Norvegesi in America Seguici su Telegram e resta aggiornato The Young Mothers – Better If You Let It (Sonic Transmissions, 2025) Tra le realtà musicali che più ci hanno dato godimento negli ultimi 25 anni c’è la scena di jazz contemporaneo norvegese. Detta così a crudo sembra una cosa un po’ bizzarra, ma parliamo di una realtà molto conosciuta e frequentata dagli ascoltatori, che gravita attorno a un paio di etichette strepitose (Rune Grammofon, Smalltown Supersound…) e un pugno di musicisti che si mescolano in band più o meno estemporanee. Tra questi musicisti c’è Ingebrigt Håker Flaten, che suona il basso/contrabbasso e milita tra le altre in una band essenziale chiamata The Thing (assieme a Mats Gustafsson e Paal Nilssen-Love, forse le due figure centrali della scena). Ha messo le mani anche sul disco che nominerei per primo se mi chiedessero qual è il più bell’album degli anni ’10: The Cherry Thing, ritorno di Neneh Cherry (con i The Thing, appunto) dopo 15 anni e passa di silenzio discografico. Håker Flaten a dire il vero vive negli Stati Uniti da vent’anni, è una figura centrale dell’improjazz americano e oltreoceano è il fondatore di un’altra band: si chiamano The Young Mothers e suonano un pregevolissimo minestrone di roba in cui individuare per filo e per segno gli ingredienti non è proprio facilissimo. C’è sicuramente del jazz, non proprio free ma sicuramente basato sull’improvvisazione. E un po’ di quello che qualcuno chiamava nu-jazz, quelle cose per cui è famosa gente come Gilles Peterson. C’è tanto hip hop, soprattutto quello avant dei primi anni duemila (Madvillain, Cannibal Ox e gruppi simili), e poi c’è tutto quello che serve a sparigliare e dare sapore. Un occhio alla world music, in particolare a ritmiche che hanno sapori un po’ di Africa e un po’ di Sudamerica, e tutto quel che ci può passare in mezzo. Va detto anche che è un disco degli Young Mothers, e chi ha sentito le loro cose passate (una volta vennero anche a suonare all’Area Sismica) sa che non stiamo parlando di roba che ti puoi ascoltare serenamente mentre sorseggi un daiquiri: a un certo punto la violenza e l’arroganza spicciola prendono il sopravvento sugli elementi colti, e ci si ritrova tirati in mezzo a una rissa da stadio, nel ruolo del povero innocente pestato a sangue. C’è anche gente a cui questo atteggiamento arrogante e massimalista non piace. Rispetto le scelte di chiunque ma cerco di non discutere di musica con questi individui. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Popponi