martedì
05 Agosto 2025

Domani ancora pioggia. Coldiretti: «Il maltempo è costato 100 milioni alle aziende»

Sono «svanite le produzioni di ortaggi invernali» e anche i frutteti sono stati colpiti duro dal gelo. Da domani rialzo delle temperature ma si teme per il rischio frane

PioggiaIl maltempo non abbandonerà la Romagna nemmeno domani, martedì 6 marzo. La protezione civile ha infatti diramato una nuova allerta meteo per rischio frane e criticità idrauliche. Si segnala però un aumento della temperatura che dovrebbe portare all’uscita dall’ondata di maltempo che interessa Ravenna e la Romagna ormai da due settimane, prima con pioggia, poi con neve e ghiaccio e ora nuovamente con pioggia. Tanto che secondo la Coldiretti regionale in tutto il territorio dell’Emilia-Romagna ci sono stati danni che «potrebbero raggiungere i cento milioni di euro» divisi tra duemila aziende colpite.

Svanite le produzione di ortaggi invernali ma anche il raccolto dei frutteti, in particolare peschi e albicocchi che, con le temperature superiori alla media del mese di gennaio, erano in risveglio vegetativo e in molti casi già fioriti.  A causa delle temperature scese sotto gli 8 gradi in pianura, è a rischio la produzione anche per il frumento e per le aziende che hanno già seminato le barbabietole da zucchero. Secondo Coldiretti regionale, i danni per i raccolti agricoli potrebbero raggiungere anche i 100 milioni di euro.

Ora si teme anche lo scioglimento della neve che, con l’aggiunta di pioggia è  «un aumento del rischio di alluvioni e un incremento della situazione franosa della nostra regione. Secondo elaborazioni Coldiretti su dati del Servizio Geologico regionale, in Emilia Romagna ci sono più di 38 mila frane attive per una superficie di quasi 70 mila ettari e più di 32 mila frane quiescenti, che coprono 181 mila ettari. In pratica l’11,3 per cento del territorio regionale è soggetto a frane, percentuale che aumenta decisamente se si considera che la provincia di Ferrara e tutto il territorio a nord della via Emilia sono esenti da movimenti franosi».

 

In auto con 6 kg di droga, i cani fiutano carico da 150mila euro: 58enne arrestato

L’uomo fermato al casello di Ravenna: hashish e cocaina nascosti in vari vani della carrozzeria

droga finanza
La droga sequestrata dalla Guardia di finanza

Un uomo di 58 anni originario di Brescia, al volante di un’auto di grossa cilindrata, è stato fermato dalla guardia di finanza in autostrada nei pressi del casello di Ravenna e trovato con sei chili di droga a bordo, tra cocaina e hashish. Sul mercato il carico avrebbe fruttato 150mila euro. Il lombardo è stato arrestato.

I cani antidroga Bac e Lucky, in ausilio alla tenenza di Cervia che ha svolto l’operazione,  hanno puntato con insistenza il bagagliaio dell’autovettura: l’ispezione delle intercapedini ha permesso di rinvenire circa due chilogrammi di hashish suddiviso in venti panetti. Una perquisizione più approfondita in caserma ha permesso di recuperare, all’interno di altri interstizi della carrozzeria, altre trenta tavolette di hashish per tre kg totali e un involucro sottovuoto contenente 700 grammi di cocaina pura.

L’ex Governatore Vasco Errani entra in Senato nonostante il flop di Liberi e Uguali

A salvarlo il listino proporzionale. Non ce l’ha fatta invece Andrea Maestri, candidato in Umbria

Vasco Errani

Nonostante il fallimento del progetto a cui ha aderito – Liberi e Uguali di Pietro Grasso, fermatosi al 3,4 percento di voti a livello nazionale a fronte di sondaggi che lo davano anche attorno al doppio – l’ex Presidente della Regione, il ravennate Vasco Errani, entra in Parlamento. Lo fa non tramite il collegio uninominale (Errani era candidato a Bologna dove ha ottenuto l’8,7 percento delle preferenze perdendo di gran lunga la sfida con Pier Ferdinando Casini del Pd, eletto con il 32 percento, e anche con i candidati di centrodestra e 5 Stelle) bensì tramite il listino proporzionale.

