domenica
13 Luglio 2025
infanzia

Un asilo abusivo a Ravenna? Controlli del Comune, ma nessuno apre alla porta

Sopralluogo della Commissione competente dopo alcune segnalazioni. Si attende la stesura dei verbali

Condividi

Il sospetto è che in quella sala, a Ravenna, possa di fatto esserci un nido o una scuola per l’infanzia senza alcuna autorizzazione. E così, a seguito di una segnalazione, ieri la commissione comunale adibita al controllo si è presentata alla porta, accompagnata anche dalla Polizia Municipale. Ma alla porta è rimasta, perché gli adulti presenti non hanno autorizzato l’ingresso.

Al momento sono in fase di stesura i verbali sulla base di quanto i membri della commissione hanno potuto vedere e sentire dalle persone con cui hanno parlato e non è chiaro se e quali irregolarità siano state rilevate. Non è quindi nemmeno noto quanti bambini fossero presenti e di che età, né se il Comune potrà eventualmente scoprire se e quanti di quei bambini siano vaccinati, per ragioni di privacy. Nulla al momento dimostra che dietro l’eventuale “asilo abusivo” ci possano essere genitori no-vax, ma certo il dibattito in corso e la legge regionale che obbliga in ogni caso alla vaccinazione per poter accedere al nido potrebbe aver spinto alcuni genitori ad auto-organizzarsi in modo autonomo.

Il Regolamento prevede che la Commissione (composta dal caposervizio dell’Area Infanzia del Comune, un pedagogista, una persona designata dall’Asl e un rappresentante dell’area comunale dell’edilizia) proceda attraverso “sopralluoghi e/o verifiche a fronte di segnalazioni che facciano sorgere ragionevoli dubbi”.

Nel regolamento si legge anche che “Chiunque eroghi un servizio educativo senza aver ottenuto l’autorizzazione al funzionamento è soggetto ad una sanzione amministrativa compresa, ai sensi di legge», tra 2mila e 10mila euro “e determinata in 6mila euro, fatta salva la chiusura immediata del servizio qualora vi siano rischi per la salute e la sicurezza dei bambini”.
“La sanzione – citiamo ancora il regolamento – viene irrogata dal Dirigente del servizio comunale competente. Ai gestori che eroghino servizi educativi senza aver ottenuto l’autorizzazione al funzionamento, fermo restando quanto previsto al precedente comma 1°, viene assegnato dal Dirigente del servizio comunale competente un termine di 30 giorni entro il quale presentare la domanda di autorizzazione al funzionamento e la documentazione prevista. Decorso inutilmente detto termine lo stesso Dirigente dispone la chiusura del servizio”.

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Casa Margaret, sguardo contemporaneo in un’atmosfera anni Sessanta

Il progetto realizzato a Faenza dallo studio ravennate Tundra

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi