domenica
27 Luglio 2025

Parchi e aiuole distrutti dall’alluvione: 470mila euro dal Comune per il ripristino

Il Comune di Faenza ha individuato sette parchi pubblici da cui partire per il ripristino delle aree verdi cittadine distrutte dall’alluvione di maggio 2023

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L’alluvione di Faenza

L’alluvione di maggio 2023 a Faenza ha danneggiato anche molte aree verdi pubbliche come aiuole e parchi, assieme alle tante attrezzature ludiche irrimediabilmente distruttre. Il Comune ha individuato le aree nelle quali intervenire per prime: Parco Azzurro, Parco Verde, Parco Gatti, Parco Cola, Parco Liverani, Parco Orti Renaccio e Parco Baden Powell. Il costo complessivo degli interventi ammonta 470mila euro che trova copertura finanziaria nel bilancio del Comune di Faenza, nell’annualità 2023 e 2024, sul capitolo relativo “Alluvione – Ripristino percorsi in parchi e giardini” finanziato con contributo statale (fondi alluvione).

Gli interventi riguarderanno la manutenzione straordinaria attraverso la rimozione del fango depositato dopo l’alluvione, in particolare lungo i percorsi che attraversano i parchi e i giardini; si interverrà poi nel terreno per ripristinarne il fondo e per la riparazione e messa in ripristino dei vialetti danneggiati. Inoltre, verranno effettuati interventi per ripristinare i livelli e il prato delle aiuole così da evitare che il terreno residuo torni sulla carreggiata rendendo i percorsi scivolosi. Nel Giardino Bertoni e nel marciapiede di via Lapi verranno realizzate infine nuove staccionate per delimitare le aree frequentate dai pedoni e le scarpate nonché tra la pista ciclabile e il parcheggio in via Renaccio.

Nei prossimi giorni i primi interventi riguarderanno il Parco Azzurro per poi proseguire nei parchi Cola, Liverani, nell’area verde di via Renaccio e nel parco Baden Powel. Le attività relative alle aiuole e alle piccole aree verdi partiranno con interventi sulle vie Ballardini, Argnani e Renaccio per poi proseguire nella zona di corso Europa e via De Gasperi e in altre aree coinvolte dalle alluvioni.

«Con questo interventi – sottolinea l’assessore alle Aree verdi, Massimo Bosi – si inizia il lavoro di riqualificazione e pulizia di parchi cittadini. Successivamente partirà con la condivisione dei progetti di riqualificazione con la cittadinanza per riallestire i parchi con i giochi e gli allestimenti dedicati così da far ritornare le aree verdi luoghi sicuri di socializzazione e dedicati alle attività ludiche, impiegando inoltre le diverse donazioni per le alluvioni arrivate al Comune da parte di molte associazioni e dalle realtà imprenditoriali».

Violenza contro le donne: tre uomini arrestati in una settimana con il Codice Rosso

Uno aveva violato il divieto di avvicinamento, uno per stalking e uno per maltrattamenti

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Polizia in piazza Baracca

In meno di una settimana in provincia di Ravenna la polizia ha applicato tre volte il Codice Rosso, l’insieme di normative che tutelano le vittime di violenza di genere, con l’arresto di tre uomini per tre distinti episodi in cui erano in pericolo donne.

A fronte delle segnalazioni la squadra volanti ha eseguito gli interventi. In particolare è stato rintracciato e poi arrestato un uomo per aver trasgredito il divieto di avvicinamento alla propria compagna. Le altre due misure di restrizione sono state eseguite in stato di flagranza: una per stalking nei confronti di un cittadino italiano che minacciava ripetutamente la moglie, mentre l’altra a carico di uno straniero che maltrattava e aggrediva la moglie e contestualmente inveiva prepotentemente contro i poliziotti che riuscivano ad arrestarlo.

