martedì
26 Agosto 2025

Dal canale emerge un’auto rubata il giorno prima, sommozzatori in cerca di persone

Una Fiat 500 ritrovata nei pressi di un ponticello che scavala lo scolo parallelo a via Montaletto

Con l’abbassamento del livello del canale che corre accanto a via Montaletto a Cervia, dopo il passaggio della piena dovuta alla pioggia del weekend, nella mattinata di oggi, 24 gennaio, dalle acque è affiorata una vettura. I vigili del fuoco – allertati dai carabinieri che stanno indagando sulla vicenda – hanno recuperato il veicolo, una Fiat 500 che era stata rubata ieri: nell’abitacolo non c’erano persone, ma una squadra di sommozzatori da Bologna è intervenuta per setacciare un tratto del canale.

Edilizia, i carabinieri in otto cantieri. Tre sono stati sospesi per «gravi carenze»

Scoperto anche un operaio in nero. Multe per 40mila euro

Man Wearing Blue Hard Hat Using Hammer 544966Su otto ditte edili controllate nei giorni scorsi, cinque sono risultate irregolari per quanto riguarda la sicurezza dei lavoratori e le norme di cantiere (tra ponteggi e viabilità); una invece per la presenza di un lavoratore in nero.

Sono gli esiti di una serie di controlli effettuati sul territorio provinciale dal nucleo operativo del gruppo carabinieri Tutela Lavoro di Venezia, coadiuvato dal nucleo Ispettorato carabinieri del Lavoro di Ravenna e dai militari delle Compagnie di Ravenna e Cervia-Milano Marittima.

Sono state tre le sospensioni delle attività imprenditoriali per “gravi carenze” riscontrate.

Complessivamente sono state elevate sanzioni per circa 40.000 euro.

«Con Cuperlo metodo e merito: il partito ha bisogno della sua visione»

Il sindaco di Lugo è il coordinatore regionale dei comitati per il deputato che alle primarie 2013 fu sconfitto da Renzi

Gianni Cuperlo Davide Ranalli
Gianni Cuperlo e Davide Ranalli nell’ufficio del sindaco lughese

«Con una battuta possiamo dire che entrambi siamo esperti di dimissioni: lui dalla presidenza del Pd in contrasto con Renzi, io dalla presidenza dell’Unione della Bassa Romagna quando capii che non aveva senso restare. Possono accusarsi di tante cose, ma non di incoerenza o scarsa determinazione».
Il sindaco di Lugo, il 38enne Davide Ranalli, è il coordinatore del comitato re- gionale in Emilia-Romagna a sostegno di Gianni Cuperlo alle prossime primarie del Partito democratico. Alla prima riunione, svolta in modalità online con circa settanta persone collegate, ha partecipato anche il 61enne candidato, oggi deputato e già presidente del Pd tra il 2013 e il 2014 dopo la sconfitta alle primarie contro Matteo Renzi. Proprio in quell’epoca nacque il legame con il lughese.

Cosa avrebbe da guadagnare il Pd con la segreteria di Cuperlo?
«Penso che potrebbe contribuire in termini di idee e di visione per una ricostruzione del Pd come forza autenticamente di sinistra. Diciamo che nella narrazione prevalente vista finora che contrappone il pragmatismo eccellente di Bonaccini all’innovazione spinta di Schlein ci può essere un punto di vista più politico interpretato da Cuperlo. Credo che la sua candidatura sia la più politica e la meno politicista tra le quattro».

Che reazioni state riscontrando sul territorio con la nascita dei comitati?
«Dal mondo intellettuale, da docenti e da una parte del mondo cattolico c’è molto interesse».

