martedì
05 Agosto 2025

Il programma tv Linea Verde dedica una puntata a Ravenna: il 3 febbraio su Rai Uno

La trasmissione dedicata alle eccellenze del territorio mostrerà coltivazioni, allevamenti, ambiente e cucina della provincia

FotoravennaLe telecamere di Linea Verde, programma televisivo di Rai Uno dedicato all’agricoltura e all’eccellenze agroalimentari, hanno fatto tappa in provincia di Ravenna: la puntata andrà in onda sabato 3 febbraio alle 12.20. I conduttori Chiara Giallonardo e Marcello Masi, con la partecipazione di Federica De Denaro, andranno alla scoperta delle valli da pesca del delta del Po’, delle cicogne bianche, di una stalla dove mucche producono un latte più digeribile ancora poco conosciuto in Italia, di coltivazioni di soia no ogm per la trasformazione in bevande, dei corsi di mosaico, dei locali storici della città per conoscere i prodotti tipici.

Tra i protagonisti della puntata ci sarà anche Unigrà, una delle realtà agroindustriali più importanti della Romagna. Il Gruppo, specializzato nella trasformazione di oli e grassi alimentari. Alla nuova linea sono state dedicate alcune riprese che la troupe del programma ha girato lo scorso 23 gennaio: dopo un’intervista ai tecnici che coltivano la soia OraSì, si è passati nello stabilimento di Conselice, all’interno del reparto di confezionamento Bevande OraSì, per un contributo di alcuni rappresentanti dell’azienda.

Il programma poi – insieme al geologo Laura Prometti, responsabile della comunicazione del Consorzio di bonifica della Romagna – ha approfondito la centralità della gestione della risorsa idrica come elemento essenziale per la vita e l’economia locale. Impianti idrovori, irrigazione per le eccellenze del made in Italy e lotta al progressivo fenomeno della subsidenza che erode la nostra fascia costiera, sono alcuni dei temi affrontati nella puntata.

Sarà protagonista anche il Caseificio Boschetto Vecchio di Conselice che alleva oltre 140 vacche da latte di razza Frisona, Simmental e Jersey, nutrite con foraggi come fieno, erba medica, mais insilato e cereali coltivati nei campi dell’azienda stessa tramite l’uso di tecnologie di lotta integrata e biologica. Circa 6mila quintali di latte mediamente prodotti all’anno, dei quali circa 5mila quintali vengono trasformati e circa mille quintali sono destinati alla Granarolo per l’alta qualità. L’azienda di Fucci è stata la prima azienda in Italia ad ottenere la certificazione nel 1991. Il caseificio nel 2018 compie 20 anni di attività.

Un lavoratore in nero nel cantiere pubblico della scuola di Marzeno

La Cgil: «Caso emblematico. Cosa pensa di fare il Comune di Brisighella?»

Un lavoratore in nero su quattro e violazioni in materia di salute e sicurezza (per una multa complessiva di circa 10mila euro) in un cantiere pubblico di Marzeno, in cui il Comune di Brisighella ha appaltato la realizzazione di un plesso scolastico (primario e d’infanzia). Il cantiere è stato sospeso dai carabinieri che hanno effettuato il sopralluogo con l’Ispettorato del lavoro. Sono in corso verifiche sulle regolarità contributiva anche con riguardo ai versamenti della Cassa Edile.

Si tratta – secondo la Fillea Cgil di Ravenna –di un caso emblematico «per diversi motivi: perché oggi proprio negli appalti pubblici si verificano sempre più fenomeni di questo tipo (se questo succede nel pubblico, viene da chiedersi quale sia la situazione nel privato); perché a oggi non abbiamo riscontrato né una presa di posizione, né azioni per risolvere il problema da parte dell’amministrazione comunale coinvolta».

