giovedì
21 Agosto 2025

Aziende a controllo pubblico, nuovi presidenti per Aser e Azimut

Si tratta della repubblicana Patrizia Masetti, funzionaria Agci, e dell’ex consigliere comunale del Pd, l’architetto Marco Turchetti

Nuovi Presidenti
I due presidenti con la presidente di Ravenna Holding (al centro) Mara Roncuzzi

Nei giorni scorsi, Ravenna Holding ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali di due delle aziende di cui detiene la maggioranza o la totale proprietà, ovvero Azimut spa e Aser srl. In entrambi i casi, era infatti scaduto il mandato degli amministratori precedentemente in carica.

Per quanto riguarda Aser – l’azienda di onoranze funebri a controllo pubblico dei Comuni di Ravenna e Faenza, completamente partecipata da Ravenna Holding S.p.A. – la nuova presidente dell’azienda è Patrizia Masetti. Nel ruolo di amministratore delegato è stato nominato l’avvocato faentino Antonio Melandri. Completa il consiglio di amministrazione della società l’avvocato ravennate Federico Aquilanti.

Patrizia Masetti, ravennate (abita a Pilastro), è alla prima esperienza da amministratrice pubblica. È una funzionaria dell’AGCI (Associazione Generale Cooperative Italiane), per la quale è anche responsabile regionale dei settori agricoltura e pesca. È inoltre titolare di una impresa agricola (che si occupa anche di sfalci e servizi vari), nonché presidente della cooperativa P.I.E., che si occupa di servizi informatici e ha sede base a Ravenna e filiali a Bologna e Palermo.
Alle ultime amministrative era candidata nella lista del Partito Repubblicano, nella coalizione di centrosinistra che sostiene il sindaco De Pascale.

Azimut è una società mista a capitale pubblico-privato, di cui Ravenna Holding detiene quasi il 60% delle quote, che si occupa di vari servizi alla cittadinanza per diversi Comuni (differenti a seconda dei servizi specifici). Fra i servizi gestiti la sosta, l’igiene ambientale (attraverso attività antiparassitarie e di disinfestazione), la manutenzione del verde pubblico, la gestione dei servizi cimiteriali e delle camere mortuarie, la gestione delle toilette pubbliche.

Il nuovo presidente è il ravennate Marco Turchetti, coadiuvato dalla vicepresidente Stefania Ciani, dirigente cooperativa, faentina, e dai consiglieri Enrico Delorenzi (dottore in legge) e Valentina Leoni (ingegnere gestionale). Completa il cda il confermato amministratore delegato, l’ingegner Stefano Di Stefano.

Marco Turchetti, architetto, da sempre guidato da particolare attenzione alle tematiche ambientali, è stato Consigliere provinciale prima, quindi Consigliere comunale del Partito democratico a Ravenna, ed è alla prima esperienza da amministratore pubblico.

Quante gole dei cantanti curate dal dottor Fussi a Sanremo

Il foniatra ravennate all’Ariston nelle serate clou, 12 dei 25 concorrenti sono suoi pazienti: «I colpi d’aria sono il grande pericolo». Ecco i trucchi prima di salire sul palco

Franco Fussi Foniatra
Il dottor Franco Fussi, specialista in foniatria

Le corde vocali di dodici concorrenti di San- remo, su venticinque in totale, sono state visitate dal ravennate Franco Fussi, medico specialista in foniatria e otorinolaringoiatria. Giusy Ferreri, Sangiovanni, Elisa, Vibrazioni e Mahmood, tanto per fare qualche nome: «Qualcuno l’ho visto anche di recente per un controllino prima della gara».

E qualcun altro potrebbe chiedere l’assistenza di Fussi nelle serate clou del Festival: «Venerdì e sabato sarò a Sanremo, come successo tante volte in passato, a disposizione dei cantanti in caso di bisogno». Che può capitare di giorno durante l’alloggio in albergo o di sera al teatro prima di salire sul palco. In questo secondo caso c’è da fare i conti con gli spazi angusti dell’Ariston e la necessità di evitare assembramenti per la pandemia: «Visto dalla tv appare enorme, ma dietro alla scenografia rimane davvero poco spazio. I camerini non sono più a disposizione dei cantanti per tutta la serata, li usano solo per il tempo minimo necessario prima di cantare».

