Se l’incognita politica rischia di minare l’istituzione

Fausto PiazzaÈ certamente desolante, e per certi versi anche un pò vergognosa la “sospensione” di un festival musicale di alto livello artistico e di gran parte della programmazione di uno storico palcoscenico della provincia di Ravenna, fra i gioielli del sistema teatrale romagnolo, per questioni logistiche. Stiamo parlando del teatro Rossini di Lugo che, a quanto pare, per gli adeguamenti di legge alle normative antisismiche sarà costretto nel 2019 a chiudere i battenti, almeno fino alla fine dell’anno (ne scrive il nostro critico musicale Enrico Gramigna, peraltro lughese, su questo sito).

Le conseguenze sono un cartellone probabilmente “ridotto” a pochi spettacoli della stagione musicale e di prosa, nei primi mesi del 2020, e la cancellazione di fatto della quarta edizione del festival della musica barocca “Purtimiro”, che dal 2016 si è svolto in autunno sul palco del Rossini sotto la prestigiosa direzione artistica del maestro Rinaldo Alessandrini. Sospendere una manifestazione di tale portata internazionale, che necessita di una ideazione e preparazione almeno annuale, significa di fatto decretarne l’estinzione prematura (anche se spero di sbagliarmi).
Al di là che fosse un festival “di nicchia”, e che agli esordi non fosse ancora “decollato” sul piano dell’adesione del pubblico, e quindi criticabile sul piano dei tanto di moda bilanci costi/benefici, è sempre triste assistere alla dipartita di eventi di innegabile valore culturale.

Ed è imbarazzante privare i lughesi di buona parte dei concerti e degli spettacoli delle rassegne più tradizionali. Nel campo delle istituzioni e della pianificazione culturale sarebbe auspicabile una certa continuità e tenacia di intenti per ottenere certi risultati educativi e di consenso, nel rispetto dei cittadini fruitori. Questo dovrebbe valere per chi governa una comunità e per chi si oppone o ne critica l’iniziativa, che in virtù dell’alternanza democratica potrebbe prenderne il posto e responsabilità. Per il bene della città.
Fa specie che nel 2019 (cioè voglio dire nel 2018) non sia sia stato possibile prevedere, calendariare, parcellizzare e velocizzare certi lavori edilizi per evitare tali guasti nella frequentazione di un teatro cittadino, ma a quanto pare tutto il mondo è Paese, compreso Lugo di Romagna.

Però in città fra qualche mese ci sono le elezioni comunali ed è probabile che lo scontro politico dagli esiti incerti e certe tattiche politiche e propagandistiche abbiano messo in secondo piano sia il destino del teatro municipale che quello del festival “Purtimiro”, su cui si era investito molto in termini economici e di immagine.
Così fan tutti in tempo di elezioni: non si decide, si vive sospesi, si crea il “vuoto”, si procrastina, sperando in tempi migliori. Intanto si vota, poi c’è sempre tempo per metterci una pezza.
E dire che il trentenne Davide Ranalli, sindaco uscente che ora si ricandida per il secondo mandato, era apparso anche a livello nazionale come un grande sostenitore del valore della cultura e del “suo” teatro, immortalato sul palcoscenico del Rossini, e appena cinque mesi fa aveva tuonato contro chi criticava il carattere elitario del festival “Purtimiro”: «intanto che faccio il sindaco io questo progetto va avanti, non si tocca!».

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