Il caso Marzeno – continua la nota del sindacato – «ci deve fare interrogare e da questa vicenda si deve ripartire per percorrere la strada del rilancio del settore con le nostre proposte già da tempo evidenziate. I dati del settore edile in provincia di Ravenna continuano a essere drammatici. La crisi del settore ha portato al calo del 60% degli addetti e alla scomparsa o al forte ridimensionamento delle più importanti realtà industriali e soprattutto cooperative. In questo contesto abbiamo evidenziato il rischio che si sta sempre più concretizzando anche nella nostra provincia: fenomeni di mancato rispetto delle norme contrattuali, abuso degli strumenti del lavoro precario, lavoro nero fino ad arrivare a vero proprio caporalato, con sfruttamento dei lavoratori e infiltrazioni di tipo malavitoso. Il settore purtroppo si presta a questi fenomeni di illegalità, soprattutto nei momenti di crisi con una forte competizione tra le aziende e tra i lavoratori in cerca di lavoro che subiscono queste condizioni in modo coercitivo e ricattatorio. Abbiamo anche segnalato quali strade è necessario percorrere per uscire dalla crisi e dare soluzioni positive a tutta l’economia per uno sviluppo sostenibile: investimenti in rigenerazione urbana con una forte attenzione alla valorizzazione dell’esistente e la riqualificazione dal punto di vista energetico e ambientale, infrastrutture, politiche per consumo zero del suolo, messa in sicurezza dal rischio sismico e rischio idrogeologico. Tutte queste politiche richiedono grandi investimenti che devono partire dal pubblico, dove sono fondamentali le regole e i criteri per l’assegnazione degli appalti pubblici.
Per tutte queste ragioni riteniamo che non servano aziende edili che finiscano i lavori in tempo in deroga alle norme sulla salute e sicurezza, al pagamento dei lavoratori e alle leggi. Servono aziende serie che valorizzano il lavoro e intraprendono la sfida della competizione con l’innovazione del processo e la qualificazione del proprio personale. Se oggi sta succedendo il contrario, e questo succede nel rispetto del nuovo codice degli appalti, evidentemente qualcosa deve essere rivisto o meglio precisato».
A novembre il Comune di Ravenna ha sottoscritto con le organizzazioni sindacali le “Linee di intesa su appalti e legalità”, «un primo passo – termina la nota della Cgil – tutto da costruire nel percorso per andare in questa direzione; è necessario percorrere questa strada da subito ed estendere a tutti i Comuni della nostra provincia questa pratica, oltre ad una forte azione di controllo e contrasto di questi fenomeni».

Colpi in casa: rubati dalle cassaforti pure fucili da caccia, revolver e una pistola

A Piangipane e Fruges. Ricerche estese anche alle province di Bologna e Ferrara

Fucili CacciaColpo notturno in un’abitazione di via Canala, a Piangipane, dove malviventi – forse in cerca di gioielli – hanno sradicato e portato via un armadio blindato. Al suo interno c’erano, tra le altre cose, cinque fucili da caccia, che sono però stati recuperati il giorno dopo dai carabinieri. Il colpo è stato messo a segno nella notte tra lunedì e martedì e la notizia è riportata sul Resto del Carlino Ravenna in edicola oggi, mercoledì 31 gennaio.

E sempre il Carlino riporta anche un furto simile in un’abitazione di Fruges, nel Lughese. In questo caso il colpo è stato messo a segno nella prima serata di domenica e i ladri hanno forzato la cassaforte trovando gioielli in oro e anche due revolver e una pistola (senza munizioni), tutte regolarmente detenute. Sul posto è intervenuta la Polizia Scientifica per i rilievi e ricerche sono in corso anche nelle province di Bologna e Ferrara

“Non è un lavoro, è sfruttamento”, Marta Fana presenta il suo libro alla Feltrinelli

Martafana
Marta Fana

Il Nidil Cgil Ravenna organizza oggi, mercoledì 31 gennaio, alle 18 alla libreria Feltrinelli di Ravenna la presentazione del libro “Non è lavoro, è sfruttamento” di Marta Fana. Sarà presente l’autrice – ricercatrice in Economia all’istituto di studi politici di Sciences Po a Parigi – che dialogherà con Federica Angelini, giornalista di R&D, e Ada Assirelli, segretaria generale Nidil Cgil Ravenna.

