Il restauro del Grande Ferro, per nulla scontato Seguici su Telegram e resta aggiornato La scultura “Grande Ferro R” di Alberto Burri, nel recinto del Pala De Andre da oltre trent’anni, dopo un accurato restauro, è stata restituita alla cittadinanza col suo originario splendore. Un lieto fine che chiude, o almeno supera, un’annosa vicenda di emarginazione, trascuratezza, degrado della mirabile opera d’arte contemporanea (commissionata a suo tempo dal “mecenate” Raul Gardini). Un plauso va al Comune di Ravenna (sindaco e assessore Sbaraglia in primis), oggi proprietario e gestore dell’area del Pala De André, che ha portato a termine il recupero formale e la tutela dell’opera, integrando l’iniziativa con un protocollo di fruizione che vieta “invasioni di campo” o usi impropri. Il che non era scontato… Perché a proposito di tutela e promozione di beni artistici, culturali e ambientali pubblici non va mai abbassata la guardia. Un impegno che riguarda le istituzioni ma anche la “vigilanza” della collettività. Per questo voglio rievocare il viaggio di un piccolo gruppo di ravennati, che nel 2017, in veste privata, si presentò alla Fondazione Burri in Umbria non solo per esprimere l’indignazione per la bistrattata sorte della scultura del Maestro, ma anche per verificare la possibilità di riallacciare i rapporti fra l’artista e Ravenna, interrotti dopo la scomparsa di Gardini. Il presidente Bruno Corà si mostrò sinceramente interessato alla questione, e oggi mi piace pensare che da lì è nato quel percorso di avvicinamento, durato sette anni, che ha visto prima l’allestimento al Mar nel 2023 della mostra “BurriRavennaOro” e ora il restauro della scultura. E mi piace affiancare il rinnovato sodalizio fra Ravenna e Burri alla memoria di Nino Carnoli, che guidava allora quella tenace delegazione, e alla sua battaglia anche provocatoria per salvaguardare il miscosciuto “Grande Ferro R”. Ma non finisce qui… Quali iniziative di valorizzazione merita in futuro l’opera di Burri al Pala De André? Innanzitutto, credo una maggiore possibilità di fruizione rispetto al passato, ben oltre le aperture dell’area per eventi sportivi, culturali e fieristici. Ma si potrebbe anche pensare ad un vero e proprio “parco dell’arti” (come recitava la denominazione originaria dello spazio in zona Darsena) con altre installazioni o esposizioni periodiche di arte contemporanea. Pare imminente l’allestimento di una rassegna dedicata al mosaico. Chi ben comincia… Total1 0 0 1 Forse può interessarti... La stampa, i social, la salute mentale e la forza di una comunità La nuova piscina a Ravenna è sport, ma è anche un jolly politico Darsena: il problema non è la chiusura del Pop Up, ma la mancata apertura di altro in 7 anni Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri editoriali