Ma che schifo, lo compro Seguici su Telegram e resta aggiornato Black Pus – Terrestrial Seethings (Hit Points, 2024) Il gruppo di cui parliamo oggi si chiama Black Pus e in realtà è un progetto solista, che fa capo a un tizio di nome Brian Chippendale, la cui principale occupazione è suonare la batteria in un sensazionale duo di noise rock estremo chiamato Lightning Bolt (immaginatevi una sorta di allucinata revisione del peggior heavy metal sul mercato, con gli assolini dissonanti e tutta quell’estetica massimalista del suono, ma eseguito da un gruppo di sole due persone che non l’hanno capito bene e cercano di colmare i buchi cognitivi suonando alla velocità della luce, con voci filtrate e rigorosamente in bassa fedeltà). Un fricchettone totale che andava molto di moda nella prima parte degli anni duemila, quando l’estetica della sua band e di Fort Thunder (un collettivo culturale/squat fondato da lui e dal compagno di band a Providence, RI, fino all’inizio degli anni duemila) erano diventati per qualche motivo un affare di tutta la musica; perfino Bjork l’aveva invitato a suonare in un disco. Chippendale è anche fumettista, e specializzato in pubblicazioni ultraindipendenti con disegni brutti e incasinatissimi, e il suo progetto Black Pus è un po’ a metà tra le due cose: una specie di revisione groove-elettro dei Lightning Bolt, a fedeltà ancora più bassa, con un nome ripugnante e copertine opinabili. Sembra tutto volto a massimizzare il livello di inaccettabilità della musica, una cosa che com’è ovvio funziona da dio e l’ha tenuto sempre vicino a noi. Chissà poi perché mai. Voglio dire, ascoltando il nuovo disco di Black Pus chiunque si accorge del fatto che si tratta di musica (per quanto ben fatta e molto tecnica e con un suo livello di precisione anche maniacale) assolutamente stupida, dozzinale e animata solo da quell’anti-romanticismo un tanto al chilo che nel mondo odierno sembra caratterizzare come nient’altro la concezione artistica di incel (e quindi, per molti versi, la sfiga più nera e l’estetica con cui si vuole avere meno a che fare oggi). Non so dire come mai progetti come Black Pus esercitino ancora tutto questo fascino sulle menti come la mia. Credo che abbiano una certa capacità di proporsi come marcatori di una visione personale della musica: non funzionano con le altre persone, non ci rendono più colti, non contengono particolari segreti utili a comprendere la musica contemporanea, e suonano comunque da dio. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Popponi