sabato
16 Agosto 2025

«Psoriasi? Non è la malattia dei sani. A Ravenna un punto d’eccellenza per la cura»

Un convegno in Classense sulle nuove terapie. Ne parliamo con  i medici Antonio Ascari Raccagni e Michela Tabanelli

Fotomedici

Malattia della pelle antica e diffusa, che si manifesta con chiazze e desquamazioni più o meno estese e pruriginose, la psoriasi si porta dietro un bagaglio di pregiudizi che solo di recente la scienza sta smontando ed è oggetto di continue ricerche da parte delle case farmaceutiche per mettere a punto molecole in grado di combattere le forme più severe. Di tutto questo si parlerà a Ravenna in un convegno, il 14 aprile (dalle 9.30), organizzato dalla Dermatologia di Ravenna e che coinvolge l’intera Ausl Romagna, con il patrocinio anche del Comune di Ravenna, dell’Ordine dei Medici e della Fondazione Natalino Corazza per la cura dei pazienti psoriasici, nella Sala Dantesca della Biblioteca Classense di Ravenna.

Presidenti del congresso sono Antonio Ascari Raccagni, direttore facente funzioni di Dermatologia, e Michela Tabanelli, medico che si occupa nello specifico della somministrazione dei farmaci di nuova generazione per la psoriasi, i cosiddetti “biologici”, a Ravenna. Ma perché un convegno proprio su questo tema? Una parte della risposta è nell’introduzione al programma della giornata: si stima che in provincia le persone affette da questo disturbo siano 11mila e di queste un 10 percento soffre di forme moderate-severe mentre un 30 percento può avere associata un’artropatia psoriasica.

«Quando ero all’università io – racconta Raccagni – era considerata una malattia benigna, si pensava anzi che i malati di psoriasi potessero avere un’aspettativa di vita più lunga. Oggi sappiamo che non è affatto così, la psoriasi non è “la malattia dei sani” ma è spesso correlata ad altre patologie importanti, per esempio aggrava la condizione dei diabetici. Per questo è importante garantire cure a tutti, le richieste sono sempre più numerose anche perché oggi, per fortuna, si curano anche persone che in passato invece la trascuravano». Le cure “tradizionali” sono quelle topiche che però nei casi moderati e severi non funzionano. A quel punto i pazienti che nel nostro territorio si possono rivolgere a Lugo, Faenza e Ravenna vengono sottoposti a tre tipologie di terapie tradizionali sistemiche: fototerapia, metotrexate e ciclosporina (questi ultimi due farmaci alternati per evitare i pesanti effetti collaterali, 400 circa i pazienti in provincia). Qualora tuttavia questi metodi non abbiano esiti, si passa appunto ai cosiddetti farmaci biologici. Un centinaio le persone in provincia che ne fanno uso, prescritti dalla dottoressa Tabanelli anche perché, dice Raccagni «è giusto che se ne occupino i medici più giovani».

«Qui – ci spiega Tabanelli– li utilizziamo tutti, compresi quelli cosiddetti biosimilari (in pratica sono farmaci che utilizzano molecole di cui è scaduto il brevetto, ndr) che hanno costi molto inferiori, perché esiste anche un tema di farmacoeconomia, ma naturalmente, qualora non si ottengano i risultati sperati, possiamo ricorrere alla gamma degli altri biologici, su cui la ricerca è continua». Poter risparmiare consente di poter curare più persone: il pubblico oggi infatti garantisce gratuitamente le terapie, che possono costare da qualche centinaio a migliaia di euro al mese. Non a caso, dunque, l’uso dei più economici biosimilari è al momento oggetto di studio a livello internazionale, tanto che l’esperienza e i dati raccolti a Ravenna sono stati citati in uno  studio del British Journal of Derrmatology, tra le testate più importanti sul tema. E così se ancora sono incerte le cause scatenanti di questa malattia cronica che colpisce uomini e donne di qualsiasi età, che può aggravare altre patologie, che può portare il paziente all’isolamento sociale e a sviluppare disturbi di matrice psicologica, si hanno nuove possibilità di cura che, scopo del convegno, è necessario far conoscere anche a medici curanti e sul territorio. «L’idea che vorremmo lanciare – dice ancora Tabanelli – è quella di una rete integrata e paritaria dentro l’Ausl Romagna per creare un approccio condiviso del paziente psoriasico». Ma è Raccagni, nel ruolo di direttore, che rivela anche un altro scopo, di questo convegno: «Vogliamo anche far capire che nel reparto di dermatologia di Ravenna, ottimizzando le poche risorse (i medici, per esempio, sono solo 7, ndr) lavoriamo per il bene dei pazienti e facciamo un lavoro importante, con molti punti di forza, anche se non sempre sembra che tutti  in città ne siano consapevoli».