Il libro affronta la situazione in Italia sul fronte dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori. «Giovani e meno giovani costretti a lavorare gratis, uomini e donne assuefatti alla logica della promessa di un lavoro pagato domani, lavoratori a 3 euro l’ora nel pubblico e nel privato – si legge nella presentazione del libro -: questa è la modernità che paga a cottimo. Sottoccupazione da un lato e ritmi di lavoro mortali dall’altro. Diritti negati dentro e fuori le aziende per quanti non vogliono cedere al ricatto. Storie di ordinario sfruttamento, legalizzato da vent’anni di flessibilizzazione del mercato del lavoro. Malgrado la retorica della flessibilità espansiva e del merito come ingredienti indispensabili alla crescita sia stata smentita dai fatti, il potere politico ha avallato le richieste delle imprese. Il risultato è stato una cornice legislativa e istituzionale che ha prodotto uno sfaldamento del mondo del lavoro: facchini, commesse, lavoratori dei call center, addetti alle pulizie in appalto procedono in ordine sparso, non sentono più di appartenere alla medesima comunità di destino. Le inchieste di Marta Fana sul Jobs Act e la sua lettera al ministro Poletti, condivise da migliaia e migliaia di lettori, hanno portato alla luce la condizione del lavoro in Italia, imponendola all’attenzione pubblica come voce di un’intera generazione».

Bufera social per uno status di Ancarani, e in Comune torna lo striscione per Regeni

Il capogruppo di Forza Italia accusato di aver rimosso lo stendardo, ma era solo una foto del messo comunale…

Regeni
Lo striscione riappeso nella mattina del 31 gennaio

Alla fine lo striscione giallo “Verità per Giulio Regeni” campeggerà sul terrazzo di Palazzo Merlato per una settima in più rispetto a quanto inizialmente concordato dall’amministrazione con Amnesty International in occasione della manifestazione a due anni dalla morte del ricercatore italiano torturato e ucciso in Egitto in una vicenda mai del tutto chiarita in particolare per le omissioni del governo egiziano.

Tutto “merito” o “colpa” di un provocatorio status su Facebook del consigliere di Forza Italia Alberto Ancarani che nella serata di ieri aveva celebrato la rimozione dello striscione da parte del messo comunale (come appunto già concordato) facendo pensare a qualcuno che stesse rivendicando il gesto. Apriti cielo. Prima Giovanni Paglia di Leu, poi addirittura Nicola Fratoianni, leader nazionale di Sinistra Italiana, e molte voci locali, tra cui quelle del disegnatore e attivista Gianluca Costantini si sono sollevate per condannare il gesto. Un gesto che in realtà, appunto, non c’era nemmeno stato. Ma il messaggio di Ancarani, che era stato preceduto nel pomeriggio da un altro status di insofferenza verso lo striscione in piazza, intanto è passato ed è stato amplificato. Tanto da indurre il sindaco Michele de Pascale ad annunciare appunto che lo striscione sarebbe stato esposto una settimana in più del previsto a partire da questa mattina stessa. «Domani mattina alle 8 meno un quarto rimetteremo lo striscione – aveva scritto ieri il sindaco – e rimarrà per un’altra settimana al fine di evitare qualunque strumentalizzazione e confermare l’attenzione e la sensibilità del Comune e della comunità ravennate rispetto a questa tragica vicenda e a tutte le cause di civiltà e giustizia vicine e lontane», ha scritto commentando lo status di Giovanni Paglia e incassando il ringraziamento anche dei suoi avversari di sinistra. Difficile a questo punto dire esattamente chi abbia ottenuto l’effetto sperato alla fine di questa vicenda nata ed esplosa sui social…

