Guardatori di scarpe United

Unnamed 85 8 ScaledRide – Interplay (Wichita 2024)
Al primo ascolto del nuovo disco dei Ride avrei voluto tanto sbilanciarmi e iniziare seduta stante a gridare al capolavoro assoluto; non l’ho fatto perché ho avuto paura di rimanere fregato.

Nel genere di cui i Ride sono maestri indiscussi mi è successo tante volte: qualche giorno di entusiasmo e poi tutto si sgonfia addosso ai cliché del genere, alle tante ripetizioni e al fatto che si tratti di musica che, a ragion veduta, nella maggior parte dei casi ha una data di scadenza piuttosto corta. Se non conoscete i Ride si tratta di una band formatasi ad Oxford alla fine degli anni ottanta, messa sotto contratto dalla Creation (etichetta chiave del britpop se ce n’è una) ed esplosa con il primo disco, Nowhere. Che ancora oggi è riconosciuto come uno dei capolavori dello shoegaze (quel genere di rock inglese, per capirsi, in cui i gruppi cantano canzoni pop ultramelodiche accompagnandosi con delle schitarrate rumorosissime e decine di effetti, da cui il nome appunto, “guardare le scarpe”, perché dal vivo i chitarristi stanno sempre a pigiar pedali).
Poi le cose sono andate come sono andate, i Ride hanno fatto altri dischi e non hanno mai insidiato la qualità del loro capolavoro, e poi si sono sciolti (Andy Bell ha suonato come bassista negli Oasis). Si sono riuniti da dieci anni e hanno fatto altri dischi.

Che l’ultimo album sia il loro episodio migliore è fuori discussione: si intitola Interplay, è il settimo titolo di studio della band ed è bellissimo. Quello che lo differenzia molto dagli altri dischi shoegaze di adesso è che non indulge per niente nella nostalgia, suona molto dreampop (del dreampop ne parliamo in un’altra puntata) e ha tante suggestioni indierock, alla maniera di quello che i Deerhunter fecero con Halcyon Digest o di quel modo di esistere nel contemporaneo che hanno gruppi come i Teenage Fanclub. In certi momenti (Last Night I Went Somewhere To Dream, per dirne uno) viene quasi da piangere di gioia: è un disco che funziona benissimo.

Rimane da capire quanto e per quanto, se si sgonfierà in due settimane come un supertele o rimarrà un piccolo classico contemporaneo. Tifo per la seconda ma temo la prima. Per ora diciamo che mi godo comun- que il momento, riascolto il disco a volumi altissimi, cerco di spargere un po’ il verbo e faccio il tifo per i Ride.

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