domenica
13 Luglio 2025

Se prendi in giro l’abisso abbastanza a lungo, etc.

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Rico Nasty LETHAL

Rico Nasty – Lethal (Athlantic 2025)
Sono dispiaciuto di non essere in grado di guardare l’Eurovision Song Contest, soprattutto negli anni più recenti. Non era un problema saltarlo vent’anni fa, quando in Italia interessava giusto una cerchia di impallinati che pensavano a se stessi come se fossero l’Inner Circle del black metal norvegese e ragionavano sulle performance in gruppi ad accesso ridotto, o magari su social accessibili a tutti ma usando un linguaggio incomprensibile. Oggi l’Eurovision è un’esperienza ancora più massimalista e cafona, direi ai limiti del teorico, ma in qualche modo anche più orizzontale e comprensibile a tutti.

Io non ce la faccio perché non sono avvezzo ad atomizzare la musica in piccole celle isolate di pensiero critico, nel modo in cui la visione dell’Eurovision mi costringerebbe a farlo: ecco l’artista finlandese, non sai niente di lei, non saprai niente di lei domani, goditi i tre minuti di canzone e il completino SXM che dimenticherai prima dell’annuncio del prossimo paese. Che poi è un problema che ho in generale con tutto il sottobosco del cosiddetto “trash”, un termine che mi rifiuto di riconoscere perché non credo che esista davvero qualcuno che si interessi alla mondezza perché è mondezza. Anche perché poi il contrappasso sono i contrappassi dei Lucio Corsi che si presentano sul palco e lì sono tutti discorsi sull’autenticità che squarcia il velo di Maya e ci riporta a una dimensione umana della musica che, parimenti, non mi interessa.

C’è anche una dimensione rispettabile di questa cosa ed è tutto il giro che gravita intorno a quello che ormai ci siamo stancati di definire hyperpop, ovvero artisti/e di serietà conclamata che sperimentano con materiali becerissimi per darne una versione che sia un po’ la presa per il culo e un po’ il livello successivo. Ma in un mondo in cui la realtà è ancora più insopportabile della sua versione Black Mirror è difficile essere davvero interessati, che so, al nuovo disco di Rico Nasty uscito venerdì. Rico Nasty è una ex-new sensation uscita come possibile discorso ironico sul popstardom e poi si è trovata a dover diventare la cosa che sfotteva bellamente. In un periodo storico dove puoi essere pop anche essendo occasionalmente metal (che ne so, mimando due riffoni dei Korn in una canzone melodica). Niente per cui perdere il sonno, in una settimana dove già l’Eurovision ha richiesto. Vabbè.

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