Il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte è arrivato a Ravenna nel primo pomeriggio di oggi (15 maggio) per sostenere il partito in vista delle amministrative di fine mese. La visita è iniziata in Piazza del Popolo, con una prima tappa che ha visto l’ex premier seduto ai lati della piazza tra i ragazzi in gita intenti a fare merenda, cogliendo l’occasione per ribadire l’importanza della partecipazione al referendum di giugno.
Accompagnato da sostenitori e curiosi, Conte ha poi attraversato via Diaz tra saluti, strette di mano e selfie con turisti e commercianti, fino a raggiungere piazzetta degli Ariani, luogo del comizio.
Sulla corsa alle elezioni ravennati, nella coalizione di centrosinistra con Pd, Avs, Pri, Progetto Ravenna e Ama Ravenna, il presidente ha ribadito la promessa di ritrovare anche in provincia un partito «che ragiona in modo indipendente e autonomo. Chi lo vorrà potrà definirci peggiori, ma mai uguali agli altri».
Un pensiero è andato anche alle località alluvionate (in mattinata infatti, l’ex premier ha fatto tappa a Faenza per incontrare cittadini e istituzioni, dopo la donazione di 280mila euro dal Movimento 5 stelle nei giorni dell’emergenza) ricordando come «a differenza dell’attuale governo, non siamo venuti in Romagna con gli stivali per farci fotografare, ma in silenzio e portando un milione di euro alla Regione ottenuto dai nostri tagli di stipendio. I ristori promessi invece dove sono?».
Il discorso ha poi lasciato spazio a una riflessione sul progressivo impoverimento del Paese: «La situazione è complicata. Abbiamo raggiunto dei record sul calo della produzione industriale. Sembrano dati astratti, che Meloni presenta in modo isolato o con improvvisi cambi di segno. Ma oltre 20 mesi consecutivi di calo di produzione vogliono dire che le cose non vanno bene, inutile cercare ulteriori dati per mascherare le cose. Tra gli ultimi cali dei consumi segnalati dall’Istat c’è anche quello dei generi alimentari, questo si traduce in famiglie più povere, che stanno attente alla spesa, all’uscita in più e che probabilmente stentano ad arrivare a fine mese». La condanna va a un governo che «disconosce i problemi senza prenderne atto e che, di fronte alla situazione drammatica di famiglie e imprese punta a sottoscrivere un piano di riarmo da 800 miliardi».
Il tema del riarmo è stato centrale nell’intervento di Conte, che ha sottolineato come l’impegno che comporta una riconversione industriale sia a lungo termine e come questa sia solo la prima fase di una produzione continua: «Vi ricorderete dai periodi del Covid che non sono un allarmista, ma sono preoccupato per il nostro futuro. Basta la logica per capire che prima o poi queste armi andranno usate, è impossibile continuare a costruirle senza rendere viva la minaccia di una guerra. Anzi, in questo scenario, se la guerra non arriva, il sistema salta. Si arriverà al punto di creare volutamente un incidente?». L’intervento si è chiuso con l’invito a destinare quelle cifre invece per misure alternative come un piano a lungo termine per la transizione energetica o la sanità, l’istruzione e i servizi pubblici, ricordando l’investimento del Pnrr: «209 miliardi che stanno venendo attualmente sprecati dal governo e che solo nel ravennate hanno portato invece alla riqualificazione di scuole e edifici pubblici per decine di milioni di euro».
Durante l’incontro, moderato dal senatore riminese Croatti, la parola è passata anche a Igor Gallonetto, assessore uscente e capolista del Movimento 5 Stelle a Ravenna, che ha rimarcato la necessità di mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico. Anche l’esponente ravennate ha avuto modo di esprimere il proprio dissenso al riarmo, l’attenzione alle nuove generazioni e l’invito al voto: «Chiudo parlando anche di elezioni a Ravenna: negli ultimi anni si è sparsa la credenza che votare non conti più niente, tanto le cose non cambiano mai. Questa suggestione mi ha colpito ancora di più quando la seconda carica dello Stato invita i cittadini a non andare a votare per il referendum. Dobbiamo esercitare il nostro diritto di voto, per chi in passato ci ha consentito questo diritto e anche per noi stessi».
L’intervento dell’attuale capogruppo in consiglio comunale Giancarlo Schiano si è soffermato invece tra le «tante affinità e le tante divergenze» tra Movimento 5 stelle e Pd: «Dove ci sono stati punti di convergenza abbiamo creato. Ad esempio, la mozione sul salario minimo comunale, il progetto Cesaa (un condominio nato dalla riqualifica di una ex scuola che ospiterà 12 mini appartamenti destinati agli anziani ndr) o le comunità energetiche». Tra le divergenze invece vengono citati l’eccessiva cementificazione «una delle cause maggiori antropiche dell’alluvione», la costruzione di troppi supermercati: «migliaia di metri quadrati di Conad non sono considerabili riqualificazione edilizia» e l’ampliamento dell’inceneritore. «È questa la rivoluzione gentile di Giuseppe Conte – conclude il consigliere – e vi garantisco che se ci saremo ancora, in questa città continueremo a dire anche i nostri no».