Ma non è tutto qui. Dall’inizio dell’anno è stata molto intensa l’attività svolta dalla polizia di Stato in questa materia. Oltre alle numerose audizioni di persone vulnerabili, svolte da squadra mobile e commissariati, per chiarire le dinamiche violente e assicurare tutela alle vittime. Su proposta della Divisione Anticrimine, tre uomini accusati di maltrattamenti in famiglia, vista la pericolosità sociale degli stessi ed al fine di garantire la tutela della vittime, sono stati sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale aggravata.

Inoltre, sono stati avviati diversi procedimenti amministrativi finalizzati all’adozione della misura di ammonimento adottata dal questore Lucio Pennella per violenze fisiche e psicologiche.

 

Il fantoccio del rogo del palio potrebbe cambiare colore per le accuse di razzismo

Il 5 gennaio di ogni anno a Faenza nella notte del Bisò si brucia un fantoccio dalla pelle scura, il Niballo che simboleggia il guerriero saraceno Annibale: ora si valuta l’ipotesi di colorarlo con la tonalità del rione vincente

Niballo Rogo Nott de BisòNegli ambienti del Palio di Faenza si starebbe valutando l’ipotesi di modificare il colore del Niballo, il fantoccio che viene bruciato nella notte del Bisò che cade ogni 5 gennaio: non più con la pelle scura, a richiamare un guerriero saraceno, ma con il colore del rione che si è aggiudicato la contesa, così come accade per la colorazione dell’abito. È il quotidiano il Resto del Carlino a riportare la notizia nell’edizione odierna, 13 gennaio.

Accuse di razzismo, o quantomeno di essere una cerimonia inopportuna per la sensibilità di alcune comunità, vengono mosse da alcuni tempi. Quest’anno c’è stata una manifestazione di protesta in piazza in concomitanza con il rogo. L’associazione Spazi Mirabal ha sottolineato come si tratti di una tradizione che affonda le radici solo negli anni ’60, quindi non così antica.

«Ci auguriamo che le astruse polemiche fuori luogo e senza senso che hanno animato la Nott de Bisò dello scorso 5 gennaio 2024, non abbiano territorio fertile in città e soprattutto all’interno dei rioni». Lo ha detto Alessandro Vitali, dirigente comunale de Il Popolo della Famiglia a Faenza. «Invitiamo i rioni a non cadere in una trappola puramente ideologica, priva di ogni fondamento, che strumentalizza una tradizione cittadina storica. Dare connotazione di odio razziale al fantoccio del Niballo è il retaggio del sottovuoto culturale del politicamente corretto: vedere della malafede dove non ve ne è. L’idea di colorare la faccia del Niballo con il colore del rione trionfante è forse addirittura ancora più malsana della contestazione originaria, in quanto contiene in modo intrinseco la vittoria del politicamente corretto. Non ci stupiremo se in futuro ci si domanderà del perché non esiste ancora un rione a tinte arcobaleno».

All’ecomuseo nuovi corsi per imparare a fare cesti di salice e impagliare sedie

Il weekend del 17 e 18 febbraio esperti maestri insegneranno anche a principianti assoluti come utilizzare l’antica arte dell’intreccio

Ecomuseo Erbe PalustriL’Ecomuseo delle Erbe Palustri di Villanova di Bagnacavallo apre le iscrizioni ai nuovi corsi per avvicinarsi all’antica arte dell’intreccio delle vegetazioni selvatiche e riscoprire l’artigianato tradizionale. Gli appuntamenti, dal titolo “Raccoglitori creativi”, prevedono per il 17 e 18 febbraio il corso di cesteria in salice e il corso d’impagliatura della sedia.

Sotto la guida di esperti maestri, i partecipanti conosceranno caratteristiche e modalità di preparazione delle materie prime e apprenderanno le tecniche d’intreccio per realizzare un manufatto. Questi incontri formativi programmati per il fine settimana sono aperti sia a chi è alle prime armi sia a chi ricerca un corso avanzato e hanno anche la finalità di affrontare il tema delle emergenze culturali.

Per quanto riguarda il corso di cesteria in salice, a condurlo sarà il maestro Rodolfo Onori: i materiali impiegati saranno salice e canna di fiume e i partecipanti dovranno portare un paio di cesoie, un coltellino e un grembiule da lavoro.

Il corso di impagliatura della sedia sarà invece tenuto dal maestro Fortunato Caruso: il materiale impiegato sarà la carice e i corsisti dovranno portare un paio di forbici, un grembiule da lavoro e una sedia da impagliare. Si avrà così l’orgoglio di riportare a casa la propria sedia con una nuova impagliatura.

Tutte le materie prime saranno fornite dall’organizzazione, così come i pranzi conviviali presso la “Locanda dell’Allegra Mutanda” (sala conviviale e ristoro dell’Ecomuseo) nel segno della genuina tradizione romagnola. Il costo di ogni corso è di 95 euro, comprensivo di tutti i materiali e i pranzi per entrambe le giornate. Le lezioni si terranno dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 17, con prenotazione obbligatoria (0545 280920, erbepalustri.associazione@gmail.com, www.erbepalustri.it). Al termine verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

Cassani confermato nella commissione consultiva Teatro del ministero della Cultura

Il ravennate ex assessore comunale e coordinatore della candidatura Ravenna 2019 è stato designato dalle Province italiane. L’incarico non prevede compensi

Cassani
Alberto Cassani

Sono state rinnovate le nomine delle commissioni consultive nazionali del ministero della Cultura per il prossimo triennio e per il ravennate Alberto Cassani è arrivata la conferma nella commissione Teatro (le altre tre sono Circo e Spettacolo Viaggiante, Danza, Musica).

Il 59enne Cassani, ex coordinatore della candidatura di Ravenna a capitale europea della cultura 2019, è attualmente occupato in Regione, a capo della segreteria dell’assessorato Turismo e mobilità (anche col ruolo di coordinamento con l’assessorato regionale alla cultura). In passato è stato anche assessore alla Cultura del Comune di Ravenna.

La commissione è una delle quattro commmisioni per lo spettacolo dal vivo costituite dal Mic a Roma che hanno funzioni consultive nella valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti e delle richieste di contributi nei settori di competenza presentati a livello nazionale.

Ogni commissione è costituita da sette componenti, 4 designati direttamente dal Ministero e altri 3 da Regioni, Province e Comuni. Cassani svolgerà la sua funzione su nomina delle Province.

La Commissione consultiva per il teatro opera senza oneri a carico della finanza pubblica, salvo il solo rimborso delle eventuali spese di missione. Ai componenti della commissione non spetta alcun emolumento o indennità.

Auto ribaltata fuori strada, un morto. Il guidatore ha tentato la fuga a piedi

Incidente alla rotonda di via Sentierone: la vettura è finita nel cortile del ristoro del Panda. Conducente rintracciato dai carabinieri

Incidente nella notte tra il 12 e il 13 gennaio a Godo di Russi: un’auto si è ribaltata fuori strada e un passeggero è morto sul colpo mentre il conducente ha tentato la fuga a piedi ma è stato rintracciato poco dopo dai carabinieri.

L’incidente è avvenuto attorno alla mezzanotte alla rotonda tra via Sentierone e via San Vitale, nei pressi della discoteca “Onyx” e del chiosco di ristoro “Il Panda”. La vettura, che viaggiava sulla San Vitale verso Ravenna, è uscita di strada e ha concluso la sua corsa su un fianco proprio nel cortile del chiosco dopo aver abbattuto la recinzione. Altri automobilisti di passaggio hanno chiamato i soccorsi: sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e i pompieri.

1 (1)Un 58enne è morto, una 40enne è stata trasportata all’ospedale Bufalini di Cesena con codice di media gravità. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri di Ravenna per avviare le ricerche del conducente che, una volta aiutato dai soccorritori a uscire dall’abitacolo, si è allontanato a piedi. Un’ora dopo i militari hanno fermato un 37enne sospettato di essere la persona al volante, è stato rintracciato poco distante.

