Quando il cinema “rimonta” la storia: il nuovo capolavoro di Tarantino

Arriva in sala “C’era una volta… a Hollywood”, un film in cui il mitico regista esce dalla struttura della tragedia greca per esplorare invece un multiverso

Cera Una Volta A Hollywood 1 1000Segnatevi il giorno, il 18 settembre 2019: C’era una volta… a Hollywood, l’ultimo grande capolavoro del mitico Quentin Tarantino.

È il 1969 a Los Angeles. L’industria del cinema sta evolvendo, i tempi cambiano in fretta. L’attore Rick Dalton (Leonardo Di Caprio) e la sua controfigura nonché amico del cuore Cliff Booth (Brad Pitt) stanno cercando di uscire dalla loro crisi lavorativa. Rick era diventato abbastanza noto negli anni ’50 come interprete di una serie western in cui era il bounty killer protagonista, e in diversi film di guerra anti nazisti: ma ora le offerte sono scarse e il suo agente Martin (Al Pacino) riesce a procurargli solo piccole parti. Rick di fatto stipendia come suo assistente l’amico Cliff – del quale in tanti (a partire da Ken Russell) sospettano che abbia ucciso la sua ex moglie, pur se non ci sono mai state prove. Prima novità: Rick scopre che i suoi nuovi vicini di villa, appena trasferitisi a Hollywood, sono Roman Polanski e la moglie Sharon Tate (Margot Robbie). Sogna di entrare in conoscenza, chissà, forse qualcosa salterà fuori? E intanto Cliff litiga con una comunità di hippies (tra cui Dakota Fanning) legata a Charlie Manson, e sfida Bruce Lee durante la pausa di un film; Rick si trasferisce in Italia, dove la sua carriera ha una svolta e interpreta numerosi western e polizieschi, sposandosi con un’attrice italiana e tornando a Los Angeles insieme a lei. Non ha mai conosciuto i suoi vicini: e ora Sharon Tate è rimasta incinta… E qui mi fermo con la trama del film.

L’incipit “C’era una volta…” in letteratura richiama sempre le favole; ma nel cinema è indissolubilmente legato a Sergio Leone: C’era una volta il West e C’era una volta in America. Da qui parte Tarantino: da come la Storia e il Tempo sono ricreati nel cinema, attraverso il linguaggio dell’arte filmica.

Per Sergio Leone, e quindi anche per Tarantino, ogni evento produce un’immagine, ma anche ogni immagine può generare un evento; e quindi ogni storia può diventare un film, e ogni processo di tempo essere un montaggio di sequenze. Qui non si tratta di realtà contro sogno, come se ci fosse una dimensione vera contrapposta a quella onirica. Sappiate, per sgombrare ogni possibile dubbio, che il protagonista Rick Dalton non è mai esistito: anche se il film fa pensare il contrario. Rick vive a Hollywood; i colleghi sanno chi è; lo vediamo negli spezzoni dei suoi film; lo incrociamo come vicino di casa di Polanski; è ospite a una festa con Steve McQueen; è ritratto in diversi poster di spaghetti western insieme a Terry Savalas.

C’era una volta… a Hollywood riprende, ovviamente, tutte le ossessioni tarantiniane verso la storia del cinema, ricreandole come contro-storia, come possibili evoluzioni di una Ucronia (passato alternativo inventato), nei quali adesso Hollywood e la storia del cinema sono i protagonisti.

Rispetto alle sue opere precedenti, Tarantino esce dalla classicità da tragedia greca, non attribuisce cioè al protagonista Rick il ruolo dell’eroe protagonista che deve affrontare l’impresa, ed esplora al contrario un multiverso fatto di tanti personaggi le cui azioni si intersecano come micro cause e micro effetti, in questo sicuramente ispirato dai film di Altman a storie multiple come Nashville e America Oggi.

Non mi sbilancio di più nell’analisi, altrimenti vi rivelerei troppo della storia del film, vi basti però sapere che la Contro-Storia, qui, più che sembrare un flusso decostruito alla Pulp Fiction, ha in realtà la stessa radice di Bastardi senza gloria: un passato alterato che genera una Storia alternativa.

La violenza, altra tipica matrice di Tarantino, qui rimane compressa dentro una narrazione ondivaga, che fluttua attorno a Rick ma non riguarda solo lui, violenza latente non nella società ma nel cinema stesso – e tranquilli, questa violenza esploderà, a un certo punto, unico punto di intersezione tra i due mondi paralleli della storia che sappiamo essere esistita e della storia rimontata dal Cinema.

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