Lo spessore intellettuale e i modi garbati di Cuperlo non si discutono, ma ce lo vede a conquistare consensi tra i giovani?
«Sì, forse anche più del consenso che può raccogliere qualche 40enne in carriera. Con Cuperlo metodo e merito si incontrano, la sua autenticità di pensiero riesce a parlare a una platea trasversale. I giovani, anche quelli meno coinvolti, hanno dentro un’idea che non per forza deve essere un ideale, hanno una visione delle cose, una necessità di sperare e guardare al futuro. Il racconto del mondo che propone Gianni ha una dimensione critica: stare nel mondo ma senza aderire alle sue contraddizioni e anzi cercare di capirle e analizzarle. E chi può essere più critico di un giovane?».

Al di là di tutto questo, resta il fatto che Cuperlo è nel Pd dalla fondazione e che dieci anni fa ha già provato la corsa alle primarie e ha perso. Insomma, la sua parte l’ha fatta. In un partito in crisi e in cerca di rilancio, non dovrebbe avere spazio chi ancora non ci ha provato?
«La logica della rottamazione che prevalse nel congresso del 2013 è servita a rottamare la storia di sinistra del Pd e non un gruppo dirigente. Il Paese di oggi non è quello di dieci anni fa, ma la visione di Cuperlo di allora è forse ancora più attuale: la guerra, il coronavirus, le disuguaglianze sempre più forti, un governo di destra come mai prima. Per questo la critica deve essere ancora più aspra adesso e non è un caso se dalle ricerche emerge che i pensatori più studiati al mondo ora sono Gramsci e Marx perché quella visione critica di alcuni secoli fa è purtroppo attuale: le condizioni dei lavoratori sono peggiorate, il capitalismo è sempre più feroce, alla crisi sociale si è aggiunta la crisi di diritti civili e ambientale, i conflitti sono bellici e commerciali. Per questo chi pensa che si possa fare a meno della sinistra dice una sciocchezza».

Lei fa il sindaco dal 2014 e quindi conosce il mestiere dell’amministratore pubblico. È una competenza che manca nel cv di Cuperlo. Non sarebbe utile per fare il segretario di partito?
«In questi ultimi anni abbiamo messo la meglio classe dirigente di cui il partito disponeva al servizio delle istituzioni. Abbiamo spostato molto la dimensione della politica sulla dimensione del governo e questo ha prodotto l’impressione che politica fosse pragmatismo e buon programma di governo. Io penso che un buon partito abbia bisogno di saper fare, ma ancora di più di uno sguardo più lungo, una capacità analitica. Per questo penso che in questa fase, in cui la destra prevale in Parlamento e nel Paese, il partito dovrebbe essere affidato a una persona in grado di dare una visione».

Sarebbe il momento giusto per una segretaria?
«I tempi erano maturi anche 15-20 anni fa. La politica è la politica: servono delle visioni e chi esprime quelle giuste è il candidato giusto, a prescindere dal genere. Mi stupisce che questo tema venga utilizzato da capi corrente maschi che poi quando fanno le liste promuovono uomini a loro fedeli. A me interessa un congresso che discuta di temi e non di alleanze con altri partiti».

Tre ragazzini sfasciano sedie e tavoli di un bagno al mare. Il video sui social

Il titolare di un bagno di Punta Marina ha sporto denuncia

Vandali bagno RivaverdeSi vedono in tre, all’apparenza minorenni, sfasciare tavoli e sedie di plastica, fioriere e un triciclo. Ridendo.

Tre ragazzini intenti a vandalizzare l’esterno di un bagno di Punta Marina. Fino a che non si accorgono della presenza della telecamera e decidono di scappare tra le bestemmie.

Il video delle loro gesta è finito sui social, postato direttamente dal titolare del bagno, allo scopo di individuare i tre vandali.

Titolare che ci ha detto di aver fatto anche regolare denuncia alle forze dell’ordine, che ora, sulla base dei filmati, tenteranno quindi di risalire all’identità dei tre.

Crolla la duna, due stabilimenti allagati. Sulla costa 400 sacchi di sabbia

Diversi interventi per allagamenti e pioggia, il mare e entrato in paese a Lido Adriano e Lido di Classe

Foto da Lido Adriano di Alessandra Lenzi, da Emilia Romagna MeteoÈ ancora stato di allerta in Emilia-Romagna per mareggiate, piene dei fiumi, frane e piene dei corsi minori fino alla mezzanotte di oggi, 23 gennaio. Interessato, in particolare, tutto il litorale e l’Appennino romagnolo, già colpiti nella notte dal maltempo: a causa di abbondanti piogge e nevicate, sono sorte diverse criticità, in particolare nelle province di Rimini e Forlì-Cesena. La Regione fa il punto della situazione per ogni provincia.

A Ravenna sono stati necessari interventi da parte di personale e mezzi del Comune, della polizia locale, dei vigili del fuoco, della protezione civile per allagamenti da ingressione marina e per la rimozione di alberature pericolanti.

In particolare le località sulle quali si è intervenuti sono Lido Adriano, Lido di Savio e la zona a nord di Casalborsetti. L’acqua sta lentamente defluendo e per precauzione restano chiuse (tranne che ai residenti) via Trieste, in prossimità dello scolo Lama e via della Cooperazione a Casalborsetti mentre riapre il tratto di viale Petrarca. Si ricorda che anche le dighe foranee sono chiuse ed è vietato l’accesso. Si ricorda altresì che anche nelle prossime ore serali e notturne potranno esserci ulteriori fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale.

A Ravenna, in località Ammonite, il maltempo ha causato la caduta di alberi; sono intervenuti i volontari. A Cervia, Marina di Ravenna e Lido di Classe, sempre nel ravennate, si lavora alla preparazione e al posizionamento di sacchettature di sabbia per difendere la costa: 400 i sacchi già posizionati (200 forniti dal coordinamento e 200 forniti dal comune), 200 quelli preparati. A Marina di Ravenna si è verificata la rottura della duna, con allagamento di due stabilimenti. A Cervia allagamento del Molo Nord; è stata necessaria la chiusura stradale.

Per domani, martedì 24 gennaio, è stata emessa un’allerta Gialla su tre fenomeni, per mareggiate, piene dei fiumi, frane e piene dei corsi minori. A seguito delle precipitazioni dei giorni scorsi, sono previsti livelli idrometrici superiori alla soglia 1 nei tratti vallivi dei bacini romagnoli. Nelle zone montane/collinari centro-orientali, saranno possibili fenomeni franosi localizzati su versanti caratterizzati da condizioni particolarmente fragili. Nella nottata, non si escludono condizioni del mare sotto costa che possano generare fenomeni di ingressione marina ed erosione del litorale. Inoltre, è previsto un significativo rialzo dello Zero termico e della quota neve; la ventilazione sarà meno intensa che nei giorni passati e l’aumento delle temperature potrà provocare una parziale fusione del manto nevoso.

Questa la situazione odierna nel resto della Romagna.

Nel riminese, le strade provinciali sono mantenute aperte con grandi difficoltà grazie a 40 mezzi spazzaneve; la criticità maggiore riguarda la Strada provinciale 8. Le difficoltà più grosse sono determinate dalla presenza di alberi e rami che intralciano l’operatività dei mezzi di soccorso. Per quanto riguarda le strade comunali, i problemi maggiori si riscontrano nei comuni di Sasso Feltria e Sant’Agata Feltria. In generale, tutti i comuni dell’Alta Val Marecchia e della zona del Sasso Feltro hanno condizioni di percorribilità molto difficoltose e non è possibile transitare in queste zone senza gomme da neve e/o catene.

A supporto di provincia e comuni sono intervenuti i Vigili del fuoco e il volontariato di Protezione civile con 8 squadre (circa 30 persone) che hanno fornito supporto con turbine per la neve e 2 cisterne per il rifornimento dei mezzi spalaneve, in coordinamento con l’ufficio territoriale dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.

