giovedì
21 Agosto 2025

Riapre rinnovata la sala del Guidarello al Museo d’Arte della città di Ravenna

L’inaugurazione sabato 7 aprile alle 18. Il sindaco: «Non è che l’inizio del percorso per la messa in valore del nostro patrimonio»

Mar Sala GuidarelloTorna in veste rinnovata la Sala Guidarello al Mar di Ravenna che il Comune di Ravenna, Assessorato alla Cultura, lo stesso Mar-Museo d’Arte della città di Ravenna, con Ibc-Istituto per i Beni Culturali Artistici Naturali della Regione Emilia-Romagna, restituiscono al pubblico, nella giornata di sabato 7 aprile alle 18, con cerimonia inaugurale che si terrà presso la Loggetta Lombardesca, in Sala Alberto Martini.

«Abbiamo avviato un percorso per la messa in valore del nostro patrimonio che si articola attraverso una ambiziosa road map e prevede importanti investimenti al servizio dell’arte e della cultura. La Sala Guidarello non è che l’inizio». Con queste parole il sindaco, Michele de Pascale, saluta la riapertura della Sala Guidarello rinnovata nella proposta espositiva. La revisione degli allestimenti si basa su un progetto integrato che ha chiamato in causa, oltre alle opere edili, un vasto e articolato programma di conservazione e restauro.

Mar Sala Guidarello 3Il progetto, candidato dal Comune di Ravenna ai contributi regionali erogati sui Piani Museali 2016 finanziati con L.R. 18/2000, nei due bandi, Allestimenti e Restauri, ha incontrato l’attenzione di Ibc che ne ha sostenuto i contenuti. «È con orgoglio che possiamo affermare di avere intrapreso un percorso che nel tempo ci permetterà di adeguare gli allestimenti delle nostre collezioni ai moderni standard museali», aggiunge l’assessora alla Cultura, Elsa Signorino, precisando che 1il progetto è l’esito di un lavoro di concertazione che ha impegnato il Comune di Ravenna, con Mar e Infrastrutture civili, nel dialogo costante con Ibc e sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, nel rispetto delle diverse attribuzioni, nell’inderogabile perimetro delle risorse disponibili, a vantaggio del miglior esito. E di questo non possiamo che rallegrarci. Per Ravenna, e per il patrimonio, è una buona notizia».

Il percorso di riqualificazione degli allestimenti del Mar è stato avviato nel 2016 in occasione della presentazione della Collezione Moderna e Contemporanea nella nuova veste. «Ora, con la Sala Guidarello, si entra nel vivo del tessuto originario del patrimonio, quello che si origina con la raccolta delle opere acquisite in età napoleonica in seguito alla soppressione delle corporazioni religiose», spiega il direttore Maurizio Tarantino, aggiungendo che «insieme ai fondi oro che si conservano nelle celle dei monaci, la Sala Guidarello può essere considerata, a tutti gli effetti, il cuore pulsante delle raccolte civiche ravennati».

«Il potere generativo dell’arte – si legge in un comunicato inviato dal Museo – si salda, in questa sala, con i valori immateriali espressi dalla comunità ravennate nel pieno del Rinascimento. E se intorno al monolito di Guidarello la patria locale si stringe per identificarsi nei valori eroici del cavaliere senza macchia che sublima l’offesa nel monumento, così la nascita di una civiltà figurativa documentata dal moltiplicarsi delle botteghe di pittori, da Nicolò Rondinelli a Baldassarre Carrari, da Francesco Zaganelli a Luca Longhi, custodisce una stagione irripetibile per la città. Per questo la Sala Guidarello più di ogni altra rappresenta l’arca del patrimonio, poiché in essa converge la summa del prestigio culturale espresso dalla città in un secolo turbolento, come il Cinquecento, attraversato da profonde inquietudini, quelle stesse che preparano la stagione moderna».

