Università: lezione aperta su guerra e riarmo Ue, organizza il corso che chiuderà

Un’altra iniziativa aperta alla cittadinanza promossa dalla triennale in Storia, Società e Culture del Mediterraneo che dal prossimo anno non accoglierà nuovi iscritti. Il 26 marzo un dibattito a più voci, con il generale di corpo d’armata Massimiliano Del Casale, sulla situazione europea tra Usa e Russia

482123286 3820578021525879 2721579048344617885 NLa posizione dell’Europa tra Usa e Russia, dopo tre anni di guerra in Ucraina, sarà l’argomento di una “lezione aperta” del corso di laurea di Storia del Mediterraneo moderno e contemporaneo a Ravenna. Il 26 marzo dalle 9 alle 11 a Palazzo Verdi (si potrà seguire da remoto tramite Teams chiedendo il link via email a sara.deponte2@unibo.it) si confronteranno quattro voci: tre professori del corso (Michele Marchi, Alberto Pagani e Patrizio Fondi, quest’ultimo è stato ambasciatore dell’Unione europea negli Emirati Arabi Uniti e ambasciatore d’Italia in Giordania) e il generale di corpo d’armata Massimiliano Del Casale, ex presidente del Centro Alti Studi per la Difesa.

Il modello “lezione aperta” non è una novità (avvenne già poche settimane dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina e dopo l’attacco di Hamas a Israele) e si inserisce tra le iniziative di divulgazione promosse dal corso di laurea Storia, Società e Culture del Mediterraneo, partito a Ravenna nel 2020 e destinato alla chiusura. Dal prossimo anno, infatti, non ci saranno più nuove iscrizioni.

«Nonostante gli sforzi di orientamento e promozione – spiega il coordinatore Michele Marchi –, in termini di immatricolazioni non c’è stata la risposta che l’Ateneo riteneva sufficiente. L’inizio nel 2020, in pieno Covid, non ha aiutato. La didattica in forma ibrida poteva essere un elemento attrattivo, ma si è deciso diversamente, tornando completamente alle lezioni in presenza. Anche questo ha contribuito a disincentivare alcune iscrizioni, soprattutto di studenti lavoratori o comunque non disponibili a seguire sempre in presenza». Il corso proseguirà per due anni accademici per consentire il completamento degli studi per gli iscritti finora: più di un centinaio in totale, di cui una quarantina già laureati.

Rammaricato il docente Alberto Pagani: «Non discuto la scelta dell’ateneo di privilegiare altri ambiti disciplinari, a Ravenna però si perde la possibilità di sviluppare il settore della formazione sulla storia politica contemporanea e la geopolitica dell’area mediterranea, che si farà da altre parti, forse a Forlì». E poi una replica a chi dice che invece di aumentare le spese militari andrebbero aumentate le spese per l’istruzione: «In realtà la ricerca e sviluppo del procurement militare si realizza con le università, e l’investimento in programmi tecnologici ha ricadute di finanziamento sulle università e sui centri di ricerca».

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