Anche nella provincia di Forlì-Cesena non sono mancate criticità a livello di viabilità con la chiusura, in entrambe le direzioni di marcia, della E 45 a causa della neve (stamani è rimasto bloccato un pullman con 30 bambini a bordo in gita) e per la rottura di un cavo dell’energia elettrica di media tensione. Attualmente risulta chiuso anche il passo dei Mandrioli. Sulla costa, la combinazione di forti mareggiate e alta marea hanno determinato diversi problemi. Si segnala, in particolare, l’ingressione del mare a Cesenatico, in località Valverde. Qui si sono verificati danni alle dune in prossimità del Bagno Bertino, oltre alla fuoriuscita di acqua dal porto canale a valle delle porte Vinciane. A Cesenatico invece ha ceduto la duna provocando l’allagamento di viale Carducci. Si lavora alla protezione da ingressione marina con l’allestimento di 900 sacchi.

 

La Provincia farà una rotonda all’incrocio tra via Dismano e via Lunga a Osteria

L’annuncio dell’assessora Del Conte nella commissione consigliare che discuteva una petizione cittadina per mettere in sicurezza il punto

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Verrà realizzata una rotatoria all’incrocio tra via Dismano e via Lunga nella frazione di Osteria (Ravenna). L’assessora comunale ai Lavori Pubblici, Federica Del Conte, è intervenuta oggi, 23 gennaio, nella commissione consigliare che discuteva della petizione supportata dal comitato cittadino di Campiano e Osteria per ottenere la rotonda. La Provincia ha deciso di intervenire. I lavori dovrebbero iniziare nel 2025.

«Dal territorio – dichiara Igor Bombardi del Pd, presidente della Commissione – era emersa la richiesta di mettere maggiormente in sicurezza l’incrocio di Osteria, come espresso anche dal Consiglio territoriale in una delle ultime sedute. L’esigenza di sicurezza è nota all’amministrazione tanto che erano già stati installati rilevatori di velocità, di cui l’ultimo è entrato in funzione nel giugno 2022. È tuttora in corso il cantiere per la costruzione del marciapiede su via Lunga».

Anche il consigliere Pd Fabio Bazzocchi, che risiede proprio a Osteria, è intervenuto nel dibattito. «È necessario – ha detto – migliorare ulteriormente la viabilità di questa zona. La rotonda ha sempre rappresentato una delle tante priorità sollecitata dagli abitanti della frazione anche se i lavori effettuati dopo l’ultimo incidente hanno contribuito ad aumentare la sicurezza dell’incrocio, sia per quanto riguarda la visibilità con il lampeggiatore aggiuntivo gigante installato su via Lunga che la riduzione della velocità con gli autovelox che infatti hanno segnalato molte infrazioni».

Roberto Magnani, Il “cattivo” che ama il rap, scampato all’abisso

Intervista all’attore delle Albe che il 24 gennaio presenta a Faenza il suo omaggio a Moby Dick, Siamo tutti cannibali

Siamo Tutti Cannibali 1 Marco Parollo
Roberto Magnani in “Siamo tutti cannibali” (foto Marco Parollo)

Classe 1980, Roberto Magnani si può definire uno degli attori storici del Teatro delle Albe di Marco Martinelli ed Ermanna Montanari, a cui si avvicina comunque giovanissimo, partecipando prima alla non-scuola per poi essere scelto, nel 1998, per interpretare uno dei dodici palotini de I Polacchi.
Lo spettacolo raccoglie un clamoroso successo internazionale e i palotini ricevono la nomination come “migliori attori under 30” per il Premio Ubu 1999. Nel 2000 è inoltre in scena sia ne L’isola di Alcina che nel Baldus, interpretazione, quest’ultima, per la quale vince il prestigioso Premio Lo Straniero 2001. Nel 2009 debutta con Odiséa, “lettura selvatica” di Tonino Guerra, in cui per la prima volta si cimenta da solo in un lavoro-esercizio per affinare l’uso del dialetto romagnolo come lingua di scena. Da lì, il percorso in “solitaria” si affianca con costanza a quello con le Albe, fino all’ultimo Siamo tutti cannibali, in scena martedì 24 gennaio alle 21 alla Casa del Teatro di Faenza.

