mercoledì
27 Agosto 2025

Il Cer ha distribuito 290 milioni di mc di acqua e alimentato il potabilizzatore

I dati verso la chiusura della stagione irrigua per l’agricoltura

Siccità CampiLa stagione dell’irrigazione sta volgendo al termine e i dati del Canale emiliano-romagnolo (Cer) dicono che sono stati prelevati 290 milioni di metri cubi di acqua redistribuiti ai Consorzi di bonifica e consegnati all’agricoltura. Il Cer ha rivestito, in questi mesi così critici, un ruolo centrale negli equilibri idrici nell’intera area del comprensorio servito (336mila ettari di superficie di cui 227mila ettari di superficie agraria nelle province di Ravenna, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), rappresentando, al contempo, un elemento di indubbia e più volte attestata rilevanza anche nel composito scenario idrologico nell’intera pianura Padana all’interno del distretto del Fiume Po.

Oltre alla consolidata ed indispensabile funzione a sostegno del comparto agricolo e di tutte le colture di pregio del il territorio, la risorsa del Canale ha alimenta il potabilizzatore di Ravenna fornendo acqua alla comunità ravennate della costa adriatica in un periodo di massima presenza turistica.In questo contesto, in cui i livelli di acqua prelevata (non senza difficoltà viste le quote idrometriche soprattutto nel mese di Luglio e inizio Agosto) è risultato fondamentale e che ha pesato maggiormente sulla resa finale, risultando determinante sulla effettiva possibilità di utilizzare l’acqua anche in periodi di magra estrema, è rappresentato dall’insieme di manovre idrauliche emergenziali sono state le manovre straordinarie eseguite dalle maestranze consortili 7 giorni su 7.

Le azioni compiute in tempi adeguati e frutto del monitoraggio tecnico hanno per lo più riguardato l’impianto idrovoro Palantone a Bondeno, ma tutte le stazioni del CER a Sant’Agostino Est e Ovest, Crevenzosa, Pieve di Cento, Savio e Volta Scirocco hanno consentito una gestione minuziosa e razionale fino all’ultima goccia disponibile.

In vista del consiglio di amministrazione, programmato oggi 5 settembre nella sede del Cer a Bologna, il presidente Nicola Dalmonte rivolge la sua attenzione al futuro su ciò che si potrà fare a livello sistemico: «L’esperienza di quest’anno ci obbliga a mettere in campo tutte quelle azioni per garantire la risorsa idrica, alla luce di questi cambiamenti climatici, dove il Cer è l’infrastruttura principale della nostra regione a servizio del mondo agricolo».

Un corteo in centro, accampamenti al museo, incontri: la storia rivive a Ravenna

Dal 9 all’11 settembre il festival con “base” al museo Classis. In programma anche proiezioni e laboratori per bambini

HistoriaDal 9 all’11 settembre è in programma Ravenna Historia Mundi. Festival della Storia. Verso Teodorico 1500° 526 – 2026 d. C.
L’iniziativa, che guarda alle celebrazioni teodoriciane del 2026 per i 1500 anni dalla morte del re degli Ostrogoti, offre un’occasione per rivivere a 360 gradi scene di vita quotidiana e attività in uso nell’antichità, per scoprire e toccare con mano gli usi e i costumi delle popolazioni che hanno frequentato il territorio nazionale e ravennate.

I rievocatori storici che animeranno le tre giornate vestiranno i panni dei romani alto imperiali e dei romani tardo-antichi, dei Goti, degli Ostrogoti, degli Avari e dei Longobardi, ricreando i loro modi di vivere, le loro abitudini e le loro tradizioni. Scene di vita passata racconteranno le civiltà che si sono susseguite nella storia ravennate, dal I sec. d. C. fino al VII secolo d. C., periodo che ha portato Ravenna ad essere 3 volte capitale.

Venerdì 9 settembre, dalle ore 20.45 alle ore 23, un corteo storico animerà le vie del centro cittadino di Ravenna. Un gruppo di rievocatori, protagonisti in passato di numerosi special televisivi condotti da Alberto Angela, coinvolgerà la città. Dall’età imperiale romana (I sec. d. C.) fino all’Esarcato ravennate (VI-VII sec. d. C.) la sfilata farà rivivere idealmente l’Età dell’Oro di Ravenna, toccando i numerosi monumenti storici cittadini. Una vera e propria anteprima delle due giornate successive.

Sabato 10 settembre, dalle 10 alle 23, e domenica 11 settembre, dalle ore 10 alle 18, il parco antistante il Museo Classis Ravenna sarà protagonista di un vero e proprio viaggio nel tempo. Numerosi accampamenti storici riproporranno scene di vita passata, in un ideale percorso storico (dal I sec. d. C. fino al VII secolo d. C.) che illustrerà le civiltà che si sono susseguite in queste zone.

