Comprendere il presente, immaginare il futuro, modellare la città

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Per la realizzazione dei prodotti si dovrebbe partire dalle necessità locali, valutate preventivamente, e puntare così alla valorizzazione dei centri urbani

Un nuovo concetto di innovazione che, partendo dalle risorse del territorio e dalla tecnologia open source, possa forgiare sul lungo periodo un futuro in sintonia con la natura e i bisogni della comunità

Fabbricare, partecipare, contaminare e riconoscere nell’artigianato, nell’arte urbana e nella socializzazione creativa risorse utili allo sviluppo economico delle comunità.
Ormai è necessario acquisire la consapevolezza che ci stiamo avviando verso un mondo postindustriale in cui la fabbricazione di massa diventa personalizzazione di massa e che grazie al potere della progettazione diffusa (open source) e alla facilità di accesso alle nuove tecnologie è possibile plasmare il nostro ambiente creando nuove possibilità per innovazioni sociali ed economiche.
Grazie alla ricerca di contaminazioni internazionali, si possono creare contesti stimolanti per far crescere nelle persone la voglia di interessarsi al miglioramento urbano delle città ed il desiderio di attivare processi di riqualificazione socio-culturale ed economica nelle comunità.
Tutto questo può stimolare lo sviluppo di innovazione sostenibile per diffondere il valore della condivisione di competenze, lo scambio di idee e la co-progettazione a partire dalle risorse del territorio.
Possibile quindi dar forma ad un cambio di paradigma: da fruitori ad interpreti del cambiamento, da comparse a protagonisti, da talenti solitari a intelligenze ed esperienze condivise.

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Dar forma ad un cambio di paradigma: da fruitori ad interpreti del cambiamento, da comparse a protagonisti, da talenti solitari a intelligenze ed esperienze condivise

Possibile quindi dar vita a progetti che si fondino sul riconoscimento delle numerose potenzialità e applicazioni delle nuove tecnologie, sulla condivisione di esperienze e di know how e sulla cultura del progettare e realizzare insieme.
Dare spazio alla creatività e all’innovazione sostenibile con l’obiettivo di dare vita a veri e proprie officine di fabbricazione dove giovani e non, possano apprendere, materializzare idee, co-creare luoghi utilizzando in maniera più consapevole le risorse personali e del territorio in contrapposizione alle regole di un’economia della massificazione.
Dar vita ad iniziative incentrate sulla partecipazione ad una comunità che fornisca strumenti digitali e non solo, utili a consentire a chiunque di poter esprimersi, di trasformarsi da consumatore a creatore di prodotti più adatti alle proprie esigenze, di realizzare idee, di valutare le proprie potenzialità per attivare nuovi progetti di impresa di artigianato locale.
Si potrebbe così dar sostanza e forma all’innovazione che finalmente diventa alla portata di tutti attraverso percorsi esperienziali capaci di rivoluzionare gli spazi, liberare la creatività, salvaguardare l’ambiente divertendosi e sentendosi utili.

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Attraverso la diffusione della conoscenza e la condivisione di saperi si contribuisce così, a rimuovere ogni pregiudizio circa l’accessibilità alle nuove tecnologie, rendendole fruibili come strumenti di infinita creazione, innovazione e sviluppo

Rendere finalmente accessibili a tutti le informazioni sulle tecnologie di fabbricazione digitale e, attraverso laboratori specifici, formare i cittadini al loro utilizzo. Attraverso la diffusione della conoscenza e la condivisione di saperi si contribuisce così, a rimuovere ogni pregiudizio circa l’accessibilità alle nuove tecnologie, rendendole fruibili come strumenti di infinita creazione, innovazione e sviluppo.

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Mettersi a disposizione per far nascere iniziative in grado di comprendere, immaginare e attivare nuovi modi di fare ed essere comunità

Tutte le persone coinvolgibili in questi progetti acquisirebbero nuove abilità, familiarizzando con gli aspetti tecnici della fabbricazione e venendo contagiati dalle modalità uniche di attivazione della creatività. In un ambiente stimolante ci si allenerebbe alla cultura del “saper fare”, stimolati nel mettersi alla prova rispetto ad un mondo che cambia e soprattutto sperimentando come mettere a disposizione di se stessi e della propria comunità l’innovazione.
Mettersi a disposizione per far nascere iniziative in cui coinvolgere collaborazioni internazionale di associazioni culturali, innovatori sociali, disegnatori, ingegneri, architetti, facilitatori di processi di sviluppo ed empowerment delle comunità in grado di comprendere, immaginare e attivare nuovi modi di fare ed essere comunità.
Parola d’ordine è contaminare la realtà locale attraverso l’attivazione di laboratori rivolti a tutte le età, con l’obiettivo finale di permettere a coloro che vi volessero partecipare di acquisire competenze per l’utilizzo sostenibile di macchine per fabbricare i prodotti seguendo strategie innovative di progettazione, sperimentazione e fabbricazione.

Per la realizzazione dei prodotti si dovrebbe partire dalle necessità locali, valutate preventivamente, e puntare così alla valorizzazione dei centri urbani.
Le competenze sviluppate, potrebbero aprire nuove possibilità di innovazione, di micro-economie e di partecipazione sociale all’interno dei laboratori urbani che rappresenteranno un primo gradino per l’attivazione di veri e propri centri di produzione in cui successivamente, grazie alla continua trasmissione di saperi da parte di un team di esperti e dal racconto di esperienze di innovazione sostenibile da tutto il mondo, si possa continuare a coinvolgere la comunità nella trasformazione dei progetti in realtà.

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Fabbricare, partecipare, contaminare e riconoscere nell’artigianato, nell’arte urbana e nella socializzazione creativa risorse utili allo sviluppo economico delle comunità

La realizzazione di tutto questo, ovviamente, si baserà sul tema della sostenibilità. Massima attenzione agli sprechi, uso di materiali ecosostenibili per gli allestimenti e per i laboratori così come in tema di mobilità per tutti.
Non sarebbe male attivare anche contest artistici con tema “riciclo-riuso materiali” in cui gli artisti invitati a partecipare dovrebbero presentare progetti per la realizzazione di installazioni artistiche temporanee da posizionare negli spazi urbani identificati in accordo con le amministrazioni locali.
Ogni attività dovrebbe essere indirizzata a coinvolgere le associazioni locali già attive nella promozione di azioni di riqualificazione urbana, di attivazione delle periferie, di sviluppo sostenibile e di ecologia, invitandole a partecipare alla realizzazione degli eventi connessi.
Il mutare della città fa emergere l’esigenza da parte delle amministrazioni e di coloro che governano il territorio di dotarsi di nuovi strumenti più appropriati per rispondere alle domande che la città esprime. La natura complessa dei problemi della città contemporanea fa sì che le risposte vengano cercate al di fuori degli strumenti tradizionali di pianificazione. Ciò che le città chiedono oggi è una maggiore vivibilità, la possibilità di usufruire degli spazi pubblici, la partecipazione degli abitanti dei quartieri nei processi di riqualificazione e più in generale nei processi di trasformazione urbana.

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Nella nostra città ci sono tutti i prodromi necessari per innescare questi processi di innovazione e rigenerazione, connettiamo le reti e i risultati sorprenderanno noi stessi

La chiave di lettura per guardare a questi fenomeni è quello dell’arte. Il rapporto tra città e arte è di crescente e notevole interesse per chi studia e si occupa di città. La città muta dal punto di vista fisico, economico, sociale: diminuiscono gli abitanti in città a favore di un progressivo aumento della popolazione nei piccoli e medi centri alle porte della metropoli; si dissolvono i confini della città, diventano labili e a geometria variabile; cambia il modo di produrre e ciò che si produce e di conseguenza anche i luoghi dove la produzione avviene. Le grandi fabbriche vengono dismesse e quei “vuoti” diventano progressivamente luoghi per la produzione di conoscenza, servizi, tempo libero, residenza; aumentano e si diversificano le popolazioni, gli attori, le interazioni.
Anche l’arte muta e si evolve verso un uso partecipato ed emozionale che spinge l’artista e l’arte sempre più ad uscire dalle gallerie per arrivare nelle piazze, nei giardini, nelle fabbriche dismesse, nei luoghi pubblici, per intervenire nel dibattito sulla città, per lavorare affianco al progettista.
L’artista è da sempre una figura portata ad osservare la realtà che lo circonda, ad interpretarla a decodificarla e mai come in queste ultimi decenni di cambiamento sono stati prima di tutto gli artisti che hanno saputo leggere la città; nelle loro opere restituiscono a volte in maniera realistica e documentaristica quanto nelle città sta avvenendo, altre volte le letture che ne emergono sono visionare ed astratte, in tutti e due i casi tuttavia il loro apporto si è dimostrato fondamentale nell’interpretazione della realtà. Non a caso inoltre molti artisti hanno iniziato non solo a “dipingere” la realtà ma in molti casi a voler entrare in stretto contatto con essa, hanno iniziato cioè ad instaurare dei rapporti con altri attori e a lavorare nel contesto urbano.
Penso che nelle nostre città ci siano tutti i prodromi necessari per innescare questi processi di innovazione e rigenerazione, connettiamo le reti e i risultati sorprenderanno noi stessi.
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Ogni attività dovrebbe essere indirizzata a coinvolgere le associazioni locali già attive nella promozione di azioni di riqualificazione urbana, di attivazione delle periferie, di sviluppo sostenibile e di ecologia

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