Film da non perdere, dai talenti italiani (all’estero) ai biopic su Van Gogh e Mia

In sala anche il nuovo film del ravennate Stefano Mordini

Matangi Maya Mia

Il biopic su M.I.A.

Il mese di dicembre è iniziato con l’uscita di Roma di Alfonso Cuarón (di cui vi ho già parlato), prima in sala per soli tre giorni e subito dopo su Netflix. Ma subito segnalo due film italiani. Inizio con il bel Lontano da qui (The Kindergarten Teacher), con Gael García Bernal, della regista italiana Sara Colangelo, che con questa produzione americana ha vinto il premio miglior regia al Sundance 2018. Prodotto da Netflix, anche questo avrà un’uscita in sala prima di andare sulla piattaforma. Il film, ambientato a New York, racconta della maestra Lisa, sposata e con figli già grandi, dall’animo delicato e sensibile, interessata all’arte, che cerca di recuperare le sue passioni frequentando con scarsi esiti un corso di poesia tenuto da Gael García Bernal. Un giorno si accorge che uno dei bambini della sua classe, a 5 anni, è capace di scrivere poesie bellissime, quasi per gioco, senza troppo pensarci. Lisa è affascinata dal talento di questo bambino, vorrebbe assecondarlo e tutelarlo, ma la ricerca dell’arte diventerà una magnifica e pericolosa ossessione, a partire dal fatto che Lisa spaccia per sue le poesie del bambino…
Un film che, nella sua apparente delicatezza, sviscera le nevrosi di chi vorrebbe essere artista ma non lo è, in un emblematico ritratto umano di una protagonista che ha perso la vita – o forse non è mai riuscita a vivere la vita che avrebbe voluto. Un film molto bello, di una promettente regista italiana trapiantata negli Usa. Raramente cito altri critici, ma qui è doveroso riportare le parole di Marco Giusti da Dagospia: «Il successo del suo film dimostra, ancora una volta, quanto il miglior cinema italiano e i suoi talenti non trovino proprio modo di svilupparsi da noi, con una industria che non sembra per nulla interessata a guardare oltre l’ovvietà e le soluzioni facili. Neppure i critici e i direttori di festival sembrano così interessati alle nuove scoperte. Ancora una volta è un festival non italiano, il Sundance, a indicarci le persone e le opere. Teniamoci Don Matteo e i tanti capolavori che produciamo durante l’anno».

L’altro film italiano è la nuova opera dell’amico ravennate Stefano Mordini, Il testimone invisibile, con Riccardo Scamarcio, Miriam Leone e Fabrizio Bentivoglio. Dopo Pericle il Nero, Mordini si cimenta di nuovo nel genere noir, in un film duro e rigoroso, ambientato nelle montagne del Trentino, fatto di immagini in chiaro e scuro.
Un giovane imprenditore (Riccardo Scamarcio) si sveglia in una stanza d’hotel. Al suo fianco, la sua amante, morta. Viene accusato dell’omicidio e dovrà difendersi insieme all’avvocata Virginia, in una storia avvincente nella quale comparirà un testimone non previsto, appunto “invisibile”.

Tra i Disney, penso che meriterà il sequel di Mary Poppins, interpretata da Emily Blunt, e con Colin Firth, Meryl Streep, Dick Van Dyke e Angela Lansbury, ambientato nella Londra della crisi del 1929.

A gennaio, invece, escono Suspiria di Luca Guadagnino (anche di questo vi ho già scritto) e altri due film molto interessanti. Il primo è di Julian Schnabel, di cui ricorderete il suo primo film Basquiat, e che torna al biopic con Van Gogh – At Eternity’s Gate, biografia del pittore olandese realizzata ispirandosi visivamente ai suoi quadri, qui interpretato da Willem Dafoe (miglior attore a Venezia), e con Oscar Isaac, Mads Mikkelsen, Mathieu Amalric ed Emmanuelle Seigner.

Segue un’altra biografia, in forma documentaria: Matangi / Maya / M.I.A. dedicato alla pop star internazionale M.I.A. e alla sua vita, partita da adolescente verso Londra come rifugiata dalla guerra civile in Sri Lanka, fino al successo internazionale con la colonna sonora di The Millionaire.

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