Dopo il voto in Umbria e aspettando l’Emilia-Romagna, auguri a tutti noi per i prossimi tre mesi

E così il verdetto che tutti aspettavano dall’Umbria è arrivato e la sentenza per l’alleanza giallorossa è stata assai più dura del previsto. Il prossimo giro tocca a noi, in Emilia-Romagna, e se cinque anni fa votammo nel silenzio e nel disinteresse (non a caso l’affluenza si fermò a un imparazzante 37%), fino a fine gennaio avremo gli occhi dell’intero paese (se non di mezza Europa) puntati addosso visto che da come voteremo noi emiliano-romagnoli potrebbero dipendere le sorti del governo. Ammesso e non concesso che ci sia ancora un governo a fine gennaio, cosa forse nemmeno troppo auspicabile visto gli esiti davvero minimi che sta partorendo in una sorta di paralisi incrociata che per ora ha soprattutto il merito di aver bloccato l’aumento dell’Iva.

Un po’ poco da portare in campagna elettorale, un po’ debole il messaggio per il Pd che sta cercando alleanze un po’ ovunque. E che invece ha appena ricevuto un no dai grillini, che hanno deciso di andare da soli, peraltro smentendo il loro stesso premier che solo due giorni prima si era augurato il contrario. Dunque il Pd a questo punto dovrà riuscire ad arrivare davanti al centrodestra da solo o quasi. Sì, ok, a sinistra c’è l’ennesimo tentativo di dar vita a una forza ecologista, plurale, femminista e in mezzo c’è anche la stimabilissima Elly Schlein, ma insomma, è poco dire che ciò che era rimasto della sinistra se l’è fagocitato il fallimentare progetto di Leu, che ora ricompare giustappunto solo nelle foto di gruppo di un governo che sta deludendo i più.

Stefano BonacciniLa vera novità dunque sarà Renzi e Italia Viva. Nonostante l’ex segretario Pd avesse detto che non avrebbero partecipato a elezioni locali e regionali, pare invece che una lista possa esserci (ma non sarebbe la prima volta che annuncia una cosa e ne fa un’altra, del resto). E finalmente si potrà capire quanto conta veramente il senatore toscano fuori dal Pd ormai senza quel fascino del vincente che aveva sedotto tanti dem e non solo. In consiglio comunale a Ravenna è nato il gruppo, il Pd si assottiglia (dal voto è uscita anche una consigliera per Mdp), ma tutti assicurano lealtà alla maggioranza: escono dal Pd chi da destra, chi da sinistra, ma restano alleati, fedeli, insieme. Magari con qualche elettore in meno, stremato da tatticismi che puntualmente si rivelano, peraltro, perdenti.

E mentre Bonaccini apre inutilmente ai 5 Stelle, ci fa quotidianamente il resoconto dei successi di questi cinque anni con quella nuova, improbabile, immagine (vedi qui sopra) da seduttore (?) che si è dato e cerca una quadra tattica di alleanze, Salvini comincia a battere a palmo a palmo la Regione e bisognerà stare attenti a non ritrovarselo al pranzo di Natale a contestare chi avesse scelto un menù senza carne di maiale. Auguri a tutti noi, ne avremo bisogno.

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