Franco Fussi Pass SanremoIl compito di Fussi può variare: «A volte può essere solo un sostegno psicologico, a volte un aiuto per il riscaldamento della voce prima delle esibizioni, a volte per vere emergenze». Nell’ultima categoria rientra a pieno il caso di Laura Pausini nel 2018: la cantante di Solarolo, da tempo tra i pazienti del foniatra, era prevista come ospite per il mercoledì ma si ritrovò completamente afona e fu costretta a dare forfait: «Aveva una brutta laringite. Mi chiamò e mi disse che le davano la possibilità di spostare la sua ospitata al sabato ma io dovevo ridarle la voce». E così fu: «Non c’era altra soluzione che intervenire con tanto cortisone. Che è anche un eccitante. Credo che fu anche per questo motivo che Laura durante l’esibizione andò addirittura fuori dal teatro a cantare in strada tra la gente». Andò a buon fine anche la missione di Fussi tentata nel 1999 con l’ugola di Anna Oxa: «La sera della finale era senza voce, poi è riuscita a cantare e vincere con “Senza pietà”».

È il colpo d’aria il nemico più temuto dai concorrenti in questa settimana in Liguria: «I problemi sono quasi sempre di natura infiammatoria perché i cantanti passano da un ambiente all’altro, dentro e fuori. Non ci può essere un abuso vocale perché non è un tour e lo sforzo vocale è limitato. È più probabile uno stress della voce per l’eccessivo parlare in quei giorni». Ci sono anche casi in cui invece una boccata d’aria può essere la medicina. Emma Marrone vinse nel 2012 dopo un problema risolto correndo: «Si ritrovò senza voce ma era solo una accumulo di stress che le aveva bloccato la muscolatura. In quel caso andava sciolta la tensione e fu utile anche andare a correre per strada».

Un capitolo lo meritano gli accorgimenti pre canto per avere la miglior voce possibile. Sono lontani i tempi di Luciano Pavarotti che mangiava una fettina di mela. Ora il must è l’acido ialuronico: «Ha un effetto lubrificante per le mucose, si può assumere in diverse formule, dallo spray agli aerosol».

Trent’anni di critica d’arte nel volume di Claudio Spadoni edito da Maretti

Il critico e storico ospite del Centro Relazioni Culturali il 4 febbraio a Sala D’Attorre per commentare l’opera

RAVENNA 16/02/2015. MAR, ALLESTIMENTO DELLA MOSTRA "IL BEL PAESE" LÕITALIA DAL RISORGIMENTO ALLA GRANDE GUERRA, DAI MACCHIAIOLI AI FUTURISTIDal 4 febbraio gli incontri dello storico ciclo a cura del Centro Relazioni Culturali tornano “a casa”, ossia in sala D’Attorre,
dopo esere stati ospitati alla Classense per poter permettere i lavori di manutenzione e riqualificazione della Casa Melandri di via Ponte Marino. Il primo appuntamento, alle 18, è con Claudio Spadoni che presenta il suo libro Storie d’arte e di critica tra Ottocento e Novecento.

Il celebre critico, docente e storico dell’arte ravennate, a lungo direttore del Mar e curatore di numerosissime mostre celebrate dal mondo artistico, presenterà dunque il volume appena edito da Maretti. Si tratta di una raccolta preziosa di scritti pubblicati nell’arco cronologico di un trentennio in cataloghi di mostre o in occasione di convegni e, assieme ad alcuni testi inediti, restituisce pagine trascurate o poco conosciute della storia dell’arte, dalla stagione romantica fino ai giorni nostri. Gli scritti possono essere letti anche come la sintesi di una vita dedicata all’arte e alla valorizzazione di quanto di bello e importante esprime Ravenna. Il libro è percorso da un filo conduttore che riporta al ruolo svolto da storici e critici.

Storie D'arte E Critica SpadoniCorrado Ricci, Roberto Longhi, Francesco Arcangeli, Giovanni Testori sono tra i protagonisti che hanno segnato la storia dell’arte moderna, sono stati maestri e generatori di un metodo di indagine della storia dell’arte che Claudio Spadoni ha messo in valore attraverso scelte originali nella sua carriera di curatore e direttore di museo. Mostre e cataloghi a loro dedicati rientravano, infatti, in un progetto complessivo realizzato nel corso di diversi anni con la partecipazione di Andrea Emiliani, storico dell’arte e già Sovrintendente per i Beni Artistici e Storici per le province di Bologna, Ferrara, Forlì e Ravenna, dalla cui sollecitazione il libro è nato.

Sarà l’assessore alla Cultura Fabio Sbaraglia ad aprire l’incontro, condotto, come è ormai consuetudine, da Anna De Lutiis; la presentazione avverrà in forma di dialogo tra Francesca Masi, responsabile del Centro Relazioni Culturali, e Claudio Spadoni. Nell’occasione il volume sarà a disposizione del pubblico grazie alla collaborazione con la libreria Dante.

L’impresa ravennate che ricostruì il mosaico della “Battaglia di Alessandro”

Un incontro alla Casa Matha rievoca il lavoro ideato e coordinato da Saturno Carnoli vent’anni fa

Carnoli Mosaico Battaglia Alessandro
Saturno Carnoli nel laboratorio di riproduzione del mosaico della “Battaglia di Alessandro”

La rievocazione di uno straordinario lavoro ideato e realizzato dal compianto Saturno Carnoli nel campo a lui molto caro del mosaico, è al centro di un incontro aperto al pubblico, in programma venerdì 4 febbraio, alle ore 17.30, nell’Aula Magna della Casa Matha di Ravenna in piazza A. Costa 3, nell’ambito del corso di area artistica coordinato dal professore Marcello Landi.

L’incontro dal titolo “La Battaglia di Alessandro. Milioni di tessere (#ninorimane)” focalizza l’impresa realizzata nei primi anni Duemila della Scuola Bottega Mosaico, voluta e guidata da Saturno Carnoli, che vent’anni fa seppe assurgere agli onori della cronaca riproducendo una delle opere più importanti dell’antichità, “La battaglia di Isso” ritrovata nella celebre Casa del Fauno di Pompei e custodita nel Museo Archeologico di Napoli.

La serata prevede gli interventi di Cesare Albertano, Severo Bignami, Enzo Pezzi, Paola Perpignani, quali diretti testimoni e collaboratori di quell’impresa, che dimostra l’originale perizia e il valore – unico al mondo – nel campo del restauro e della riproduzione artistica della scuola musiva ravennate.

La lezione sarà a libero accesso per il pubblico e verranno adottate tutte le norme anti covid-19. In alternativa questa lezione sarà possibile seguirla anche via streaming sul canale dedicato alla Casa Matha su Youtube.

Ferrara degli Extraliscio, un anno dopo: «Che peccato quel Sanremo senza pubblico»

Il cantante lughese ricorda l’esperienza del 2021. «Spero di tornarci con la platea piena, mai dire mai…»

Mauro Ferrara Extraliscio
In primo piano Mauro Ferrara sul palco con gli Extraliscio a Sanremo

Con gli Extraliscio è stato tra le rivelazioni dell’edizione dell’anno scorso del Festival di Sanremo. Da Lugo, Mauro Ferrara – la “voce di “Romagna Mia nel mondo”, o ancora, “l’Alain Delon delle balere” (a questo link la nostra intervista) – è finito in un frullatore che lo ha portato a cantare non solo all’Ariston, ma un po’ in tutto il mondo.

Un anno dopo, l’emozione è ancora intatta. Con un unico rammarico. «Guardando Sanremo in questi giorni – ci dice Ferrara al telefono – la prima cosa che ho pensato è stata quanto sarebbe stato bello se ci fosse stato il pubblico anche l’anno scorso (quando l’Ariston era invece vuoto per le norme anti Covid, ndr). Speriamo di poterci tornare quando la pandemia sarà finita, davanti alla platea piena e senza mascherine. Mai dire mai…».

Anche perché la vita fuori dal palco era piuttosto stressante un anno fa: «Dopo le performance ci “scortavano” subito nella camera dell’hotel, sembravamo un po’ dei reclusi».

Ferrara non può fare altro che ringraziare comunque Sanremo: «Sono diventato amico di coristi, orchestrali, ci sentiamo ogni tanto. Il Festival ci ha aperto le porte di tante trasmissioni televisive, siamo andati a suonare a Parigi, da poco a Miami. Ora stiamo registrando con un’orchestra sinfonica, ma per i progetti futuri mi affido alla nostra guida Mirco (Mariani, il leader e cantante, ndr) e a Elisabetta (Sgarbi, la produttrice, ndr)…».