Farà compagnia in Senato allo stesso Grasso, a Francesco Laforgia e a Giuseppe De Cristofaro mentre alla Camera sono entrati con Leu, tra gli altri, nomi noti come Fassina, Bersani, Speranza, Fratoianni, Epifani e Laura Boldrini. Tra i nomi di spicco che non ce l’hanno fatta, invece Filippo Civati e Massimo D’Alema.

Per quanto riguarda gli altri due ravennati candidati in Leu, non ce l’ha fatta Andrea Maestri (ex Possibile), candidato in Umbria (dove Leu è arrivato solo al 3 percento), mentre sono in corso conteggi per capire se ce la farà a tornare in Parlamento Giovanni Paglia di Sinistra Italiana

Si suicida in carcere dove era in attesa della convalida dell’arresto: morto 51enne

Era entrato in cella da due giorni. L’uomo si è ucciso legandosi alla grata del bagno e lo ha trovato senza vita un agente della polpen

Carcere Casa Circondariale RavennaUn uomo di 51 anni, italiano, si è suicidato nel carcere di Ravenna dove era detenuto da due giorni, ancora in attesa della convalida dell’arresto avvenuto il 3 marzo. Il corpo è stato rinvenuto stamani, 5 marzo, da un agente della polizia penitenziaria durante un giro di controllo.

La notizia è stata diffusa dall’Uilpa. Secondo quanto scrive Pasquale Giacomo, coordinatore provinciale del sindacato, il 51enne si è impiccato «legandosi alla grata del bagno della cella dove era ristretto, proprio stamattina era prevista l’udienza di convalida dell’arresto».

Il rappresentante sindacale sottoline che «il mondo carcere ultimamente sta attraversando il periodo più buio degli ultimi anni anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria per il numero considerevole di suicidi ed eventi critici in aumento negli ultimi anni. A questo punto mi sembra imprescindibile che il prossimo ministro della Giustizia faccia invertire la rotta all’attuale dirigenza del Dap».

A Castiglione, Roncalceci e Mare il centrosinistra è la terza forza, vince la Lega

Il Movimento 5 Stelle primo partito nella circoscrizione Terza e a Piangipane. Alberto Pagani e la coalizione del Pd tengono solo in cinque territori su dieci

RAVENNA 5/03/2018. ELEZIONI POLITICHE 2018. ATTESA DEL VOTO NELLA SEDE DEL PD

L’analisi del voto declinata sui territori mostra un centrosinistra in affanno un po’ dappertutto, lontanissimo dalle percentuali bulgare che un tempo caratterizzavano la chiusura delle urne. La coalizione di Pd e alleati affonda al Mare (dove da tempo non è più maggioritaria) e soprattutto a Castiglione. In questi due territori fa il pieno di vota il centrodestra, con il secondo posto ottenuto dal Movimento Cinque Stelle.

Al Mare Lega e soci portano a casa il 34,43 percento. Il Pd si ferma al 25,62 mentre a metà del guado ci sono i grillini (31,97). A Castiglione numeri simili: 33, 36  alla coalizione che sostiene la leghista Samantha Gardin, 30,10 ai grillini e il centrosinistra fermo a quota 26,83.  Roncalceci, infine, vede il centrodestra a quota 32,17, il Pd al 30,48 e il Movimento al 27,38.

Il Movimento 5 Stelle vince invece nella circoscrizione Terza, dove con il 32,34 per cento si mette dietro centrodestra (29,24) e centrosinistra (29,02). Anche qui quindi il Pd, seppur di poco, viene sconfitto e finisce all’ultimo posto tra i tre maggiori schieramenti. I grillini ottengono esattamente la stessa percentuale, precisa al centesimo (32,34) a Piangipane, ormai ex roccaforte rossa. Qui il Pd arriva secondo (30,10) e la coalizione di Gardin non sfonda (27,37).

