Si presenta il nuovo direttore sanitario dell’Ausl Romagna: è il ravennate Busetti

Medico igienista di 54 anni, prende il posto di Giorgio Guerra. «Tra le priorità l’accessibilità ai servizi»

Bisetti

Stefano Busetti (a sinistra) con il direttore generale Marcello Tonini

L’Ausl Romagna ha un nuovo direttore sanitario: il dottor Stefano Busetti dal primo gennaio 2018 ha preso il posto di Giorgio Guerra che ha raggiunto l’età pensionabile. «Ringrazio anzitutto il mio predecessore che ha avuto il grande merito di portare a termine la prima fase eroica della costituzione dell’Ausl Romagna – afferma Busetti –. A me spetterà il compito di avviare una fase di maturazione dell’azienda, portando avanti precise azioni di governo».

Busetti è un medico igienista di 54 anni nato e cresciuto a Ravenna, che ha svolto gran parte del suo percorso professionale in Romagna. Dopo la laurea in Medicina all’università di Bologna, si è specializzato in Igiene e Medicina preventiva a Ferrara. Nella sua carriera lavorativa ha lavorato all’ospedale di Ravenna come medico di direzione sanitaria, occupandosi in particolare di aspetti organizzativi della specialistica ambulatoriale, edilizia e organizzazione ospedaliera, oltre che di aspetti igienici sanitari e di sicurezza e valutazione dei rischi. Dal 2000 al 2002 ha collaborato con la Direzione generale Sanità e Politiche sociali dell’assessorato alla Salute della Regione Emilia Romagna. Dal 2007 al 2009 è stato direttore medico dell’ospedale di Sassuolo, gestendo fra l’altro una sperimentazione pubblico-privata. Nel 2009 è stato nominato direttore medico del presidio ospedaliero di Rimini, Santarcangelo, Novafeltria. Nel 2016, è ritornato a Ravenna, con nomina a direttore medico del presidio. Ha anche ricoperto, ad interim, vari incarichi di responsabilità dipartimentale e tecnica e negli ultimi due anni è stato direttore tecnico di tutti i presidi ospedalieri dell’Ausl Romagna.

«Affronteremo anzitutto il tema dell’accessibilità ai servizi – spiega il neodirettore –, in particolare della specialistica ambulatoriale, con l’impegno di proseguire nella direzione dell’abbattimento dei tempi d’attesa, ossia 30 giorni per le visite e 60 per esami strumentali come previsto dalla normativa regionale. Il rispetto dei tempi di attesa sarà una priorità anche per gli interventi chirurgici, in particolare per quelli di tipo oncologico con massimo 30 giorni. Per quanto riguarda il Pronto Soccorso, ossia il settore dell’emergenza, struttureremo meglio le procedure già in atto per ridurre i tempi di attesa e il sovraffollamento. Ci sarà poi spazio anche per una riorganizzazione della medicina territoriale attraverso case della salute e ospedali in rete».

Busetti promette anche una grande attenzione verso i percorsi clinici, «ne sono stati individuati una trentina con relative priorità d’intervento e con clinici per funzioni di coordinamento».

Nell’ottica di valorizzare al meglio i professionisti dell’Ausl, a capo dei progetti – assicura Busetti – saranno messi non necessariamente i più anziani ed esperti ma i migliori anche con funzioni organizzative.

Tra i progetti anche lo sviluppo dell’informatica per fare circolare i dati in modo omogeneo con programmi di sviluppo adeguati.

Parlando di pronto soccorso, il dottor Busetti ha risposto ad alcune domande, relative alla situazione di Ravenna, sul picco influenzale e sui fatti di cronaca della notte di mercoledì, avvenuti al “Santa Maria delle Croci”. Per quanto attiene al picco influenzale è stato ribadito che è attivo, proprio da ieri (venerdì 12 gennaio), il cosiddetto “reparto polmone”, vale a dire 10 posti letto, situati nell’area degli ex Post Acuti, e che serviranno per meglio gestire il numero dei pazienti in ingresso ai pronto soccorso. Anche perché, è stato precisato, dalle statistiche nazionali emerge che il numero di casi sarà ancora in crescita (il sito influnet basandosi sui dati dei medici sentinella evidenzia, per la settimana appena trascorsa, 14 casi ogni mille abitanti) e farà sì che quest’anno l’infezione raggiunga i livelli di quelle più virulente degli ultimi anni. Il direttore sanitario ha inoltre precisato che varie misure sono state prese anche a livello territoriale, ad esempio col rafforzamento della guardia medica e anche con l’impiego di alcuni professionisti di guardia medica presso il reparto di medicina dell’ospedale.
Per quanto attiene, invece, ai fatti di cronaca, che Busetti ha definito «inquietanti», è stata evidenziata la freddezza e senso del dovere del personale in servizio «che si è prodigato per i pazienti anche in quei momenti convulsi» e delle forze dell’ordine intervenute celermente ed efficacemente. Più in generale, Busetti ha assicurato che l’accaduto verrà preso al vaglio dalla direzione anche per valutare ed eventualmente riconsiderare le misure di sicurezza in atto, che comprendono anche un vigilante nei momenti in cui non è attivo il posto di polizia interno dell’ospedale.

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