A Ravenna dal 15 maggio le crociere di Royal Caribbean. Patto sui voli con Rimini

La seconda compagnia al mondo del settore si impegna a investire 18 milioni di euro. «Posizione strategica per tutto il Mediterraneo orientale»

RAVENNA 20/06/2011. TERMINAL CROCIERE
Due navi al terminal crociere di Porto Corsini (foto repertorio)

Dal prossimo 15 maggio partono le prime crociere da Ravenna della seconda compagnia al mondo del settore, la Royal Caribbean, che a Porto Corsini si impegna ad investire 18 milioni di euro per la realizzazione di un proprio terminal.

La società ha scelto l’aeroporto Fellini di Rimini come hub locale di appoggio per puntare su turisti italiani ed internazionali.

Il gruppo ha «già iniziato un programma di investimenti in altri porti in Italia, e Ravenna può rappresentare sicuramente una posizione strategica per tutto il Mediterraneo orientale: per tutte le partenze che toccheranno la costa dell’Adriatico, la Grecia e la Turchia», ha detto all’aeroporto di Rimini, a margine della presentazione del progetto ai tour operator, il direttore vendite Executive Cruises, società che opera per Royal Caribbean, Giuseppe d’Agostino.

Royal Caribbean ha puntato su Rimini perché offre «il bacino di utenza naturale per quanto riguarda le partenze del mercato italiano sul porto di Ravenna», oltre che per i voli del “mercato europeo”, ha spiegato d’Agostino. Ma «non ci si preclude nessun’altra collaborazione» con altri aeroporti.

Da tempo è in corso in Romagna la rivalità dei cieli tra l’aeroporto Ridolfi di Forlì e il Fellini. Con questo accordo si rinsalda l’asse Rimini-Ravenna. La collaborazione, secondo Leonardo Corbucci, amministratore delegato della società che gestisce lo scalo riminese Airiminum, farà bene al turismo locale: «Immagino nel tempo, quando il prodotto si affermerà, accanto alla crociera sul Mediterraneo, sarà agevole per il territorio vendere ai turisti un pacchetto prima o dopo la crociera». (ANSA.it).

In distribuzione ai poliziotti telecamere indossabili sulla divisa, Sap soddisfatto

La segreteria provinciale di Ravenna del Sindacato autonomo aveva partecipato alla campagna “Verità e giustizia” lanciata nel 2014 per sensibilizzare sull’importanza della trasparenza negli interventi degli agenti

«A operatori dei reparti mobili della polizia sono state consegnate le prime 800 telecamere indossabili sulla divisa». È la soddisfazione espressa dalla segreteria provinciale di Ravenna del Sindacato autonomo di polizia (Sap) per un risultato a livello nazionale a cui ha contribuito l’attività di promozione portata avanti da più sedi tra cui anche quella ravennate.

Del progetto si iniziò a parlare addirittura nove anni fa con la campagna “Verità e giustizia”. L’idea era quella di dotare gli operatori nelle situazioni più complesse di una spy pen, una normale penna per scrivere di dimensioni tradizionali ma dotata di una memoria interna capace di immagazzinare fino a circa cinque ore di filmati audio e video. Un oggetto che fino a qualche anno fa poteva stare solo nel taschino dello smoking di James Bond e oggi invece, grazie all’evoluzione tecnologica che ha facilitato l’accessibilità, potrà stare anche nel taschino delle divise per fornire un supporto tecnico in caso di eventuali contestazioni a seguito di qualunque attività di servizio. Il suo funzionamento è piuttosto semplice: premendo il tasto in cima si avvia e si arresta l’audiovideoregistrazione di ciò che avviene davanti al poliziotto.

«A Ravenna – scrive il Sap in una nota – l’iniziativa avviata nel 2014 fu fermamente osteggiata dall’amministrazione della polizia di Stato, ma sia la società civile che l’amministrazione comunale retta dal compianto sindaco Fabrizio Matteucci, plaudendo all’iniziativa, offrirono un forte sostegno: alla presenza del primo cittadino e di altri autorevoli ospiti tra i quali l’onorevole Alberto Pagani, il progetto della spy pen fu presentato alla cittadinanza». A breve partì una sperimentazione nazionale in quattro città poi tutto si bloccò. A distanza di anni si arriva alla distribuzione delle telecamere.