Il nucleo patrimoniale, tipologicamente distinto grazie alla saldatura tra il marmo scolpito da Tullio Lombardo, al quale si deve anche il progetto del plesso monastico di Porto nel quale ha sede il museo, e i paliotti d’altare del Cinquecento a Ravenna, è collocato nello spazio un tempo occupato dal dormitorio sovrastante la Loggia. Il progetto di riallestimento, per la cura della conservatrice, Alberta Fabbri, “ha inteso porre in valore il dialogo tra lo spazio, nella articolata sintesi di corpi originali, anastilosi e rifunzionalizzazioni, e Guidarello, incardinato nel pavimento a suggello dell’inalienabilità e dell’inamovibilità. Sul nastro delle pareti si dispiega la civiltà figurativa ravennate di inizio Cinquecento ricca dapprima di umori lagunari e poi emiliani, infine umbro-toscani. Nell’avanzare del secolo si avverte il progressivo mutare delle aree di influenza, da Venezia a Roma, inevitabile con l’esito della Battaglia di Ravenna, nel 1512, che riposiziona Ravenna nel quadrante della Storia”.

Processo Cagnoni: l’ex vicesindaco Mingozzi in aula tra i testimoni della difesa

Dopo l’interrogatario all’imputato spalmato su due udienze si torna in tribunale. Già raccolte 80 deposizioni finora

Mingozzi Tribunale
L’ex vicesindaco Mingozzi in attesa dell’interrogatorio

L’interrogatorio a Matteo Cagnoni, che ha parlato in totale per nove ore spalmate su due udienze tra il 23 e il 26 marzo, ha segnato il giro di boa del processo. Nelle sedici udienze precedenti sono stati ascoltati circa ottanta testimoni chiamati dall’accusa, da oggi, 6 aprile, si torna in aula con i testi della difesa e serviranno probabilmente altre quattro o cinque udienze.

I nomi ammessi sono 66 ma dieci sono già stati sentiti perché erano in comune con la lista della procura. Dei 56 che rimangono, sette sono in veste di consulenti di parte: tre medici legali, un esperto informatico, uno psicologo per un profilo dell’imputato, un ex poliziotto per la dattiloscopia e un esperto di botanica per le perizie sul bastone. Per il resto si tratta nella maggior parte di amici e conoscenti della coppia che verranno a deporre per ricostruire i rapporti fra i due nel tentativo di mostrare che la crisi c’era ma la relazione non era così tesa. Tra i testimoni chiamati in aula già oggi anche Giannantonio Mingozzi, ex vicesindaco di Ravenna e oggi presidente di Tcr (nel 2011 Cagnoni era tra le cento personalità cittadine che lo sostennero nella campagna elettorale).

Per quanto riguarda chi è già stato interrogato invece vanno contati una ventina di appartenenti alle forze dell’ordine, soprattutto polizia. Della questura di Ravenna che ha condotto le indagini, della questura di Firenze che ha eseguito l’arresto, della scientifica di Bologna e dello Sco di Roma che hanno svolto le perizie sulla scena del crimine, sulle videocamere, sull’arma del delitto. Poi i medici legali con gli esiti dell’autopsia che fissa l’orario della morte partendo dalla quantita di caffeina trovata nello stomaco sapendo che a colazione la Ballestri aveva bevuto un caffè. Le testimonianze cruciali sono state proprio quelle degli esperti di dattiloscopia che hanno esaminato le impronte. Il momento più duro senza dubbio quando il sostituto commissario Stefano Bandini ha mostrato il video girato la notte del ritrovamento del cadavere. Particolarmente toccanti le deposizioni della madre e del fratello della vittima. Con il padre e il fratello dell’imputato si sono vissuti momenti opposti, il primo che ha cercato di essere più convincente possibile nel dare una versione utile al figlio e il secondo che in alcuni momenti non ha potuto mascherare l’imbarazzo.

Particolarmente drammatica la testimonianza di Roberto Nannini, anatomopatologo con oltre 400 consulenze in carriera per le procure e consulente di parte civile per la famiglia Ballestri. L’aggressione a Giulia sarebbe durata 30-40 minuti prima della definitiva violenza contro il muro. E a quel punto la donna agonizzante e in stato di incoscienza è stata lasciata a terra e il decesso sarebbe arrivato non prima di almeno 15 minuti per trauma cranico, emorragia acuta e ridotta capacità respiratoria per inalazione di sangue. Secondo il medico prima di essere massacrata contro il muro poteva ancora essere salvata.