In programma laboratori didattici per bambini, conferenze storiche, proiezioni di film a tema ed incontri con autori e divulgatori del web.

Gli incontri. Numerosi gli ospiti che, in base ai loro studi e alla loro formazione, daranno vita ad una serie di incontri a tema.

Sabato 10 settembre Stefano Medas, introdotto dalla Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini Federica Gonzato, aprirà il Festival, alla presenza del presidente di RavennAntica Giuseppe Sassatelli, con la conferenza Il relitto tardo-antico del Parco di Teodorico a Ravenna. Conduce la giornalista Annamaria Corrado.

Si proseguirà nel pomeriggio con Marco Cappelli, Mariangela Galatea Vaglio, Andrea Santangelo e Gioal Canestrelli e la Tavola rotonda “La divulgazione storica nei social media”; Marco Cappelli affronterà invece il tema Come atterrare un gigante: la crisi del III secolo, mentre Mariangela Galatea Vaglio concluderà la prima giornata di dibattiti con L’imperatrice e i Goti: Ravenna e l’Impero fra Teodora e Teodorico. Coordina la giornalista Elena Nencini.

Domenica 11 settembre parola a Paolo Cesaretti con “Teodora di Bisanzio ovvero l’arte dell’impossibile”, introdotto dalla giornalista e scrittrice Anna De Lutiis. Dopo la pausa pranzo Andrea Santangelo racconterà “Historia stragista vitae: come la passione per la storia porta a fare cose inconsulte”; Gioal Canestrelli illustra “La costruzione dell’identità: fenomeni di etnogenesi nel Barbaricum”; chiude gli incontri Marco Cappelli con “L’Impero colpisce ancora: la guerra tra Goti e Romani nel VI secolo”. Presentala giornalista Elisa Bianchini.

Le proiezioni. Per l’occasione la sala conferenze del Museo Classis Ravenna si trasformerà in sala proiezioni per adulti e bambini e ospiterà sia film storici che di animazione: sabato 10 settembre Hercules, The Eagle, Gladiatori di Roma e Il Gladiatore (quest’ultimo eccezionalmente proiettato all’aperto, nella zona riservata alle conferenze storiche); domenica 11 settembre, invece, sono in programma Asterix e il segreto della pozione magica e Centurion.

Laboratori. Sia sabato 10 che domenica 11 settembre sono in programma una serie di laboratori didattici, rivolti ai bambini dai 6 anni in su, che permetteranno di esplorare la tessitura, la metallurgia, i gioielli, la scrittura, l’argilla e il mosaico.

Ravenna Historia Mundi è organizzato da Fondazione RavennAntica – Parco Archeologico di Classe, Comune di Ravenna, Spasso in Ravenna e dal Comitato Cittadino di Classe in collaborazione con  Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e la Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna.

Tariffe. Ingresso singolo per un giorno 3 euro; abbonamento due giorni 5 euro. Ingresso famiglia 2 adulti e 2 bambini, 8 euro (abbonamento famiglia 12).

Sabato 10 e domenica 11 settembre il biglietto garantirà l’accesso gratuito al Museo Classis.

Nell’ambito di Ravenna Historia Mundi sabato 10 e domenica 11 settembre sono previste visite guidate al Mausoleo di Teodorico.

Per informazioni: 320 9539916.

Rigassificatore: 22 richieste di integrazione al progetto, 20 giorni per le risposte

La Regione Emilia-Romagna ha ricevuto le istanze dai 40 enti coinvolti nel processo autorizzativo e ora sarà Snam a dover replicare. Pervenute anche 10 osservazioni da soggetti interessati. A inizio ottobre la prossima riunione della Conferenza servizi

Fsru 1150x500Sono oltre 40 gli enti coinvolti nel processo autorizzativo per il rigassificatore al largo delle coste di Ravenna e avevano tempo fino al 30 agosto per inviare alla Regione eventuali richieste di integrazione al progetto della Snam. Sono 22 quelle pervenute. Oltre a queste richieste, sono arrivate 10 osservazioni presentate da soggetti interessati. Oggi, 5 settembre, la struttura commissariale guidata da Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, invierà le richieste di integrazione a Snam, che avrà tempo fino al 26 settembre per rispondere.

Ai primi di ottobre verrà convocata una nuova seduta della Conferenza dei servizi per esaminare e discutere la documentazione prodotta da Snam. Seguiranno altri venti giorni per pareri e autorizzazioni da parte degli enti. La conclusione della Conferenza è fissata per fine ottobre, dunque entro 120 giorni dall’avvio, seguendo tempi molto più stretti rispetto al consueto, dettati dall’urgenza della realizzazione dell’infrastruttura fissata dal Governo nell’affidamento del mandato commissariale. L’avvio dei lavori è previsto per il primo quadrimestre del 2023, l’entrata in funzione per settembre 2024.