Una parata di cocker (e non solo) per salvare i cani in difficoltà

18 04 12 Lola Comune (1)Ritorna a Ravenna la “Super Cocker Parade”, l’evento benefico, aperto a tutti i tipi di cani e loro famiglie, la cui finalità è quella di raccogliere fondi da destinare all’associazione di volontariato “Cocker’s Angel – Cocker Spaniel Rescue Italia” (www.cockersangel.it) per il recupero, cura ed adozione di cocker spaniel (e non solo) in difficoltà perché abbandonati per strada, salvati da situazioni di disagio, rinchiusi in canili, rinunciati dai proprietari nonché portati a morire nelle perrera spagnole.

La raccolta fondi sarà effettuata mediante una cena ed pranzo su prenotazione serviti, rispettivamente, sabato 14 aprile al Ristorante Bella Romagna di Casalborsetti (posti esauriti da tempo) e domenica 15 all’Hotel Classensis di Classe, con quasi cento le persone e oltre sessanta cocker al seguito, provenienti dal centro–nord Italia.

L’iniziativa, l’unica nel suo genere in Romagna, è patrocinata dal Comune di Ravenna. A organizzare le Famiglie di Lola, la “Cockerina Motociclista”.

Il nutrito programma inizia con l’anteprima di sabato 14 a Casalborsetti , dove nel pomeriggio si svolgerà una passeggiata tra mare e pineta, aperta a tutti, con partenza dal Sanmarino Cafè, alla presenza dei Carabinieri Forestali del locale Nucleo Tutela Biodiversità , a cui seguirà un aperitivo , aperto ai partecipanti la passeggiata, offerto dalla Pro Loco nella sede di via Bonnet.
Domenica 15 aprile, la numerosa carovana dei cocker si sposterà a Classe, dove dalle 9 e fino al tramonto, nell’ambito del parco dell’Hotel Classensis e dell’area verde pubblica adiacente la Basilica di Sant’ Apollinare in Classe, si svolgerà l’edizione 2018 del Super Cocker Parade, con il Servizio Veterinario garantito dalla clinica San Gaetanino di Ravenna.
Durante la mattinata, i partecipanti avranno a disposizione quattro escursioni, nel pomeriggio il nutrito programma prosegue con il “Cocker Show” , esibizione di dog dance ed obedience che vedrà protagonisti diversi cani, i consigli cinofili di Simona Giberti,  l’informazione nutrizionale di Happy Dog produttore tedesco di alimenti premium, diverse attività formative per la salute ed il benessere degli Amici a Quattro Zampe, compreso tecniche di cura, taglio e gestione del mantello ad opera dei toelettatori de “I Miei Amici” di Ravenna.

Non mancherà infine, un momento di raccoglimento per i partecipanti e loro cani: alle 16,30 don Mauro, Arciprete di Classe , impartirà a tutti loro una speciale benedizione sul Sagrato della Basilica di Sant’ Apollinare in Classe.

Tutti contro tutti: una mappa per capire cosa sta accadendo tra 5 Stelle e Cambierà

Dalle dimissioni dell’ex candidata a sindaco Michela Guerra, non senza dissapori, fino alla “scissione” della lista civica, passando per parlamentarie e il meetup dell’ex consigliera Francesca Santarella

Da sinistra Emanuele Panizza, Marco Maiolini e Samantha Tardi

C’è bisogno di una bussola, una mappa e molta pazienza per tentare di districarsi nella vicenda che coinvolge CambieRà e Movimento 5 Stelle a Ravenna, inevitabilmente intrecciati, almeno fino a oggi. La lista civica, infatti, come noto, era nata nel 2016 da una delle due liste che in città avevano chiesto la certificazione del Movimento grillino, senza ottenerla. E pur senza quel simbolo era riuscita a ottenere alle Amministrative quasi il 13 percento e tre consiglieri comunali: Michela Guerra (candidata sindaco), Samantha Tardi (capolista) e Marco Maiolini. L’idea più volte dichiarata era quella di portare avanti un programma ispirato ai principi dei 5 Stelle, ma aperto anche a contributi di altri.