Paglia
Il commento di Giovanni Paglia, parlamentare e candidato per Leu, al provocatorio status di Ancarani

Challenge Cup, la Bunge sbriga la pratica Brno con un altro 3-0 e va nei quarti

Volley / Convincente vittoria in Repubblica Ceca per i ravennati, che superano anche gli ottavi della competizione europea. Soli: «Prova positiva in vista dei prossimi impegni»

Brno-Ravenna 0-3
(23-25, 27-29, 23-25)
VOLEJBAL BRNO: Boula 1, Hrazdira 10, Klapal 3, Rimal 13, Handlir 8, Mendoza 9, Weber (L); Cervinka, Prazak 1. Ne: Kucera, Okosanovic, Panek. All.: Marek.
BUNGE RAVENNA: Vitelli 4, Orduna, Marechal 11, Diamantini 8, Buchegger 24, Poglajen 8, Goi (L); Raffaelli 1, Pistolesi, Gutierrez 1, Marchini (L). Ne: Mazzone. All.: Soli.
ARBITRI: Mitev (Bul) e Till (Ger).
NOTE – Brno: bs 13, bv 3, errori 9, muri 3; Ravenna: bs 15, bv 4, errori 13, muri 6. Spettatori: 1500. Durata set: 27’, 30’, 28’ (tot. 85’).

Esultanza Bunge A Brno Rid
L’esultanza dei giocatori della Bunge, tutti assieme al fratello di Paul Buchegger al termine della partita

Nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Challenge Cup, disputata in Repubblica Ceca, la Bunge piega in tre set l’ostico Volejbal Brno al termine di un match molto combattuto e si qualifica ai quarti, dove affronterà la vincente della sfida di domani a Lisbona tra Benfica e Steaua Bucarest (favoriti i portoghesi, che hanno vinto 3-2 in Romania il match di andata). A spianare la strada a Orduna e compagni è in particolare la seconda frazione, dove hanno annullato due set point ai cechi, mentre i ravennati sono riusciti a sorpassare gli avversari ai vantaggi. Una volta messa in ghiaccio la qualificazione, la squadra di Soli chiude l’incontro al terzo parziale, trovando anche il prezioso contributo del resto della rosa. La gara di andata dei quarti di finale si disputerà al Pala De André tra il 13 e il 15 febbraio, quella di ritorno tra il 27 febbraio e il 1° marzo.

Sestetti iniziali
Il tecnico Ondrej Marek schiera il suo Brno con la diagonale formata dal regista Boula e l’opposto di scorta Rimal (Okosanovic in panchina), le bande Hrazdira e Handlir e al centro il colombiano Mendoza e Klapal (libero Weber). Il coach della Bunge Fabio Soli risponde con Orduna al palleggio, Buchegger opposto, Marechal e Poglajen schiacciatori, Vitelli e Diamantini centrali e Goi in seconda linea.

Primo set Poglajen e Diamantini firmano il primo break della partita (1-6), con Brno che reagisce e pareggia subito il conto (8-8), per poi passare in vantaggio con Rimal: 11-10. Buchegger e ancora Poglajen sono protagonisti, per il +4 dei ravennati (12-16), che però vengono di nuovo avvicinati dai cechi: 17-18. L’opposto austriaco realizza due punti di fila (17-20), dando la spinta alla Bunge, che con Marechal si porta sul 19-24. Hrazdira e Handlir suonano la carica ai padroni di casa, che annullano ben quattro set point, ma sul quinto è Hrazdira a tirare fuori: 23-25.

Secondo set Parte fortissimo il Brno con Rimal (4-0), a cui risponde Buchegger (8-7), mentre Diamantini riporta l’equilibrio in campo: 12-12. Handlir manda a +3 la formazione ceca (15-12), che si invola sul 21-17 grazie a Prazak. È ancora Diamantini a dimezzare il gap (22-20), mentre l’errore di Mendoza regala il pareggio: 23-23. Buchegger annulla il primo set ball agli avversari (24-24) e sul secondo Mendoza sbaglia la battuta: 25-25. Marechal realizza il break del sorpasso e alla terza occasione è l’attacco sballato di Handlir a far esultare i ravennati: 27-29.