2022 06 14 Infografica FRSU Con Dida Con LogoLe richieste di integrazione – fa sapere la Regione – si concentrano su alcuni aspetti, a partire da un miglior posizionamento dell’impianto a terra di filtraggio e regolazione, unitamente alla realizzazione di opere di mitigazione e compensazione; c’è anche una specifica attenzione al tema dei dragaggi (per consentire l’accesso e la movimentazione delle navi); alle valutazioni sull’effetto dell’abbassamento della temperatura dell’acqua marina (utilizzata nel processo di rigassificazione); ai materiali utilizzati per il mantenimento idoneo delle tubature. Per quanto riguarda le osservazioni, riguardano in prevalenza aspetti di ottimizzazione del progetto; altri il procedimento, la prevenzione di incidenti e il tempo di permanenza della nave rigassificatrice.

Tutta la documentazione prodotta è sul sito della Regione dove rimarrà disponibile per tutto il procedimento.

Verdi-Sinistra in marcia contro il rigassificatore ma è alleata con il Pd favorevole

L’11 settembre manifestazione di protesta con una camminata da Ravenna a Punta Marina, aderisce anche il partito che aveva sostenuto la coalizione di De Pascale alle elezioni amministrative

Alla marcia di protesta contro il rigassificatore, l’11 settembre da Ravenna a Punta Marina, parteciperà anche l’alleanza Verdi-Sinistra che alle prossime elezioni politiche del 25 settembre si presenterà in coalizione con il Pd favorevole all’impianto al largo della costa ravennate. E non si può trascurare che alcuni esponenti di Sinistra italiana, oggi nell’alleanza con i Verdi, erano candidati nella lista di Coraggiosa che sosteneva Michele de Pascale alle Amministrative del 2021 e ora in giunta esprime l’assessore con delega alla Transizione Ecologica (Gianandrea Baroncini). Sinistra italiana si è sempre espressa contro il rigassificatore, anche quando Coraggiosa prendeva posizioni a favore.

«In questi giorni sono state presentate numerose osservazioni relative al progetto – si legge in un comunicato della lista firmato da Gianluca Baldrati e Alessandro Perini – che consentono di comprendere il potenziale impatto negativo dell’opera. Ci confermano la bontà della nostra posizione, che fin dall’inizio è stata di contrarietà nel merito, nonostante una destra molto distratta sembri non ricordarsene».

I problemi energetici riguardano la di dipendenza dal gas: «Non li risolveremo sostituendo al metano russo il ben più costoso Gnl statunitense o qatariota. Tanto più inutile appare un impianto che entrerà in funzione nella migliore delle ipotesi solo a fine 2024, ma che in compenso dovrà essere tenuto in funzione per ben 25 anni, contribuendo così per un lungo periodo a mantenere elevato il costo dell’energia. Se si fosse investito sulle fonti rinnovabili come Europa Verde-Sinistra Italiana chiedono da anni, oggi la crisi del gas quasi non ci toccherebbe».

La ricetta di Verdi-Sinistra è massimizzare gli investimenti nella direzione del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili: «Questa non vuole essere una contrarietà al progetto di Ravenna, solo perché si trova “a casa nostra”, come fa la destra a Piombino, ma una contrarietà a questo modello energetico basato sulle fonti fossili. Se vogliamo che Ravenna sia capitale energetica, che sia capitale delle fonti rinnovabili».

In migliaia, anche dall’estero, per la Top Cup: «Peccato non ci sia il Ravenna…»

Torna il format internazionale di pre pandemia. Gli organizzatori polemici per l’indisponibilità dello stadio Benelli

Ravenna Top CupSono in arrivo circa 6mila persone – tra giovani calciatori, genitori e accompagnatori – per la nuova edizione della Ravenna Top Cup, il torneo internazionale di calcio giovanile (riservato alla categoria Under 14, classe 2009) organizzato dall’agenzia Futuri Campioni su dieci campi di gara dislocati sul territorio comunale.

Sono 96 le squadre partecipanti, provenienti da 12 Paesi (Francia, Romania, Repubblica Ceca, Slovenia, Serbia, Macedonia, Croazia, Svezia, Olanda, Slovacchia e perfino Australia, oltre ai club italiani), per cinque giorni di gare, dal 7 all’11 settembre, con evidenti ricadute anche dal punto di vista turistico.

Tra quelli iscritti, anche club di serie A come Juventus, Roma, Lazio, Atalanta, Fiorentina, Empoli, Udinese, Sassuolo, Torino, Genoa, Sampdoria, Spezia, Salernitana ed Hellas Verona.

La Romagna sarà rappresentata da Cesena, Rimini, Forlì e Forlimpopoli.

Si giocherà negli impianti sportivi di Castiglione di Ravenna, Classe, Fosso Ghiaia, Lido Adriano, Punta Marina, San Pietro in Campiano e San Zaccaria, impianto nel quale dove si svolgerà la finale in programma domenica 11 settembre alle 15.30.