Per l’occasione, pubblichiamo qui di seguito uno stralcio dell’intervista di Alessandro Fogli uscita sull’edizione 2022/2023 di “Palcoscenico”, l’annuario dei teatri della provincia edito da Reclam.

Roberto, il tuo Siamo tutti cannibali. Sinfonia per l’abisso, da Moby Dick, a mio avviso rappresenta una svolta nella tua carriera “solista”. Quali sono le tue sensazioni al riguardo?
«Lo spettacolo sta in effetti andando molto bene, è cresciuto e cambiato rispetto al debutto di Forlì del 2021. Sicuramente per me è uno snodo significativo, che ha coinciso con un momento della compagnia in cui ci siamo detti che sì, le Albe ci sono, ma al loro interno può esistere tutta una serie di progetti autonomi e indipendenti. Ora posso dire che questo è un lavoro di Roberto Magnani prodotto dal Teatro delle Albe e Ravenna Teatro, con una mia precisa poetica. Poi, per forza di cose, attinge da tutto quello che sono state le Albe nei vent’anni precedenti. Dopo l’”esercizio” rappresentato da Odiséa, il percorso composto da E’ bal, Macbetto e Siamo tutti cannibali ha portato forse come dici tu a una sorta di compiutezza formale nel mio lavoro. Quello che voglio dire in scena è ora più chiaro e credo di averlo reso tale attraverso il linguaggio teatrale».

In tutti i tuoi lavori l’elemento musicale è fondamentale, come nasce questa fascinazione?
«Sicuramente questi vent’anni di bottega con Marco e Ermanna sono stati fondanti e hanno formato il mio modo di concepire la creazione, ma poi ho trovato anche rispecchiamenti in altri autori, altri maestri, da Carmelo Bene a Mejerchol’d. Io intendo il teatro come una questione in cui tutto è musica: il movimento, la gestualità, la partitura delle luci, lo scegliere un oggetto di scena invece di un altro. Tutto è una questione musicale, e quando inizio a costruire uno spettacolo è sempre successo che, prima ancora delle immagini, avessi in testa un suono, una certa nota, un certo indirizzo vocale, ed è questa visione acustica che mi conduce alle immagini».

C’è un fil rouge che lega i tuoi ruoli nel Teatro delle Albe?
«Dipende da spettacolo a spettacolo, però mi piace pensare che un po’ la parte del cattivo mi si addice, basti pensare a spettacoli come Leben, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi o Va pensiero. Con Marco ci gioco spesso, se c’è un cattivo chiedo di farlo io. Sono attratto da queste figure».

In carriera hai mai avuto momenti di sconforto totale?
«Eeeeeh, tantissimi! Durante il secondo lockdown ho avuto un momento, serio, in cui ho pensato di smetterla col teatro e andare a lavorare come autista, come corriere. Mi piace guidare, stavo per acquistare un furgone. Mi ero rintanato in campagna, mi sentivo estremamente isolato anche all’interno della compagnia, per questioni personali varie. Più volte ho pensato di uscire, di smettere. Siamo Tutti cannibali nasce da una crisi furiosa. Il sottotitolo Sinfonia per l’abisso non è affatto casuale, quando mi sono ritrovato a comporre lo spettacolo ero veramente sottoterra e ho avuto un periodo nerissimo della vita che ha lasciato cicatrici tuttora presenti. Ora però non sto male come allora e infatti il mio modo di prepararmi per andare in scena con questo spettacolo è cambiato, alcune parole al debutto suonavano in maniera molto diversa. È uno strano gioco, ora, tornare mentalmente a quel periodo per poter essere in grado di dire certe cose».