I socialisti a Ravenna passano dall’opposizione alla maggioranza di centrosinistra

Il Psi lascia Ravenna in Comune dopo i risultati delle elezioni politiche del 4 marzo

Psi RavennaDiciamo che forse non era la notizia più attesa dell’anno, politicamente parlando, ma è comunque arrivata. Il Psi di Ravenna è passato a sostenere la maggioranza di Michele De Pascale a Palazzo Merlato. Uno dei tanti effetti delle ultime elezioni politiche che hanno appunto visto lo Psi aderire a una delle liste civiche in appoggio del Pd, quella denonimata “Insieme” che a Ravenna vedeva capolista Daniele Perini di Ama Ravenna e che ha raccolto in tutto lo 0,8 percento nel comune di Ravenna per un totale di 709 voti.

Il Psi a livello locale, invece, nel 2016 aveva sostenuto il progetto di Ravenna in Comune che aveva candidato Raffaella Sutter a sindaco e aveva messo insieme tutte le forze di sinistra alternative al Pd e che in consiglio comunale è rappresentato dal consigliere Massimo Manzoli, all’opposizione. Un’anomalia, appunto, rispetto anche agli accordi nazionali che invece vedevano Pd e Psi alleati, pur nella sconfitta.

«La situazione creatasi con il voto del 4 marzo ­– spiegano in una nota stampa Lorenzo Corelli Segretario provinciale e Giuseppe Marolla Segretario comunale – non consente defezioni a chi ritiene necessario che tutta la sinistra riformista e di governo ritrovi la propria strada, aprendosi ai nuovi scenari». E sul piano locale aggiungono: «Non mancheremo di dare il nostro apporto su tutte le questioni più rilevanti». Tra queste ci sono la tutela dell’ambiente e del territorio e la sicurezza soprattutto per il rischio radicamento della malavita».

In seminario si parla dei pericoli dei social network per gli adolescenti

Young Boy In Bedroom Using Laptop And Listening To MP3 PlayerOggi, venerdì 6 aprile, alle 16.30, nella sala “Don Minzoni ” del Seminario arcivescovile in piazza Duomo 4, a Ravenna, Soroptimist club promuove un incontro sul tema “Simulazioni e inganni” con esperti che si intratterranno sui pericoli e sulle insidie che si possono nascondere nel mondo dei social network e di cui gli adolescenti possono essere vittime inconsapevoli.

Il programma dell’evento, che è patrocinato dall’assessorato alla Pubblica Istruzione e Infanzia, prevede l’introduzione di Gabriela Finetto, presidente Soroptimist club, il saluto di Ouidad Bakkali, assessora alla Pubblica istruzione e infanzia e le relazioni di Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minori di Bologna, Fiorenza Maffei, dirigente della divisione anti-crimine della Questura di Ravenna, Susanna Bolognesi, psicologa e specialista in psicoterapia, e Marco Ferrari, vicepreside e docente di filosofia al liceo Malpighi di Bologna.

Modererà il dibattito Tina Serra, consigliera del Soroptimist club di Ravenna.

La storia illustrata da Luca Tarlazzi, lughese che collabora con Alberto Angela

Luca TarlazziOggi, venerdì 6 aprile, alle 17.30 a Ravenna inaugurazione alla biblioteca Classense, in sala Muratori, de “La Storia illustrata da Luca Tarlazzi” alla presenza dell’assessora alla Cultura Elsa Signorino e del direttore della Biblioteca Classense Maurizio Tarantino. Intervengono l’artista, il giornalista Nevio Galeati e l’editore Stefano Trentini.

Nell’occasione verrà presentato il catalogo della mostra, con testi di: Alberto Angela, Giacomo Callo, Nevio Galeati, Gian Ruggero Manzoni e Stefano Trentini, curatore della mostra insieme a Paolo Trioschi.