Nella  serata di Sabato 10 è prevista la tradizionale cerimonia di premiazione, con relativa sfilata di molte partecipanti, sul palco centrale al Pala de André.

«Dopo avere sofferto, come tutti, i due anni di emergenza sanitaria – spiega Maurizio Pizzini, responsabile della Futuri Campioni – vedendoci costretti ad annullare l’edizione del 2020 e a ridurre il format l’anno scorso, quest’anno torniamo ai numeri e ai fasti delle edizioni pre-pandemia, con un novero di partecipanti di altissimo livello, che esprimono il miglior calcio giovanile che si può trovare oggi. Dispiace che in questo grande contesto non ci sia la formazione del Ravenna Fc in gara e dispiace che un torneo di questo valore conosciuto e apprezzato in tutta Italia ed Europa, non possa beneficiare dello stadio Benelli come teatro per la finale».

Quattro nuovi velox fissi sulle strade provinciali, multe fino a 845 euro

A Sant’Alberto, Bagnacavallo e Faenza l’installazione degli strumenti che cominceranno a fare sanzioni entro settembre. Non sarà necessario fermare le auto dopo l’infrazione

VeloxQuattro nuovi autovelox fissi sulle strade provinciali che ricadono nei territori dei comuni di Ravenna, Bagnacavallo e Faenza in funzione entro il mese di settembre.

Uno sarà sulla strada provinciale n. 24 “Conventello, Argine sinistro Lamone abbandonato, Savarna, Mandriole, Casalborsetti” al chilometro 11+925 direzione strada statale n. 16 “Adriatica” in località Sant’Alberto. Lo strumento situato a Sant’Alberto avrà la finalità principale di far diminuire la velocità dei veicoli immediatamente prima dell’ingresso nel centro abitato di Sant’Alberto in particolar modo per aumentare la sicurezza dell’incrocio con la strada provinciale n. 1 “S. Alberto” all’ingresso della località dal lato di Mandriole. In questo tratto di strada è presente il limite di velocità di 70 km/h.

L’altro è sulla strada provinciale n. 253 “San Vitale” nella direzione di marcia verso Lugo al chilometro 53+080 in località Bagnacavallo. La data effettiva di entrata in funzione sarà comunicata in futuro. Lo strumento situato a Bagnacavallo entrerà in funzione con la finalità principale di far rispettare il limite di velocità dei veicoli immediatamente prima del dosso sul fiume Senio su cui è presente anche l’incrocio con via Argine Senio Destro per tutelare la sicurezza degli abitanti e degli automobilisti viste anche le alberature presenti lungo la strada. In questo tratto di strada è presente il limite di velocità di 50 km/h.

Secondo le valutazioni delle autorità, queste strade sono vengono individuate prioritariamente in base agli incidenti stradali e alle condizioni strutturali e di traffico per le quali non è possibile il fermo di un veicolo senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione o all’incolumità degli agenti operanti e delle persone controllate. Quindi entrambi gli apparecchi saranno gestiti dalla polizia provinciale e funzioneranno da remoto senza l’obbligo di contestazione immediata.

Da giovedì 8 settembre saranno operativi a tutti gli effetti i due nuovi misuratori automatici della velocità dei veicoli a Faenza. La prima postazione dell’attrezzatura si trova sul lato della circonvallazione con marcia verso Forlì, in corrispondenza del Km 61+725, poco prima dello svincolo per Santa Lucia mentre la seconda è stata individuata con direzione Bologna, al Km 62+630, in corrispondenza del cavalcavia di via Ballardini. La scelta di posizionare quest’ultima postazione sull’impalcato del cavalcavia è stata dettata dalla necessità individuare una zona idonea sulla base delle indicazioni contenute nell’autorizzazione della Prefettura; un punto possibile era proprio quello sul cavalcavia dove peraltro era presente un impianto elettrico al quale i tecnici si sono allacciati per alimentare il misuratore, cosa che ha portato inoltre a un risparmio dei costi.

Il Codice della Strada prevede, per l’infrazione al limite di velocità, sanzioni differenziate che vanno dai 42 euro per superamento del limite di non oltre 10 chilometri fino agli 845 euro nel caso di superamento di oltre 60 chilometri del limite fissato. In base al tipo di infrazione e alla velocità rilevata, é inoltre prevista la decurtazione da 3 a 10 punti dalla patente oltre alla sua sospensione che, in certi casi, può arrivare a 12 mesi.