Elezioni 2024: il Pd ha trovato i candidati sindaci per Conselice e Massa Lombarda

Il principale partito di centrosinistra sta completando lo scacchiere dei nomi da presentare alle urne a giugno quando 14 comuni su 18 in provincia saranno chiamati al rinnovo del primo cittadino e del consiglio comunale. Al momento restano 4 nomi da scegliere

16Si sta completando la scacchiera dei candidati a sindaci per il centrosinistra in vista delle elezioni amministrative del prossimo giugno quando in provincia andranno al voto ben 14 comuni su 18.

Le ultime novità
A Conselice, il comune che per più tempo è rimasto allagato lo scorso maggio, sembra certa la candidatura di Andrea Sangiorgi da poco entrato nella giunta della sindaca uscente, Paola Pula, giunta al termine del secondo mandato. Sarà un altro Sangiorgi, in questo caso Stefano, a tentare di mantenere il centrosinistra alla guida di Massa Lombarda, dove il sindaco Daniele Bassi ha terminato il secondo mandato.

La carica del vice
A Solarolo non si ricandiderà Stefano Briccolani, anche se è al termine del primo mandato. Qui, in uno dei comuni più piccoli e più colpiti dall’alluvione, ancora non c’è un nome ufficiale, ma si vocifera dell’attuale vicesindaco Nicola Dalmonte.

Le conferme
È certo che Valentina Palli correrà per il bis a Russi e per il 16 gennaio ha annunciato la presentazione della campagna elettorale (alle 20.30 alla sala Ravaglia di via Cavour, 21 a Russi). Sembra scontata anche la ricandidatura di Luca Della Godenza a Castel Bolognese, anche lui al termine del primo mandato.

Quelli già annunciati
Nei primi giorni dell’anno è stato ufficializzato il nome del “dopo Ranalli” a Lugo, il comune più popoloso chiamato alle urne. Si tratta della 49enne Elena Zannoni, volto noto del mondo della cooperazione e già assessora dal 2000 al 2009. Per quanto riguarda gli altri comuni sopra i 15mila abitanti (per cui è previsto il ballottaggio se nessun candidato supera il 50 percento dei voti al primo turno) già nel 2023 era stato reso noto il nome di Mattia Missiroli a Cervia e di Matteo Giacomoni a Bagnacavallo, entrambi del Pd. Detto da tempo di Federico Settembrini (già assessore) candidato a Cotignola, a Fusignano tenterà la corsa il giovane Nicola Pondi.

I nomi mancanti
Casola Valsenio: Giorgio Sagrini ha deciso di non ricandidarsi per ragioni personali. Il Pd avvierà una fase di confronto per individuare una nuova candidatura. Ancora non si conoscono i nomi di chi correrà a Brisighella, unico comune al momento in mano al centrodestra, che ricandiderà il sindaco uscente, e a Sant’Agata sul Santerno dove da tempo a governare è una lista civica non legata al Pd né a partiti del centrodestra. Ad Alfonsine arriva a fine del primo mandato Riccardo Graziani, al momento non sono note le scelte del centrosinistra per la poltrona da primo cittadino.

Il vicepresidente del Consiglio Tajani a confronto con il mondo della cooperazione

Alla sede di Agrintesa e poi a Faenza con la ministra Bernini

Venerdì pomeriggio, 12 gennaio, il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani e la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini – entrambi di Forza Italia – hanno incontrato Confcooperative Romagna nella sede di Agrintesa, cooperativa che si occupa di lavorazione di prodotti ortofrutticoli e vino e che associa 4.000 agricoltori in Emilia-Romagna muovendo oltre 400.000 tonnellate di prodotto (248.000 nel comparto ortofrutta e 156.000 nel comparto vino).

«Dobbiamo ringraziare i Ministri Tajani e Bernini perché è la seconda volta, in pochi mesi, che vengono in visita presso le nostre cooperative – ha detto Mauro Neri, Presidente di Confcooperative Romagna, facendo riferimento alla visita che avvenuta in Caviro, a Forlì, lo scorso 23 agosto -. Questo dimostra attenzione da parte del Governo al nostro territorio e per il nostro sistema cooperativo che è un elemento fondamentale del tessuto economico locale. Colgo l’occasione per ringraziare l’onorevole Rosaria Tassinari che ci di dimostra da sempre sostegno e attenzione».