Negli altri cinque territori circoscrizionali Alberto Pagani vince, con percentuali che vanno dal 31,88 percento (Seconda) al 35,63 (Sant’Alberto).

A Lugo il Pd passa con 200 voti di scarto, a Faenza perde 30 punti percentuali

Più tranquilla per i dem la situazione a Bagnacavallo, dove Pagani vince con il 5 percento di scarto dalla candidata leghista

I risultati delle elezioni politiche 2018 nel comune di Ravenna
In otto comuni sui 18 della provincia di Ravenna passa il centrodestra

Legge Elettorale Elezioni Politiche 2018Secondo comune per importanza della provincia, Faenza non votava alla Camera nella stesso collegio di Ravenna e aveva come candidato del Pd il forlivese Marco di Maio, renziano della prima ora e parlamentare uscente che è stato eletto, così come il collega Alberto Pagani, ravennate candidato nel capoluogo di provincia, a Cervia e nelle bassa lughese. A sfidarlo c’erano la leghista Andrea Cintorino e la grillina Annamaria De Bellis. E anche se Di Maio ha effettivamente ottenuto la maggioranza, così come il collega candidato al Senato, Stefano Collina, peraltro faentino doc, e per quanto, a differenza che a Ravenna, il Pd qui resti il primo partito, comunque il colpo per i democratici è stato forte e chiaro. Il Pd nella città manfreda ha raccolto in questa tornata 9.221 voti (pari al 28,2) perdendo migliaia di elettori dal mirabolante 58,3 percento delle Europee nel 2014 ma anche dal più modesto 37,6 percento del 2013. Del resto qui, alle ultime Amministrative, il sindaco Pd Malpezzi (renziano ante litteram) vinse il ballottaggio con la Lega per una manciata di voti. Il secondo partito è il Movimento 5 Stelle che torna sui numeri del 2013 (allora erano 8.128 votanti, oggi sono 8223 pari al 25,1 percento), la Lega è al 18,5 percento, Forza Italia sfiora il 9, Leu il 5 percento. Sopra la media nazionale il voto di + Europa al 3,6 percento, mentre non cresce Forza Nuova che raccoglie 288 voti insieme alla Fiamma Tricolore (nel 2013 erano stati, da sola, 265) nonostante il radicamento del partito di destra a Faenza e i candidati faentini in lista. Come un po’ dappertutto in provincia, supera il 3 percento anche Fratelli d’Italia, mentre Potere al Popolo si ferma sotto l’1 percento con 317 voti.

Vince a Lugo, il Pd, dove appunto candidava l’uscente della vicina Alfonsine Alberto Pagani, ex segretario del partito. Anche se ha vinto con un margine davvero risicato pari ad appena 200 voti. Anche qui i voti dem sono precipitati dai 10.583 delle Europee (a guida Renzi) ma anche dagli 8.560 delle scorse politiche (a guida Bersani) per fermarsi sotto soglia 6mila, pari al 32,1 percento. E anche qui, non è a Leu che i voti sono finiti, visto che la formazione di ex in questa terra che pure era fortemente bersaniana non ha raccolto più di 645 voti, pochi di più di quelli di Giorgia Meloni che ne ha presi 604. Secondo partito è il Movimento 5 Stelle che però, pur essendo qui presente nei consigli comunali e potendo contare su attivisti più radicati che a Ravenna, si ferma al 22,1 percento con un numero di voti assoluti, 4.087, simile a quello del 2013 (quando furono 4.036 per il 17,7 percento di voti). Lega sopra il 20 e Forza Italia sopra il 10.