L’esposizione è promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune e dall’Istituzione Biblioteca Classense e in collaborazione con “Scrittura Festival”.
“La Storia illustrata da Luca Tarlazzi,” è aperta fino al 29 aprile da martedì a domenica dalle 15 alle 18.30. Chiusura il lunedì. Ingresso libero.

Classe 1962, nato a Lugo, Luca Tarlazzi collabora e ha collaborato con gruppi editoriali italiani come L’Espresso, Mondadori, RCS Rizzoli, De Agostini.
Ha disegnato copertine per famosi scrittori internazionali come Ken Follett, R.R. Martin (ben dieci per “Il trono di spade”) Corrado Augias, Valerio Massimo Manfredi, Franco Forte e tanti altri. Da anni collabora con Alberto Angela per realizzare le visualizzazioni storiche dedicate a Roma ed è da sempre illustratore di Trentini editore.

Chiesta l’archiviazione per i due accusati di aver lanciato sassi dal cavalcavia

Due giovani trovati dai carabinieri sul ponte dell’Esp dopo la telefonata di due automobilisti: erano stati arrestati ma negavano responsabilità. Il vetro della vettura solamente scalfito

CavalcaviaespLa procura di Ravenna ha chiesto l’archiviazione per i due giovani stranieri, un 19enne del Senegal e un 24enne della Guinea, che il 28 gennaio scorso erano stati arrestati dai carabinieri con l’accusa di tentato omicidio per aver lanciato sassi da un cavalcavia. La decisione finale spetterà al giudice per le indagini preliminari. La notizia è riportata da Il Resto del Carlino.

L’intervento dei militari era scattato dopo la telefonata di una coppia di fidanzati bolognesi che viaggiava sulla statale Adriatica in direzione Ferrara: sotto al cavalcavia di viale Randi, nei pressi del centro commerciale Esp, la loro Bmw sarebbe stata colpita da un oggetto lanciato da due persone sul ponte rischiando di urtare il guardrail. I due stranieri avevano negato ogni responsabilità: erano sul ponte dove li avevano trovati i carabinieri perché stavano andando all’Esp.

Il gip convalidò l’arresto ritenendo che i carabinieri avevano agito correttamente date le circostanze ma non accolse le richiesta di custodia in carcere ritenendo troppo deboli gli indizi per un’ipotesi di reato così grave. Perché quei due dopo un gesto talmente avventato sarebbero rimasti sul ponte invece di scappare? E inoltre il danno al parabrezza era solamente una leggera scalfitura. Infine era apparsa inverosimile la posizione dei due automobilisti che in caserma il giorno stesso avevano incrociato i due arrestati sostenendo di averli riconosciuti con certezza. Non è avvenuto altrettanto quando i bolognesi sono stati chiamati a un riconoscimento dei giovani in mezzo ad altri volti.

Mazzette per velocizzare gli appalti, indagati quattro ex dipendenti di Hera

Chiusa l’indagine della guardia di finanza che già aveva portato all’arresto di due funzionari della multiutility: le accuse a vario titolo vanno da concussione a induzione indebita. Nella lista della procura anche una settima persona che deve rispondere di estorsione

Hera Camion 2Quattro ex dipendenti del gruppo Hera sono indagati per un giro di presunte mazzette e favori che avrebbero ricevuto da imprenditori ai quali lasciavano intendere di poter ostacolare l’assegnazione di appalti a loro favore o rallentare i tempi dei pagamenti dei cantieri già affidati. Nei giorni scorsi, come si legge su Il Resto del Carlino che riporta la notizia, è stato notificato l’avviso di fine indagini, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio. È l’epilogo dell’operazione Barabba condotta dalla guardia di finanza (pm Monica Gargiulo) che aveva avuto una prima svolta a gennaio con l’arresto di altri due funzionari della multiutility, ora sottoposti all’obbligo di firma dopo la detenzione cautelare ai domiciliari. Per tutti le accuse vanno da concussione a induzione indebita. Oltre ai sei esponenti di Hera, una settima persona è nella lista degli indagati per estorsione. L’inchiesta si era aperta nell’aprile di quattro anni fa, i fatti contestati risalgono al periodo 2004-2015.

