Casse per i fanghi tra le dighe? Il sindaco: «No alle lastre di cemento»

L’opposizione chiede un referendum e il Pri attacca: «È propaganda» La proposta della Pigna: «Utilizzare aree ex Sarom e ex deposito Atm»

Dopo la proposta dell’opposizione per un referendum sull’eventualità di realizzare casse di colmata adiacenti al lato interno delle dighe foranee per i fanghi di dragaggio, il sindaco di Ravenna torna a sottolineare che «il Comune di Ravenna è contrario all’ipotesi di realizzare le casse di colmata nel mare di fronte a Marina di Ravenna». E Fabrizio Matteucci sarà a Marina il 26 novembre a un’assemblea pubblica promossa dal consiglio territoriale del Mare per illustrare la posizione

Nel frattempo la anticipa per sommi capi con una nota sulla sua pagina Facebook. La contrarietà è di due ordini: uno economico e uno di tempistica. «Il nostro territorio riesce a fare convivere i settori dell’economia più diversi, dalla chimica al turismo, perché facciamo la fatica quotidiana di renderli compatibili l’uno all’altro. Ma un settore dell’economia non può ammazzare l’altro. Per questo, ad esempio, dicemmo no al rigassificatore a mare. Le dimensioni della lastra di cemento che coprirebbero le due casse di colmata equivarrebbero a 60 campi da calcio (circa 27 ettari, ndr). Non si può fare. Bisogna trovare soluzioni diverse per depositare la sabbia degli escavi che sono indispensabili, adesso sotto il coordinamento del ministero delle Infrastrutture. Io poi penso, anche solo sulla base della documentazione del tutto insufficiente che è a nostra disposizione, i tempi per la realizzazione di queste casse di colmata sarebbero molto più lunghi di quelli ipotizzati e i costi molto superiori. Quello che rimane urgente per il nostro porto è un programma di manutenzione dei fondali attuali per rimuovere adesso le sabbie che compromettono la funzionalità di alcuni terminal e nuovi dossi che potrebbero riformarsi all’imboccatura del Candiano».

Dal Partito repubblicano arrivano critiche all’indirizzo dei promotori della consultazione popolare. L’iniziativa dei gruppi consiliari di opposizione rischia di diventare, ad avviso dei consiglieri del Pri, Alberto Fussi e Roberto Ravaioli, «una iniziativa promossa al solo scopo propagandistico visto che il Comune per voce dei suoi massimi esponenti ha già dichiarato che quelle opere non si realizzeranno mai». Oltre al primo cittadino già anche il numero due di Palazzo Merlato, il repubblicano Giannantonio Mingozzi, aveva espresso contrarietà proprio in presenza del presidente dell’Autorità portuale Galliano Di Marco quando presentò il progetto in commissione consigliare. «Ci sembra quindi inutile – dichiarano i consiglieri del Pri – continuare a dissertare su prese di posizione e coinvolgimento dell’opinione pubblica con quesiti già smontati in partenza. Piuttosto, occorre continuare a ricercare alternative utili a risolvere definitivamente il problema della destinazione degli escavi». La replica della Lega Nord è al veleno: «Se in tutti questi anni, più che ad ambire a qualche incarico in seno al Porto, il Pri si fosse impegnato per una sua gestione concreta e lungimirante, oggi non saremmo costretti a proporre una consultazione popolare per evitare una soluzione arrangiata e tardiva», dice il consigliere Paolo Guerra.

Lista per Ravenna ha portato in commissione consigliare Pietro Calvelli, presidente del Yacht club Romagna che propone la realizzazione di un’isola al largo. Ora arriva invece una proposta dalla lista civica La Pigna (dal link in fondo alla pagina il testo integrale della nota): «Utilizzare le zone ex Sarom a ridosso del Candiano e zone a nord del Canale Candiano, quali possono essere quelle dell’ex deposito Atm e quelle dismesse da attività industriali, fino al congiungimento delle Bassette Sud – propone Maurizio Bucci, consigliere comunale del gruppo misto e candidato sindaco per la Pigna –. Il tutto permetterebbe una fortissima riduzione dei costi, compresi anche quelli di trasporto dei materiali che provocherebbero anche disagi per la viabilità, prevedendo infatti il coinvolgimento di mezzi pesanti».

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