Nel momento in cui però alcuni membri, in primis Samantha Tardi, hanno espresso critiche puntuali al Movimento 5 Stelle, a ridosso delle elezioni politiche in cui, nonostante la mancanza di rappresentanti sul territorio, il Movimento è peraltro diventato il primo partito in città, si è consumata una rottura. Marco Maiolini ed Emanuele Panizza (subentrato nel frattempo alla dimissionaria Michela Guerra, ma questo è un capitolo a parte) hanno abbandonato CambieRà per poter perseguire, hanno spiegato, più liberamente la loro fede pentastellata, ormai invece definitivamente abbandonata dall’area più prettamente civica della lista. Lista che continua a esistere nei consigli territoriali e in consiglio comunale con Samantha Tardi, ex grillina particolarmente delusa dall’esclusione dalle “parlamentarie” di militanti storici del Movimento come Pietro Vandini e Fabrizio Martelli.

Esclusione, per la verità, che non è arrivata come un fulmine a ciel sereno. L’ex candidato a sindaco (nel 2011) e consigliere comunale dei 5 Stelle Vandini in particolare aveva più volte espresso posizioni critiche su alcune scelte del Movimento ed espresso stima nei confronti di alcuni epurati d’eccellenza come Giovanni Favia prima e Federico Pizzarotti poi. Tra Vandini e Bugani, nel frattempo di fatto diventato coordinatore dei grillini regionali, insomma, non era mai stato idillio, per usare un eufemismo. Al contrario, Massimo Bugani all’indomani delle elezioni ha di fatto “incoronato” a Ravenna l’altra ex consigliere comunale (da tempo in contrasto con lo stesso Vandini e ora nel Meetup “A riveder le stelle”) Francesca Santarella come unica grillina doc o quasi quando ha scritto pubblicamente: “E anche a Ravenna abbiamo definitivamente svoltato. Con tanti saluti a chi ha fatto di tutto per affossare il M5S ravennate.  Un grande ringraziamento a Andrea Palli (di Faenza, ndr), Ilaria Ricci Picciloni (Bassa lughese, ndr) e Francesca Santarella per il grande lavoro svolto. Il M5S di Ravenna deve molto a queste tre persone. A new day is coming». Un’investitura che ha dato forza a Santarella nel voler precisare che «è dunque fondamentale evitare di disperdere le energie e, anzi, si auspica che possano confluire tutte in un unico gruppo di ispirazione pentastellata, la cui rappresentatività locale, senza nulla togliere alla buona volontà di altri, è stata attualmente riconosciuta solo al gruppo Meetup “A riveder le stelle”. Nel frattempo, risultano oscuri i motivi per cui in questi giorni i fuoriusciti eletti in Consiglio comunale nella lista civica Cambierà annuncino di voler essere i referenti per una ricostruzione del Movimento a Ravenna», all’indomani appunto delle prime dichiarazione di Panizza e Maiolini dopo l’ingresso nel gruppo Misto. Un’incomprensione su cui i due si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco minimizzando il tutto. «È nostra intenzione metterci a disposizione di tutti coloro di fede pentastellata che vogliono offrire il loro contributo per la formazione di una lista (certificata dal M5S) da presentarsi alle prossime elezioni comunali». Ma poiché al momento non ci sarebbero le condizioni per riunirli tutti sotto lo stesso meetup, quello appunto riconosciuto da Bugani, «abbiamo convenuto che la cosa migliore fosse lavorare su binari paralleli e poi tirare le somme tra un paio danni».

Perché i meetup attualmente attivi sono tre, appunto. E stanno in questi giorni convocando riunioni separate invitando militanti e cittadini a partecipare. L’ottimismo di Panizza e Maiolini è quasi invidiabile quando dicono quindi: «Noi siamo convinti che quando i tempi saranno maturi sapremo presentare una lista competente, motivata e compatta. Lo spirito che ci accomuna è lavorare insieme per il bene di Ravenna senza protagonismi o prime donne». Perché le fratture vengono da lontano, ovvero dallo scorso mandato in consiglio comunale con la frizione tra Vandini e Santarella.

Nel frattempo, anche Pietro Vandini, che non ha partecipato alle scorse amministrative ma sosteneva la lista CambieRà, ha abbandonato il Movimento.

Ciliegina sulla torta: sulla stampa locale Michela Guerra fa emergere dissapori interni, in particolare per alcuni metodi di comunicazione utilizzati dalla consigliere Samantha Tardi.

Il tutto mentre il Paese è in attesa di capire se il Movimento 5 Stelle a livello nazionale sarà in grado di costruire alleanze (e con chi) per dare un governo al Paese. Un elemento che rappresenta una svolta politica cruciale per chi aveva sempre detto di non voler fare alleanze e che inevitabilmente avrà ripercussioni anche sulle scelte locali.

