Il sindaco “forestale” per una città più verde

Fausto PiazzaRiprendo il filo del discorso accennato su questa pagina qualche settimana fa, in cui riflettevo come Ravenna avrebbe potuto attuare quella “transizione ecologica” di cui tanto si parla nei palazzi delle politiche europee e del nuovo governo nazionale. Ovviamente, anche in prospettiva delle elezioni comunali che ora sappiamo si terranno “solo” fra più di sei mesi, nel prossimo autunno.

Ci ritorno sopra perché mi ha sorpreso positivamente un passaggio sul tema, per l’appunto ecologico, della lunga intervista di fine mandato (e anche sulla sua ricandidatura) al sindaco De Pascale, pubblicata recentemente sul settimanale R&D.

Abbiamo scoperto un sindaco “forestale”, intenzionato, una volta riconfermato a Palazzo Merlato, a «ricreare ettari di boschi e pinete che abbiamo perso negli anni».
Insomma, a rimediare a quegli sfregi che ha subito per decenni il territorio naturale ravennate – fra pinete, zone umide, fascia costiera – sotto la pressione dello sviluppo economico. E anche una certa indifferenza e incuria dell’amministrazione pubblica, a cui si è aggiunta l’inefficienza gestionale di alcune istituzioni pubbliche (in primis la struttura di governance del Parco del Delta del Po).

«La gestione delle aree naturali è uno dei punti su cui serve una discontinuità forte rispetto a quanto fatto» ha affermato De Pascale e – citando il nuovo piano urbanistico generale (Pug) che in questo campo sarebbe «rivoluzionario e ambizioso» – ha espresso la necessità di «riportare a uno stato boschivo aree che oggi sono agricole ma di bassa produttività per la vicinanza al mare… Le pinete ravennati erano storicamente un tutt’uno da nord fino a Cervia. Poi la prima guerra mondiale, l’agricoltura e il deforestamento hanno ridotto le aree pinetali a un quarto. La nostra volontà – ha assicurato il Sindaco – è di ripristinare ettari e ettari di bosco, vorremmo fare cento volte quello che è stato fatto con la cintura verde della città».

Nel luglio 2017 avevo scritto – sull’onda anche emotiva di una notevole catastrofe metereologica che aveva falcidiato a Ravenna migliaia di alberi – un commento dal titolo «Il sindaco che pianta alberi». Certo non posso pensare che quell’auspicio/esortazione possa avere influenzato, a suo tempo, De Pascale (ha sicuramente le sue idee, consiglieri e strategie in proposito) ma sentire dichiarazioni del genere, per una città e un territorio da far rinascere restituendole il verde perduto, mi ha impressionato favorevolmente, soprattutto come cittadino.

Mi sembra un buon viatico anche se lo ritengo arduo e, manco a dirlo, “intricato“. È una scelta intelligente, forse visionaria ma generosa verso le nuove generazioni. Sicuramente una bella promessa, purché non resti solo tale, come promozione elettorale. Vedremo se ci convinceranno i particolari di questo piano di recupero ambientale, che sicuramente farà parte del programma politico amministrativo della sua ricandidatura a primo cittadino.

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