Hera non sapeva, il Pd non parla e i 5 Stelle non ce la possono fare

E così non possiamo farci niente, dobbiamo arrenderci di fronte al fatto che anche Hera non poteva farci niente, non poteva sapere che dal 2004 due suoi funzionari andassero in giro a chiedere soldi o regali a fornitori di Hera se volevano essere pagati da Hera. La nostra Hera ci dice che è parte lesa e stop, cosa vuoi farci. Non dice niente di niente, invece, il Pd, il Partito democratico. nonostante uno dei due fosse stato assessore di una giunta Pd del territorio e nonostante siano finite sotto indagine anche sponsorizzazioni al Pd stesso (o alle feste dell’Unità, insomma). Non una parola.

Ma d’altronde, fossi il Pd, cercherei di stare più zitto possibile e mandare avanti gli altri. Mandare avanti i 5 Stelle per esempio. Dio-mio. Ragazzi, eravate partiti piuttosto bene, qualche anno fa, che quasi quasi mi facevate diventare grillino. Sapete, quella storia della casta, del tutti a casa, a me piaceva. Poi però, ecco, tra minchiate di Grillo (e a cascata tutti gli altri) e la candidatura di Di Maio, alla fine scende la catena. E diventare il primo partito italiano lo conferma, che fate un po’ schifo anche voi (stiamo pur sempre parlando degli italiani, non so se avete presente).

Guardando la faccenda da Ravenna, poi, mio-Dio, proviamo a riavvolgere il nastro. I 5 Stelle si presentano da queste parti nel 2011 arrivando a portare in consiglio comunale tre persone: una non dà quasi segni di vita e si dimette, gli altri due si scazzano pesantemente portandosi dietro le loro fazioni. Tanto che alle elezioni successive, nel 2016, il Movimento a Ravenna fa la bella figura di non presentare il simbolo, facendo comunque convogliare buona parte dei suoi voti su un altro movimento nato per l’occasione, la cui candidata a sindaco si è da poco dimessa dal consiglio comunale (così come altri due candidati a sindaco su cinque in totale: la desolazione cosmica). E ora all’insegna della massima trasparenza i grillini si sono candidati al parlamento e si sono fatti votare nel loro sito accessibile solo a loro e che per tutta la prima giornata di voto è andato in tilt (mentre loro scrivono su Facebook che non è andato in tilt). Grazie ad alcuni infiltrati i giornali hanno poi potuto pubblicare la lista dei candidati approvati dall’alto, scoprendo che alcuni sono stati epurati probabilmente perché in passato hanno osato criticare il leader mentre sono in lista alcuni pazzi scatenati a cui non affiderei neppure la manutenzione del mio orto, che poi non ci danno l’antiparassitario. Marescotti, io ti capisco e condivido quasi tutto quello che dici, ma fossi in te ci penserei bene…

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