sabato
20 Dicembre 2025

Sospesa l’interdittiva antimafia: possono riprendere i lavori per il nuovo palasport

Notificata al Comune di Ravenna la decisione della Corte d’appello di Salerno

Cantiere Palasport 13 Marzo 2024
Il cantiere del palazzetto il 13 marzo 2024

La Corte d’appello di Salerno con decreto numero 6/2024 (notificato al Comune di Ravenna il 3 aprile scorso) ha ripristinato il controllo giudiziario, ex articolo 34 bis del Codice Antimafia, nei confronti del Consorzio Research, con contestuale ripristino della sospensione della informativa interdittiva, emessa dal Prefetto di Salerno, del 12 aprile 2022.

Pertanto, all’attualità, i lavori del nuovo palasport di Ravenna, la “Città delle Arti e dello Sport”, appaltati al Consorzio Research, possono essere ripresi.

La sospensione dei lavori, avvenuta il 13 marzo scorso, si era resa necessaria a seguito della sentenza del Consiglio di Stato del giorno precedente, con la quale veniva annullata la precedente sentenza del Tar Salerno del 23 giugno 2023, che a sua volta disponeva l’annullamento dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto di Salerno il 12 aprile 2022 nei confronti del Consorzio Research.

Ispezione in officina, sequestrata una discarica abusiva di rifuti di duemila mq

Intervento della guardia costiera in una attività nel comune di Ravenna dove è emerso uno stoccaggio di rifiuti vari senza il rispetto delle normative

8.4.2024 Sequestro Guardia Costiera LogoIl nucleo operativo di polizia ambientale della guardia costiera di Ravenna ha ispezionato un’officina nel comune di Ravenna per verificare la gestione dei rifiuti prodotti dall’attività e sono stati rinvenuti diversi rifiuti depositati in difformità alla normativa: rottami in ferro, filtri olio e filtri carburante, residui di lavorazioni di fanali frammisti a pneumatici fuori uso, parti di carrozzeria e parti in plastica, residui di lavorazioni, parti elettriche, residui di lavorazioni edili ed anche un divano.

I militari della guardia costiera di Ravenna hanno informato la procura della Repubblica e hanno contestato al titolare dell’attività il reato di deposito incontrollato di rifiuti con il sequestro di un’area complessiva di circa duemila mq.

Un libro dedicato alle lagune costiere dell’Alto Adriatico, presentazione pubblica

Il 12 aprile a Ravenna la presentazione di un volume realizzato dai carabinieri della Biodiversità: una mattina di interventi di esperti del settore

283941773 4966239690138647 6104279924835588617 NLe lagune salmastre costiere dell’Alto Adriatico, in particolare la “Sacca di Bellocchio” (immediatamente a nord della foce del Reno, tra le province di Ravenna e Ferrara) e la “Sacca di Goro” nel margine meridionale del Delta del Po ferrarese, sono l’argomento di un libro tecnico-divulgativo del reparto Biodiversità dei carabinieri di Punta Marina. La presentazione al pubblico è in programma alle 9 di venerdì 12 aprile a Palazzo Rasponi dalle Teste a Ravenna.

La pubblicazione ha visto la partecipazione, con diversi contributi, di ricercatori e tecnici delle Università di Bologna e di Ferrara, dell’Ispra, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Ravenna, oltre ad altri specialisti, ed è stata stampata nell’ambito del programma After Life del Progetto Life+ Agree “Coastal lagoon long term management”, realizzato nella Sacca di Goro. Il libro ha un formato inusuale, orizzontale, un’occasione quindi per evidenziare e meglio apprezzare questi “paesaggi piatti” da sempre riconosciuti importanti per la ricchezza delle forme di vita che ospitano, ma anche per i benefici che offrono alle attività umane.

La presentazione si svolgerà nel corso della mattinata con diversi interventi.

Aprirà i lavori Veronica Rossi, dell’Università di Bologna, per evidenziare la fase di ingressione marina in atto nella spiaggia dell’Ancona del Bellocchio tramite uno studio sulla comunità di foraminiferi (piccoli protozoi che vivono in rapporto con i fanghi di fondo) utilizzati come indicatori di diversificate condizioni microambientali.