Alla biblioteca Oriani la narrativa fa rivivere la storia del Novecento

Quattro incontri con Orecchio, Malaguti, Janeczek e Ferrari

Gerda TaroQuattro incontri per riscoprire la storia contemporanea con la rassegna “Riscrivere la storia”: narratori che rileggono il ‘900 per raccontarlo al tempo presente.

I dialoghi pubblici si svolgeranno nella Biblioteca di storia contemporanea “A. Oriani” di Ravenna. Il percorso vede la collaborazione tra ScrittuRa festival, Fondazione Casa Oriani e l’assessorato all’Istruzione del Comune di Ravenna in quattro appuntamenti aperti al pubblico e quattro riservati agli studenti delle scuole superiori. Il programma è curato da Matteo Cavezzali e Alessandro Luparini, direttore dell’Oriani, che coordineranno gli incontri con gli autori.

Il programma inizia sabato 14 aprile alle 11 con un incontro sulla Rivoluzione d’ottobre, ospite lo scrittore Davide Orecchio, autore di Mio padre la rivoluzione (Minimumfax), una raccolta di racconti, ritratti, biografie impossibili e reportage di viaggio attorno alla storia e al mito della Rivoluzione russa, dai protagonisti dell’ottobre 1917 (Lenin, Stalin e Trockij) a personaggi minori.

Lunedì 16 aprile alle 18 si parlerà di Caporetto con Paolo Malaguti autore di Prima dell’alba (Neri Pozza), un romanzo che, attraverso le indagini sulla misteriosa morte di Andrea Graziani, il «generale fucilatore» distintosi per la feroce brutalità verso i sottoposti, fa luce su una delle pagine più oscure della storia italiana.

Mercoledì 18 aprile alle 18 la scrittrice Helena Janeczek parlerà della guerra civile di Spagna attraverso le pagine de La ragazza con la Leica (Guanda), candidato al Premio Strega 2018 e incentrato sulla vita di Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia a soli 26 anni, durante la guerra civile di Spagna. Accanto a lei il suo compagno Robert Capa, che diventerà icona della fotografia di guerra.

L’ultimo incontro sarà sabato 5 maggio alle 11. Si parlerà del caso Moro con Antonio Ferrari, giornalista del “Corriere della Sera” e autore del libro best seller Il segreto (Chiarelettere). Il romanzo-verità sull’Italia dei giorni del rapimento Moro, per anni tenuto nascosto.

Hanno già aderito al progetto il Liceo Classico Dante Alighieri, Liceo Artistico Nervi Severini, Liceo Scientifico A.Oriani e ITE G. Ginanni.
Tutti gli incontri sono aperti al pubblico e gratuiti.

Premiate dalla Cna dieci imprese che nel 2017 hanno assunto

«Ma la ripresa è ancora timida: negli ultimi dieci anni perse più di 1.500 aziende artigiane»

Premio Seo 2La Cna di Ravenna celebra quest’anno la ventesima edizione del premio “Sviluppo e Occupazione”, conferito a dieci imprese associate che nel corso del 2017 si sono contraddistinte per aver sviluppato la loro attività attraverso un aumento della loro base occupazionale.

Si tratta (in ordine alfabetico) della ACG Arco Costruzioni Generali di Ravenna; della Casa di Riposo Villa Giglio di Massa Lombarda; della Delithia di Faenza; di G & G L’Angolo Goloso di Cervia; dell’Italsab di Faenza; della Martini di Lugo; della PierreBi di Castel Bolognese; della Secam di Ravenna; di Zaganelli Group di Lugo e di Zamagna di Cervia.

Per il quinto anno consecutivo è stata, inoltre, riconosciuta una menzione speciale per premiare, quest’anno, la Fmi di Alfonsine e la Omaf di Faenza che, da tempo, si caratterizzano per un costante processo di consolidamento delle loro strutture imprenditoriali.

Sono pertanto 12 le aziende premiate in questa ventesima edizione e diventano oltre 270 quelle premiate complessivamente.

«Si tratta di un riconoscimento, per noi, importante e non formale – si legge in una nota inviata ai giornali da Cna – perché le imprese associate oggetto del premio dimostrano una volta ancora quanta vitalità, quanta forza e potenzialità sono racchiuse nel comparto dell’artigianato e della piccola impresa della nostra provincia. E lo dimostrano soprattutto attraverso le loro performance di crescita qualitativa e quantitativa, la loro concreta capacità di affrontare le impegnative sfide dei mercati nazionali e internazionali, ma anche e soprattutto per il loro radicamento territoriale, cioè per il loro vero e profondo attaccamento al territorio in cui operano producendo ricchezza e occupazione».

