Lo spaccio è un business padre-figlio Arrestati 52enne e 22enne incensurati

Nella casa del genitore la catena per la produzione di marijuana, dalla coltivazione al confezionamento e la lista di clienti e pusher

Padre e figlio in affari insieme con un business da migliaia di euro grazie a una catena completa di spaccio, dalla coltivazione al confezionamento di marijuana: un 52enne operaio e un 22enne, entrambi incensurati, sono stati arrestati dai carabinieri nel pomeriggio dell’1 settembre ad Alfonsine e ora si trovano ai domiciliari. Nella casa del genitore è stata rinvenuta una vera e propria piantagione e tutto il necessario per produrre e vendere lo stupefacente. È emerso dalla perquisizione che anche il figlio dell’uomo, che però abita altrove, si occupava della parte della coltivazione. È stata rinvenuta una lista di clienti abituali, sia di consumatori diretti sia di pusher intermediari: accanto ai nominativi le cifre delle cessioni.

La situazione era monitorata da tempo i carabinieri della stazione di Alfonsine stavano raccogliendo ogni elemento utile prima di procedere ad una perquisizione domiciliare di iniziativa; la particolarità del caso è stata legata al fatto che i due arrestati, fino a ieri, non avevano alcun precedente.

Sono stati sequestrati decine di sacchetti da congelatore, una busta della spesa tipo da supermercato e diversi contenitori, tutti pieni di marijuana, già pronta e da confezionare nuovamente per le cessioni al dettaglio. Oltre ai vari strumenti del mestiere, come bilancini di precisione e materiali per il confezionamento, sono stati rinvenuti narghilè, grinders trita erba, cannule per aspirazione e tutto il kit necessario anche al consumo. Sono state sequestrate diverse piante già essiccate ed altre ancora non pronte alla raccolta, ma curate proprio per quello scopo.

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