Proseguirà Nicola Merloni, botanico, che da tempo segue il monitoraggio della vegetazione alofila del Bellocchio che va modificandosi sulla base del variare delle condizioni ambientali, anche con l’ingresso “silenzioso” di specie aliene nell’attuale fase di rapida marinizzazione.

Cristina Munari, dell’Università di Ferrara, evidenzierà invece la comparsa di specie, tra le altre, senz’altro più evidenti per tutti noi, per le problematiche che comportano, tra tutte, il “granchio blu”.

Dopo una breve pausa Fabrizio Borghesi del Servizio tutela ambiente e territorio del Comune di Ravenna relazionerà sull’importanza delle lagune costiere per l’avifauna, in particolare mostrando alcuni esempi di ricatture di esemplari inanellati sulle rive del Lago di Spina.

A Roberto Montanari, della Servizio difesa del suolo e della costa della Regione Emilia-Romagna, il compito di illustrare quali potrebbero essere le possibili strategie di difesa per contrastare l’arretramento, rapidissimo, della linea di riva nella zona del Bellocchio.

Concluderà la serie degli interventi scientifici Mattias Gaglio, dell’Università di Ferrara, che evidenzierà l’importanza di tutti questi ambienti lagunari mettendoli in relazione con le modificazioni territoriali provocate nel tempo dall’uomo in conseguenza dei benefici immediati che voleva ricavarne. Una visione utilitaristica nell’immediato che occorrerebbe modificare avviando una fase di pianificazione più lungimirante. Le lagune costiere, oltre ad ospitare una biodiversità straordinaria, costituiscono, infatti, sul lato mare, i bacini di espansione in caso di eventi meteo-marini eccezionali.

Per quanti vorranno essere presenti ai lavori, è gradita la conferma di partecipazione al Reparto Biodiversità di Punta Marina all’indirizzo email 043013.001@carabinieri.it. L’evento si concluderà in mattinata e ai presenti verrà consegnata in omaggio una copia del volume.

La Consar Ravenna vince al Pala Costa e vola in semifinale playoff

Da giovedì 11 aprile al via la serie contro la capolista Grottazzolina

RAVENNA 7/04/2024. VOLLEY PALLAVOLO. Quarti Di Finale Play Off A2. Consar Ravenna Tinet Prata Di Pordenone.

La Consar Ravenna si qualifica per la semifinale dei playoff promozione del campionato di serie A2 di volley, dove sfiderà la favorita Grottazzolina che ha chiuso la stagione regolare al primo posto (i ravennati hanno chiuso invece quarti).

Nella gara decisiva – la terza – dei quarti dei playoff, Goi e compagni ripetono al Pala Costa (davanti a quasi 850 spettatori) per qualità di gioco, intensità, ritmo e convinzione la prova fornita in gara 1 e superano con un triplo 25-19 la Tinet Prata.

La vittoria matura sull’asse Orioli-Raptis, 30 punti in due, ma anche a muro (8 vincenti), al servizio (8 ace, cinque dei quali firmati da Orioli) e in attacco (eloquente il dato del terzo set, con Ravenna al 71% e Prata al 38%).

Giovedì 11 aprile, alle 20.30, sarà gara 1 in casa della capolista Yuasa Battery e domenica 14 si torna al Pala De Andrè per gara2.

Tra gli “eroi” del ritorno in serie B del Mantova anche un 21enne di Piangipane

Antonio Fiori, scuola Cesena, ex Spal, grande protagonista con 9 gol e 5 assist nella promozione dei “virgiliani”

Antonio Fiori Mantova

Tra gli “eroi” che hanno riportato il Mantova in serie B (festeggiata ufficialmente oggi grazie al pareggio del Padova, secondo in classifica) c’è anche un ragazzo di 21 anni di Piangipane. È Antonio Fiori, esterno offensivo classe 2003 cresciuto nel settore giovanile del Cesena e poi passato alla Spal nell’anno del fallimento dei bianconeri.

Arrivato per la prima volta quest’anno tra i “prof”, al Mantova, dopo una stagione in serie D nel Vastogirardi, si è rivelato una delle più grandi sorprese del campionato (il girone A di serie C), condito con 9 gol e 5 assist.

