi e concordanti» spiega il magistrato. Due, in particolare. Il primo riguarda il telefono cellulare del fermato che conterrebbe tracce di un rapporto di conoscenza con Desiante. Particolare da non sottovalutare dal momento che secondo le indagini il pizzaiolo aveva aperto la porta ad una persona che conosceva: non ci sono segni di infrazioni, le chiavi erano ancora inserite nella serratura dall’interno.

Il secondo indizio riguarda invece gli abiti: i carabinieri hanno ricostruito come era vestito il romeno quella sera. I vestiti indossati però sono spariti. Da qui il sospetto che il giovane se ne sia sbarazzato per nascondere le tracce dell’omicidio. La morte è sopraggiunta a causa dell’emorragia e del conseguente calo di pressione. «Desiante ha sofferto prima di morire. L’assassinio è stato particolarmente efferato». Ad eseguire l’autopsia è stato il dottor Franco Tagliaro. Il momento della morte, collocato una settantina di ore prima del ritrovamento, è stato ricavato dall’analisi sull’umor vitreo, lo stesso metodo utilizzato per il caso di Rosa Calderoni che vede a processo l’ex infermiera Daniela Poggiali. Non a caso, il consulente della procura in quel caso era stato lo stesso Tagliaro. Nelle prossime ore ci sarà il gip si pronuncerà sulla convalida dell’arresto. Il giovane avrebbe agito da solo nell’omicidio ma non è escluso che la ricostruzione del quadro complessivo della vicenda faccia emergere nuovi profili di responsabilità.

Proprio oggi (venerdì 19 ottobre) il Carlino Ravenna ha pubblicato un’intervista all’amico cuoco della vittima, che gli aveva prestato per pochi giorni l’appartamento e che ha ricordato come Desiante stesse attraversando un periodo negativo. «In pochi – ha dichiarato il proprietario al Carlino – sapevano che stava da me».

 

Avis compie 70 anni e a Lugo inaugura un monumento dedicato ai donatori di sangue

Anteprima Del MonumentoDomenica 21 ottobre alle 10, presso la rotatoria di fronte alla caserma dei Carabinieri di Lugo, sarà inaugurato il monumento dedicato ai donatori di sangue, realizzato in occasione della celebrazione del 70esimo anniversario della fondazione di Avis comunale di Lugo.

Il monumento rappresenta due gocce di sangue che, insieme, creano il cuore Avis; è frutto dell’impegno di Avis che, insieme al Comune di Lugo, ha coinvolto numerosi partner che hanno contribuito alla sua realizzazione. La struttura è stata progettata e realizzata da Massimo Carioti, la decorazione a mosaico è stata realizzata dalla Compagnia dei Musivari, nata dai corsi di mosaico dell’Università per adulti di Lugo e diretta da Elisa Simoni.

Dopo l’inaugurazione è previsto un corteo che transiterà in piazza Martiri, con sosta al monumento di Baracca per la deposizione di una corona e proseguirà fino alla chiesa della Collegiata per la messa delle 11.30; dopo la funzione, alle 13 pranzo sociale presso la struttura del Maracanà in via Madonna delle Stuoie.

Oggi l’Avis Comunale di Lugo conta 1.121 donatori effettivi.

La sua storia inizia nel 1948 quando il primario della Medicina di Lugo era ancora uno specializzato in medicina tropicale e coloniale e riteneva che l’eventuale bisogno di sangue di un ammalato dovesse essere soddisfatto da famigliari e parenti, prevedendo la donazione volontaria solo in caso di guerre e calamità naturali. Ventuno lughesi, di cui sette donne, capeggiati da Giuseppe Frabetti, Enrico Marlat, e Aurelio Valli, il 7 novembre 1948 fondano comunque la sezione Avis comunale di Lugo, anche se riescono a fare la prima donazione solo il 22 febbraio 1949 nell’ospedale di Fusignano, diretto da Riccardo Babini. Il robusto rapporto con il Sant’Orsola e l’Università di Bologna porta a Lugo, nell’estate dello stesso anno, Enrico Jasonni, sostenitore della moderna medicina immunotrasfusionale e della donazione volontaria del sangue.
I donatori di sangue vivono un’altra fase critica negli anni Settanta. Con la nascita degli enti ospedalieri, voluti dalla legge Mariotti, l’ospedale di Lugo aspira a essere classificato come ospedale provinciale. Uno dei requisiti indispensabili era avere il centro trasfusionale, alimentato da un consistente gruppo di donatori di sangue. Il conflitto irrisolto con l’Avis provinciale portò alla nascita nel 1972 della Ads del comprensorio di Lugo che, in realtà, si sviluppa solo nei comuni di Lugo, Cotignola e Sant’Agata sul Santerno.
Negli anni immediatamente successivi, con l’istituzione della Regione, si avviò la programmazione territoriale dei servizi sanitari e sociali su base comprensoriale. Ci si trovò allora che in tre comuni del comprensorio lughese operava l’Ads comprensoriale, negli altri sei l’Avis. Dal 1976 al 1984 si realizza un percorso di parificazione che porta alla nascita dell’Avis-Ads del Comprensorio di Lugo, che, tra l’altro, permise di presentarsi unitariamente agli studenti delle scuole superiori provenienti dai diversi comuni.
Negli anni ’90, completato il percorso di parificazione, anche al fine di evitare lo sgradevole equivoco Avis-Aids (nel frattempo esplosa in alcune aree marginali), si è deciso di ritornare al nome Avis comunale di Lugo.
Nel 2015 la gestione del centro di raccolta di Lugo è affidata all’Avis provinciale, in una nuova sede sempre all’interno dell’ospedale. Restano di competenza dell’Ausl tutte le restanti attività trasfusionali: tipizzazione, separazione degli emocomponenti, assegnazione ai reparti, gestione degli esuberi e delle carenze.

 

 

In auto con un coltello e una mannaia: denunciate due persone dalla Municipale

Le armi scoperte durante un normale controllo alla circolazione stradale effettuato a Villa San Martino di Lugo, in seguito ad accertamenti  su un veicolo

Armi sequestrateLa polizia locale della Bassa Romagna nei giorni scorsi ha denunciato un 30enne e un 35enne di nazionalità romena ritenuti responsabili del reato di porto abusivo di strumenti atti a offendere. Durante un normale controllo alla circolazione stradale effettuato a Villa San Martino di Lugo, in seguito ad accertamenti  su un veicolo straniero Volkswagen, cui era stato imposto l’alt dagli agenti, sono stati rinvenuti all’interno dell’abitacolo una mannaia e un coltello con lama di 30 centimetri.

Gli occupanti del veicolo, non sapendo fornire giustificazione alcuna in merito agli oggetti rinvenuti, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Ravenna, mentre le armi bianche sono state sottoposte a sequestro penale.

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