Due donne per i 5 Stelle che dicono no ai rigassificatori e sì al salario minimo

Marta Rossi e Anastasia Ruggeri saranno sia all’uninominale e sia al proporzionale, rispettivamente per Camera e Senato

M5sAlla ricerca dello spirito delle origini, il Movimento 5 Stelle correrà da solo. Per lungo tempo si era pensato al noto “campo largo” con il Pd, ma la fine del governo Draghi, innescata in qualche modo dal partito dei grillini e portata a termine da Lega e Forza Italia, ha ridisegnato le alleanze. E così ora i 5 Stelle puntano a superare il 10 percento rappresentando un enorme problema (a sinistra) per il Pd&Co. Reddito di cittadinanza, salario minimo, la richiesta di un “recovery fund” per la crisi energetica, il no al rigassificatore (sono l’unica forza politica che ha sempre votato contro anche in consiglio comunale a Ravenna) sono i cavalli di battaglia di una forza politica che pur non definendosi di sinistra appare soprattutto alternativa alla destra e al terzo polo.

Due le candidature ravennati nate come esito delle cosiddette “Parlamentarie”. Si tratta della 33enne Marta Rossi – responsabile del “back office” di un agriturismo del forese, oltre che “costume designer” in ambito cinematografico, tra le fondatrici del gruppo ravennate dell’associazione Refugees Welcome Italia – e della 61enne Anastasia Ruggeri, attivista di lungo corso. Nel dettaglio Marta Rossi ha ottenuto 133 preferenze, che le hanno consentito di finire al secondo posto nella lista dei tre candidati al collegio plurinominale della Camera, capitanato da Federico Cafiero de Raho, ex magistrato e procuratore nazionale antimafia (della lista del presidente Giuseppe Conte) e completato da Mariano Gennari e Patrizia Mazzucchi. Rossi è inoltre candidata all’uninominale alla Camera. Anastasia Ruggeri ha invece ottenuto 298 voti ed è stata inserita come secondo nome nel collegio plurinominale del Senato, dopo il senatore riminese Marco Croatti, e come candidata al collegio uninominale. Fabio Selleri e Simona Domeniconi completano invece la lista proporzionale.

Erano 1.210 alla partenza della Ravenna Park Race, soddisfatti gli organizzatori

Due percorsi di 21 e 10 km all’interno del Parco del Delta sui lidi nord con partenza da Casal Borsetti

RAVENNA PARK RACE 2022 PERCORSO Credits Photo TodaySono stati 1.210 i partecipanti alla quarta edizione della Ravenna Park Race, l’appuntamento podistico, organizzato da Ravenna Runners Club per il 4 settembre, con un percorso che partiva da Casal Borsetti e si snodava interamente nel Parco del Delta del Po, nell’area dei lidi nord. «Dopo un periodo difficile da interpretare in ambito sportivo, possiamo dire che, ancora una volta, Ravenna Park Race è stata un successo». Queste le prime parole di Stefano Righini, presidente di Ravenna Runners Club, al passaggio sotto il traguardo degli ultimi atleti in gara.

Arrivi in solitaria per i due vincitori sul traguardo di Casal Borsetti. Per la categoria maschile, vincitore e primo assoluto Andrea Sgaravatto, con il tempo di 1:16:39. Insieme a lui sul podio Isaia Linari e Battista Paolo Di Gio. Tra le donne vince Giorgia Venturi con il tempo di 1:36:09, che le vale anche il 31esimo posto assoluto. Insieme a lei sul podio Catia Borsari e Martina Pedrotti (qui tutte le classifiche).

Per Righini sono tanti i motivi per essere soddisfatti, a partire dalla conferma dei due percorsi da 21km e 10km, studiati per esaltare la bellezza di un angolo di natura incontaminata che ha pochi simili nel mondo. La massicciata lungomare di Casal Borsetti, gli stradelli della Pineta San Vitale, la Pialassa Baiona con le sue aree lagunari e quelle più paludose sono luoghi che riempiono gli occhi e lo spirito. Senza dimenticare i meravigliosi aironi rosa, lì quasi come spettatori pronti ad incitare gli atleti in gara.

Paglia (Sinistra-Verdi): «Cannabis legale porterebbe 10 miliardi annui allo Stato»

Il deputato uscente e candidato torna a proporre la legalizzazione della sostanza con un modello di monopolio del pubblico per sottrarre entrate alla criminalità: «Il Canada e molti Stati degli Usa già lo fanno»

Foto Comunicato Cannabis
Alcune piante sequestrate

«Sulla cannabis riteniamo si debba cambiare completamente approccio, legalizzando la produzione e il commercio, imponendo un modello di monopolio di Stato e tassazione come accade con il tabacco, consentendo piena libertà di coltivazione per uso personale». Il deputato ravennate uscente Giovanni Paglia, candidato con Sinistra e Verdi nella coalizione di centrosinistra, si esprime così dopo il caso dell’arresto di un agricoltore 60enne di Massa Lombarda, colpevole di aver avviato sul suo terreno un’attività di coltivazione di cannabis.