Nominato dalla Lega Pro come giocatore di marzo della serie C, Fiori è stato il secondo marcatore del Mantova di Possanzini, dietro tra l’altro a una vecchia conoscenza dei tifosi del Ravenna, Davide Galuppini, 13 gol a referto quest’anno, che giocò in serie C con la maglia giallorossa nella stagione 2018-19.

Fiori raggiunge così altri tre ragazzi della provincia di Ravenna che la serie B l’hanno festeggiata la scorsa settimana con il Cesena. Sperando che la festa più grande, da queste parti, possa essere quella del ritorno tra i professionisti del Ravenna, impegnato in un testa a testa con il Carpi, a quattro giornate dal termine.

Alla biblioteca di Porto Fuori si parla di anni settanta, dal terrorismo all’aborto

Anni Settanta

Martedì 9 aprile dalle 20.30 alla biblioteca Casadio di Porto Fuori (via Staggi 4) si parla di anni Settanta, “un decennio travagliato da indagare con cura”.

Stragi nere e terrorismo rosso, disordine sociale ed inflazione, ma anche conquista di diritti sociali e civili. Dal divorzio al diritto di famiglia alla legge sull’aborto, dallo statuto dei lavoratori alla riforma sanitaria.

Ne parlano lo storico Andrea Baravelli dell’Università di Ferrara e l’ex parlamentare e assessora del Comune di Ravenna Elsa Signorino. A introdurre la serata Guido Ceroni dell’Università per gli adulti Bosi Maramotti.

Si spiana la duna di Cervia. «Costa 300mila euro, la paghi anche il Comune»

L’appello della Cooperativa bagnini

Dune Sabbia Cervia

Ruspe al lavoro sulle spiagge di Cervia, Milano Marittima, Pinarella e Tagliata per livellare la duna di sabbia, la barriera di 9 km che viene eretta per proteggere dalle mareggiate invernali gli stabilimenti balneari e gli edifici in prima linea della città.

Realizzata ogni anno, in autunno, la duna viene rimossa di consueto a primavera e la spiaggia viene livellata per essere pronta ad accogliere i turisti. L’abbattimento della duna, infatti, coincide con l’inizio dell’allestimento da parte dei concessionari che possono arredare la spiaggia con ombrelloni, lettini e servizi. I lavori termineranno entro il 25 aprile.

«Quest’anno, di concerto con gli associati, abbiamo deciso di iniziare il livellamento della duna il 2 aprile, per fronteggiare il mare mosso che era stato annunciato dal meteo – commenta Fabio Ceccaroni presidente della Cooperativa bagnini di Cervia –. Abbiamo anche fatto un piccolo sondaggio tra i turisti e raccolto il dato che la duna di sabbia è apprezzata, fuori stagione, da chi raggiunge la spiaggia per una passeggiata, perchè caratterizza la visuale permettendo di vedere il mare dall’alto. Ora però è arrivato il momento di sistemare la spiaggia in vista dei ponti del 25 aprile e accogliere al meglio i turisti che raggiungeranno la nostra costa».

Sono tre punti da cui sono partite le ruspe: due squadre sono impegnate dal Porto di Cervia verso Sud e verso nord, un’altra squadra è partita da Pinarella. In tutto 13 mezzi e 20 operatori al lavoro.

Il costo, che annualmente consiste in circa 300.000 euro, a Cervia è a carico dei soci della Cooperativa bagnini (ad eccezione delle spiagge libere i cui costi sono sostenuti dall’Amministrazione pubblica).

Un’altra attività si sta espletando nel canalino di Milano Marittima (II traversa) dove i camion e i rimorchi dalla Cooperativa stanno rimuovendo l’eccesso di sabbia che, quest’anno in particolar modo, ha ostruito il canale e l’accesso dell’acqua verso le saline (in collaborazione con la Società Parco saline e il Comune di Cervia).