Il vicepremier e la ministra, in regione per motivi di rappresentanza, sono stati prima in visita allo stabilimento di Castel Bolognese – dove Agrintesa si occupa della lavorazione del kiwi, uno dei prodotti più importanti per l’economia agricola territoriale – e poi si sono recati a Faenza dove una delegazione di 60 cooperatrici e cooperatori li hanno attesi per un confronto su alcuni temi che oggi sono all’attenzione del movimento cooperativo locale.

Il confronto è stato aperto dal Presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini: «La vostra presenza qui oggi è un segnale tangibile della vicinanza del Governo a un territorio che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare emergenze che hanno messo in seria difficoltà l’economia locale. Le alluvioni prima e il terremoto dopo hanno determinato uno shock sociale ed economico in un territorio chiave della food valley italiana dove la filiera cooperativa è una delle protagoniste assolute. Determinante nel settore primario e in quello dei servizi alla persona, ed è proprio grazie allo spirito cooperativo se siamo riusciti a reagire, a rialzarci e a tendere una mano al territorio. Ci sono ancora molti nodi da affrontare. I danni alle coltivazioni si ripercuoteranno per anni, così come quelli alle infrastrutture. L’azione di ricostruzione del generale Figliuolo è stata meritoria. Il generale ha dato priorità al ripristino e al consolidamento del territorio e delle infrastrutture. Ora chiediamo al Governo di intensificare gli investimenti per rilanciare le imprese e sostenere le famiglie, perché nessuno resti escluso».

«Il fatto che l’incontro di oggi sia avvenuto ad Agrintesa – ha aggiunto il Presidente di Confcooperative Romagna – aggiunge rilevanza all’evento perché il settore agricolo del nostro territorio sta vivendo un momento molto difficile. I cambiamenti climatici in atto – gelate primaverili, siccità, eventi calamitosi – hanno messo in ginocchio l’agricoltura romagnola. Come se non bastasse l’Europa, non tenendo conto della situazione, ci chiede proprio ora di spingere sulla transizione ecologica imponendo pratiche difficilmente attuabili nel breve periodo. Noi comprendiamo la necessità e vogliamo avere un ruolo da protagonisti in collaborazione con il Pubblico partendo però da una crisi del settore che vede alcune produzioni quasi azzerate a causa del clima. Se dovessero acuirsi anche le fitopatie il settore agricolo romagnolo, più che centrale per la nostra economia, potrebbe avere il crollo definitivo. Ai Ministri, al Governo, chiediamo di sostenere i nostri bisogni in Europa, anche sul fronte delle quote di mercato che negli ultimi anni, proprio a causa della scarsa produzione, sono state soppiantate da altre nazioni, Spagna e paesi del Nord Africa in prima battuta».

Un’altra tematica sulla quale si è concentrato il dibattito è legata alla cooperazione sociale: «L’aumento dei costi generali, cui si andrà presto ad aggiungere anche il rinnovo del contratto collettivo, ha messo in grave difficoltà le cooperative sociali che si occupano di servizi socio-assistenziali – ha spiegato Mirca Renzetti, Coordinatrice di Federsolidarietà Confcooperative Romagna -. Quello delle cooperative sociali è un mondo molto legato all’ente pubblico per cui chiediamo che già a partire dai prossimi mesi venga avviata una nuova fase di programmazione condivisa che tenga conto, oltre che di queste problematiche contingenti, anche del futuro dei servizi visto l’andamento demografico che ci impone di essere obiettivi e comprendere che presto ci saranno da gestire un numero sempre più alto di persone non autosufficienti. Non meno importante è il tema legato all’inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate: il fatto che il contratto di riferimento sia messo in discussione nell’ambito dei servizi di igiene ambientale è un rischio per tutti i settori in cui operano le cooperative sociali di tipo b. Noi ribadiamo che la missione principale di queste cooperative è fare inserimento di soggetti fragili, un risultato che comporta anche un risparmio all’ente pubblico calcolato in circa 4.000 euro per persona. Noi vorremmo che questo sistema virtuoso non venga messo in pericolo e chiediamo che l’ente pubblico riconosca l’impatto sociale generato da queste imprese, ne riconosca il valore generato per la collettività e che le supporti ad esempio con appalti riservati e clausole sociali».