La legalizzazione, secondo Paglia, «consentirebbe di generare un circuito economico che porterebbe almeno 10 miliardi l’anno nelle casse pubbliche, libererebbe forze di polizia, contribuirebbe a combattere il sovraffollamento carcerario, libererebbe dallo stigma quello che è semplicemente uno stile di consumo. Sono le ragioni che hanno già indotto paesi come il Canada e numerosi Stati negli USA a scegliere la legalizzazione, che dopo pochi anni si è dimostrata foriera di grandi benefici. È tempo di avere lo stesso coraggio anche in Italia».

«Colgo l’occasione per chiarire quanto sia sbagliato l’approccio proibizionista ancora dominante in Italia, che produce solo illegalità e insicurezza. Quello della cannabis è un mercato oggi totalmente in mano alle mafie, che realizzano guadagni per almeno 17 miliardi all’anno. L’attività di repressione impegna ingenti forze di polizia che potrebbero essere destinate a utilizzi certamente più utili alla collettività. Ogni anno dobbiamo assistere allo spettacolo delle nostre scuole presidiate da cani antidroga, con il rischio che ragazzi giovanissimi abbiano la vita rovinata. In compenso manca totalmente un’attività informativa che renda tutti edotti dei rischi collegati all’abuso di sostanze stupefacenti, a partire dagli alcolici».

Centrosinistra: tris di donne per il Pd, capilista ravennati per due alleati

Uninominale Camera: Bakkali con ottime probabilità di essere eletta. Senato: Rontini (uninominale) e Proni (terza nel proporzionale). L’ultima parlamentare donna ravennate è stata Elsa Signorino dal 1995 al 2001. Paglia e Salimbeni al primo posto nel plurinominale rispettivamente con Sinistra Italiana/Verdi e Più Europa

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Da sinistra Manuela Rontini, Ouidad Bakkali, Alessandro Brattoni (segretario provinciale Pd), Eleonora Proni

Mentre la campagna elettorale nazionale, con l’unica eccezione di Emma Bonino, vede solo volti maschili nell’ambito del centrosinistra – e inizia finalmente a serpeggiare il dubbio che forse all’interno dello stesso Pd ci sia un problema reale sul tema della parità di genere – Ravenna va in controtendenza e mostra a tutti che, invece, le cose possono cambiare. Ecco allora che per i dem a correre saranno addirittura tre donne. Dopo anni di rappresentanze maschili (l’ultima parlamentare donna ravennate è stata Elsa Signorino, dal 1995 al 2001), finalmente una campagna, per quanto durissima, “in rosa”.

La sfida più difficile sulla carta pare quella della faentina Manuela Rontini, consigliera regionale in carica dopo una valanga di preferenze prese a gennaio 2020, che è candidata all’uninominale al Senato contro il senatore uscente (e favorito) Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. «L’unico sondaggio che conta è quello del 25 settembre», ha ribadito la consigliera su Facebook citando il presidente Bonaccini.

Sempre al Senato, appare difficile anche l’elezione di Eleonora Proni, stimata sindaca di Bagnacavallo, ormai al termine del secondo mandato, che è in terza posizione nel plurinominale. Davanti a lei compaiono Sandra Zampa e l’ex sindaco di Imola Daniele Manca, al quarto e quinto posto ci sono invece Antonio Fiorentini e Valentina Ancarani.

L’elezione certa pare invece quella di Ouidad Bakkali, la più giovane delle tre (36), ravennate, assessora per dieci anni e oggi presidente del consiglio comunale a Palazzo Merlato, nonché vicepresidente regionale del partito. Oltreché nell’uninominale alla Camera, dove è favorita e si scontrerà con una rappresentante della destra non ravennate, Bakkali è anche seconda nel plurinominale, preceduta dall’ex sindaco di Rimini Andrea Gnassi. A chiudere l’elenco Massimo Bulbi, Marcella Zappaterra e Daniele Valbonesi.

Nel 2018 il Pd prese poco meno del trenta percento dei voti, mentre alle ultime Regionali nel 2020 arrivò oltre il 37 percento con un’affluenza di dieci punti inferiore a quella delle Politiche. Difficile dunque fare previsioni certe in un contesto in cui a livello nazionale il partito è dato in grossa difficoltà anche in ragione della complessa politica di alleanze che ha visto sfumare le ipotesi passate di correre con i grillini e quelle più recenti di includere anche Azione di Calenda isolando Renzi.

Giovanni PagliaIl Pd si trova dunque ora tra due forze molto diverse, da Più Europa che candida l’economista Cottarelli a Sinistra Italiana che non ha mai condiviso le politiche del governo Draghi. In comune le due liste hanno l’obiettivo non scontato del tre percento, per quanto al momento sembri più a portata del simbolo di Fratoianni e Bonelli. In provincia Più Europa si è sempre fermato poco sopra il 2 percento, mentre Verdi e Sinistra Italiana non hanno mai corso insieme.