«Ogni anno la gestione della duna di sabbia è sempre più complessa ed è la Cooperativa bagnini ad occuparsene a livello organizzativo – aggiunge Ceccaroni -, oltre che a sostenerne il costo. Perché sia efficace e resistere alle mareggiate più pericolose, la duna deve avere una determinata struttura. È grazie a questa che gli stabilimenti di Cervia sono rimasti indenni durante le grandi mareggiate degli ultimi anni, a differenza di altre località. Il costo è, anche per questi motivi, alto e non può continuare a pesare solo sulle tasche degli associati. Questo è uno dei temi che stiamo affrontando con il Comune di Cervia per arrivare a un accordo di condivisione della spesa».

Il Ravenna vince 3-0 il derby con il Forlì al “Benelli” davanti a oltre 3mila tifosi

Ma vola anche il Carpi. Ancora quattro giornate alla fine del campionato e 2 punti di distacco dagli emiliani

Curva Ravenna Forlì
Uno scatto della curva del Ravenna durante il derby contro Forlì

Il Ravenna Fc vince 3-0 al “Benelli” il derby contro il Forlì (con gol di Nappello su rigore, Campagna e Sabbatani), davanti ad oltre 3mila tifosi (2.673 paganti, di cui solo poche decine da Forlì, oltre agli 800 abbonati).

L’unica notizia negativa della giornata è la concomitante vittoria (1-0 contro il Progresso) del Carpi, che mantiene così i 2 punti di vantaggio sui giallorossi in testa al girone D del campionato di calcio di serie D.

Ora mancano 4 giornate al termine e la prossima potrebbe già essere decisiva, con il Ravenna sul campo dello stesso Progresso e il Carpi sempre in trasferta contro la Sammaurese, due squadre in lotta nella zona play-out della classifica.

A seguire ci sarà uno sfizioso Carpi-Forlì, mentre il Ravenna ospiterà la penultima della classe Certaldo.

 

La nipote di Antonioni: «Non si può radere al suolo un pezzo di storia» – VIDEO

L’appello: «Salviamo almeno una delle due torri Hamon»

Manifestazione torri Hamon
Da sinistra alcuni dei promotori dell’iniziativa, Francesca Santarella, Fabio Tramonti e la nipote di Michelangelo Antonioni, Elisabetta

Nel corso della manifestazione per salvare almeno una delle due torri Hamon presenti nell’area ex Sarom di Ravenna, in procinto di essere demolite da Eni per poi vendere il terreno ad Autorità Portuale che vi costruirà un parco fotovoltaico, abbiamo raccolto la testimonianza di Elisabetta Antonioni, presidente dell’associazione Michelangelo Antonioni.

Suo zio ha reso le torri Hamon di Ravenna (anche se non si tratta di quelle al centro del dibattito di questi giorni) una vera e propria icona e un simbolo della Ravenna industriale nel capolavoro Il deserto rosso, Leone d’Oro al Festival del cinema di Venezia del 1964.

Ecco il video con la sua testimonianza, in cui racconta anche un aneddoto risalente alle riprese del film.

Anche due collezionisti ravennati nella mostra dedicata ai menù storici di Roma

Franco Chiarini e Giovanni Maria Collina hanno tra le più grandi collezioni del mondo

Franco Chiarini
Franco Chiarini

A vent’anni dalla mostra al Castello Sforzesco di Milano, in questi giorni a Roma è allestita la più importante esposizione mai dedicata ai menù storici di tutto il mondo. Fino a stasera (domenica 7 aprile) al Garum – Biblioteca e Museo della Cucina, “Un mondo di menù: la grande storia a tavola”, con oltre 400 menu storici e contemporanei, alcuni dei quali vere perle rare mai resi visibili al pubblico, provenienti dalle maggiori collezioni private d’Italia e non solo.

Fra gli organizzatori della mostra ci sono anche due collezionisti della provincia di Ravenna: Franco Chiarini di Ravenna e Giovanni Maria Collina di Faenza, soci fondatori di Menu Associati – associazione internazionale di menu storici (www.menuassociati.eu).

«A questa importante iniziativa – commenta Chiarini – siamo giunti perché abbiamo le più grandi collezioni del mondo e la mia (10.000 pezzi, dai primi dell’800 fino agli anni ‘50 del ‘900) è il frutto di pazienti raccolte nelle varie bancarelle di tutta Europa e ora nel web. Uno dei menù più significativi è un compleanno della Regina Vittoria della Gran Bretagna del 1885».