Più largo il margine a Bagnacavallo, pur trattandosi della cittadina in cui risiede la candidata e segretaria della Lega Samantha Gardin, e dove Pagani vince con il 5 percento in più, il Pd resta saldamente al primo posto sfiorando il 30 percento, mentre i grillini si fermano sotto il 26, la Lega è al 18 e Leu conquista un dato appena sopra la media nazionale, ma comunque sotto le aspettative, del 4,4 percento.

La compagnia Il Passaggio porta in scena “Sabato, domenica e lunedì” di De Filippo

Regia di Fausto Pollio, commedia in tre atti: appuntamento il 10 marzo alle 21 e l’11 marzo alle 16.

MaxresdefaultAl teatro comunale di Cervia la compagnia “Il Passaggio”, con la regia di Fausto Pollio, mette in scena  “Sabato, domenica e lunedì”, commedia in tre atti di Eduardo De Filippo. Appuntamento il 10 marzo alle 21 e l’11 marzo alle 16.

«In “Sabato, domenica e lunedì” – scrice la compagnia sulla sua pagina Facebook – c’è un fermento contestatario, un’anticipazione dell’avvento del divorzio in Italia, un’apparente fusione di finti rapporti cordiali in una famiglia in cui convivono i rappresentanti di tre generazioni: nonni, figli, nipoti. Ma dietro la facciata bonaria si avverte un ammonimento a tutti i coniugi che non vanno d’accordo: “spiegatevi, chiaritevi i vostri dubbi, i vostri tormenti”. Alla fine della commedia, non c’è chi non comprenda che soltanto l’amore può tenere insieme due esseri; non certo il matrimonio, e nemmeno i figli. Ancora una volta la famiglia è la vera protagonista della commedia o forse bisognerebbe dire della tragicommedia, poiché tutto nasce da una ridicola incomprensione tra coniugi che però maschera la crisi del loro matrimonio».

Da Bolzano al Vaticano a piedi: tappa a Ravenna per i pellegrini con i lama

Il 9 e 10 marzo la spedizione attraverserà il territorio ravennate accompagnati dai volontari del Cai

2018 01 06 Lama 1Il loro arrivo nel territorio ravennate è previsto per il 9 marzo: provenienti da Argenta faranno tappa per la notte nella Fattoria Guiccioli a Mandriole. Tre camminatori-pellegrini (due altoatesini e un tedesco) accompagnati da tre lama argentini sono partiti il 20 febbraio dalla piazza principale di Bolzano: percorrendo la Via Romea Germanica e – parzialmente – la via di San Francesco intendono raggiungere San Pietro per presentarsi a Papa Francesco a cui consegneranno una “papalina” e alcuni calzettoni in lana di alpaca preparati appositamente per il Pontefice.

Il 10 marzo, accompagnati da alcuni soci del Cai ravennate, percorreranno il tratto Mandriole-Ravenna che prevede l’attraversamento della pineta San Vitale per concludersi, passando dal parco Teodorico, all’ex convento dei frati cappuccini di via Oberdan, ove i pellegrini saranno ospitati per la notte.

L’associazione Via Romea Germanica sottolinea che «attraverso il cammino si vuole ricordare che l’unità dei Popoli Europei, l’incontro delle culture, della spiritualità, delle religioni sono elementi fondamentali per la crescita sociale ed economica di tutti i paesi del vecchio Continente; le vecchie strade dei pellegrini possono essere ancor oggi un attualissimo veicolo di reciproca conoscenza, comprensione e collaborazione».