Il gruppo Hera fa sapere di aver appreso solo oggi dalla stampa degli ulteriori sviluppi nell’inchiesta e valuterà le misure da adottare a propria tutela una volta acquisita la documentazione, al momento non nella disponibilità della società: «L’azienda, già ai tempi in cui è venuta a conoscenza dei fatti, si è costituita nel marzo 2016 attraverso i propri legali, nell’ambito del procedimento, quale persona offesa. Nel ribadire che è stata prestata la massima collaborazione con la magistratura anche nel caso in esame, Hera si dichiara completamente estraneo ai fatti».

In arrivo 3 milioni per la promo-commercializzazione turistica: i progetti ravennati

A ottenere il punteggio più alto tra i 75 progetti approvati dalla Regione è il gruppo legato agli hotel Batani. Nel capoluogo riceve il finanziamento solo Ravenna Incoming

Ravenna Basilica San VitaleTre milioni di euro, 75 progetti approvati in grado di generare investimenti per circa 12 milioni di euro. È stata approvata dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna la graduatoria delle imprese che beneficeranno dei contributi del piano di cofinanziamento per la promo-commercializzazione turistica (quali, a esempio, spese per promoter, per la partecipazione a fiere, borse, workshop e altri eventi a scopo promo-commerciale).

I destinatari dei finanziamenti sono imprese che partecipano ai Programmi di attività 2018 delle Destinazioni turistiche recentemente istituite dalla nuova legge regionale.

«Valorizzare le Destinazioni di area vasta e i prodotti di eccellenza significa rafforzare i territori – afferma l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini-. È la prima volta dalla loro istituzione che agiamo sulle Destinazioni turistiche per le azioni di promozione dei migliori prodotti della nostra regione. L’obiettivo è di rafforzare il rapporto di collaborazione tra pubblico e privato e sviluppare politiche di marketing territoriale che consentono di agire sul territorio a tutto tondo. Con questi 75 progetti diamo la possibilità di muovere risorse per circa 12 milioni di euro».

I progetti della Destinazione turistica Romagna, che interessano le province di Ferrara, Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena, godranno della maggior parte del finanziamento, per un ammontare di circa 2 milioni 270 mila euro.

L’unico soggetto della città di Ravenna a ricevere il contributo è il consorzio Ravenna Incoming, consorzio formato da operatori privati che si occupa della promocommercializzazione di proposte di soggiorno: riceverà il 25 percento dei circa 90mila euro richiesti per il progetto “Alla scoperta di Ravenna con matrimoni, musica e Dante Alighieri”. L’altro soggetto a ricevere il finanziamento che opera nel comune di Ravenna è la società delle Terme di Punta Marina che incasserà anche in questo caso il 25 percento di un progetto proposto (“Le terme del benessere e delle opportunità leisure”) da circa 165mila euro.
Restando in provincia di Ravenna otterrà il 35 percento dei 168mila euro previsti dal proprio progetto di promo-commercializzazione la società If, l’azienda privata che si occupa della promozione del turismo nei territori di Imola e Faenza, mentre le Terme di Riolo si dovranno accontentare del 15,75 percento a fronte di una richiesta di oltre 150mila euro. I restanti sette progetti premiati in provincia di Ravenna arrivano dal territorio comunale di Cervia. Due sono legate al marchio Sportur, a cui arriveranno finanziamenti regionali per oltre 90mila euro a fronte di due progetti da complessivi 400mila euro. Ci sono poi le Terme di Cervia (che riceveranno il 25 percento dei 190mila richiesti per il progetto “Destinazione sale”), l’agenzia viaggi cervese Ias Tourist (che ottiene il 25 percento per un progetto da oltre 150mila euro sulla riscoperta del “piccolo e sorprendente”), Cervia Bike (anche in questo caso è stato concesso il 25 percento a fronte di un investimento in promo-commercializzazione da oltre 140mila euro) e Sport Travel srl (che riceverà 50mila euro per un progetto legato a eventi sportivi). Infine, il primo classificato tra tutti i 75 progetti approvati dalla Regione, l’unico ad aver ottenuto il punteggio di 100 punti, quello intitolato “Feeling Romagna” di Batani Select Travel, società legata alla celebre famiglia di albergatori con sede a Milano Marittima: otterrà circa 70mila euro sui 200mila di investimento previsti.