Prosegue Collina: «I menù antichi servono anche per riprendere la loro grafica eccelsa e riproporla in menù di oggi, come facciamo abitualmente per le conviviali dell’Accademia Italiana della Cucina a Faenza».

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Un esempio di menù storico

La mostra si articola attraverso 18 pannelli monotematici e si conclude con un pannello aggiuntivo che vuole anticipare l’impegno di Menu Associati e dell’associazione culturale CheftoChef emiliaromagnacuochi a sostegno della candidatura della Cucina Italiana a Patrimonio dell’Unesco.

Ad accompagnare l’esposizione, un imponente catalogo (di 464 pagine) strumento di conoscenza imperdibile per professionisti del settore, per gourmet e appassionati curiosi, che sfogliandolo ritroveranno tanti episodi (e piatti) forse dimenticati o comunque da ricordare. La prefazione del catalogo è a firma del professor Alberto Capatti, mentre i testi sono di Maurizio Campiverdi, Franco Chiarini, Giulio Fano, Matteo Ghirighini e Roberto Liberi, tutti soci di Menù Associati.

Info: www.museodellacucina.com

 

Perchè proteggiamo le dune costiere

Si tratta di sistemi ecologici molto complessi, che vanno tutelati
Ma conciliare le esigenze del turismo con quelle dell’ambiente non è sempre facile

Riccardo Isola

Tra i dibattiti che si sono accesi con la costruzione del “Parco marittimo” sulla costa di Ravenna, c’è quello sulle dune naturali costiere. Lo scorso novembre, le associazioni ambientaliste Wwf e Italia Nostra hanno presentato ricorso al Tar per denunciare il negativo impatto delle passerelle sull’habitat, mentre l’amministrazione comunale afferma che i camminamenti sopraelevati siano stati progettati proprio per proteggere questo peculiare ambiente.
Ma perché i cumuli naturali di sabbia che si trovano lungo molte spiagge del ravennate sono così importanti e tutelati? Anche se all’apparenza non sembra, le dune costiere sono dei sistemi ecologici molto complessi, sui quali cresce una vegetazione spontanea composta da piante alofile in grado di resistere a un ambiente arido, salmastro e ventoso come la spiaggia (tra cui gramigna, camomilla marina, eringio marino, erba medica marina, gigli di mare, ammofila, ginepro coccolone). È proprio questa flora autoctona, con le sue robuste e lunghe radici, a trattenere i granelli di sabbia spostati dal vento, senza farsi seppellire bensì continuando a crescere e favorendo così l’aumento di altezza delle dune, che possono raggiungere delle vette molto consistenti, come i 114 metri della Dune de Pyla in Francia o i 280 metri del Mount Tempest in Australia – rispettivamente la più alta d’Europa e del mondo.

Le dune naturali sono le migliori difese dall’erosione costiera, sia perché rappresentano delle solide barriere contro le mareggiate, sia perché costituiscono dei ricchi serbatoi di sabbia che contrastano l’accorciamento della spiaggia. Oltre a ciò, le dune possono favorire la formazione di falde sotterranee di acqua dolce; e non a caso, nel passato, i terreni lungo la costa venivano spesso coltivati. Il turismo balneare ancora non esisteva e la spiaggia non aveva il valore economico che ha oggi, perciò l’agricoltura era un modo facile e utile per sfruttare questi terreni.

Nella nostra epoca, invece, le stesse falde sono talvolta usate dagli stabilimenti balneari per estrarre l’acqua da utilizzare nelle docce e nei lavapiedi gratuiti: per questo, sono frequenti i cartelli affissi nelle strutture per avvisare i clienti che si tratta di acqua non potabile (ma una nuova normativa entrata in vigore questo mese obbligherà a usare l’acqua potabile anche nelle spiagge). C’è poi un altro motivo per cui le dune sono considerate degli ambienti da proteggere: la presenza della vegetazione sulla sabbia favorisce le condizioni ideali per la nidificazione del fratino, il volatile in via di estinzione diventato famoso un paio di estati fa per avere ostacolato l’organizzazione del tour di concerti di Jovanotti che ha toccato anche la spiaggia di Marina di Ravenna. Oltre al fratino, ad abitare sulle dune costiere c’è la cosiddetta “fauna interstiziale”, ovvero un’ampia varietà di insetti, vermi e crostacei che colonizzano gli interstizi della sabbia. Ma a trascorrere il proprio ciclo vitale sulle dune costiere possono esserci anche dei rettili di dimensioni maggiori, come le tartarughe e le lucertole.

