Faenza fa da sola, uno strappo rischioso

Nel mezzo della confusione di questi drammatici giorni, magari qualcuno potrebbe esserselo perso, ma Massimo Isola è finito sulle prime pagine (o quasi) dei quotidiani nazionali per il suo clamoroso strappo istituzionale, che di certo non siamo soliti registrare da queste parti.

In estrema sintesi, il sindaco di Faenza, la città finita per la terza volta sott’acqua nel giro di 16 mesi, ha annunciato (giustificando il suo gesto anche in una lettera al Presidente Mattarella) di non voler più aspettare le lungaggini burocratiche e di voler invece andare avanti “da solo”, anche senza autorizzazioni, per poter finalmente fare i lavori che servono nei fiumi per mettere in sicurezza la città. E allo stesso tempo ha annunciato un contributo da 10mila euro a fondo perduto (di quelli che non sembrava fosse possibile concedere, fino a qualche mese fa…) alle famiglie colpite (anche) da questa nuova alluvione. Applausi, certamente. Un gesto liberatorio un po’ per tutti noi che ci sentiamo schiacciati dalla burocrazia, di quelli vagamente populisti che piacciono anche a chi non vota Pd. Ma anche un’operazione che lascia più di qualche dubbio. La sua fuga in avanti infatti crea un precedente, dopo il quale sarà lecito chiedersi, la “prossima volta”, quando un Comune dovrà fermarsi o quando invece potrà “fare da solo”, proprio in un periodo in cui si parla tanto di autonomia differenziata.

Una fuga, tra l’altro, che non è piaciuta (a quanto ne sappiamo) ai suoi compagni di partito, che sono quasi in imbarazzo nei confronti dei sindaci degli altri comuni alluvionati (quella di Lugo, Elena Zannoni, ha anche criticato apertamente Isola in un post sui social), che ora non sanno bene cosa rispondere ai cittadini che chiedono per loro lo stesso trattamento dei faentini.

A Isola tutto questo però non interessa: lui può sempre dire di star difendendo i propri cittadini e in un certo senso – che me lo conceda – sta anche mettendo le basi e alimentando il consenso per la sua nuova candidatura a sindaco, essendo giunto quasi al termine di un primo mandato trascorso tra pandemia e alluvioni. In un colpo solo, in fondo, ha potuto attaccare il governo di centrodestra pur senza criticarlo apertamente e schierarsi dalla parte di tutti i faentini, indistintamente, senza disdegnare neppure una critica a Hera – che non fa mai male, se si vuole ottenere un altro po’ di consenso – anche se secondo alcuni un po’ fuori tempo massimo, visto che le condizioni delle fogne post alluvione del 2023 sembravano già preoccupare da tempo i faentini. Basterà? Per essere rieletto o per evitare altre alluvioni?

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