Le tue passioni più grandi al di fuori del teatro?
«Il tifo per l’Inter è sempre stata una passione enorme, ma ultimamente sono tantissimo dentro all’ascolto del rap italiano, soprattutto quello attuale (sebbene un genio come Kendrick Lamar sia imprescindibile). Credo proprio che il rap abbia raggiunto negli anni una grande maturità. Alcuni rapper italiani, anche quelli più mainstream, da Marracash a Fabri Fibra, da Gué Pequeno a Salmo a Noyz Narcos, che tra l’altro hanno tutti più o meno la mia età, raccontano un sacco di cose che sento vicinissime e in una forma che mi piace molto. Un altro autore che negli ultimi anni mi ha molto attratto è Massimo Pericolo. Quando uscì 7 miliardi per me fu una bomba clamorosa: mi son detto “ah ecco perché i ragazzi non vengono a teatro”. C’è un’idea di devastazione sociale, morale, di disperazione gridata in un modo estremamente potente, il teatro secondo me fa fatica a stare a quel livello lì. Ma è quello a cui voglio tendere».

La piadina come ideologia, nella battaglia tra Ravenna e Cesena

Francesco FarabegoliRicetta della piadina di mia mamma, dose per 4 piade circa: 500 grammi di farina 00, 4 cucchiai di olio d’oliva, sale qb, un pizzico di bicarbonato (pochissimo altrimenti vien troppo gialla). Impastate con acqua calda fino a ottenere una palla unica, potete fare a mano ma una planetaria va benissimo. Una volta ottenuto un bell’impasto ruvido chiudetelo in un sacchetto di plastica e fatelo riposare per un’oretta, lo tagliate in 4 palline uguali, le tirate col matterello e le mettete a cuocere. No, non c’è un ingrediente segreto. No, non c’è lo strutto (potete usarlo al posto dell’olio, viene più buona ma io preferisco con l’olio). L’unica cosa che potete sbagliare è l’attrezzo per cuocerla: per fare un buon lavoro serve una teglia di ghisa grezza che trovate su internet (“teglia ghisa per piadina”) a una trentina di euro, o una teglia di terracotta che però è un po’ più difficile da trovare, costa uno sbreco di soldi e non dà il meglio di sé con il fornello a gas.

Ripasso mentalmente la ricetta della piadina di mia mamma tutte le volte che mi trovo impantanato in una di quelle discussioni fratricide tra membri di diverse comunità romagnole disposti idealmente ad uccidere il prossimo perché utilizza strutto, latte, lievito del fornaio, altre farine o amenità con cui rendere meno banale l’impasto (rosmarino, ciccioli, curcuma). Voglio dire, cosa può essere più stupido di giurarla a qualcuno per come impasta un pugno di farina?

Eppure ho ancora in mente lo shock che mi provocò il primo acquisto di piadina nella città di Ravenna. Era forse il 1998, le piadine si pagavano ancora in lire, io mi fermai a questo baracchino vicino a un negozio (baracchino è un termine cesenate che indica il baracchino della piadina), chiesi 4 o 5 piadine da portare a casa di qualcuno; la donna dietro al banco non fece una piega, estrasse 4 o 5 piadine fredde da una pila di piade che aveva cucinato forse il giorno prima, le chiuse in un sacchetto di plastica e me le allungò. Io pagai con gli occhi sbarrati e portai a casa le piadine, morbide e spugnose come dei marshmallow. Com’è possibile, pensavo, tenere in piedi un baracchino servendo piadine precotte in un sacchetto di plastica? Non sarebbe meglio, a questo punto, lasciare il campo libero allo strapotere delle prepiadine vendute al supermercato? La compagnia di ravennati che frequentavo all’epoca, in ogni caso, dimostrò di non capire. Più tardi ho compreso il motivo di questa incomprensione, al secondo-terzo ordine di piade: nei baracchini di Ravenna si usa così, nessuno ha problemi con questa cosa, nessuno ha un vero accesso alle alternative.