«Auspichiamo – scrive ancora il Sap – la dotazione di bodycam a tutti gli agenti affinché, a garanzia loro e di ogni cittadino, si possano registrare tutti gli interventi di polizia e che si giunga all’installazione di telecamere sulle auto di servizio e all’interno di tutti quegli uffici dove si possono trovare persone sottoposte a misure restrittive. Con un solo obiettivo: tutti gli interventi della polizia di Stato devono essere trasparenti».

È pronto il piano strategico per la zona logistica semplificata collegata al porto

Elaborato dalla Regione, attende il parere definitivo del Governo: 5mila ettari distribuiti in Emilia-Romagna dove semplificazione amministrativa e incentivi fiscali e doganali dovranno promuovere il sistema produttivo

Export (1)La Regione Emilia-Romagna ha presentato al Governo, per l’approvazione definitiva, il piano strategico per la zona logistica semplificata (Zls) connessa con il porto di Ravenna. Operativamente, si sostanzierà in una serie di azioni di semplificazione amministrativa e incentivazioni di carattere fiscale, doganale e finanziario per promuovere lo sviluppo del sistema produttivo e logistico territoriale e per attrarre nuove realtà produttive e nuovi investimenti.

La Zls riguarda cinquemila ettari disposti su tutto il territorio regionale (di cui 1.600 circa a ridosso delle banchine del Candiano) con nove nodi intermodali, 25 zone logistiche e 12 distretti produttivi che rappresentano il 10 percento delle imprese del territorio, il 25 percento degli occupati ma soprattutto interessano il 93 percento dell’import e il 96 percento dell’export regionale.

Per il relatore di maggioranza in consiglio regionale, il ravennate Gianni Bessi (Pd), si tratta di un «iter partecipato e approfondito che ha portato l’Emilia-Romagna a essere la prima Regione ad avvalersi delle opportunità offerte dalla Legge nazionale che crea queste zone». Per Bessi l’importanza del tema è testimoniata anche dal lavoro unitario svolto dall’Assemblea legislativa nelle competenti commissioni assembleari e che ha portato anche all’apertura di una interlocuzione con la Regione Liguria per le Zls interregionali.

L’assessore a Mobilità e trasporti, infrastrutture, turismo, commercio, il cervese Andrea Corsini, ha chiarito «questo è l’ultimo passo di un percorso ancora in una fase iniziale, che tocca sì la movimentazione intermodale delle merci, ma è anche una grande operazione di marketing territoriale per promuovere il porto di Ravenna come porta d’ingresso privilegiata per la nostra Regione”. Per Corsini sono da rigettare le preoccupazioni sull’aumento del consumo di suolo. Riguardo al trasporto, l’assessore ha confermato che quello su ferro sarà naturalmente privilegiato nel sistema di relazioni tra Ravenna e il resto della Regione. Corsini ha poi confermato l’impegno “per un giusto chiarimento verso la creazione di una Zls interregionale e per parificare le eventuali Zone emiliano-romagnola e ligure, in quanto la nostra priorità è dare vie privilegiate alle nostre imprese per esportare i propri prodotti».

Covid: 1.048 nuovi casi, sotto duemila l’incidenza settimanale ogni 100mila abitanti

I dati provinciali dicono che la metà dei centomila contagi totali in due anni di pandemia si concentrano da Natale 2021 in poi. In regione 257mila persone positive: il 99 percento è a casa in isolamento

Pexels Cottonbro 4113948Con i 1.048 casi di coronavirus registrati in provincia di Ravenna oggi, 3 febbraio, l’incidenza settimanale dei nuovi contagi ogni centomila abitanti scende sotto duemila dopo un mese. Negli ultimi trenta giorni ha sfiorato 3.400 (11 gennaio), il picco record dall’inizio della pandemia. In due anni le positività accertate dall’Ausl nel Ravennate sono quasi centomila (99.182), più della metà dopo Natale 2021. Oggi sono stati comunicati tre decessi: il totale è di poco superiore a 1.200.