Un “giardino” in via della Lirica: ecco il Garden 37, cucina senza fornelli

Ha aperto poche settimane fa una nuova attività in via della Lirica, a Ravenna. Un piccolo locale che si affaccia con alcune vetrine sui portici, all’interno del quale è stato ricreato una sorta di giardino – come vuole evocare il nome – grazie in particolare all’originale arredamento curato da Timida, lo storico negozio della via, a pochi passi di distanza.

Si chiama Garden 37 ed è aperto tutti i giorni dalle 11 alle 21.30 con caffetteria, piccola ristorazione, aperitivi, all’insegna di una “cucina senza fornelli” con una materia prima di qualità. Dai taglieri di maiale nero ai formaggi di San Patrignano, passando dalle acciughe del Mar Cantabrico e la rinomata Giardiniera di Morgan. Con una selezione di vini del territorio e non solo, oltre a una carta di cocktail con ampia scelta di gin.

L’investimento è stato effettuato da Giuseppe Tateo, imprenditore e cuoco con decenni di esperienza alle spalle, noto in particolare per la sua attività al ristorante-hotel-pizzeria Classicano.

Info e prenotazioni al 338 6113911.

Il palazzo che ospita il giudice di pace intitolato all’avvocato Mario Ricci

Morto nel 1976, Ricci fu primo presidente dell’ordine provinciale degli avvocati e membro del Cln

Palazzo Rossi a Lugo, l’edificio in via Matteotti che ospita gli uffici del giudice di pace, è stato intitolato all’avvocato Mario Ricci. Nato nel 1889 e scomparso nel 1976, Ricci fu tra gli avvocati più noti e stimati nella Romagna del suo tempo, assumendo la difesa nei più celebri processi tra cui, appena venticinquenne, quello per i fatti insurrezionali della Settimana Rossa.

Oltre a essere stato membro del Comitato di Liberazione Nazionale, fu il primo presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ravenna dal 1944 quando, dopo il ventennio fascista, fu ricostituito l’Ordine forense, in un’epoca in cui ancora si combatteva, e rimase in carica, ininterrottamente, fino al 1967. Nel 1946 fu candidato socialista all’Assemblea Costituente non riuscendo tuttavia, nonostante il numero molto alto di preferenze raccolte, ad essere eletto. Fu anche presidente, nel primo dopoguerra per oltre venti anni, della maggiore banca cittadina, la Cassa di Risparmio di Lugo.

L’intitolazione è stata promossa dall’associazione Avvocati Lughesi con il Comune e ha visto la partecipazione dei vertici locali della magistratura e dell’avvocatura, delle forze dell’ordine, delle istituzioni scolastiche cittadine.

Durante la cerimonia, introdotta dal presidente dell’Associazione Avvocati Lughesi Angelo Bartolotti, sono intervenuti il viceprefetto Nazzareno De Franco, il sindaco Davide Ranalli, il procuratore capo Daniele Barberini, la presidente del Tribunale di Ravenna Maria Pia Parisi, la presidente della Sezione penale Cecilia Calandra, il presidente Urcofer Mauro Cellarosi, la presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ravenna Paola Carpi e Andrea Valentinotti, consigliere comunale e socio dell’Associazione Avvocati Lughesi.

Alla cerimonia ha partecipato anche Alberto Rizzo, capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia. A tutti gli intervenuti è stata donata una copia del libro “L’avvocato – biografia romanzata di Mario Ricci” di Paola Amadesi, Edizioni Moderna.

Il calendario del 2024 con le foto di Adriano Zanni. Da scaricare e stampare

 

In ritardo di qualche giorno, condividiamo con i nostri lettori un piccolo regalo di Adriano Zanni: un calendario targato R&D con le sue foto che raccontano il succedersi dei mesi nel Ravennate, dalla neve alla nebbia, passando per le spiagge e i fuochi d’artificio di Ferragosto.

