Il vescovo: «La religione a scuola dovrebbe essere trattata come le altre materie»

«E in questo periodo di conflitti e terrorismo, dobbiamo fare in modo che i nostri giovani siano documentati per il dialogo interreligioso»

Dopo l’appello degli atei della Uaar per l’ora alternativa alla religione nelle scuole, riceviamo e pubblichiamo la lettera del vescovo Lorenzo Ghizzoni, che ne pare quasi una risposta.

«Cari Genitori, carissimi ragazzi e ragazze,

è in corso l’iscrizione al prossimo anno scolastico, con la quale sarete invitati anche a scegliere se avvalervi o non avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC). Si tratta di una decisione importante per la completezza della formazione dei ragazzi e dei giovani.
Proprio in questi giorni i Vescovi italiani hanno espresso – con un messaggio – alcu-ne riflessioni su questa scelta che vorrei condividere con voi. Ci ritorno sopra anche perché mi sono arrivate direttamente da alcuni ragazzi delle nostre parrocchie e da al-cuni genitori, diverse lamentele circa comportamenti sfavorevoli all’insegnamento della religione (e forse non legittimi), che avvengono in alcune scuole della Provincia.

La prima riflessione: “Questa scelta non è una dichiarazione di appartenenza religio-sa, né pretende di condizionare la coscienza di qualcuno, ma esprime solo la richie-sta alla scuola di voler essere istruiti anche sui contenuti della religione cattolica che costituisce una chiave di lettura fondamentale della realtà in cui noi tutti oggi viviamo” (cfr. Messaggio della Presidenza CEI del 09-01-2015).
Ci teniamo a mantenere la presenza di questo insegnamento perché crediamo che ab-bia una potenzialità formativa e di arricchimento culturale dei più giovani.
L’IRC costituisce una chiave di lettura fondamentale del nostro passato e della realtà in cui noi tutti viviamo.

La seconda riflessione: “La storia da cui veniamo è un dato immodificabile e le trac-ce che in essa ha lasciato e continua ad offrire la Chiesa costituiscono un contributo evidente ed efficace per la crescita della società di tutti”.
Lo Stato italiano riconosce che attraverso questa disciplina scolastica, vengono fatti conoscere quei valori di umanesimo che la fede cristiana ha portato nella storia italia-na ed europea, segnando il nostro spirito e la nostra civiltà.

Aggiungo una terza riflessione. Il presente momento storico che vede tensioni e con-flitti, terrorismo e guerre, attribuiti alle religioni, ci chiede di far conoscere bene gli elementi del cristianesimo, per dare ai nostri giovani la possibilità di proporre ai coe-tanei di altre religioni il “dialogo interreligioso” con competenza e conoscenze docu-mentate (come prevedono i programmi ministeriali che i nostri Insegnanti di Religione seguono).

Mi sembra dunque più che giusto ribadire che questo insegnamento ha la stessa dignità delle altre discipline e dovrebbe essere trattato come quelle.

Ringrazio gli Insegnanti di religione che insieme con tutti gli altri Insegnanti portano il peso di un momento difficile della scuola – specchio delle famiglie e della società – che ha bisogno di cambiamenti profondi per divenire un luogo dove i giovani possano essere formati a livello intellettuale ed etico per essere protagonisti di un vero rinno-vamento della società».

Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia

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