Terzo set Messa al sicuro la qualificazione, Soli continua con la formazione titolare, ma l’orgoglioso Brno non molla e va sul +3: 6-3. Mendoza allontana in modo ulteriore i cechi (10-6) e il coach Soli inserisce in campo forze fresche: uno dopo l’altro, entrano Raffaelli per Marechal, Pistolesi per Orduna e Gutierrez per Poglajen. Questi cambi portano una bella carica alla Bunge, che va in corsia di sorpasso con Diamantini e Buchegger: 12-13. Segue una fase di equilibrio, spezzata dai tre punti di fila di Buchegger, che spingono i ravennati sul 21-23. L’austriaco mantiene le distanze (22-24) e al secondo match point è Raffaelli a mettere a terra la palla: 23-25.

Le dichiarazioni del dopo-gara
Fabio Soli
(allenatore Bunge Ravenna): «Come avevamo previsto alla vigilia, i nostri avversari hanno giocato molto meglio rispetto alla gara di andata. Hanno forzato di più, trovando una maggiore continuità al servizio, rendendoci la vita difficile. Si è trattata di una buona partita per noi, per due motivi. Il primo è che abbiamo disputato una prova positiva, centrando la qualificazione. Il secondo è che siamo riusciti a disputare una gara di sacrificio, una cosa molto utile per noi in vista dei prossimi impegni. Anche nel terzo set, a qualificazione raggiunta, ho visto buone cose anche da chi è entrato in corsa, dando il proprio contributo nel chiudere in fretta il match».

Tra i candidati al plurinominale di Forza Italia c’è la lughese Donatella Donati

All’uninominale Samantha Gardin e Massimiliano Alberghini corrono anche per gli azzurri. Per Fratelli d’Italia c’è Marta Farolfi

Donatella DonatiUnica rappresentante della provincia di Ravenna tra i candidati al plurinominale di Forza Italia in Emilia-Romagna è la lughese Donatella Donati, consigliera comunale nella città di Baracca. Si trova al secondo posto nelle liste delal Camera.

Nel dettaglio, il Senato il partito ha candidato Anna Maria Bernini, Luigi Amicone, Cristina Coletti e Fabrizio Ragni. Alla Camera gli elettori forzisti troveranno Galeazzo Bignami, Donatella Donati, Enrico Sirotti Gaudenzi e Loretta Scaroni.

All’uninominale di Ravenna i candidati sono quelli già annunciati ieri: Samantha Gardin e Massimiliano Alberghini saranno i rappresentanti non solo della Lega ma anche di Forza Italia perché i due partiti sono in coalizione. Alberto Ancarani incassa la soddisfazione di vedere Massimo Palmizio, coordinatore regionale del partito e rivale politico del corsista ravennati, fuori dalla corsa elettorale.

Arrivano anche le liste di Fratelli d’Italia. Daniela Santanché è capolista a Ravenna in Senato mentre alla Camera  è Ylenia Lucaselli.. La provincia di Ravenna è anch’essa rappresentata grazie alla candidatura, sempre alla Camera, di Marta Farolfi, imprenditrice agricola di Brisighella, già consigliere provinciale per 15 anni ed attualmente consigliere comunale nella sua città.

Il segretario del Pd: «Elezioni politiche sono per noi un ballottaggio con la Lega»

Secondo Barattoni il vero avversario dei Dem è il Carroccio: «Si ripropone la sfida delle amministrative. I 5 Stelle? Deboli senza candidati»

Barattoni.Alessandro
Alessandro Barattoni

La rielezione di Alberto Pagani e Stefano Collina non è scontata secondo il Pd, anzi.  Alessandro Barattoni, segretario provinciale, parla di un «ballottaggio con la Lega Nord». Per i Dem il Carroccio è l’aversario più temibile perché «il Movimento 5 Stelle ha il simbolo ma non i candidati a Ravenna».