Su questa frattura culturale ho impostato quella che per anni ho raccontato essere una battaglia per la civiltà e che in realtà era un modo come tanti altri per vendere la superiorità della piadina cesenate in terra straniera. Per certi versi è una differenza che continua oggi, un quarto di secolo dopo, in qualche aspetto. La battaglia tra la piadina di Cesena e quella di Ravenna continua ancora oggi, ha lasciato per terra qualche cadavere eccellente, entrambe le città sono troppe orgogliose per abbandonare i capisaldi della loro weltanschauung. Cesena lavora sulla piadina in quanto tale e rimane attaccata alla tradizione. Fino allo scorso decennio era sostanzialmente impossibile trovare in un baracchino qualcosa che non fosse piadina o crescioni, per i quali erano concepibili sì e no sette farciture in tutto, che guardavano storto chiunque chiedesse se si potesse averne senza strutto nell’impasto (per dire: un baracchino a Bertinoro aveva imparato a farla con l’olio ed è stato per vent’anni un punto di riferimento della scena straight edge romagnola). Per molto tempo i prezzi sono rimasti un pelo più popolari e i crescioni sono rimasti più grandi (ancor oggi, quando porto a casa i crescioni del mio baracchino cesenate preferito, le persone mi chiedono se ho dovuto esibire il porto d’armi). A Ravenna per quel giorno era già possibile trovare crescioncini alla nutella, cappelletti di piadina, rotoli e piadipizze, con menu alla carta che potevano occupare un foglio A3. Più di tutte, Ravenna concepiva già una cosa di cui a Cesena non si trovava traccia, un’idea semplice e geniale che chiamate pizza fritta, che forse è un tradimento ideologico ma è anche una delle principali cause dei miei chili di troppo.

È una diversità che tradisce le differenze ideologiche alla base dell’idea stessa di comunità presente nelle due cittadine: Ravenna è global e fa affari col mondo, Cesena è local e vende più che altro ai suoi cittadini. La visione cesenate fa stare meglio, ma la visione ravennate vincerà: troppi lati positivi, troppa versatilità, troppa assonanza con l’evolversi della società occidentale. Ed è così che oggi non è infrequente trovare anche a Cesena baracchini che offrono menu sterminati, piadipizze gourmet, pizza alla pala, kebabburger e qualunque altra diavoleria possa venirvi in mente di consumare a pranzo o cena. E così anche a Cesena, soprattutto nella Cesena più esposta al pubblico, i prezzi sono saliti. E qualche piadina vuota, non più al centro del progetto, ha iniziato a finire dentro al sacchetto di plastica.

* Cesenate trapiantato a Ravenna, Francesco Farabegoli scrive o ha scritto su riviste culturali come Vice, Rumore, Esquire, Prismo, Il tascabile, Not

Lancia pietre contro le auto in sosta: 35enne incastrato dalle telecamere

L’uomo era già stato arrestato dai carabinieri per altri motivi: denunciato anche per atti vandalici

Parabrezza Rotto
Foto di repertorio

Ha sfasciato il parabrezza di una serie di auto parcheggiate in via Cavour, a Faenza. Ma è stato incastrato dalle telecamere. Così, dopo aver raccolto le denunce dei vari proprietari, gli operatori della polizia locale, analizzando i video, hanno individuato il colpevole.

Si tratta di un 35enne pluripregiudicato, italiano, originario del Milanese, che era appena stato arrestato per altri motivi dai carabinieri di Faenza.

L’uomo verrà quindi denunciato anche per atti vandalici.

I fatti risalgono alla prima mattinata (poco dopo le 7.30) di ieri, domenica 22 gennaio.