Da Cervia a Russi, da Solarolo a Brisighella: ecco dove ha vinto il centrodestra

In otto comuni su 18 della provincia il Pd è arrivato secondo. E in un paio di casi addirittura terzo. Ecco la mappa

A questo link i risultati delle elezioni politiche 2018 nel comune di Ravenna

Elezioni 2018Alla fine sono stati ben 8 su 18 i comuni in provincia di Ravenna dove i candidati del Pd non hanno avuto la maggioranza: numericamente meno rilevanti dei maggiori, non sono stati sufficienti per lo storico sorpasso del centrodestra anche da queste parti, come è accaduto altrove in Emilia-Romagna, a cominciare dalla vicina Ferrara dove a perdere è stato addirittura il ministro uscente Dario Franceschini (che sarà eletto in virtù dei voti ravennati raccolti al proporzionale). Un dato, questo dei comuni dove il centrodestra ha prevalso, molto interessante anche perché si tratta di comuni dove tra appena un anno si andrà al rinnovo delle amministrazioni.

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Tra i più importanti c’è sicuramente Cervia, governata dal sindaco Pd Luca Coffari che fu eletto senza nemmeno bisogno del ballottaggio quattro anni fa, oggi passata, si può dire, al centrodestra. Qui Samantha Gardin (segretaria della Lega in provincia e candidata del centrodestra) ha infatti superato di mille voti il candidato Pd Alberto Pagani, ottenendo il 34,9 percento. Un risultato che si associa all’oltre 20 percento della Lega (letteralmente esplosa rispetto al 4,2 delle Europee e al 2,5 delle Politiche) che si unisce all’11,7 percento di Forza Italia e al 3 percento di Fratelli d’Italia. Il Pd qui non può nemmeno vantare il primato di primo partito, detenuto dal Movimento 5 Stelle che con 4.629 voti è al 27,7 percento. E non si può nemmeno dare la responsabilità agli ex Pd confluiti in Leu, tra cui l’ex segretario provinciale Ds e l’ex consigliere regionale Pd Miro Fiammenghi (da sempre vicino a Bersani) che qui ha incassato un modesto 3,4 percento con 560 voti (considerato che nel 2013 la sola Sel ne fece 364, davvero un modesto risultato).

Perfino peggio per il Pd è andata a Russi dove il candidato Pagani è arrivato addirittura terzo con il 27,8 percento dei voti, dietro al 33,6 di Gardin e al 28,3 di Zanforlini, candidato 5 Stelle. I grillini sono il primo partito con oltre il 27,6 percento dei voti, il Pd il secondo con il 23,7 e a poca distanza arriva la Lega che qui supera addirittura il 20 percento. Situazione analoga nella più piccola Sant’Agata su Santerno dove Samantha Gardin è davanti con il 36, Zanforlin è al 28,5 e Pagani al 28,3.

Per quanto riguarda invece i comuni più piccoli (nel collegio forlivese) dove per il Pd il candidato era il forlivese Marco Di Maio e non il ravennate Alberto Pagani e per la Lega era Andrea Cintorino che nella piccola Bagnara di Romagna è arrivata al 33, mentre Di Maio si è fermato al 31,8 e così è stato in tre comuni nell’area del Faentino. A Castel Bolognese Cintorino è arrivata al 33,9 percento con Di Maio fermo al 30,3, divaricazione anche maggiore è quella a Brisighella dove la leghista è al 36,7 e Di Maio fermo sotto il 30 percento. Infine, per quanto con uno scarto più ridotto anche Solarolo premia la candidata del Carroccio (33,4 percento) contro Di Maio (32,8 percento). Infine, anche a Casola Valsenio il centrodestra ha avuto la meglio Andrea Cintorino con il 35 percento mentre Di Maio si è fermato al 33,5 percento.

Ravenna: in quattro anni il Pd perde 20mila voti, la Lega ne conquista 13mila

Recupero per Forza Italia, Movimento 5 Stelle primo partito, male la sinistra

Matteucci Pd
Il quartier generale del Pd durante lo scrutinio, con l’ex sindaco Fabrizio Matteucci, l’assessore regionale Andrea Corsini e il deputato appena rieletto Alberto Pagani

Sono oltre 20mila i voti persi in quattro anni nel comune di Ravenna dal Partito democratico, che passa dal 56 percento delle Europee del 2014 al 27,5 delle politiche di ieri, 4 marzo (24mila voti – prendiamo in considerazione quelli della Camera – contro 44mila). Sono 13mila i voti persi invece rispetto alle Politiche del 2013 dal Pd, che resta però, a livello assoluto, sui livelli delle Amministrative del 2016, quando ottenne solo 500 voti in più, con una percentuale però decisamente maggiore (oltre il 35 percento) a causa dell’affluenza più bassa. Irrilevanti (sotto all’1 percento quelle della Lorenzin e di Insieme) le performance delle liste che appoggiavano il Pd, con la Bonino che anche da queste parti non arriva al 3 percento (2,85).