In tutta l’Emilia-Romagna i casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 257.725 (-29.320 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 255.054 (-29.159), il 99 percento del totale dei casi attivi. L’ultimo dato provinciale sui casi attivi è aggiornato al 31 gennaio: erano 12.306.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 152 (- 2 rispetto a ieri; -1,3%), l’età media è di 62,3 anni. Sul totale, 90 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 61,5 anni), il 59,2%; 62 sono vaccinati con ciclo completo (età media 63,4 anni).  Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono oltre 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto: la percentuale di non vaccinati ricoverati in terapia intensiva è quindi molto più alta rispetto a chi si è vaccinato. Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.519 (-159 rispetto a ieri, -5,9%), età media 72 anni.

A Marina di Ravenna sostituita una centralina per misurare la qualità dell’aria

La nuova stazione di fronte al campo sportivo al posto di quella nel parco gestito dai carabinieri

22 02 03 Foto Nuova CentralinaA Marina di Ravenna c’è una nuova centralina per il monitoraggio della qualità dell’aria. Operativa da fine gennaio, in sostituzione di quella all’interno del parco gestito dal reparto Carabinieri Biodiversitàla, la nuova stazione si trova di fronte al campo sportivo in un area tra via Menotti e via Bartolotti concessa gratuitamente dal Comune alla società Ravenna Servizi Industriali che gestisce la rete privata di monitoraggio e che ha provveduto all’acquisto e ai lavori di installazione.

L’intervento è stato richiesto dall’amministrazione comunale e rientra nell’ambito del Protocollo di intesa fra Comune, Confindustria Romagna e le aziende dell’area industriale per la gestione della rete privata di monitoraggio della qualità dell’aria, i cui costi sono interamente a carico delle imprese. Si tratta di un Protocollo, rinnovato periodicamente dal 1998, che consolida la collaborazione tra pubblico e privato iniziata nel 1978 con l’accordo tra Provincia e Anic/Enel per l’ampliamento e la gestione della rete privata di monitoraggio.

La rete privata è costituita da sei stazioni di rilevamento, dislocate nel territorio del comune di Ravenna in aree adiacenti le zone produttive; una stazione meteorologica, un centro di calcolo per la raccolta, validazione ed elaborazione statistica dei dati ed è collegata a quella pubblica, gestita da Arpae, a cui vengono trasmessi i dati sulla qualità dell’aria con cadenza oraria/giornaliera.

Comportamento antisindacale, condanna confermata in appello per la Sicis

I sindacati Cgil e Uil segnalano lavoratori in posizioni difficili: «Il clima già difficile si è reso in questi anni ancora più pesante»

MosaicoLa corte d’appello di Bologna ha confermato una sentenza del 2019 del tribunale di Ravenna contro la Sicis, consolidata azienda che realizza mosaico industriale, per comportamento antisindacale e condotte ostruzionistiche in occasione delle ultime elezioni delle rappresentanza sindacali unitarie (Rsu). La sentenza dei giudici emiliani è di novembre ma è stata resa nota solo oggi, 3 febbraio, dai sindacati Filctem-Cgil e Uiltec-Uil. «La causa intentata e legittimamente vinta in due diversi gradi di giudizio – scrivono i sindacati – ha relegato le lavoratrici del reparto retinatura, unico ad essersi ribellato al sistema padronale vigente in azienda, al ruolo di reiette e finora la paura di ritorsioni è talmente forte ed il clima in azienda così intimidatorio che nessun altro lavoratore anche appartenente ad altri reparti ha mostrato solidarietà per il timore di subire conseguenze».

Stando a quanto affermano i sindacati – ricostruzione accolta anche dai giudici – Sicis aveva collocato in ferie forzate le candidate Cgil per due settimane per poi allontanarle dal loro usuale posto di lavoro mediante trasferimento in un diverso stabilimento, ed aveva inoltre collocato il seggio per le elezioni in luogo defilato e laterale, poco visibile e sconosciuto ai più nella sola sede di via Canala e non nello stabilimento di via Monti, dove erano state trasferite le candidate e le principali attiviste sindacali presidiandolo da telecamere collocate in posizione tale da ritrarre tutti i lavoratori che si recavano all’interno del seggio per votare.

Ci sarebbero poi state pressioni sui lavoratori sia prima che dopo le votazioni con esplicite richieste ad alcuni lavoratori di ritiro del voto espresso, l’affissione in bacheca di un documento in cui dichiarava la non validità delle elezioni per mancato raggiungimento del quorum, aveva dato corso a procedimenti disciplinari palesemente strumentali alle candidate elette per scarso rendimento con motivazioni del tutto pretestuose e tentato di impedire e ritardare le assemblee regolarmente richieste dalle organizzazioni sindacali.