In sei mesi si è tenuta 15mila euro dagli incassi del bar: dipendente denunciata

Una 30enne incastrata dalle telecamere nascoste: rubava parte delle entrate delle slot machine quando faceva la chiusura serale dei conti

La polizia ha denunciato l'uomo

In sei mesi si è tenuta 15mila euro dagli incassi di un bar di Ravenna in cui lavorava. La polizia ha denunciato una 30enne senegalese, residente a Ravenna, per furto aggravato continuato. A incastrarla sono state le telecamere nascoste dagli investigatori della squadra mobile dopo la segnalazione del proprietario preoccupato per gli incassi del locale che, rispetto al passato, cominciavano a subire perdite nonostante la clientela sempre numerosa. Da agosto 2017 all’inizio di febbraio 2018, la dipendente ha effettuato ripetutamente le operazioni di chiusura contabile serale delle slot machine installate nella sala attigua, prelevando il denaro contante contenuto nelle cassettiere.

In coma dopo l’incidente stradale, il figlio del ciclista cerca testimoni

Un 82enne in gravi condizioni dopo lo scontro con un’auto il 3 aprile

«Mio padre è in coma dopo l’incidente stradale e per ricostruire la dinamica dei fatti c’è solo la versione dell’automobilista con cui ha avuto l’incidente mentre era in bicicletta. Se qualcuno avesse visto qualcosa potrebbe essere utile a fare più chiarezza». Marzio Morganti lancia un appello a chi poteva essere all’incrocio tra via Mangagnina e via Fusconi a Ravenna verso le 8 del 3 aprile. Il padre Claudio, 82 anni, è ancora ricoverato in Rianimazione al Bufalini di Cesena e non si è ancora svegliato dopo l’incidente: «Le sue condizioni sono gravissime».

La speranza del figlio è che magari qualcuno dei residenti nella abitazioni sull’incrocio possa aver notato qualche dettaglio ma non abbia ritenuto di riferirlo: «Anche qualche piccolezza può servire. La polizia municipale che ha fatto i rilievi ha dato la propria disponibilità a raccogliere eventuali testimonianze». Chi avesse informazioni utili può quindi chiamare l’ufficio infortunistica al numero 0544-482905.

Baby gang rapina una Mercedes poi si schianta davanti a una caserma: 4 nei guai

Dopo l’incidente davanti alla Tenenza della guardia di finanza sono usciti in sei dall’auto per scappare di corsa. Al volante un 19enne senza patente, gli altri tutti minorenni

Dopo l’incidente sono usciti in sei dalla Mercedes e sono scappati di corsa ma si erano schiantati davanti alla caserma della guardia di finanza di Cervia e la fuga è durata poco: il 3 aprile denunciati tre minorenni che il giorno prima avevano rapinato l’auto picchiando il proprietario e arrestato per ricettazione il 19enne che pur senza patente era al volante.

La vicenda, come accennato, è cominciata quando i finanzieri della tenenza di Cervia, impegnati nelle quotidiane attività di polizia economico-finanziaria, udivano il rumore dell’incidente in via Isonzo. Quando i militari sono usciti per i soccorsi hanno capito presto che gli occupanti erano illesi: usciti dalla Classe A incidentata si erano dati tutti alla fuga. Le Fiamme Gialle sono riusciti a bloccare cinque dei sei fuggitivi: il conducente dell’auto, un diciannovenne marocchino residente a Cesenatico, e quattro minorenni di età compresa tra i 16 ed 17 anni tutti residenti a Cervia.

È emerso che la Mercedes era stata rubata la notte precedente, giorno di Pasquetta, a un 42enne cesenate che aveva trascorso la serata a Cervia. Tre minorenni avevano avvicinato l’uomo nei pressi di una sala giochi di viale Roma e lo avevano invitato, con un pretesto, a seguirli in una strada poco trafficata: intorno alle 21 uno dei tre minorenni ha colpito il 42enne obbligandolo a farsi consegnare il telefono cellulare, il portafogli e l’orologio. Altri due giovani, estraendo una pistola, poi rivelatasi ad aria compressa e priva del tappo rosso, costringevano il cesenate, dolorante a terra, a consegnare loro le chiavi della vettura.

A bordo della Mercedes rubata la baby gang ha iniziato a girovagare per la città e ha lasciato l’auto parcheggiata in una via laterale durante la notte. Il giorno dopo è stata data al 19enne marocchino che, insieme agli altri cinque minorenni di cui due autori della rapina, ha proseguito ad utilizzarla sino a schiantarsi davanti alla caserma della Finanza di Cervia.

Tutti i ragazzi coinvolti nella vicenda sono stati sentiti alla presenza dei propri genitori e, dopo le iniziali reticenze, hanno ammesso le responsabilità, anche a seguito del riconoscimento degli stessi da parte della vittima della rapina, convocata in caserma. I Finanzieri hanno perquisito l’abitazione di uno dei giovani, rinvenendo, oltre alla pistola utilizzata per la rapina, altre armi ad aria compressa, tutte private del tappo rosso rendendole del tutto simili a vere pistole. Inoltre i militari hanno recuperato la refurtiva (cellulare, orologio e tessera sanitaria) che è stata immediatamente riconsegnata al legittimo proprietario.

Portato via l’elmo di Negau dal museo didattico di S.P. in Campiano: finirà a Classe

Contro il trasferimento del reperto è partita anche una petizione della Pigna

Elmo Negau
Il momento del prelievo dell’elmo in una foto scattata da Veronica Verlicchi della Pigna

Un elmo di bronzo del tipo “di Negau”, di epoca etrusca, il reperto più importante del museo didattico del territorio di San Pietro in Campiano, è stato come previsto rimosso per essere trasferito nel nuovo museo archeologico di Classe, la cui inaugurazione è prevista nel prossimo autunno.

Un caso che ha animato in questi giorni anche il dibattito politico, con Sinistra per Ravenna che è stata la prima a sollevare la questione, chiedendo lumi all’Amministrazione, seguita poi da Ravenna in Comune e La Pigna, tutti (responsabile del museo, insegnanti, comitato dei genitori e semplici cittadini di San Pietro in Campiano, a quanto pare, compresi) contro l’autorizzazione della Soprintendenza al trasferimento.

A intervenire è stato anche Giuseppe Sassatelli, il presidente della fondazione Ravennantica, che gestisce il sito di Campiano («un centro didattico più che un vero e proprio museo») e gestirà il nuovo museo di Classe. «Non è il singolo reperto che fa la storia, ma un insieme di reperti e di materiali – ha scritto in una nota – e per dare più valore a un singolo reperto bisogna esporlo insieme ad altri con l’obiettivo di ricostruire la storia del nostro territorio e delle singole comunità che lo popolano. Ed è sacrosanto che questo avvenga all’interno di un Museo, a Classe, che sarà il Museo della città e del territorio, all’interno del quale si scriverà, attraverso materiali archeologici che provengono dalle diverse comunità che lo hanno costituito e che lo costituiscono tuttora, proprio questa storia». Parole condivise in una lettera (la si può leggere cliccando qui) anche dall’assessore alla Cultura Elsa Signorino. Ma che non hanno convinto i contestatori, tanto che La Pigna ha fatto partire una petizione (per informazioni redazionelapigna@gmail.com) che chiede di riportare l’elmo a San Pietro in Campiano «e stiamo chiedendo una seduta della commissione cultura per chiedere che Ravennantica rinunci all’elmo e lo riporti nel museo che l’ha sempre custodito».

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