Dando un’occhiata ai due veri vincitori di questa tornata elettorale, Movimento 5 Stelle e Lega, i grillini rispetto a 5 anni fa (non è possibile fare un raffronto con le Amministrative, dove non era presente il simbolo dei 5 Stelle ma quello del Movimento civico Cambierà, che ottenne 9mila preferenze) crescono nel comune di Ravenna soltanto di 2mila voti (raggiungendo 25.581 preferenze – e il 28,8 percento – e mettendo a segno uno storico sorpasso ai danni del Pd) mentre la Lega passa in cinque anni da neppure 2mila voti agli oltre 15mila di ieri, che valgono il 17,4 percento. A rimetterci sono i compagni di coalizione di Forza Italia che nel 2013 (quando però erano dentro al Pdl) valevano quasi 15mila voti e oggi sono poco sopra le 8mila preferenze, stabili rispetto alle Europee del 2014 ma più che raddoppiate rispetto alle Amministrative di due anni fa (oggi Forza Italia nel comune di Ravenna è al 9,3 percento). Restando nella coalizione del centrodestra, buona performance anche di Fratelli d’Italia che arriva al 3 percento con oltre il doppio dei voti delle Amministrative, mille in più rispetto alle Europee e il triplo rispetto alle preferenze ottenute nel 2013 (2.679 contro 854).

Complicato fare raffronti e paragoni con quello che è successo a sinistra del Pd in questi anni nel comune di Ravenna. Di certo il risultato di Liberi e Uguali è sotto le aspettative – nonostante sia sopra alla media nazionale, con 4.006 voti ottenuti alla Camera che valgono il 4,5 percento – potendo contare su un bacino potenziale di oltre 6mila voti ottenuti alle ultime Amministrative complessivamente da Ravenna in Comune (la lista di sinistra che si presentò contro il Pd ma che a queste politiche è andata in ordine sparso) e Sinistra per Ravenna (la lista che appoggiò invece il Pd e il candidato sindaco De Pascale, ugualmente in ordine sparso alle politiche). Furono quasi 5mila invece i voti presi nel 2013 dal partito di Ingroia e da Sel, che si presentava da solo.
Deludente, per continuare ad analizzare la sinistra, anche la performance a questa tornata elettorale di Potere al Popolo che con 850 voti ottiene praticamente lo stesso risultato dei Comunisti di Rizzo, senza riuscire a raggiungere nemmeno l’1 percento (0,96 per la precisione).

Infine, a restare ampiamente sotto l’1 percento sono anche il Popolo della Famiglia di Adinolfi e i tanto chiacchierati in campagna elettorale partiti di estrema destra con Casa Pound che però passa dagli 86 voti del 2013 ai 500 di oggi (che valgono lo 0,6 percento) mentre Forza Nuova e Fiamma Tricolore fanno peggio (359 preferenze che valgono lo 0,4 percento) di cinque anni fa quando insieme ottennero circa 500 voti.