Il vicepresidente e il direttore della Cna, Mauro Gasperoni e Massimo Mazzavillani, sottolineano poi come la ripresa sia ancora timida e come a preoccupare sia la tenuta del sistema imprenditoriale, in particolare del segmento dell’impresa diffusa. «Se nel periodo 2008-2017 il Registro imprese della Camera di Commercio di Ravenna (artigianato compreso) ha perso ben 3.264 imprese con una flessione percentuale del 7,65%, il solo comparto artigiano, nello stesso periodo, ha perso 1.581 imprese con una riduzione in termini percentuali quasi doppia, -13,01%. Questo per rimarcare ancora una volta quanto la crisi abbia colpito fortemente soprattutto il comparto più caratteristico delle piccola impresa che, negli anni precedenti alla crisi, si era invece caratterizzato come il principale protagonista della crescita del tessuto imprenditoriale provinciale. Nonostante questi dati che presentano oramai da troppo tempo il segno meno e di fronte a una congiuntura che, PIL a parte, risulta ancora difficile e complicata, tante imprese sono riuscite comunque a riposizionarsi sui mercati e, soprattutto, sono riuscite a rafforzarsi».

«Oggi, pertanto – continuano ancora Gasperoni e Mazzavillani – risulta fondamentale rimettere al centro dell’azione politica l’impresa che è la primaria fonte del lavoro ed elemento indispensabile per aumentare i livelli di produttività e per rimetterci in linea con le più competitive economie europee e mondiali. Perché la ripresa, quella vera, sostenuta dagli indicatori più importanti, potrà avvenire solo ridando linfa all’economia reale. Per questo riteniamo strategiche le politiche per la nascita di nuove imprese, per favorire il ricambio generazionale, per dare priorità assoluta ai giovani e alle donne».

 

Bakkali: «Più spazio alle donne nel Pd, ma sta anche a noi farci avanti più spesso»

L’assessora del Comune di Ravenna tra le firmatarie del documento che denuncia un arretramento dei democratici sulla rappresentanza femminile

Bakkali
Ouidad Bakkali

Tra le firmatarie del duro documento di accusa ai vertici Pd da parte di oltre quattrocentocinquanta donne c’è anche Ouidad Bakkali del Pd ravennate che ricopre pealtro l’incarico di assessora alle Politiche di genere nel Comune di Ravenna e che ci spiega: «L’ho sottoscritto in maniera convinta perché è un tema che il nostro partito deve trattare nella sua organizzazione interna, soprattutto in questa fase».

La fase naturalmente è quella post elettorale in cui rilanciare l’azione di un partito che ha perso milioni di voti e ha incassato la sconfitta forse più cocente. Tanto da far sorgere un dubbio, non è forse tardi? I segnali c’erano tutti e le critiche forse andavano mosse prima. Insomma, negli ultimi due anni, dov’erano le donne del Pd?
«È possibile che dovessimo muoverci prima, ma di certo è fondamentale farlo adesso in cui appunto il partito è in una fase di profonda discussione interna. Ed è importante sottolineare che si tratta di un documento trasversale, non di corrente. Una volta individuato il percorso, che si tratti di congresso o primarie, lo sottoporremo a tutti gli eventuali candidati».
Eppure pare evidente che ci sia anche una critica alla gestione Renzi del partito.
«In realtà in questi anni sono stati presi molti provvedimenti a favore delle donne importanti sia dal governo, penso per esempio alle vittime di violenza, sia  nelle politiche locali, ma ci sono cose che vanno cambiate. Di certo per esempio separare il ruolo di “madre” da quello delle politiche di conciliazione è un errore a cui porre rimedio: abbiamo bisogno di parlare di famiglie e di donne, non di madri. La società è già più avanti di queste rappresentazioni. vogliamo fare una battaglia culturale e discuteremo in tutte le sedi, a partire dai circoli, perché si tratta di un tema fondamentale».
La lettera parla di elezioni politiche e di vertici nazionali, ma nemmeno il livello locale pare esente. Basta guardare tante foto della scorsa campagna elettorale, dove le donne erano praticamente assenti.
«Non lo nego, anche se c’è molta attenzione invece in quelle che sono le politiche delle amministrazioni. L’invito che vorrei rivolgere non è solo agli uomini, ma anche alle donne, perché facciano un passo avanti, siamo noi che spesso non interveniamo in direzione. Questo è un profondo lavoro culturale che va affrontato, insieme a quello del linguaggio. Le donne del Pd devono essere più visibili, dobbiamo dare un’immagine diversa da quella che abbiamo trasmesso del partito».
E però il fatto che il documento sia firmato da sole donne non rappresenta invece un limite, l’ennesimo recinto?
«Come dicevo, il documento sarà discusso in più sedi e certo sono convinta che potrà essere appoggiato da molti compagni di partito».
La possibile candidatura di Deborah Serracchiani alla segreteria è una buona notizia?
«Certo, ogni candidatura femminile lo é. Poi la si valuta sulla base delle proposte, esattamente come accade per gli uomini».
E la prima donna presidente al Senato, anche se è di Forza Italia, per lei è una buona notizia?
«Sì che lo é, naturalmente. È importantissimo per il lavoro culturale anche sulle nuove generazioni, come ispirazione per le future donne che così possono più facilmente immaginarsi, da grandi, a ricoprire qualsiasi ruolo».