A commento di questa notizia, le due sigle che rappresentano i lavoratori ricordano che pochi mesi fa una sentenza di un tribunale cinese aveva dato ragione alla Sicis in un altro contenzioso, riconoscendo all’azienda oltre un milione di dollari di risarcimento. «Tutto giusto e legittimo – scrivono i sindacati –, perché quando si sbaglia si paga e la giustizia non deve fare sconti a nessuno. È per questo che dopo l’ennesima sentenza di condanna occorre cambiare atteggiamento e pensare concretamente ai propri dipendenti garantendo loro la libera possibilità di essere iscritti al sindacato ed esercitare i propri diritti senza temere ritorsioni».

Il 26 ottobre 2021 i sindacati hanno firmato un accordo che ha consentito a undici lavoratrici/tori di lasciare l’azienda a fronte di un incentivo all’esodo; la maggior parte di loro aveva da tempo maturato l’idea di lasciare il posto di lavoro perché il clima già difficile si è reso in questi anni ancora più pesante. «Nonostante altri lavoratori avessero chiesto di aderire all’accordo per uscire dall’azienda, la direzione aziendale ha negato loro questa possibilità per poi aprire una cassa integrazione ordinaria e sospenderli a zero ore invece di farli lavorare. Tutto ciò è inammissibile ed è l’ennesima prova di assoluta mancanza di sensibilità nei confronti dei propri dipendenti».

Oasi del Loto, manutenzione per favorire l’habitat di insetti utili e altri animali

Riapertura al pubblico dal 4 febbraio dopo trinciatura della vegetazione ai confini e taglio di specie invasive come l’acero americano

Parco Del LotoNell’area di riequilibrio ecologico dell’Oasi del Loto a Lugo sono in corso interventi di manutenzione ordinaria: l’accesso alla cittadinanza riaprirà venerdì 4 febbraio. Si tratta di interventi programmati che l’amministrazione comunale sta eseguendo, sotto la supervisione dell’Associazione Lestes che gestisce l’Oasi, e che hanno una grande importanza per contenere la presenza di specie vegetali arboree nelle praterie e lungo i confini.

È stato eseguito il taglio e la trinciatura per il contenimento della vegetazione in esubero situata in particolare nei confini dell’Oasi con le proprietà private; è infatti necessario limitare la crescita dei polloni di essenze arboree che hanno un grande sviluppo. All’interno alcuni alberi di specie alloctone invasive (ad esempio l’acero americano) sono stati tagliati e con i tronchi e i rami sono state create cataste e cumuli di legna a perdere.

Oltre tali interventi è stata realizzata la trinciatura annuale dei prati con l’obiettivo di mantenere l’habitat e di favorire gli insetti utili e di conseguenza avvantaggiare anche la presenza di molti altri animali (anfibi, rettili, uccelli, micromammiferi). Nelle praterie sono state lasciate appositamente varie macchie di cespugli, arbusti, rovi e aree ecotonali. Nell’Oasi sono stati collocati alcuni cartelli informativi, a cura dell’Associazione, per spiegare l’utilità delle cataste di tronchi e dei cumuli di rami e il motivo per cui è stata realizzata la trinciatura.

Altri interventi meno impegnativi saranno eseguiti nelle settimane a seguire, ad esempio la riduzione di due alberi morti in piedi, e la sistemazione di alcuni arredi urbani.

«La cura e la manutenzione dell’Oasi del Loto è molto importante – spiega l’assessore all’Ambiente Maria Pia Galletti – . L’area di riequilibrio ecologico ha un valore naturalistico importante che dà un grande beneficio a Lugo, si tratta di un’oasi in pieno centro urbano, e ai suoi cittadini che quotidianamente la frequentano per una passeggiata o una sosta nel verde. Assieme al gestore siamo in contatto con naturalisti e altre realtà che ci forniranno il loro parere per proseguire in una cura sempre più ottimale delle varie parti dell’Oasi e presto faremo iniziative aperte alla cittadinanza per avvicinarla alla natura e ai suoi affascinanti equilibri».

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