Il punto è stato fatto in mattinata.  «Pagani e Collina – ha sostenuto Barattoni – hanno fatto un ottimo lavoro e hanno conquistato importanti risultati per la nostra comunità. Hanno lavorato con impegno, capacità e abnegazione, dimostrando come sia fondamentale avere parlamentari vicini ai problemi dei cittadini, delle imprese e degli enti locali e per questo sono stati apprezzati da tutti. Ora saranno candidati per i collegi uninominali che vuol dire che non avranno un paracadute ma dovranno sfidare gli altri candidati per ogni singolo voto». Ora il Pd affronterà «la stessa sfida che abbiamo vissuto per le elezioni amministrative contro la Lega che ormai nella nostra zona rappresenta il centro destra».

 

Il Comune acquista l’ex caserma, c’è l’okay unanime del Consiglio

Approvata la delibera all’unanimità, esulta il Pd. «Area a forte vocazione archeologica, sfida importante per la nostra città».

01 120 700x525
Uno scorcio dall’interno della caserma Alighieri

Su proposta dell’assessore Massimo Cameliani, il consiglio comunale ha appena approvato all’unanimità la delibera che permetterà al Comune di Ravenna di diventare proprietario di tutta la porzione di area adiacente alla ex caserma Dante Alighieri in centro storico a Ravenna.

«Questa area – ha dichiarato la segreteria comunale del Pd – ha una forte vocazione archeologica in quanto gli studiosi ritengono che vi siano i resti della città romana e pre romana. Lo strumento urbanistico in corso di approvazione attribuisce a tale area una destinazione pubblica di parco archeologico. Questo costituisce una sfida per la città e rappresenterà un volano ulteriore per la cultura e lo sviluppo turistico dei prossimi anni. Inoltre l’acquisto da parte di Cassa depositi e prestiti dell’immobile dell’ex Collegio dei nobili poi caserma, rappresenta un fatto molto importante perché l’edificio potrà rappresentare una nuova struttura ricettiva al servizio del turismo della città d’arte».

Il fiuto di “Bac” colpisce ancora: pusher di 23 anni arrestato in zona Gulli

Il giovane è stato sorpreso dal cane delle Fiamme Gialle durante un controllo congiunto di carabinieri e guardia di finanza. In tasca aveva 17 grammi di marijuana

Arresto CcUn 23 enne è stato arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nella giornata del 29 gennaio durante una operazione congiunta di guardia di finanza  e carabinieri nel capoluogo. In particolare, l’Arma stava tenendo sotto controllo un appartamento in zona Gulli, dove l’insolito via vai di ragazzi italiani e stranieri ha insospettitoi militari che, al momento opportuno,  aiutati da personale della Guardia di Finanza intervenuta con una propria unità cinofila, hanno fatto irruzione nell’abitazione sorprendendo alcuni giovani intenti a consumare dello stupefacente.

Qui l’abilità di “Bac”, il cane antidroga della Finanza,  ha permesso di trovare  17 grammi di marijuana, già confezionate in dosi pronte per lo smercio, nelle tasche di un 23enne di origine nigeriana. Considerati gli elementi raccolti dagli investigatori, l’uomo è stato dichiarato in stato di arresto. Gli altri ragazzi sono stati segnalati come assuntori alla prefettura. Disposto l’obbligo di firma dal giudice.

Lanciano sassi dal cavalcavia dell’Esp, arrestati due ragazzi per tentato omicidio

Una pietra ha danneggiato il parabrezza di un’auto in transito sull’Adriatica, alle porte di Ravenna

Sassi CavalcaviaDue ragazzi di 20 e 25 anni sono stati arrestati dai carabinieri domenica pomeriggio con l’accusa di tentato omicidio. I due, entrambi di origine africana, avrebbero infatti lanciato sassi dal cavalcavia del centro commerciale Esp, alle porte di Ravenna, colpendo un’auto.