Tentata rapina al comandante dei vigili che difendeva un anziano da un questuante

Giacomini era fuori servizio: all’uscita da un supermercato è intervenuto per proteggere l’uomo bloccato da un 29enne ma è stato preso a spintoni per rubargli il telefono con cui voleva chiamare il 112

RAVENNA 14/07/17. ANDREA GIACOMINI, NUOVO COMANDANTE POLIZIA MUNICIPALE DI RAVENNA
Andrea Giacomini, comandante della polizia municipale di Ravenna dal 2017

A nome personale e dell’amministrazione comunale, il sindaco di Cervia Luca Coffari esprime un plauso a Andrea Giacomini, comandante della polizia municipale di Ravenna  «che fuori servizio è intervenuto per difendere un anziano avvicinato con modi rudi da un questuante davanti alla nuova Coop di Cervia».

Giacomini, ex carabinieri in passato al comando del nucleo operativo radiomobile di Cervia, è stato a sua volta aggredito da un 29enne nigeriano che l’ha spintonato e preso a testate e poi ha tentato di strappargli il telefino mentre chiamava gli ex colleghi dell’Arma. L’intervento dei militari ha permesso di accertare che il giovane nascondeva dentro delle nicchie una specie di deposito di prodotti alimentari, molto probabilmente merce regalata da qualche cliente  e che poi rivendeva ad altri a prezzi più bassi.

«Cogliamo l’occasione per esprimere ai carabinieri e alle forze dell’ordine un particolare ringraziamento per il lavoro che svolgono, spesso anche fuori dall’orario di lavoro, al fine di garantire l’ordine pubblico, la legalità e la tutela delle persone. La sorveglianza del territorio avviene anche grazie alla collaborazione di tutti i cittadini, che esortiamo a segnalare situazioni che creano insicurezza alle forze dell’ordine».

Coffari spende parole a proposito della questua molesta o minacciosa: «Non è assolutamente tollerabile. Ricordiamo infatti che nella nostra città nessuno rimane senza mangiare o senza beni di prima necessità o senza un riparo la notte grazie alla fitta rete di associazioni, volontariato e comune, basti pensare ad esempio a mensa amica che offre giornalmente decine e decine di pasti. Molto spesso la richiesta di piccole somme di denaro o beni nasconde altre finalità come dimostra questo caso».

«Non tutti in aula stanno usando un linguaggio rispettoso di Giulia Ballestri»

L’Unione donne in Italia (Udi) è tra le parti civili ammesse dalla corte d’assise nel dibattimento con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sulle parole usate in tribunale in un caso di presunto femminicidio

Gli avvocati di parte civile del processo Cagnoni. Da sinistra: Maddalena Introna (associazione Dalla parte dei minori), Sonia Lama (Udi), Enrico Baldrati (Comune di Ravenna). Anche Linea Rosa è stata ammessa

Tra le ragioni per cui l’Unione donne in Italia (Udi) si è costituita, per la prima volta a Ravenna, parte civile del processo per l’uccisione di Giulia Ballestri c’è anche quella di tenere alta l’attenzione sui linguaggi utilizzati sia dentro sia fuori dall’aula di tribunale in un processo per presunto femminicidio. A questo punto del procedimento (domani, 13 aprile, la 22esima udienza) abbiamo chiesto a Lia Randi, rappresentante legale di Udi Ravenna, un’opinione su questo aspetto.

Vi sembra che le parti coinvolte in aula stiano usando un linguaggio consono nel parlare, in particolare, della vittima?
«No, non mi sembra che tutte le parti coinvolte usino un linguaggio consono o meglio rispettoso».