Il calendario è scaricabile cliccando su questo link: Calendario 2024 R&Dr

Da stampare e appendere in ufficio, a casa, o dove preferite.

Qui, invece, è possibile dare un’occhiata alle foto di Zanni pubblicate sul suo blog all’interno del nostro quotidiano online.

I venti platani di via Severoli a Fusignano nell’elenco degli alberi monumentali

Piante di pregio storico, ambientale e culturale che la Regione tutela e protegge per conservarli e trasmetterli alle nuove generazioni

Mirella Dalfiume Platani Fusignano Tra Nuovi Alberi Monumentali Regione 2L’Emilia-Romagna ha 77 nuovi alberi monumentali – piante di pregio storico, ambientale e culturale che la Regione tutela e protegge per conservarle e trasmetterle alle nuove generazioni – e venti di questi si trovano in provincia di Ravenna: sono i platani di via Severoli a Fusignano.

Col decreto del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, passato nei giorni scorsi in commissione Territorio e Ambiente, la Regione ha accolto le richieste arrivate da Comuni e cittadini per inserire nuovi alberi nell’elenco di quelli monumentali. Queste piante potranno godere di un contributo regionale per la loro corretta manutenzione e allo stesso tempo dovranno rispettare gli standard regionali per la qualità.

Mirella Dalfiume di Massa Lombarda, consigliera regionale del Pd, è stata relatrice di maggioranza della legge per la tutela degli alberi monumentali, approvata un mese fa: «Adesso è bene procedere celermente nell’approvazione del Decreto perché questo permette ai Comuni di accedere alle risorse per tutelare gli alberi. Come dissi al momento della sua approvazione, questa legge, oltre a recepire la normativa nazionale, ampliare la tutela e adeguare le sanzioni, mette a disposizione nuovi fondi per la cura degli alberi e dei boschi soggetti a tutela. Per questi interventi, sia da parte degli enti pubblici sia dei privati, sono stati stanziati 935mila euro per il triennio 2023-2025».

L’Emilia-Romagna, quindi, si conferma come una delle “patrie” degli alberi monumentali: dai cipressi di Montecalvo (Pianoro) all’ippocastano di Modena, dall’acero di Madonna di Lizzano al cipresso di Scola (Grizzana) lungo la via Emilia ci sono circa 600 esemplari monumentali, di cui 102 sono anche piante monumentali d’Italia. Un grande patrimonio che la Regione, prima in Italia, mappa e cura dal 1977.

Di seguito il dettaglio degli altri nuovi 57 alberi divisi per provincia.

Bologna: sono 24 i nuovi alberi monumentali in provincia di Bologna: i frassini dell’Oasi dei Sapori a Corticella (Bologna); i cipressi di Vergato e Cereglio; il cedro di Sibano, nel Comune di Marzabotto; i castagni e il pero di Alto Reno Terme; i castagni di Grizzana Morandi, il cedro dell’Himalaya in via Zucchi a San Lazzaro di Savena; i gelsi, l melo e i cedri del Libano di Zola Predosa.

Ferrara: sono 23 i nuovi alberi monumentali in provincia di Ferrara: cedri del libano, tigli e pioppo bianco rispettivamente al Parco Massari, alla Quartesana e al Parco Pareschi; un sorbo a Riva ferrarese a Riva del Po.

Reggio Emilia: sono 4 i nuovi alberi monumentali in provincia di Reggio Emilia: le farnie di Novellara; la quercia di Viano e la roverella di Reggio Emilia.

Forlì-Cesena: sono 3 i nuovi alberi monumentali in provincia di Forlì-Cesena: le roverelle di Predappio.

Piacenz: sono 2 i nuovi alberi monumentali in provincia di Piacenza: la farnia a Castel San Giovanni e il cedro dell’Himalaya a Castell’Arquato.

Rimini: è uno il nuovo albero monumentale: la roverella a Montescudo-Monte Colombo.

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