Non ci sono i soldi per evitare altre alluvioni? Ma per il riarmo…

C’è una dichiarazione dei giorni scorsi del Capo della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, non smentita di fatto da nessuno, che dovrebbe perlomeno fare riflettere, dopo svariate alluvioni e allerte rosse: «Per troppi anni ci siamo dimenticati della manutenzione ordinaria del territorio». Che fa un po’ impressione da sentire in questo periodo, ma è anche un po’ quello che aveva ripetuto perfino Michele de Pascale nel corso dell’ultima campagna elettorale, prima di diventare Presidente della Regione, tentando così di smarcarsi un po’ dal suo predecessore.

E non è un caso neanche che, una volta eletto, la priorità del suo mandato sia diventata la lotta al dissesto idrogeologico, con i «cambi di passo» annunciati e le risorse già raddoppiate (da 25 a 50 milioni di euro) per le manutenzioni ordinarie e straordinarie.

Non so se tutto questo possa essere definito come un’indiretta ammissione di colpa rispetto a quello che è successo nel 2023 – come comprensibilmente vogliono far credere dal centrodestra – ma di certo abbiamo capito che più di qualcosa poteva essere fatto meglio, prima del 2023. E che la gestione del territorio in Emilia-Romagna non può essere certo quel vanto che qualcuno ha cercato di esibire in passato. Ora quello che possiamo chiedere a chi ci amministra è perlomeno di cercare di non ripetere certi errori in futuro, con la consapevolezza che non si tratta più di eventi eccezionali, ma di una nuova normalità, con tutto quello che ne consegue (smettendola quindi anche “noi” di fare polemica per un’allerta rossa – perché è inevitabile, a questo punto, procedere con le allerte rosse). Proseguendo in primis con le manutenzioni ordinarie, ma passando poi a interventi più strutturali, primi fra tutti le casse di laminazione e le delocalizzazioni, anche per «dare più spazio ai fiumi», come ripetono da tempo i geologi. Cambiando quindi anche il modo di progettare, che la cementeficazione non è un’invenzione degli ambientalisti.

Certo, servono tanti, tantissimi soldi, dallo Stato. Che al momento sembra non averne. Nonostante ora pare stia cercando giusto quei 30 miliardi all’anno per le spese militari che ci chiede il piano di riarmo europeo. Un investimento sui nostri militari, in fondo, che poi chiameremo ad aiutarci sul territorio in caso di allagamenti e alluvioni, che non siamo stati in grado di evitare perché non c’erano i soldi…

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