Una curiosità: entrambe le liste però hanno dei ravennati come capolista nei listini proporzionali. L’alleanza Sinistra Italiana, Verdi e Possibile vede infatti Giovanni Paglia nel plurinominale alla Camera. Paglia è già stato parlamentare ed è tuttora nella dirigenza nazionale del partito ed è candidato in altri due collegi importanti come Bologna e Milano e può quindi ragionevolmente sperare in una sua rielezione. Oltre alla lui alla Camera sono candidati Cristina Menegozzi, Matteo Gilli e Valentina Marassi. Al Senato invece i capilista vengono da Possibile e sono Giuseppe Civati e Beatrice Brignone, seguiti da Fausto Tomei e Fiorella Belpoggi.

Salimbeni
Nevio Salimbeni

Altissima la presenza ravennate nella lista di Più Europa che fino a fine luglio sembrava alleata con Azione di Calenda e anche sul territorio si stava muovendo di conseguenza. Dopo la rottura dell’ex Pd con il centrosinistra, Più Europa corre dunque da sola in appoggio ai candidati uninonimali della coalizione di centrosinistra. In particolare, il coordinatore provinciale Nevio Salimbeni – già assessore comunale a Cervia, oggi dirigente in Cna – sarà capolista nel collegio proporzionale della Camera e nello stesso listino saranno presenti Caterina Basevi (n. 2) e Anna Neri (n. 4), mentre al terzo posto ci sarà Paolo Niccolò Giubelli. Nel collegio senatoriale è stata inserita la faentina Matilde Marletta, coordinatrice di una struttura Socio assistenziale, già candidata con Faenza Contemporanea alle Amministrative della città manfreda nel 2020. La lista è guidata da Valerio Federico e include anche Anna Maria Corazza e Santiago Arguello. Inutile dire che difficilmente Più Europa potrà sperare di eleggere rappresentanti ravennati.

Infine, quarta forza della coalizione, data dai sondaggi in estrema difficoltà (si parla addirittura di rilevazioni sotto l’1 percento) è il neonato Impegno Civico fondato dal ministro Luigi Di Maio, ex grillino entrato in rotta di collisione con i 5 Stelle sul tema del sostegno al governo Draghi. Qui non compare alcun nome ravennate, sono appena due i romagnoli. Alla Camera saranno infatti candidati Carlo Romano, Raffaella Sensoli, Sergio Battelli e Rossana Borgo Palazzo. Al Senato sono invece Margherita Rebuffoni, Sergio Vaccaro, Maria Grazia Bartolomei e Giuseppe Ciaccio.

Lidi nord senza acqua dai rubinetti per 24 ore, Ancisi: «Chi controlla i tubi?»

Il consigliere comunale interroga il sindaco per conoscere l’impegno di Hera nella prevenzione ai guasti. E Viva Ravenna vuole sapere se c’è un collegamento con i recenti lavori al ponte di via Baiona dove è stata individuata la rottura della condotta

Riparazione
riparazione

Quali controlli e con quale frequenza sono svolti da Hera per ricercare sul territorio ravennate le tubazioni dell’acqua e del gas bisognose di essere sostituite perché facili a rotture? Lo chiede il consigliere comunale Alvaro Ancisi con una interrogazione al sindaco di Ravenna: «Chiedo al sindaco se concorda che tali controlli siano introdotti in modo programmato e assoggettati a metodiche e rigorose verifiche da parte dell’amministrazione comunale, proprietaria diretta o indiretta di entrambe le reti».

L’interrogazione del decano dell’opposizione arriva dopo che i lidi nord di Ravenna (Casalborsetti, Porto Corsini e Marina Romea) sono rimasti senza acqua corrente per 24 ore dal pomeriggio del 30 agosto. Secondo Hera è stata attivata, dopo un paio d’ore dai rubinetti in secca, la “configurazione di emergenza” imposta dal contratto di servizio sottoscritto col Comune, “che ha permesso di alimentare i tre lidi con una pressione minima”, ma che “purtroppo è risultata insufficiente a sostenere i consumi del periodo, soprattutto delle utenze situate ai piani più elevati”. Ancisi riferisce che diverse famiglie, appena arrivate a un hotel a quattro stelle di Marina Romea per restarci fino a domenica 4 settembre, hanno fatto le valigie infuriate.

I tempi della riparazione – ha dichiarato Hera – sono stato complicati dalla posizione del giunto danneggiato riscontrato sul l’impalcato del ponte di via Baiona in parte a contatto con l’acqua, nonché dalle esigenze di sicurezza dell’intervento, perché con l’alta marea la condotta finiva in parte sotto la linea d’acqua.