Con lo sviluppo del turismo di massa e la conseguente antropizzazione delle coste, nella gran parte delle spiagge italiane le dune naturali sono state spianate e distrutte per fare spazio a stabilimenti balneari, alberghi, campeggi, ristoranti e altre attività turistiche sul mare. Inoltre la pulizia meccanica della spiaggia, effettuata dai gestori dagli stabilimenti balneari con le moderne macchine puliscispiaggia a motore, estirpa sul nascere la vegetazione sulla sabbia e perciò impedisce la formazione spontanea delle dune. Il paradosso è che in assenza delle dune naturali, per proteggere le strutture costiere dalle mareggiate, durante l’inverno costruiamo delle dune artificiali: ma trattandosi di barriere erette in un giorno con le ruspe, non hanno la stessa resistenza delle dune naturali, dove invece i granelli sono molto più compatti e trattenuti dalle radici delle piante. E perciò la duna artificiale viene distrutta dalle prime onde forti, costringendo a ricostruirla e spendendo delle cifre piuttosto consistenti.

Quelle di Ravenna sono tra le poche spiagge italiane dove ancora esiste una vasta estensione di dune naturali sopravvissute all’antropizzazione delle coste. Oltretutto, nelle spiagge della nostra località le dune sono diventate un luogo ancora più peculiare grazie all’esistenza dei capanni balneari, nelle scorse settimane al centro di un vivace dibattito a causa dell’ordinanza di demolizione giunta dal Comune per le strutture prive di regolare concessione.

Oggi che siamo più consapevoli della loro importanza, le dune costiere sono degli ambienti naturali protetti e intoccabili. Preservarle significa innanzitutto tutelare la loro vegetazione, impedendone quindi il calpestio. Perciò sulle poche spiagge italiane dove ancora esistono le dune naturali, per garantire l’accesso alla spiaggia senza compromettere la flora, vengono costruiti dei camminamenti sopraelevati. Lo scopo è semplicemente quello di conciliare le esigenze del turismo con quelle dell’ambiente. Che è un obiettivo non sempre facile da raggiungere.

Arieggiata e sanificata la scuola dopo l’incendio: lunedì riapre la Don Minzoni

L’annuncio del Comune di Ravenna, quattro giorni dopo le fiamme

Incendio Don Minzoni

Il Comune di Ravenna ha terminato le attività di messa in sicurezza, pulizia e arieggiamento dei locali della scuola media Don Minzoni, coinvolta da un incendio lo scorso martedì. Da lunedì 8 aprile riprenderà l’attività didattica.

Nello specifico sono stati smontati i controsoffitti anneriti, sono state imbiancate le pareti investite dal fumo, sono state isolate le linee danneggiate dell’impianto elettrico che è stato integralmente controllato, è stata ripristinata la funzionalità dell’impianto di rilevazione fumi e sono stati verificati gli impianti di allarme evacuazione e spegnimento incendi anche se non danneggiati.

I locali della scuola sono stati oggetto di una profonda pulizia e sanificazione condotta da una ditta specializzata nella restituzione dei locali post incendio e le aule sono state aerate quasi ininterrottamente per 5 giorni. Si è inoltre proceduto alla pulizia di tutti i filtri dei convettori dell’impianto di riscaldamento.

Rimarranno ancora inagibili i locali interessati dall’incendio e la mensa, non ancora sanificata, non sarà utilizzabile, ma sarà comunque garantito il servizio di refezione con un pasto al sacco per le classi che hanno il rientro pomeridiano.

La segreteria, che necessita di alcuni lavori che verranno svolti nei prossimi giorni, sarà momentaneamente spostata in un altro locale, sempre interno alla scuola.

 

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