Fortunatamente non ci sono stati feriti, ma un’auto in corsa è stata danneggiata (parabrezza incrinato) e l’autista (bolognese) è stato costretto a fermarsi. È stato lui stesso, poi, a chiamare i carabinieri, che hanno fermato i due giovani poco distante, mentre cercavano di allontanarsi.

A riportare la notizia è il Carlino Ravenna in edicola oggi, martedì 30 gennaio.

Pini (Lega) non si ricandida: «Una mia scelta personale, ma non lascio la politica»

Dopo 12 anni in parlamento, il deputato uscente di Fusignano fa un passo indietro. «Le scelte di Salvini? Faccio parte della minoranza e resto convinto che la Lega debba restare una sorta di sindacato dei territori del Nord, ma questo prescinde dalla mia decisione»

Gianluca Pini
Gianluca Pini

C’era chi sperava in un duello Pagani (Pd)-Pini (Lega) nell’uninominale di Ravenna, duello tra due deputati uscenti del territorio che sicuramente avrebbe riservato sorpreso. Invece a tentare l’impresa per il centrodestra alle prossime elezioni politiche sarà la consigliera comunale della Lega, a Ravenna, Samantha Gardin (e l’ex candidato sindaco Massimiliano Alberghini al Senato), con Pini fuori dai giochi. E viste le sue posizioni di minoranza sempre ribadite all’interno della Lega – che di certo non hanno favorito altri esponenti leghisti nell’ottenere posti eleggibili – era facile pensare che nonostante il ruolo importante di Pini negli ultimi anni, gli indicatori sulla “produttività” e la presenze che lo vedono sempre ai vertici delle classifiche, fosse stato in qualche modo vittima di regolamenti interni. Invece, il deputato che vive a Fusignano ci spiega: «Da tre mesi avevo detto con miei collaboratori e vertici a livello nazionale e locale che non avevo intenzione di ricandidarmi. Quindi era una cosa risaputa all’interno e concordata. Dopo dodici anni da parlamentare in cui non credo si possa dire che mi sono limitato a scaldare la sedia, è arrivato il momento di riprendermi la mia vita, tornare a curare i miei affetti, il mio lavoro che non ho mai del tutto abbandonato, per fortuna c’era mio fratello a seguire le cose. Io ho sempre coltivato molti interessi e Roma dopo un po’ ti consuma».

Ma in questa scelta quanto conta la virata nazionale e sovranista di Salvini che ha addirittura tolto la parola nord dal simbolo elettorale? «Come ho detto si tratta di una scelta al 90 percento dettata da ragioni personale, ora ho bisogno di nuove sfide. Poi, come ho detto prima e continuo a dire adesso, sono convinto che la Lega Nord debba restare una sorta di sindacato di questi territori. Del resto c’è stato un congresso e, come noto, faccio parte della minoranza, ma questo prescinde dalla mia decisione di non ricandidarmi. Il simbolo sulla scheda? È solo un contrassegno elettorale che mi auguro sia di passaggio, una questione di tattica. A me interessa invece la strategia».

Ma, attenzione, non si tratta di un addio definitivo alla politica, semmai solo dalle prime file. «Sono a disposizione di amici e persone adesso candidate come il segretario nazionale della Lega Nord Romagna (Jacopo Morrone, ndr), Samantha Gardin e Massimiliano Alberghini. Sarò più che contento di dare una mano e qualche consiglio. Sono convinto che se la possano giocare, e in particolare nei collegi uninominali dove, secondo i sondaggi, c’è una situazione di bilico e anzi in uno dei due pare in lieve vantaggio il centrodestra».

Comunque vadano queste politiche, nonostante la lunga militanza e l’esperienza, Gianluca Pini compie quest’anno appena 45 anni e ha quindi tutto il tempo per tornare nelle prime file della battaglia politica in futuro.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi