mercoledì
03 Settembre 2025

Anche un imprenditore ravennate nella cordata per riaprire l’aeroporto di Forlì

Tra i finanziatori il re della sanità privata Sansavini e la Cmc. Confcommercio fa il tifo: «Può coniugare turismo e commercio». Ma dalla primavera 2018 Ryan Air torna in pista a Rimini

Aeroporto Forlì1C’è anche un ravennate tra gli imprenditori che stanno dando vita a una cordata romagnola per costituire una società che parteciperà al bando, atteso in autunno, per la gestione dell’aeroporto Ridolfi di Forlì chiuso da oltre quattro anni. Il nome è quello di Ettore Sansavini, fondatore, presidente e amministratore delegato di Gvm, colosso della sanità privata nato a Cotignola. Con una piccola quota dovrebbe partecipare anche la Cmc.

La costituzione di una cordata di imprenditori romagnoli che parteciperà al bando piace a Confcommercio: «Riaprire lo scalo forlivese è un’opportunità che il nostro territorio romagnolo non può perdere e che va vista come un’integrazione con l’aeroporto di Rimini», ha detto il presidente dell’associazione di categoria per la provincia di Ravenna, Mauro Mambelli, in sintonia con i colleghi di Forlì, Roberto Vignatelli, e di Cesena, Augusto Patrignani. Pieno sostegno all’iniziativa «che vuole puntare a far diventare lo scalo di Forlì l’aeroporto della Romagna: riaprirlo significa fare sistema nel panorama regionale, garantendo una pista facilmente raggiungibile da Bologna. Geograficamente questo scalo si trova nella posizione migliore della Romagna, può senz’altro coniugare due funzioni aeroportuali come quella turistica e commerciale e può attirare l’attenzione e la collaborazione di diverse compagnie aeree europee. Inoltre, siamo convinti che il nuovo aeroporto della Romagna, che sta prendendo forma, può consentire un sensibile incremento delle presenze turistiche».

I cieli romagnoli potrebbero essere presto trafficati visto che nelle scorse settimane Ryan Air ha annunciato la firma di un accordo con la società di gestione del Fellini di Rimini: i nuovi collegamenti verso l’Europa scatteranno nella primavera 2018 e saranno annunciati in autunno.

Accerchiati dal branco in strada, picchiati e rapinati. Due arresti, uno è minorenne

Le vittime erano uscite da un locale. Gli aggressori trovati a un chiosco di piadina con il telefono rubato

Notte Cervese carabinieriStavano raggiungendo l’auto dopo la serata trascorsa in un locale a Marina di Ravenna quando si sono visti circondare da un gruppo di persone sconosciute che poi li hanno aggrediti e rapinati portando via telefono e portafoglio. Ore da incubo per una coppia di amici bolognesi sulla riviera ravennate domenica 27 agosto. Due giovani extracomunitari, di cui uno minorenne, sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Ravenna poco dopo l’episodio: sono ritenuti parte del gruppo, per loro le accuse sono di lesioni e rapina aggravata in concorso. Ulteriori indagini sono in corso in quanto non  è escluso che i due si siano resi responsabili di analoghi episodi. Le due vittime dell’aggressione, medicate al pronto soccorso di Ravenna, sono state giudicate guaribili con prognosi tra cinque e otto giorni.

L’aggressione, come detto, è avvenuta nel tragitto dal locale alla vettura. I due bolognesi, dopo un primo iniziale approccio, subivano una vera e propria aggressione. La scena veniva però notata da alcuni passanti che richiedevano l’intervento di una pattuglia dell’Arma: i militari della stazione di Lido Adriano, coadiuvati dai colleghi del radiomobile, riuscivano ad individuare nei pressi di un chiosco della piadina due  i due giovani che venivano trovati in possesso del cellulare rapinato in precedenza.

Sara Panetoni vince il Mondiale Under 18 di volley. «Una emozione indescrivibile»

Volley / La ravennate classe 2000 ha fatto parte della nazionale giovanile, giocando titolare nel ruolo di libero, capace di vincere la rassegna iridata in Argentina. «Essere campioni del mondo è qualcosa di davvero unico». Solo noni gli altri bizantini Recine e Gardini

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La gioia di Sara Panetoni e delle sue compagne per la vittoria nella finalissima (foto Fivb)

La ravennate Sara Panetoni sale sul tetto del mondo con la maglia della nazionale Under 18. A Rosario, in Argentina, le azzurrine di Marco Mencarelli hanno infatti ripetuto il trionfo del 2015, questa volta battendo nella finale dei campionati mondiali la Repubblica Dominicana per 3-1 (25-23, 19-25, 25-12, 25-20). Una vittoria netta e meritata, giunta al termine di un torneo perfetto in cui le ragazzine tricolori hanno vinto tutte e otto le partite disputate, con la personalità e la sfrontatezza delle più forti.

Sara ha disputato tutta la rassegna iridata da titolare, con la maglia da libero, fornendo all’Italia il suo consueto apporto in termini di concretezza e generosità, rappresentando il punto di riferimento più importante nella seconda linea azzurra. Dopo aver vinto le quattro gare del girone preliminare (3-0 su Serbia, Colombia e Thailandia, 3-2 sulla Polonia), la nazionale ha completato il suo percorso netto superando negli ottavi il Perù (3-0), nei quarti gli Stai Uniti (3-0), in semifinale la Turchia (3-1, con un meraviglioso recupero nel quarto set, 20-24 a 26-24) e in finale, appunto, la Repubblica Dominicana.

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La giovane ravennate classe 2000 sul gradino più alto del podio assieme alle compagne (foto Fivb)

La baby ravennate classe 2000 che nella passata stagione è stata tra le protagoniste della promozione in Serie A2 dell’Olimpia Cmc non nasconde la sua grande gioia. «Essere campioni del mondo è qualcosa di davvero unico – racconta Sara – indescrivibile, che mette i brividi solo a pensarlo. Abbiamo passato un’intera estate per lavorare per questo Mondiale, per affrontare al meglio ogni partita e crescere come giocatrici e come squadra. Credo che, tutte insieme, abbiamo dimostrato davvero tanto».

Di sicuro il cambio di ruolo avvenuto la scorsa estate, passando da banda a libero sotto consiglio del Direttore generale del Porto Robur Costa, Marco Bonitta, ha rappresentato una svolta fondamentale per la carriera della Panetoni. «Sì, è vero. Cambiare ruolo è stato importante, perché mi ha permesso di arrivare fin qua e di vincere un Mondiale Under 18».

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Sara Panetoni in azione in seconda linea (foto Fivb)

Tra qualche giorno, dopo aver recuperato un po’ di energie (Sara a luglio ha infatti preso parte anche al torneo Wevza in Spagna e ai Giochi europei giovanili in Ungheria: competizioni vinte entrambe dall’Italia), per lei comincerà una nuova avventura nella sua Ravenna. «Quando torno in Italia inizierò una nuova stagione in maglia Olimpia Teodora e sono molto felice, perché posso sempre migliorare e crescere. Non conosco gran parte delle mie compagne di squadra – termina Panetoni – ma a breve avrò modo di farlo. Non vedo l’ora».

Solo nona la nazionale maschile Under 19 E’ arrivata solo nona la nazionale azzurra ai campionati Mondiali Under 19 disputati in Bahrain. Nella formazione allenata da Barbiero erano presenti i ravennati, nonché figli d’arte, Davide Gardini e Francesco Recine. Dopo un buon girone preliminare (vittorie contro Repubblica Ceca, Messico e Cina, sconfitta solo al tiebreak contro l’Iran), l’Italia è caduta negli ottavi sotto i colpi della sorprendente Corea del Sud (netto ko per 3-0), per poi riscattarsi in parte nella fase “consolatoria”. Hanno seguito infatti in successi su Cuba, Turchia e Cina, regalando alla nazionale il nono posto.

Sciopero Logistica Ferrari, Maestri scrive al prefetto: «Salvaguardare i lavoratori»

Il deputato di Possibile: «Subito un tavolo di trattativa. Per i dipendenti sacrifici economici ingiusti e sproporzionati, oltre alla perdita del rapporto di lavoro a tempo intederminato»

Andrea Maestri
Andrea Maestri

Andrea Maestri ha passato parte della domenica davanti ai cancelli di Marcegaglia per parlare con i lavoratori di Logistica Ferrari che stanno scioperando, preoccupati per il loro futuro in seguito alla scadenza del contratto tra la ditta e l’azienda metalmeccanica. Ora scrive al prefetto: «Le rivendicazioni dei lavoratori trovano piena rispondenza nella normativa giuslavoristica e nelle norme della Costituzione che impongono la tutela della dignità, dei diritti, della salute e della sicurezza dei lavoratori» Maestri chiede che si apra un tavolo di trattativa in prefettura.

Maestri sottolinea l’imporanta «di profondere ogni sforzo perché ai 55 lavoratori in sciopero e alle loro famiglie non siano sottratti, per un cambio di sabappalto, del loro inquadramento contrattuale e della loro posizione economica, perché le proposte sinora formulate comportano sacrifici economici ingiusti e sproporzionati (fino a 7000 euro in meno all’anno), la perdita del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, il demansionamento ed il depauperamento delll’elevato livello di esperienza e di specializzazione che è un patrimonio per tutte la aziende interessate e per la stessa comunità ravennate; questo anche perché lavoratori già formati, specializzati ed esperti sono la migliore garanzia contro infortuni ed incidenti in un settore che ne ha sempre contati troppi. Le ragioni dell’economia non possono mai prevalere su quelle del diritto»

La Pigna: «Assistenti civici e vigilanza privata a fianco della polizia municipale»

Verlicchi detta la sua ricetta anti-degrado: «Chi si dedica come volontario a queste attività va premiato con sconti alle tasse». I fondi? Da Ravenna Holding

Veronica VerlicchiVeronica Verlicchi, esponente in consiglio comunale de La Pigna, propone di istituire un assistente civico alla Polizia Municipale in cui iscrivere chi ha frequentato un corso di formazione gestito dal comando dei vigili urbani. Sulla sicurezza, l’amministrazione «continua a trattare distrattamente la questione, senza mai assumersi la responsabilità di una iniziativa forte ed efficace». La proposta de La Pigna è quella di creare un registro degli assistenti civici della Municipale con al vertice un coordinatore per ogni consiglio territoriale scelto dal comandante del corpo.

Tutti i cittadini che si dedicano a questo servizio, secondo Verlicchi, dovrebbero «essere agevolati con una riduzione delle imposte comunali, calcolata in base al tempo dedicato». Altro servizio da affiancare a qullo istituzionale è il «ricorso anche alla vigilanza privata», un impiego che dovrebbe essere utilizzato nelle zone più degradate «dove per carenza di servizio il controllo scarseggia». Un’organizzazione che per La Pigna va unita alla video sorveglianza intelligente, al miglioramento dell’illuminazione pubblica, all’utilizzo di un’apposita applicazione di segnalazione collegata alle forze dell’ordine  e al miglioramento della dotazione in uso alle Forze di polizia.

Per quanto riguarda i fondi, la lista civica suggerisce di utilizzare il credito che il Comune di Ravenna «vana nei confronti di Ravenna Holding Spa. Un credito derivante dall’operazione del capitale sociale della holding. Tali risorse, unite al reperimento dei finanziamenti regionali e nazionali, già ottenuti da altre città della nostra Regione mentre Ravenna dormiva, sarebbe di grande sostegno alla lotta alla criminalità»

Milena, un Mondiale a 15 anni sognando le Olimpiadi di Tokyo

A Pesaro la rassegna iridata, in Italia per la prima volta dopo 34 edizioni, e la ravennate Baldassarri è la più giovane tra le 8 azzurrine: «In palestra 5 ore tutti i pomeriggi e due-tre mattine a settimana. A volte invidio le amiche con meno impegni…». Gli inizi con l’Edera

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Milena Baldassarri è nata a Ravenna il 16 ottobre 2001. Sarà la più giovane delle otto italiane al Mondiale di ginnastica ritmica di Pesaro

«Che faccio di solito negli ultimi momenti prima di entrare? Prendo un bel respiro». Facendo così è arrivata ai Mondiali di ginnastica ritmica e così farà dal 30 agosto a Pesaro quando esordirà sulla pedana iridata: la ravennate Milena Baldassarri, 16 anni da compiere a ottobre, è la più giovane delle otto azzurre all’appuntamento che si svolge in Italia per la prima volta dopo 34 edizioni.

Una convocazione ufficializzata nei giorni scorsi e conquistata grazie ai risultati maturati gara dopo gara: «Vedendo come andavo avvicinandomi a questo momento ho cominciato a sperarci pur sapendo che non sarebbe stato facile. Poi il giorno di Ferragosto mentre ero in piscina mi ha telefonato la dirigente tecnica della nazionale Martina Piazza ed è stato bellissimo». Da Piazza un’investitura importante: «Ha una padronanza da veterana». La ginnasta intasca l’apprezzamento: «È bello sentirselo dire da una come lei che ha occhio per vedere le atlete. Diciamo che non sono una molto ansiosa per dovermi esibire davanti al pubblico, è stato così da quando ho iniziato».

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Nella recente tappa di Coppa del Mondo di Minsk, si è qualificata nelle finali di nastro e palla, dove in quest’ultima ha sfiorato il podio

Fu una decina di anni fa a Ravenna. Con le società Edera e Zodiaco. Il primo contatto con la ginnastica grazie a un’amica della madre, allenatrice: «Avrò avuto 4-5 anni quando ho provato per la prima volta e ho continuato. Per un periodo ho fatto anche danza e nuoto: me la cavavo piuttosto bene in tutti ma nella ginnastica di più e ho scelto di proseguire con quella».

Milena sarà una delle due individualiste del team italiano. Si esibirà con palla, cerchio, clavette e nastro: «Le clavette mi preoccupano un po’ di più perché sono due attrezzi. Il nastro per molte ginnaste è complicato ma io con quello mi sono già qualificata alle finali europee. Con la palla mi sento più sicura». Da circa un anno sta preparando gli esercizi che porterà in pedana: «È uno sport bello, quando lo vedi dici “wow” ma se provi ti accorgi di quanto sia difficile. È tutta questione di precisione e ogni gesto va provato e riprovato».

Ai Mondiali pesaresi arriva come tesserata della Ginnastica Fabriano, società in cui è entrata quattro anni fa quando si è trasferita da sola nelle Marche: «I miei genitori mi avevano abituato ad andare senza di loro alle gare collegiali quindi non era una novità, ma andare a vivere da sola è stato diverso». Mamma e papà sono le persone a cui riconoscere un ruolo importante per il percorso fatto finora: «Mi hanno tirato su quando ci sono stati i momenti difficili in cui ero avvilita. Avevo fatto tanta strada e mollare sarebbe stato un peccato. Ma se un giorno deciderò di smettere non credo si opporranno».

I primi due anni a Fabriano sono stati i più difficili: «Ero alle medie, non conoscevo nessuno, la città non è grande ma girare da sola non era semplice». È stato lì che è nata un’amicizia importantissima: «Con Lavinia, una ragazza di Ascoli che faceva ginnastica con me. Abbiamo passato insieme ogni momento».

Oggi Milena vive con altre ragazze nella casa della nonna di una di loro. E qual è la settimana tipo? «Al mattino ho scuola ma abbiamo dei permessi per saltare alcune giornate per allenarci e quindi di solito due o tre mattine vado in palestra, soprattutto prima delle gare. I pomeriggi dal lunedì al sabato cinque ore di allenamento in palestra. Poi cena e dopo studio». Non pochi sacrifici: «Ogni tanto c’è un po’ di invidia per le mie coetanee che non hanno così tanti impegni – dice sorridendo – però anche io ho una vita sociale nel poco tempo che mi resta libero. Visto che sono sempre in palestra, lo uso per uscire». Sacrifici anche a tavola: «Serve un fisico snello quindi tanta frutta e tanta verdura, pochi dolci e pochi zuccheri».

La convocazione per i Mondiali è stato un bel premio per ripagare gli sforzi. Un premio ancora più grande potrebbe arrivare fra tre anni in Giappone: «Le Olimpiadi sono un sogno per ogni sportivo quindi anche per me. Ci spero ma sono lontane».

Debutto con vittoria per il Ravenna: una rete di Lelj decide la gara con la Fermana

Calcio C / Parte con il piede giusto la stagione dei giallorossi, che nella prima giornata di campionato sconfiggono i marchigiani grazie a una rete a inizio ripresa di Lelj

Esultanza Dopo Il Gol DCS 2179
L’esultanza dei giallorossi dopo il gol di Lelj

Il Ravenna festeggia nel migliore dei modi il ritorno dopo sei anni in Serie C, battendo 1-0 la Fermana al termine di un match dalle poche emozioni. Il grande caldo condiziona la partita, decisa a inizio ripresa da Lelj, bravo a insaccare dopo una conclusione di Selleri ribattuta in area. Nel primo tempo i portieri non vengono in pratica mai impegnati, mentre la squadra di Antonioli una volta passata in vantaggio controlla senza affanni la reazione degli avversari marchigiani.

RAVENNA-FERMANA 1-0

RAVENNA (4-3-1-2): Venturi; Ballardini, Venturini, Capitanio, Barzaghi; Selleri (47′ st Ronchi), Lelj, Cenci (19′ st Piccoli); Papa; De Sena, Tabacchi (19′ st Samb). A disp.: Gallinetta, Portoghese, Severini, Maistrello, Ierardi, Sabba. All.: Antonioli.

FERMANA (4-3-3): Valentini; Clemente, Comotto, Ferrante, Gennari (26′ st Sperotto); Misin (17′ st Akammadu), Mane (1′ st Urbinati), Gasperi (37′ st Acunzo); Petrucci, Cremona, D’Angelo (17′ Da Silva). A disp.: Ginestra, Shiba, Giampà, Grieco, Ciarmela, Roma, Franchini. All.: Destro.

ARBITRO: Meraviglia di Pistoia (assistenti Garzelli di Livorno e Meocci di Siena).

RETE: 12′ st Lelj.

NOTE: ammoniti Piccoli e Mane. Angoli 6-1. Spettatori 1000 circa (dato ufficiale fornito dalla società). Recupero: pt 2′; st 3′.

La Squadra Del Ravenna DCS 2119
La formazione del Ravenna a inizio partita

Le formazioni

Gli undici titolari sono quelli annunciati alla vigilia con qualche eccezione. Nel Ravenna in attacco Tabacchi vince il ballottaggio su Samb, mentre nella Fermana a sinistra della difesa c’è Gennari invece di Sperotto. Antonioli schiera il 4-3-1-2 visto nelle gare di Coppa Italia, con Venturi in porta, Ballardini e Barzaghi sulle fasce e Venturini e Capitanio al centro, il trio di centrocampo formato da Selleri, Lelj e Cenci e Papa trequartista dietro le due punte De Sena e Tabacchi. I marchigiani di Destro rispondono con Valentini tra i pali, il quartetto di difesa, da destra a sinistra, composto da Clemente, Comotto, Ferrante e Gennari, Mane in mediana a far da raccordo con i centrocampisti Misin e Gasperi, Petrucci e D’Angelo sulle fasce di supporto dell’unica punta Cremona.

La cronaca della partita

Primo tempo

11′ La prima emozione arriva con un tiro al volo di De Sena, con Valentini pronto alla respinta, ma l’arbitro Meraviglia aveva già fischiato per un fallo in area

20′ cross teso dalla destra di Ballardini su cui De Sena non riesce a intervenire di testa per un soffio

29′ cartellino giallo a Mane per un fallo su Papa

34′ troppo lungo l’assist di Selleri per De Sena lanciato in area, con la palla che si spegne sul fondo

38′ tiro alla stelle di De Sena dai venti metri

39′ sempre De Sena, sempre dal limite, prova ad aggiustare la mira, ma la conclusione va fuori di poco

Il Gol Di Lelj DCS 2172
Il gol del centrocampista Tommaso Lelj

Secondo tempo

1′ Nella Fermana entra Urbinati al posto di Mane, unico ammonito nel primo tempo. Il giocatore si piazza nella stessa posizione del compagno, in mediana davanti alla difesa

2′ punizione di Papa in mezzo all’area, con De Sena che viene anticipato di testa da un avversario, che spedisce sul fondo

12′ Il Ravenna passa in vantaggio: sugli sviluppi di un corner Selleri prova la conclusione dalla lunga distanza, un rimpallo libera in area Lelj, che insacca sotto la traversa con una potente conclusione

17′ Due cambi per la Fermana: entrano Akammadu e Da Silva per Misin e D’Angelo

19′ Antonioli risponde anche lui con due sostituzioni: Piccoli e Samb prendono il posto di Cenci e Tabacchi

26′ Nella Fermana entra Sperotto al posto di Gennari

28′ tiro dal limite di Ballardini che sfiora il palo

32′ ammonito Piccoli per proteste

35′ cross di Clemente per la testa ci Da Silva, con Venturi che fa buona guardia

37′ Destro termina le sostituzioni inserendo Acunzo al posto di Gasperi

41′ Barzaghi si oppone con il corpo sul tentativo a rete di Petrucci

47′ nel Ravenna Ronchi sostituisce Selleri

Gli spogliatoi

Se il Ravenna attendeva il ritorno in C da sei anni, Mauro Antonioli ha dovuto aspettare ben 14 anni, risalendo la sua ultima da calciatore in C2 all’1 giugno 2003 con la Lodigiani nel match di ritorno dei playout a Olbia. «Sono molto contento di questo debutto – ammette – e soddisfatto della prestazione fornita dai ragazzi che hanno fatto una partita quasi perfetta, la partita che tutti speravamo. Era importante vincere ma era importante anche non rischiare: siamo riusciti a fare entrambe le cose, giocando una gara sempre all’attacco, creando diverse occasioni e rischiando poco o nulla. Non dico che questi sono punti che valgono doppio, però valgono tanto».

La coppa di Eccellenza inizia con il pari tra Russi e Faenza. Tutti i risultati

Calcio / Finisce senza reti il derby disputato sabato sera al “Bucci”. Stesso punteggio per la sfida tra Classe e Alfonsine, mentre in Promozione esultano Conselice, Lavezzola e Reno

Russi Calcio
Il Russi è stato ripescato in Eccellenza dopo aver brillato nei playoff di Promozione

Con il pareggio senza reti tra Russi e Faenza, nell’anticipo di sabato sera disputato al “Bucci”, è iniziata la Coppa Italia di Eccellenza. Il girone L proseguirà mercoledì prossimo, con gli arancioneri di Mosconi che affronteranno il Sampaimola in trasferta. I biancazzurri di Assirelli invece se la vedranno con la squadra di San Patrizio al Bruno Neri il 13 settembre. Nelle gare disputate domenica pomeriggio,  anche nel girone I si registra uno 0-0 tra il Classe e l’Alfonsine, mentre nel girone H e nell’M il Massa Lombarda e il San Pietro in Vincoli hanno riposato, assistendo al successo del Granamica in trasferta con l’Argentana (0-1) e al pareggio 3-3 tra Diegaro e Castrocaro.

La situazione

Girone H: Argentana-Granamica 0-1. Prossimi turni: 30 agosto Massa Lombarda-Argentana; 13 settembre Granamica-Massa Lombarda.

Girone I: Classe-Alfonsine 0-0. Prossimi turni: 30 agosto Cervia-Classe; 13 settembre Alfonsine-Cervia.

Girone L: Russi-Faenza 0-0. Prossimi turni: 30 agosto Sanpaimola-Russi; 13 settembre Russi-Sanpaimola.

Girone M: Diegaro-Castrocaro 3-3. Prossimi turni: 30 agosto San Pietro in Vincoli-Diegaro; 13 settembre Castrocaro-San Pietro in Vincoli.

In Promozione, nel girone O lo Sparta Castelbolognese perde 1-0 in casa del Borgo Panigale, nel girone P il Conselice batte 1-0 il Sesto Imolese, nel girone Q il Lavezzola stende 2-0 il Molinella Codifiume, nel girone S il derby tra Cotignola e Reno è terminato con un 2-0 esterno a favore della formazione ospite di Sant’Alberto, nel girone T il Reda ha pareggiato 2-2 con la Cava e, infine, nel girone U la Del Duca Ribelle cade a domicilio 2-0 per mano della Sampierana.

La situazione

Girone O: Borgo Panigale-Sparta Castel Bolognese 1-0. Prossimi turni: 30 agosto Sparta-Valsanterno; 13 settembre Valsanterno-Borgo Panigale.

Girone P: Conselice-Sesto Imolese 1-0. Prossimi turni: 30 agosto Sesto Imolese-Medicina Fossatone; 13 settembre Medicina-Conselice.

Girone Q: Lavezzola-Molinella Codifiume 2-0. Prossimi turni: 30 agosto Molinella-Sporting Argenta; 13 settembre Sporting-Lavezzola.

Girone S: Cotignola-Reno 0-2. Prossimi turni: 30 agosto Savarna-Cotignola; 13 settembre Reno-Savarna.

Girone T: Reda-Cava 2-2. Prossimi turni: 30 agosto Ronco Edelweiss-Reda; 13 settembre Cava-Ronco.

Girone U: Del Duca Ribelle-Sampierana 0-2. Prossimi turni: 30 agosto Savio-Del Duca Ribelle; 13 settembre Sampierana-Savio.

In Prima Categoria, nel girone 27 il Solarolo perde 1-0 in casa della Pianta, mentre la Virtus Faenza a San Martino in Strada batte 2-0 il Tre Martiri. Nel girone 28 il Bagnacavallo e il Fosso Ghiaia pareggiano 1-1, a Sant’Antonio il Romagna regola 2-0 il Real Fusignano.

La situazione

Girone 27: Tre Martiri-Virtus Faenza 0-2, Pianta-Solarolo 1-0. Prossimi turni: 3 settembre Solarolo-Tre Martiri e Virtus Faenza-Pianta; 10 settembre Pianta-Tre Martiri e Solarolo-Virtus Faenza.

Girone 28: Bagnacavallo-Fosso Ghiaia 1-1, Romagna-Real Fusignano 2-0. Prossimi turni: 3 settembre Fosso Ghiaia-Romagna e Real Fusignano-Bagnacavallo; 10 settembre Fosso Ghiaia-Real Fusignano e Bagnacavallo-Romagna.

 

La celebrazione per Ettore Muti si è tenuta fuori dal cimitero, senza messa

Nonostante la mobilitazione anche del sindaco e il fatto che le spoglie non sia più inumate al cimitero, anche quest’anno è stato ricordato il gerarca fascista

Un centinaio le persone che si sono ritrovate nella mattinata di domenica 27 agosto, fuori dal cimitero di Ravenna, per ricordare il gerarca Ettore Muti morto nell’agosto del 1943 a Fregene ma originario di Ravenna e qui sepolto fino a pochi mesi fa. La famiglia infatti, da sempre contraria a questo tipo di celebrazioni, le ha fatte incenerire e le ha portate via qualche mese fa. La manifestazione, che tante polemiche e critiche aveva suscitato e che per la prima volta, data la mancanza delle spoglie, è stata realizzata senza la celebrazione di una messa in ricordo del defunto (non autorizzata dal Vescovo che ne aveva spiegato le ragioni) si è svolta sotto la sorveglianza dei Carabinieri e senza problemi, senza saluti romani o slogan apologetici. A pronunciarsi contro la manifestazione, nelle scorse settimaane, erano stati parlamentari e il sindaco stesso e, infine, i segretari comunale e provinciale del Pd Alessandro Barattoni ed Eleonora Proni: «Il fascismo non è tollerabile, il fascismo non è un’opinione: è un reato, dal 1952. La memoria della Resistenza è un patrimonio che ci accomuna, perciò quest’estate abbiamo partecipato, in collaborazione con la Consulta Antifascista della Provincia di Ravenna, alla raccolta di firme contro la celebrazione annuale di Ettore Muti e siamo a fianco dell’Anpi e dei sindacati nella loro presa di posizione riguardo alla commemorazione. Siamo convinti che impedire la propaganda e l’apologia di fascismo con le ideologie razziste e xenofobe mai sopite non sia liberticida.

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La tomba che ospitava i resti di Ettore Muti a Ravenna e su cui fino all’anno scorso si celebrava la memoria del gerarca fascista

Per questo continueremo a impegnarci quotidianamente affinché si possa definitivamente impedire la rievocazione di un gerarca fascista». Ma, appunto, la commemorazione si è tenuta anche quest’anno, sebbene in modo diverso dagli altri anni, organizzata dagli Arditi d’Italia e con l’annunciata adesione di Forza Nuova Ravenna. Secondo quanto riportato dall’Ansa, i partecipanti provenivano da più parti d’Italia.

Dalla spiaggia alla Darsena, dalla cultura alla sicurezza: l’agenda del sindaco

De Pascale a tutto campo nell’intervista alla festa del Pd: «L’autonomia della Romagna? Una sciagura»

Un’ora e mezza di dibattito – iniziato appena in tempo per smaltire le file ai ristoranti di una Festa dell’Unità affollata ma non certo ai livelli dei tempi d’oro – per il consueto rituale dell’intervista al Sindaco da parte dei giornalisti delle testate locali. Nessuna novità rilevante emerge dalle risposte di De Pascale alle domande della stampa che pure spaziano fra vari temi politici, sociali, culturali, oggi all’attenzione dell’opinione pubblica ravennate. Semmai è la conferma – parola sua – che i progetti e le iniziative presentate nel corso del primo anno anno di consiliatura non sono solo annunci ma che «si fa sul serio», con risorse disponibili e tempi ragionevoli.

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Incontro del sindaco con la stampa alla festa dell’Unità

A partire dalla recente idea di metter mano alla sistemazione dei 35 chilometri di percorsi litoranei fra spiagge, dune e pinete, da foce Reno fino al Bevano. Il concorso europeo per la progettazione, presentato in questi giorni, ha in palio un budget di 10 milioni di euro. Per De Pascale – confortato dal buon andamento della stagione turistica e dagli effetti positivi della lotta all’abusivismo commerciale in spiaggia («ma non basta») – quella di valorizzare la vocazione “naturalistica” della riviera ravennate è un’occasione da non perdere. «Possiamo investire le ingenti risorse ricavate dall’Imu sulle piattaforme Eni per rilanciare a livello nazionale e internazionale l’immagine e la qualità dell’offerta turistica delle nostre spiagge. L’obiettivo è individuare e realizzare entro la scadenza del mandato di questa giunta un progetto di alto livello che faccia parlare del nostro litorale le più importanti riviste del settore». Su questo orizzonte di opere di valorizzazione e risanamento – ci tiene a sottolineare il Sindaco – si inserisce anche l’accordo col Ministero per l’Ambiente per la tutela della Piallassa Baiona che prevede importanti investimenti di denaro pubblico. Ma i progetti di sviluppo turistico, culturale e di salvaguardia ambientale da concretizzare a Ravenna «in tempi umani» non finiscono qui: «oltre a quelli ereditati dalle amministrazioni precedenti, con l’apertura nei prossimi anni del Museo archeologico e storico della città di Classe e quelli del Risorgimento e Byron a Palazzo Guiccioli, doteremo la città di un nuovo Palasport…». Anche se per quest’ultima struttura, ammessa l’ipotesi di collocarlo in area pala De André, restano vaghi i termini della progettazione e della sorgente finanziaria.

Per De Pascale il turismo è ovviamente uno dei volani principali dell’economia locale, ma come i suoi predecessori punta a un fondamentale equilibrio con la storica vocazione industriale e portuale di Ravenna. Insomma le fabbriche e l’accoglienza balneare, la manifattura e la città d’arte devono andare di pari passo, senza particolari attriti, alla ricerca di una possibile convivenza. Per questo il Sindaco snocciola accordi e prospettive di sviluppo con industrie chimiche, alimentari, energetiche (Versalis ed Eni, Bunge, Pir, la stessa Marcegaglia oggi al centro di una vertenza sindacale…) rammentando che si svilupperanno su nuove tecnologie sostenibili e nel rispetto dei lavoratori e del patrimonio ambientale. E senza dimenticare che l’equilibrio fra le vocazione industriale e cultural-turistica-ambientale riguarda anche (e per certi versi soprattutto) la rete logistica e gli interventi infrastrutturali: «Dal prossimo anno svilupperemo le connessioni ferroviarie, per eliminare un notevole traffico su gomma, l’escavo dei fondali del Candiano non sarà più solo un “mantra” ma un effettiva opera di efficienza per lo scalo, fino alle banchine San Vitale e Sapir farà la sua parte per favorire una logistica più al passo coi tempi ai nostri terminal portuali. Non solo – puntualizza il SIndaco – ma rivendichiamo anche l’inclusione del territorio ravennate nella rimodulazione e riqualificazione dei servizi di trasporto passeggeri del piano infrastrutturale ferroviario della Regione». De Pascale ne è convinto, si mangia” con la produttività industriale e con l’imprenditoria turistica ma anche con la cultura «perché dobbiamo consolidare e creare occupazione, oltreché sostenere il reddito. Il ruolo delle imprese è fondamentale ma servono anche investimenti pubblici, e su questo versante ritengo sia legittimo che gli enti locali possano indebitarsi per favorire politiche di crescita, purché questo debito sia sostenibile e sotto controllo».

Per quanto riguarda i principali nodi in prospettiva delle politiche culturali,  va ricordato che il primo cittadino si è riservato una delega in proposito. De Pascale minimizza i ritardi sul rinnovo delle convenzioni quinquennali per le attività di gestione di spazi, produzione e organizzazione di eventi dedicati alle arti performative: teatro, musica, danza, ma anche cinema, incontri letterari, arti grafiche, etc). I ritardi non sono formali (le convenzioni in effetti scadono a dicembre) ma sostanziali, visto che le decine di soggetti coinvolti (da Ravenna Festival, Ravenna Teatro e altre decine di associazioni) hanno bisogno di mesi e mesi di anticipo per pianificare le proprie attività, e a tutt’oggi non hanno certezze su consistenza, tempi e modi delle eventuali sovvenzioni comunali. «Niente paura. In previsione c’è sicuramente un consolidamento se non un aumento dei fondi per le attività culturali (si tratta negli ultimi 5 anni di circa 3 milioni di euro, ndr), precisa il Sindaco. Nonostante le difficoltà di bilancio delle Fondazioni bancarie che in passato hanno finanziato queste attività, non abbiamo intenzione di rinunciare a investire sulla straordinaria offerta in campo teatrale, musicale e di altre discipline che è vanto di Ravenna e che ha importanti ricadute anche sul piano turistico. Questo non significa che tutto sarà come prima. A breve presenteremo e discuteremo pubblicamente un bando che metterà in primo piano diversi parametri di valutazione del valore dei progetti culturali proposti dai vari soggetti già noti o nuovi, che vorranno partecipare a questa nuova fase di gestione e programmazione culturale. Nulla però è scontato, se non sulla base del merito e della trasparenza progettuale».

Spazio Dibattiti Festa Unità Ravenna
Lo spazio dibattiti alla Festa dell’Unità di Ravenna

Non da ultima resta al centro di questa consiliatura l’annosa questione della riqualificazione Darsena di città, “croce e delizia” di ben quattro mandati precedenti a guida Mercatali e Matteucci (ma «l’idea fondante è merito di D’Attore» ci tiene a precisare De Pascale…). In tempi di cronica crisi del comparto edilizio e della necessità di una “urbanistica sostenibile” – sottolinea il Sindaco – la strada percorribile resta quella della “rigenerazione” e della collaborazione pubblico/privato. Un esempio eclatante è Darsena Pop Up e una opportunità da cogliere sono i 13 milioni di euro di denaro pubblico conquistati da Ravenna grazie al bando statale per la riqualificazione delle periferie. «Quei soldi non sono in discussione, anche se cambierà il governo centrale – rassicura il Sindaco – Poco meno di 9 milioni saranno destinati alla realizzazione delle infrastrutture fognarie in destra Candiano. Si tratta di un intervento che ha un’immagine di basso profilo, ma assieme alla chiusura del bitumificio Cmc, ha un ruolo fondamentale per consentire una concreta “rigenerazione” di quella vasta porzione di quartiere, con la realizzazione dei progetti dei privati: dall’espansione di Darsena Pop Up, al Sigarone e Area T, dalla passeggiata lungo canale al servizio di navetta per Marina, per finire con la realizzazione del collegamento attraverso la stazione ferroviaria col centro storico. Perché la Darsena non può restare un pezzo di città “a parte”. La sua valorizzazione non può prescindere da una agevole connessione col resto della città, con tanto di guadagnato anche per l’area stazione e il quartiere Farini».

Secondo De Pascale, la soluzione per ridare valore e dignità anche al quadrilatero fra via Alberoni, viale Pallavicini, via Carducci, giardini Speyer – al centro ormai da anni di una deriva degradante fra spaccio, risse e accattonaggio e quindi di “ordine pubblico”, in gran parte legata al fenomeno dell’immigrazione – potrebbe essere proprio questa nuova funzione di “tessuto connettivo” verso una Darsena “rivitalizzata”. Insomma la ricetta da somministrare con tenacia e pazienza resta quella del “chiodo (buono) scaccia chiodo (cattivo)”. D’altra parte il Comune non può intervenire più di tanto sull’ordine pubblico, riservato alle forze dell’ordine, anche se De Pascale parla di ottimo rapporto con la Prefettura per quanto riguarda azioni coordinate di prevenzione e repressione e rimarca come, sul versante del presidio della zona incriminata, il Comune con la prossima assunzione di 50 nuovi agenti della Polizia Municipale, rafforzerà una vigilanza che definisce “gentile” e dissuasiva. Senza rinunciare (anzi promette di incrementarne l’attività) all’azione di “mediazione sociale e culturale“ del progetto di integrazione dell’associazione “Cittadinanza Attiva” che ormai da anni opera nel quartiere intorno ai giardini Speyer. Il Sindaco auspica a questo proposito un “lavoro di squadra” che riguarda non solo le forze dell’ordine ma anche cittadini, operatori culturali e commerciali per riappropriarsi e rianimare positivamente la zona del degrado, come è accaduto in altre parti della città, in primis piazza San Francesco.

Giornalisti E Sindaco De Pascale
Foto di gruppo dei giornalisti della stampa locale con il sindaco De Pascale

Insomma sul tema sicurezza, immigrazione, disagio sociale – sui cui è evidente si gioca l’imminente campagna elettorale – De Pascale non ci sta a inseguire le parole d’ordine leghiste e anche certe “deviazioni populiste“ che stanno emergendo nel Pd: «Peraltro così rischiamo di essere la seconda battuta. E gli elettori preferiscono scegliere l’originale dettato da Salvini». Per cui rivendica una certa idea di sinistra sulla questione della emarginazione sociale che non riguarda solo immigrati e rifugiati ma tutti i coloro che hanno bisogno. «Sul piano dell’accoglienza degli stranieri sul nostro territorio abbiamo fatto la nostra parte, in modo trasparente ed equilibrato. Dobbiamo sostenere gli “ultimi“, ma anche i “penultimi”. Perché risorse e assistenza devono esserci per tutti i cittadini disagiati, senza discriminazioni. Ma assieme ai diritti umani e sociali dobbiamo con grande determinazione esigere da tutti il rispetto delle regole e della convivenza civile». Ed è forse momento della serata in cui il Sindaco ottiene un caloroso applauso non di prammatica.

Per quanto diplomatico e abile a dribblare sulle “grane” e le lacune amministrative, è sul piano propriamente politico che De Pascale di fronte alla platea della festa Pd è più “tonico“, convinto e capace di argomentare su temi distintivi della sinistra e dell’area progressista. Lo fa anche anche a proposito dell’autonomia della Romagna, riesumata di recente dal leghista Pini: «Ovviamente non sono per nulla favorevole al referendum e a un’ipotesi di separazione della Romagna dall’Emilia, sarebbe una catastrofe. Ma credo sia necessario precisare meglio il rapporto fra centro e periferia di governo del territorio. Mi convince l’idea di riconsiderare l’autonomia locale sul solco di un’applicazione ponderata dell’articolo 116 della Costituzione, proposta dal presidente Bonaccini. Credo che l’Amministrazione regionale possa svolgere maggiori funzioni rispetto alla gestione del territorio, a partire dalle infrastrutture e rivendicando le buone prassi, ad esempio, ottenute nel campo sanitario, con la pretesa di un riequilibrio di risorse a livello nazionale. Naturalmente vanno valutate e messe in campo le competenze tecniche e finanziarie necessarie per dare concretezza a questa autonomia». De Pascale si appassiona anche quando si parla di rapporto fra governo locale e governo centrale, con la conseguente chiamata in causa del Pd: «rischiamo di lasciare mano libera ai populismi di Salvini e compagni se non riusciamo a comunicare e convincere gli elettori quali siano chiaramente i nostri obiettivi strategici e di crescita, e per quale nuova idea di Paese e di futuro ci impegnano». Solo proclami? Forse, ma emblematici del disorientamento di un partito eccentrico e lacerato sui fondamentali che, fra tanti tatticismi, sembra avere smarrito la sua missione politica e sociale.

Prima di chiudere il dibattito De Pascale ringrazia i dirigenti del Pd e i volontari che hanno consentito anche quest’anno la realizzazione della Festa provinciale dell’Unità: «A dispetto di chi ha gufato sperando in un suo fallimento, la festa è grande e aperta come sempre, affollata di gente…». La platea (quasi piena) dello spazio dibattiti si disperde, ma sono meno che in passato i volti noti delle amministrazioni locali e del partito che hanno assistito al dibattito e si fermano per i saluti: gli assessori Fagnani e Baroncini (ora in Mdp), con la fugace apparizione delle assessore Bakkali e Morigi), i segretari provinciale e comunale del Pd, il capogruppo Sbaraglia, l’ex sindaco e senatore Mercatali, i presidenti di Ap Rossi e Sabadini di Sapir e pochi altri… Forse alcuni notabili sono ancora in ferie, ma certi vuoti fanno pensare a divisioni e risentimenti ormai incolmabili, e impensabili, nel grande Partito Democratico solo fino a pochi mesi fa.

Dai campi della serie A ai giovani talenti, ricordi e consigli di Claudio Rivalta

L’ex difensore ravennate è ora allenatore della Primavera del Cesena e ai genitori dice: «Fate vivere lo sport ai figli come tale»

Claudio Rivalta
Claudio Rivalta con la maglia dell’Atalanta attaccato da Alessandro Del Piero

