Il messaggio dalla festa del Pd? Serve un po’ di fortuna…

Si è chiusa nei giorni scorsi la festa dell’Unità nazionale, la terza negli anni recenti, in spazi ridotti, con ospiti ridotti, spettacoli ridotti. I tempi sono quelli che sono e l’alluvione certo non ha aiutato. La mancanza di ospiti del centrodestra ha ovviamente anche reso meno notiziabili e rivelatori i dibattiti politici che sono stati più approfondimenti e prove di confronto tra le variegate forze di opposizione, il che, considerato di chi stiamo parlando, non è certamente poco. E così sul palco ci sono saliti un sacco di ex. Ex Pd, come Bersani e la Boschi, ex Forza Italia, come la Gelmini (che ora per Azione parla di Rai, ma dieci anni fa ha firmato una delle riforme più severe in termini di tagli della scuola pubblica della storia italica, chissà cosa ne pensa oggi…). Sono mancati i big del centro, sempre più litigiosi, ossia Calenda e Renzi.

La domanda ovviamente ora è capire se tra quelli che oggi sono del Pd presto non ci saranno nuovi ex, alla luce di quello che è successo in Liguria, dove diversi dirigenti del partito sono entrati in Azione. La segretaria ha fatto appello all’unità (chi non l’ha fatto in questi anni, del resto), però nei suoi discorsi ha spostato molto l’attenzione a temi “di sinistra” mettendo al centro il lavoro, il lavoro povero, insicuro, precario. Di imprese si è parlato per una volta molto meno. Un linguaggio che in terra di pragmatismo “bonacciniano” come queste rischia di suonare anche più radicale di quanto in effetti non sia. E chissà se davvero saranno queste le parole che accompagneranno anche l’imminente campagna elettorale per le amministrative che si intreccerà a quella per le Europee (entrambe al momento previste per il 9 giugno 2024) che potrebbero a loro volta avere ripercussioni su quelle Regionali.

Cosa farà il presidente della Regione è intatti un elemento importante: terzo mandato o Europa? E se dovesse andare in Europa, chi prenderà il suo posto? La stampa nazionale mette nel novero dei possibili successori anche Michele de Pascale, eletto sindaco di Ravenna nel 2021 e che però dovrebbe terminare il mandato nella primavera del 2027 (sei mesi dopo la scadenza degli effettivi cinque anni).

Intanto, sono iniziati i lavori del rigassificatore voluto dagli amministratori locali (Bonaccini e De Pascale in primis), proprio mentre dalla direzione Pd dicono che magari è ora di dire basta ai rigassificatori. Grande ancora una volta è la confusione sotto il cielo dei dem e forse non è un caso che l’evento più frequentato della festa sia stato il Tombolone: meglio affidarsi anche a un po’ di fortuna…

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