Da sinistra: Guido Ballestri e Rossana Marangoni, fratello e madre di Giulia Ballestri. Con loro l’avvocato Giovanni Scudellari

E la stampa, locale e nazionale, come sta facendo il proprio mestiere? Trovate un eccesso di spettacolarizzazione?
«In genere mi sembra che la stampa locale, tranne qualche momento di caduta, sia stata abbastanza corretta se non altro perché non ha usato toni sensazionalistici, espressioni decisamente sbagliate come crimine della follia, raptus o abusato del termine amore. Carla Baroncelli, una nostra amica, giornalista e scrittrice, scrive ogni settimana il suo “Ombre di un processo” leggibile nei blog della Casa delle donne e dell’Udi. Carla ci mette le parole, belle, intense, profonde: è attentissima a quello che nel processo si dice e a come lo si dice, coglie le sfumature, le contraddizioni, le allusioni. Coglie lo stereotipo sessista anche quando sembra non esserci, nei luoghi comuni, nelle battute che appaiono normali. Penso dunque che una rilettura e riscrittura del processo siano già in atto e che tocchi a noi, una volta raggiunta la sentenza, prendere in mano questo bel lavoro, farlo conoscere, ragionarci su e tradurlo con l’aiuto di altre operatrici della giustizia in obiettivi che possano proporsi di cambiare anche le aule dei tribunali».

RAVENNA 01/12/2017. PROCESSO CAGNONI PER OMICIDIO BALLESTRI
La pubblica accusa

Il pubblico, sempre molto numeroso, è composto prevalentemente da donne. Come ve lo spiegate?
«Certamente incide la curiosità per un processo che, fortunatamente, non è frequente in una piccola città come la nostra. In secondo luogo conta il fatto che al centro ci siano famiglie conosciute e “importanti”; c’è però, soprattutto, evidente in molte donne, lo sgomento per una uccisione così crudele ed efferata. Non è raro infatti, sentire pronunciare dalle donne presenti parole di vicinanza e compassione, non commiserazione, per Giulia. Ci sono anche molti studenti e soprattutto molte studentesse, per le quali evidentemente questo processo costituisce anche un importante “caso di studio”. Incide poi, senz’altro, anche la costituzione di parte civile da parte di associazioni fra cui la nostra e del Comune di Ravenna. Sicuramente ci sarà pure la presenza di persone attirate da una curiosità un po’ morbosa, ma francamente mi sembra abbastanza contenuta, non particolarmente significativa». (gu.sa.)

La Regione prepara l’albo delle strutture per anziani: più requisiti e controlli

Anche dopo il caso di Sant’Alberto una white list pubblica con iscrizione volontaria che darà la garanzia di maggiore qualità

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La casa famiglia degli abusi

Un albo regionale, visibile e consultabile dai cittadini, a cui le strutture di accoglienza per gli anziani potranno volontariamente decidere di iscriversi per sottoporsi a una serie di controlli aggiuntivi e regolamenti che daranno una garanzia di qualità. Ad annunciare l’istituzione di questa white list delle case di riposo dell’Emilia-Romagna è l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che oggi pomeriggio 12 aprile, ha incontrato i sindacati. Una specifica delibera della giunta regionale metterà nero su bianco i requisiti che dovranno avere, così come una serie di impegni che dovranno assumere per entrare a far parte di questa lista.

L’iniziativa regionale arriva a ridosso degli ultimi due recenti casi di cronaca tra cui uno accaduto a Sant’Alberto con anziane maltrattate in una casa-famiglia. Non a caso un altro elemento su cui Venturi è intervenuto è stata la necessità di rivedere alcuni aspetti della legislazione nazionale relativa alla case-famiglia, con l’inserimento di requisiti e garanzie aggiuntive per l’apertura delle strutture. Una richiesta che l’Emilia-Romagna si impegna a presentare alle commissioni nazionali competenti: Salute e Sociale. Venturi ha ribadito che la Regione, come annunciato, intende costituirsi parte civile in sede processuale nel caso di Sant’Alberto.

L’Unione dei Comuni vuole più sicurezza: patto tra sindaci e forze di polizia

Firmato a Lugo il documento che mette a sistema le risorse e l’organizzazione delle iniziative contro il degrado e la criminalità

Eliminare progressivamente le aree di degrado e di illegalità, nel rispetto delle competenze delle autorità di pubblica sicurezza, ottimizzando le integrazioni con le politiche di sicurezza delle autonomie territoriali e impegnando maggiormente le polizie locali. In sintesi è questo l’obiettivo del patto per la sicurezza urbana per l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna firmato stamani, 12 aprile, nel salone estense della Rocca di Lugo.