Don Ugo: «Ci sono imprenditori interessati alla gestione dell’hotel Mare Pineta»

La struttura, di proprietà della Fondazione San Rocco che fa capo al parroco, ha 49 camere: era anche residenza per anziani, chiusa dal 2015 dopo l’inchiesta sul suicidio di un ospite

Mare Pineta 5Per il Mare Pineta il tempo di una nuova gestione potrebbe non essere così lontano. Chiuso dal 2015 e di proprietà della Fondazione San Rocco che fa capo a don Ugo Salvatori, l’albergo si trova in viale delle Nazioni. Il parroco di San Rocco, pur senza sbilanciarsi su numeri e nomi, ci conferma al telefono che gli imprenditori interessati non mancano: «Abbiamo ricevuto diverse proposte, c’è chi è venuto anche a vedere la struttura per cui sono piuttosto fiducioso su una possibile riapertura già nella prossima estate». L’albergo, che ha 49 camere, è il più grande del paese dopo il Park Hotel. «Se riaprirà tornerà ad essere soltanto un albergo», precisa il parroco.

Mare Pineta 2La struttura  aperta alla fine degli anni Ottanta, era infatti utilizzata di recente anche come residenza per anziani. Un uso promiscuo che era finito sotto la lente di ingrandimento della procura che, dopo il suicidio di un anziano, aveva aperto un’inchiesta e disposto anche il sequestro. Il provvedimento arrivò nell’autunno del 2015 ma l’albergo era già stato chiuso con la fine della stagione estiva. La struttura è stata poi dissequestrata alla fine delle indagini, ma nelle ultime due stagioni balneari non è stata operativa.

Uninominali: a Ravenna eletti i candidati Pd, ma a fatica contro il centrodestra

Tre riconferme dal Ravennate: Collina al Senato, Pagani e Di Maio alla Camera, Movimento 5 Stelle sempre terzo

Paganicollina
Da snistra: Collina, Barattoni (segretario pd) e Pagani

Sono sempre stati in testa, ma con uno scarto che raramente ha superato i 2 punti percentuali, eppure alla fine sono stati tra i pochissimi a spuntarla. Stefano Collina al Senato e Alberto Pagani alla Camera saranno tra i pochi parlamentari che sono riusciti a farsi eleggere all’uninominale nelle file del Pd, nonostante nella circoscrizione complessivamente abbia prevalso il centrodestra.

A Rimini, per esempio, sarà il candidato di Lega e Forza Italia ad andare a Roma nella Camera alta.

Una curiosità: ce l’ha fatta invece il tanto discusso Pierferdinando Casini, grazie ai voti del Pd e nonostante Liberi e Uguali, che gli aveva candidato contro il ravennate ex governatore Vasco Errani, che ha ottenuto un 7,6 percento, ampiamente sopra il deludente risultato della nuova forza politica che anche nella città di Errani, Ravenna, ha superato di poco il 4 percento.

A fine scrutinio nel collegio uninominale ravennate del Senato, Stefano Collina supera i 96mila voti, pari al 32,5 percento, seguito da Massimiliano Alberghini che per la seconda volta in pochi mesi sfiora l’impresa e ottiene quasi 93mila voti pari al 31,2 percento, con la Lega che da queste parti doppia Forza Italia (oltre il 18 il Carroccio, sopra il 9 Forza Italia). Terzo il forlivese Alessandro Ruffilli del Movimento 5 Stelle che sfiora il 27 percento.

E ce l’ha fatta anche Alberto Pagani alla Camera, in una circoscrizione in cui il centrodestra supera il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle supera il Pd. Complice anche in questo caso lo scarso risultato degli ex Pd, che non sono stati decisivi.

Quando siamo a 292 seggi su 302, Pagani è stabile in testa al 32,3 percento mentre Samantha Gardin (centrodestra) è al 30,7. Più alto qui il dato del Movimento 5 Stelle rispetto al Senato, nonostante il candidato (ferrarese) David Zanforlini fosse stato sospeso dal Movimento per non aver voluto dichiarare se in passato abbia fatto o meno parte di una loggia massonica. Rispetto a Ruffilli arriva al 28 percento (forse perché alla Camera votano anche gli under 25).

Nel collegio di Forlì, che includeva Faenza, ce l’ha fatta il forlivese Marco Di Maio, anche lui del Pd.

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