Magnifico Fargo, peccato solo non poterlo vedere al cinema

Fargo – Stagione 1 (di Noah Hawley, 2015)
Il cinema è entrato nelle case delle persone, non solo sotto forma di film, ma anche di mini serie. Certo, Twin Peaks non è nato ieri, ma è solo negli ultimi anni che questa forma ha trovato la sua dimensione perfetta, in veri e propri film di una decina scarsa di ore, divisi in episodi perfettamente costruiti. Fargo è ispirato al noto e amato film dei fratelli Coen del 1996 (la cui vicenda era ambientata nel 1987), e nella prima stagione viene sviluppato una sorta di sequel ambientato nel 2006, mentre nella seconda si torna indietro nel 1979. I legami col film ci sono, tramite personaggi citazioni e indizi, ma tutte e due le stagioni sono indipendenti dalla pellicola e anche tra loro. Come nell’originale, il testo iniziale ci suggerisce come il tutto sia una storia vera… nulla di più falso, ma anche nulla di più verosimile. I protagonisti sono Lorne Malvo, un serial killer tra i più spietati della storia del cinema, e Lester Nygaard, un assicuratore apparentemente imbranato, che vengono coinvolti in una serie di vicende incredibili ambientate in Minnesota e che li vedrà a modo loro alleati nella lotta contro il bene, rappresentato dalla giovane poliziotta Molly Solverson. Fargo tv è semplicemente un capolavoro, approfondisce e supera il pur nobile antenato cinematografico,  perché innanzitutto compie il miracolo di allargare la scena a livello temporale: non si ha assolutamente fretta di risolvere il tutto in due ore, ci si ambienta perfettamente nella cittadina, si crea dipendenza nello spettatore che si identifica e partecipa alle stravaganti peripezie locali e si vuole sapere davvero tutto, “in lungo e in largo”. Gli attori sono grandiosi, a partire dal “memorabilissimo” cattivo Billy Bob Thornton, al perfetto meschino Martin Freeman. Bravissimi anche i due giovani poliziotti, Allison Tolman e il figlio d’arte Colin Hanks. Non c’è spazio per citare tutti, ma un’altro punto di forza della serie sono i personaggi secondari, spesso divertenti, paradossali e caricaturali. Uno di loro, serio ma cruciale per i legami tra le serie, è Lou Solverson, padre di Molly e qui interpretato da un vero mito come Keith Carradine, che 40 anni fa conquistava i cuori di tutta America con Nashville. Nota finale per la regia, perfetta, che orchestra una commedia nera che somiglia tanto a un thriller, condendo la vicenda con  humor, molta violenza e grandi sorprese. Il montaggio che oscilla avanti e indietro nel tempo, non fa che aumentare la ricchezza cinematografica di questa serie. Basta con le chiacchiere, Fargo ha un unico difetto, e cioè che non possiamo guardarlo al cinema, come meriterebbe. Procuratevi quindi per la visione un gran bello schermo: buona televisione a tutti!

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