I soggetti firmatari si impegnano a promuovere azioni integrate volte al miglioramento della sicurezza pubblica e della sicurezza urbana, attraverso il potenziamento del controllo del territorio e del contrasto dei fenomeni delittuosi e delle criticità urbane in coerenza con le direttive emanate sull’argomento dal ministro dell’Interno. Esse comprendono in particolare: controllo di vicinato; nuove tecnologie per il controllo del territorio con particolare riferimento al sistema di lettura targhe; videosorveglianza; interconnessione delle sale operative della polizia locale con le sale operative delle forze di polizia; scambio informativo tra la polizia locale e le forze di polizia sul territorio. Il patto della Bassa è stato firmato da tutti i sindaci dei nove Comuni dell’Unione e dal prefetto di Ravenna Francesco Russo. Alla cerimonia erano inoltre presenti i veritici di tutte le forze di polizia del territorio.

«Vi sono comportamenti che possono influenzare la visione della sicurezza, come quelli che rientrano nell’inciviltà, gli atti di vandalismo, o il degrado urbano – ha sottolineato il sindaco di Massalombarda, Daniele Bassi, delegato per la Sicurezza dell’Ubcr –. Elementi che non sono propri della criminalità, ma che godono di alta visibilità sociale e influenzano il senso di sicurezza dei cittadini. La firma di questo documento conferma pazienza e tenacia nel muoverci verso una prevenzione anche di queste tematiche, e due sono le parole chiave: responsabilità e convivenza. Perché è con il senso di responsabilità che si definiscono regole di convivenza condivise. La sicurezza è declinata al plurale: vi sono la sicurezza pubblica, quella urbana, sanitaria, ambientale, stradale, e per includere tutto questo il patto si declina su tre direttive: la tutela dell’ordine pubblico, il contrasto a fenomeni di criminalità e comportamenti che pregiudicano l’ambiente urbano o disturbano la convivenza civile; i problemi connessi ai mutamenti demografici e quindi la morfologia sociale. Il patto concorre a promuovere la sicurezza come diritto primario dei cittadini e ad alzare non solo la percezione, ma la qualità della vita di tutti».

Gli uomini-scimmia di Monika Grycko in mostra al Mag di Ravenna

MG OPEREVenerdì 13 aprile alle 18.30 inaugura Ssak Story, l’ultima personale di Monika Grycko, curata da Chiara Fuschini, al Magazzeno Art Gallery di Ravenna (via Magazzini Posteriori 37).

L’artista di Varsavia, faentina d’adozione, presenterà una serie di sculture in ceramica e tecnica mista, alcune delle quali prodotte appositamente per questa mostra, che andranno ad indagare i temi della natura umana e delle sue ambiguità. Fuschini nel testo critico scrive: «Monika ci porta a considerare l’uomo-scimmia che è in noi. Nella psicologia è un prepotente dominatore, un essere mostruoso in cui nessuno vorrebbe riconoscersi ma col quale tutti temono di avere qualcosa in comune».

La mostra resterà aperta fino al 13 maggio. Orari: dal mercoledì al venerdì dalle 16 alle 19.30; il sabato anche dalle 10 alle 13.

In piazza del Popolo l’abbraccio di Ravenna alla Bunge dopo il trionfo europeo

I complimenti anche della Legavolley: «Vinto in una cornice da finale mondiale»

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La Bunge è rientrata in Italia dopo il trionfo europeo di mercoledì sera ad Atene e tifosi e cittadini potranno abbracciare i freschi vincitori della Challenge Cup di pallavolo già domani, venerdì 13 aprile, durante una festa organizzata in piazza del Popolo a partire dalle 19.30.

Bunge Aeroporto«Ravenna abbraccerà la Bunge – scrive sulla propria pagina Facebook la società – in quello che sarà un bellissimo momento di unione tra giocatori, tecnici, dirigenti, istituzioni, sponsor e tifosi».

Nel frattempo sono arrivati anche i complimenti della Legavolley, direttamente da parte della presidente Paola De Micheli: «I Club della nostra Lega in Europa hanno fatto il massimo. I primi complimenti vanno alla Bunge Ravenna, che ha saputo vincere in un campo difficilissimo ad Atene, davanti a migliaia di tifosi avversari e in una cornice da finale mondiale, portando in Italia la Challenge Cup.

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