«Contro Vieri e Batistuta era davvero dura, Chiesa era fortissimo, Nedved non si fermava mai, a Inzaghi e Trezeguet non potevi lasciare un solo centimetro che ti facevano gol…». Erano i tempi in cui la serie A era il campionato di calcio più bello del mondo e tra i difensori («La mia forza era soprattutto caratteriale, non avendo particolari qualità tecniche o fisiche, ero il classico giocatore affidabile») c’era anche Claudio Rivalta, oggi 39enne, oltre 150 presenze dal 1999 al 2009 nel massimo campionato con Perugia, Atalanta e (in minima parte) Torino. Probabilmente l’unico ravennate doc ad aver calcato i campi della serie A di calcio (allargando lo sguardo alla provincia si contano l’ex Atletico Madrid Stefano Torrisi, da Villanova di Bagnacavallo, il faentino Damiano Longhi, il cervese Alberto “Jimmy” Fontana e il bagnacavallese Cristian Servidei, oltre al lughese Mirko Valdifiori attualmente in forza al Torino). «Lo stadio più difficile in cui ho giocato? Senza dubbio quello di Napoli – racconta Rivalta –: nonostante abbia la pista a separare il campo dalle tribune, i tifosi sono veramente molto caldi. Ricordo una partita con il Vicenza (in serie B, ndr), eravamo in vantaggio e ogni volta che avevamo palla tutto lo stadio fischiava, non si sentiva veramente nulla».
Oggi Rivalta allena i ragazzi e quest’anno è passato al “top” nel settore, la Primavera, 17-18enni che sono a un passo dal realizzare il proprio sogno di diventare calciatori professionisti, a Cesena, con la prima squadra in serie B, e dopo aver allenato per tre anni con ottimi risultati Under 14 e Under 15 (il battesimo in panchina ancora prima nel Romagna Centro di Martorano). «Non ho mai pensato di allenare, in realtà. Poi mi è capitato di dare una mano nei settori giovanili e mi sono accorto che mi sarebbe piaciuto stare coi ragazzi in campo, trasmettere loro qualcosa. Coi più piccoli il ruolo di educatore e di guida è quasi più importante di quello di allenatore, dobbiamo ricordarci che non tutti faranno i calciatori e comunque cercare di trasmettere valori che in qualche modo possano rimanere ai ragazzi da adulti, in qualsiasi ambito. Oggi – continua Rivalta – i giovani sono molto più svegli, più ricettivi, ma molto più fragili: noi eravamo un po’ più “testoni” ma anche più forti, sapevamo reagire meglio a un rimprovero». I maestri di Rivalta, in questo senso, sono stati tre, sempre nel settore giovanile del Cesena, dove è cresciuto: «Fusco Cono da più piccolo, poi da ragazzo Corrado Benedetti e Davide Ballardini (ex tecnico ravennate di Palermo, Genoa, Cagliari e Lazio, ndr); quest’ultimo per come ci ha insegnato a leggere e capire il calcio e, insieme a Benedetti, anche per il punto di vista caratteriale: ci hanno preparato e formato, in maniera a volte dura, tosta e cruda». In prima squadra, invece, Rivalta sottolinea la bravura in particolare di suoi ex tecnici come Mandorlini (che ha avuto a Vicenza e a Bergano nell’Atalanta), Colantuono («caratterialmente era un martello pneumatico»), Delneri («Per avermi mostrato una visione differente dell’aspetto difensivo di una squadra») e, sempre a Bergamo, Delio Rossi. Oggi i suoi modelli, pur essendo un allenatore molto «flessibile», sono invece Guardiola e Thomas Tuchel, ex Borussia Dortmund.
Tra i suoi compagni di squadra – dice rispondendo alle nostre domande di fronte a un caffè – i più forti che ricorda, senza pensarci troppo, sono stati Marco Materazzi (che insieme a Rivalta nel Perugia mise a segno nel campionato 2000-2001 ben 12 gol, siglando il record per un difensore in una singola stagione in A), «che poi ci ha fatto pure vincere i Mondiali», poi sempre a Perugia il croato Milan Rapaic e il giapponese Hidetoshi Nakata («con cui però non avevamo praticamente rapporti, non dicendo una parola…»), oltre all’idolo dei tifosi atalantini (prima di essere implicato nell’inchiesta sul calcio-scommesse) Cristiano Doni. Tra gli avversari, oltre ai nomi più noti di cui sopra (con Batistuta, tra l’altro, Rivalta ci ha pure trascorso un po’ di tempo in vacanza), ricorda senza esitazioni Dario Morello, vincitore con il Bologna del campionato di serie B ai tempi in cui lui era a Cesena: «Imprendibile».
A casa Rivalta ha qualche maglia-ricordo, ma non è mai stato un collezionista: «Quella di Cannavaro deve essere in un armadio dei miei, tanto per farti capire quanto ci tenga a queste cose. Sono comunque legato a quelle di Maldini (Rivalta da piccolo era tifoso milanista, ndr) e Blanc, mentre mi piaceva scambiarla con i miei ex compagni di squadra, come Blasi (ex centrocampista anche della Juve, con cui Rivalta ha giocato a Perugia, ndr)».
«I momenti più belli della mia carriera? La vittoria del campionato di serie C con il Cesena, il secondo anno di Perugia in cui ho iniziato a giocare con continuità e ad affermarmi in serie A e poi i 4 anni e mezzo di Bergamo, all’Atalanta, dove mi sono sempre sentito a casa e dove c’era un grande rapporto con i tifosi, che ci hanno applaudito anche dopo la retrocessione in serie B. Ma le cinque partite più belle di tutte sono state quelle dopo l’intervento (Rivalta scoprì di avere un tumore all’apparato intestinale a fine 2011, quando stava concludendo la carriera in serie C nello Spezia, ndr): giocavo senza limiti mentali, solo per il gusto di farlo, dopo quello che avevo passato, solo per il gusto di vincere, come da bambino. Sentivo di dover ripagare la società che mi era stata vicina in un periodo molto duro ed è stato bello in quelle ultime partite passare da secondi a primi (lo Spezia è stato poi promosso in B, ndr) e vincere anche Coppa Italia e Supercoppa».
Ora che scendere in campo è ormai un ricordo e che ha a che fare quotidianamente con ragazzi e famiglie, Rivalta è in una posizione in cui si può permettere di dare consigli. «Il primo è quello di far vivere lo sport ai propri figli come tale, senza intromettersi su questioni tecniche: ai genitori racconto spesso come mio padre non mi abbia mai detto una parola su cosa fare in campo, eppure sono riuscito ugualmente a fare il calciatore ad alti livelli. Ai ragazzi invece il consiglio è di perseguire il proprio sogno, di impegnarsi sempre al massimo, essere onesti con se stessi, di sfruttare al massimo le occasioni e di vivere quei momenti senza troppa ansia». Se poi si ha la fortuna di finire in serie A, l’augurio è di affrontarla come Rivalta, lui che ha continuato la vita di sempre, senza eccessi, «seguendo i valori con cui mi hanno cresciuto i miei genitori e continuando a stare con quella che poi è diventata mia moglie, a Ravenna, dove ho messo su famiglia. Nella mia carriera ho visto tanti ragazzi che si facevano molto condizionare dagli altri, da chi cerca di avvicinarti quando hai fatto carriera: sentendosi più insicuri sentivano di doversi togliere delle voglie per far vedere agli altri chissà cosa. Io non ho mai avuto questi bisogni, sono sempre stato attento e tranquillo, non ho neppure mai cambiato procuratore…».

In Marcegaglia sciopero per solidarietà ai lavoratori della Ferrari

Lunedì saranno le iscritte Sgb della ditta di pulizie Nazda, martedì e mercoledì i dipendenti del colosso dell’acciaio per iniziativa dell’Usb

Marcegaglia OrigIn una nota stampa i lavoratori della Ferrari in sciopero e in presidio davanti alla Marcegaglia si dicono soddisfatti per le tante attestazione di solidarietà ricevute e annunciano che “il vero evento positivo, che ha commosso tutti noi, è la solidarietà dei lavoratori della Marcegaglia, diretti e indiretti”. Lunedì, infatti, sciopereranno in segno di solidarietà le lavoratrici Sgb della ditta di pulizie Nazca (che opera in appalto in Marcegaglia). “Con questa azienda – scrivono – Sgb ha corrette relazioni sindacali e periodici incontri. Le lavoratrici conoscono bene però le vicende come quelle della Ferrari, avendo attraversato già diversi cambi di appalto. Ad ogni nuovo appalto si sono ridotti i margini per le imprese subentranti a scapito degli investimenti sulle attrezzature, con un aumento, per contro, dei carichi di lavoro. Fra pochi mesi ci sarà il rinnovo dell’appalto e Marcegaglia avrà di nuovo occasione di stringere i cordoni della borsa. Anche per loro è una situazione che deve finire”.
martedì e mercoledì invece scenderanno in sciopero i lavoratori della Marcegaglia. A convocare lo sciopero, in solidarietà ai lavoratori della Ferrari, è un’altra sigla del sindacalismo di base: l’Usb. “Molti temi ci dividono da Usb – scrivono da Sgb – molte delle loro scelte di politica sindacale non le abbiamo condivise (e questo crea difficoltà nelle relazioni fra i due sindacati) ma sapere che malgrado ciò abbiano deciso di scendere in sciopero al nostro fianco ci riempie di gioia”. Infine, un ringraziamento va anche “ai tanti cittadini che sono stati presenti al presidio e hanno portato la loro solidarietà concreta ai lavoratori della Ferrari”.

Qui le ragioni della sciopero legate a un subentro della cooperativa Cofari in un subappalto per Marcegaglia che sta provocando il licenziamento di alcuni e condizioni di lavoro peggiorative per tutti.

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