Un lunedì sera di febbraio, dopo cena, ai giardini Speyer. Parcheggi l’auto e senti in lontananza del reggaeton; arriva dalle casse di una radio, nel mezzo del parco. Attorno, diversi ragazzi, birra in bottiglia in mano, nonostante le ordinanze del Comune lo vietino – sia l’alcol che il vetro – in quella zona di Ravenna che sta tornando a occupare quotidianamente spazi di un po’ tutti giornali locali. Sotto i portici dei giardini altri ragazzi, lungo i marciapiedi persone che ti guardano quasi con sospetto, altre che sfrecciano in monopattino o bicicletta. Qualche ragazza in giro con le amiche. Tutti rigorosamente di origini straniere, nessuno che in quel momento stia parlando italiano. In questi giorni si ritrovano vicino a un cantiere, quello per lo studentato universitario che in tanti pensano possa riportare un po’ di normalità in quello che per qualcuno è diventato una sorta di ghetto di Ravenna. Non deve essere facile vivere qui.
Ne parliamo nel “primo piano” dell’ultimo numero del nostro giornale, andando ovviamente oltre alle accuse del centrodestra o del ravennate medio che commenta su Facebook con toni razzisti. La realtà è quella descritta, non particolarmente allarmante, a cui si aggiungono però segnalazioni da più parti di gente che urina in strada, ubriachi che schiamazzano quando va bene, risse, aggressioni, spaccio. Il tutto in un’area di per sé poco accogliente: un giardino spoglio (i cespugli sono stati tolti per motivi di sicurezza), portici con vetrine sfitte, un sottopasso chiuso, degrado generale. Un quadro simile a quello delle zone della stazioni di molte altre città italiane, come abbiamo sempre detto. Ma non può essere una giustificazione.
Sicuramente non è facile trovare una soluzione, sarà anche colpa del Governo che non investe negli organici delle forze dell’ordine o delle norme che spesso non funzionano, come dice l’assessore alla Sicurezza. Ma di certo il Comune di Ravenna in questi anni non pare aver messo la riqualificazione della zona tra le sue priorità. Forse ha pensato bastasse lo studentato universitario, ovviamente in ritardo di anni, come ogni progetto pubblico che si rispetti. Per il resto pare quasi abbia voluto lasciare le cose come dovevano andare, come dicono i residenti, che lamentano una mancata interlocuzione. Ai tempi del sindaco Matteucci il tema della riqualificazione dei giardini Speyer era invece sempre all’ordine del giorno. Magari pure troppo, magari a sproposito, tra ipotesi di chiudere tutto con una cancellata e la suggestione di un chiosco analcolico da piazzare in mezzo al parco. Ma almeno se ne parlava. In questi anni di governo De Pascale la situazione semplicemente non è mai sembrata davvero in agenda. E ora il risultato sembra dare ragione al centrodestra, tornato alla carica in ordine sparso.
Servono idee (oltre a chiedere un presidio delle forze dell’ordine) per una parte della città che sembra sia stata dimenticata. Una rigenerazione, come va di moda dire oggi, che deve per forza essere guidata e impostata dall’ente pubblico.