Spettacolo su Anita Garibaldi in scena al teatro Socjale di Piangipane

Nella produzione coinvolti anche gli studenti del Liceo Artistico. Sipario il 24 gennaio (alle 21); il 25 in mattinata per le scuole

Asia Galeotti Anita Garibaldi
Asia Galeotti nei panni di Anita

Prosegue “La Stagione dei Teatri” al Socjale di Piangipane con uno spettacolo che celebra i duecento anni dalla nascita di Anita Garibaldi, rivoluzionaria brasiliana che, insieme al marito, incarnò un ideale di libertà tanto in America Latina quanto in Italia. Lo spettacolo di Valeria Magrini, che vede protagonista l’attrice Asia Galeotti, è stato prodotto da Fondazione Ravenna Risorgimento e sarà in scena martedì 24 gennaio alle 21, e in replica mercoledì 25 gennaio alle 10, per le scuole.

Disegno, luci e regia dello spettacolo sono di Emanuele Montagna, mentre la produzione è a cura della Scuola Teatro Colli e Gruppo Teatro Colli.
La scenografia è frutto di un progetto di alternanza scuola lavoro voluto dalla Fondazione e avviato nel 2021 con alcune classi del liceo artistico di Ravenna.

Nuovi allagamenti sulla costa, vigili del fuoco allertati per alberature pericolanti

In mattinata il picco dell’alta marea. Chiuse alcune strade

In una situazione in continua evoluzione, il picco di alta marea che si è verificato intorno alle 11, insieme all’intensificarsi del vento da nord est, ha provocato allagamenti in varie zone costiere dei lidi ravennati, in particolare a Lido Adriano (qui sopra le foto di Alessandra Lenzi pubblicate da Emilia Romagna Meteo) alla fine di viale Virgilio e in viale Petrarca e a Lido di Dante, dove sono in atto interventi di soccorso di alcuni animali.

L’innalzamento del livello dell’acqua ha reso necessario chiudere il ponte sullo scolo Lama in via Trieste, a Ravenna, con dirottamento del traffico verso la rotonda del pala De Andrè e via Medea.

Tutta la linea costiera è monitorata dalla Polizia locale e dal volontariato di protezione civile che stanno intervenendo dove necessario.

Il Comune sta ricevendo segnalazioni anche per quanto riguarda alberature pericolanti a causa dell’azione del vento e su tali varie criticità sono all’opera i Vigili del fuoco.

A Cervia allagato il porto canale (vedi video) e, in particolare, Via Boito, chiusa al traffico.

Al liceo arriva la cogestione: due giornate di attività organizzate dagli studenti

Al “Torricelli-Ballardini” di Faenza, dopo l’interruzione per la pandemia. Si parlerà anche di mafia

Liceo Torricelli BallardiniLunedì 30 e martedì 31 gennaio al liceo “Torricelli-Ballardini” di Faenza si svolgeranno le giornate di “didattica cogestita”.

Dopo l’interruzione causata dalla pandemia negli anni 2020. 2021, 2022, riprende l’iniziativa organizzata con successo dal liceo faentino a partire dai primi anni duemila.

Per due giorni l’attività didattica “tradizionale” lascerà spazio a laboratori e attività che recepiscono gli interessi e le curiosità delle studentesse e degli studenti o declinano in modo innovativo i loro percorsi di studio. «Per queste sue caratteristiche – scrivono dal liceo -, rendere gli studenti promotori attivi e organizzatori responsabili dell’attività didattica, l’attività può definirsi un esperimento riuscito di cittadinanza attiva».

L’edizione 2023, curata dai rappresentanti degli studenti nel Consiglio di istituto, si caratterizza per la ricchezza, la varietà e soprattutto la qualità delle proposte laboratoriali, che spaziano dall’ambito artistico a quelli letterario, musicale, scientifico, sportivo; ampio spazio sarà riservato anche al cinema. alla fotografia e al teatro. Degno di rilevanza l’intervento di Alessandro Averna Chinnici, nipote del magistrato Rocco Chinnici, sulla battaglia condotta contro la mafia dal nonno insieme ai magistrati Falcone e Borsellino.

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