I consigliere comunali di Viva Ravenna hanno chiesto all’Amministrazione alcuni chiarimenti: in particolare sulla inadeguatezza della “configurazione d’emergenza” predisposta quale servizio sostitutivo; sull’eventuale collegamento tra la rottura della rete idrica avvenuta nel fianco di un ponte di via Baiona e la qualità dei lavori conclusi pochi mesi fa, dopo lunghissimi ritardi, per restaurare e risanare il ponte stesso; la mancanza di ogni informazione alla cittadinanza, anche nella previsione di un piano operativo di allerta ed emergenza qualora la rottura si fosse prolungata anche solo di poche ore.

«Se gli incidenti non si possono prevedere è però necessario e obbligatorio che si faccia il massimo per prevenirli». E Ancisi riporta alcuni avvistamenti di tecnici Hera e squadre dei vigili del fuoco in vari punti del territorio negli ultimi giorni che sembrano intenti nella ricerca di fughe di gas. «Non se n’è saputo niente, ma è lecito comunque chiedersi se questo genere di segnali possa indicare l’esistenza di un più ampio problema di manutenzione e/o sostituzione di linee d’acqua o di gas, le quali, non durando eternamente, devono periodicamente essere soggette, con una programmazione ben congegnata, a prove tecniche di corrosione, e/o spessimetriche».

Legambiente: «Il rigassificatore resti al massimo 3 anni e non 25 come chiede Snam»

L’associazione ambientalista presenta le sue osservazioni sul progetto per l’impianto al largo della costa di Punta Marina: «Mancano inventario delle emissioni e analisi dell’impatto ambientale»

BW Singapore Bird View 2 1Manca un inventario delle emissioni in atmosfera, mancano le analisi dell’impatto ambientale, la richiesta di 25 anni di concessione è in contrasto con l’obiettivo europeo della neutralità climatica: sono le principali critiche che Legambiente muove contro il progetto Snam per un impianto di rigassificazione (Fsru, Floating Storage and Regasification Unit) da collocare a 8,5 km dalla costa ravennate di fronte a Punta Marina per entrare in funzione da settembre 2024. In sintesi si tratta di una nave che verrà ormeggiata a una piattaforma e che riceverà carichi via mare di Gnl (gas naturale liquefatto) per trasformalo in forma gassosa e immetterlo nella rete di distribuzione tramite un metanodotti di 42 km.

Legambiente lamenta la carenza di analisi approfondite sull’impatto ambientale della struttura, a partire dagli impatti diretti: «Si tratta di impatti chimici, per il rilascio di ipoclorito di sodio, e fisici, per le migliaia di metri cubi di acqua che verranno immesse in mare con differenze di temperatura dell’ordine dei 7°C. Carente dalla presentazione dell’impianto anche una valutazione dell’impatto sulla fauna dell’inquinamento acustico».

No Rigassificatori RavennaTra la documentazione presentata da Snam spicca la mancanza di un inventario dettagliato delle emissioni dell’impianto: «È cruciale tracciare tutte le fuoriuscite e i rischi di perdite di metano, dal momento che questo gas, come la scienza ha recentemente sottolineato, è molto più climalterante di quanto si sospettava fino a qualche anno fa e la filiera della distribuzione del metano a livello globale presenta elevati quantitativi che vengono dispersi in atmosfera, aggravando il riscaldamento globale e sottraendo un’importante risorsa energetica alla disponibilità di cittadini e imprese».

Secondo l’associazione ambientalista è incoerente la motivazione stessa per la necessità dell’impianto: «Viene proposto come panacea all’attuale emergenza gas e per scongiurare il freddo nelle case nel prossimo inverno, ma non si tiene in conto che il rigassificatore non entrerà in funziona prima di settembre 2024». Snam chiede un’autorizzazione per 25 anni: «Di fronte a un quadro normativo europeo che punta alla neutralità climatica al 2050, e ad un impegno regionale con il Patto per il Lavoro e il Clima che punta al 100% di consumi da fonti rinnovabili al 2035, come si pretenderà di raggiungere la piena decarbonizzazione al 2050 con una concessione che scade nel 2047?» Legambiente ha quindi chiesto che, qualora venisse autorizzato, l’impianto non debba permanere oltre un periodo di massimo tre anni «al termine del quale sarà fondamentale aver raggiunto una quota equivalente di produzione di energia da fonti rinnovabili».

Per snellire l’iter autorizzativo il progetto potrebbe essere escluso dalla valutazione di impatto ambientale: «Non è accettabile. Si tratterà infatti di un impianto rischioso e inquinante, da esaminare quindi molto più attentamente di altre tipologie. Lo stesso trattamento di snellimento autorizzativo non viene riservato infatti nella stessa misura agli impianti di produzione di energia rinnovabili».

Legambiente Emilia-Romagna aderisce alla marcia per il clima “Contro i Rigassificatori”, che si terrà a Ravenna l’11 settembre.

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