Logistica: undici indagati per la variante sui terreni Cmc a Porto Fuori

L’ipotesi è di aver avvantaggiato la cooperativa tramite “aggiustamenti” durante la stesura del Poc tra il 2010 e il 2011.  I commenti di Ancarani (Fi) e Ancisi (Lista per Ravenna)  

Sono undici gli indagati per presunti favori alla Cmc nella vicenda legata al cambio di destinazione d’uso di terreni della cooperativa a Porto Fuori. Per cinque di loro, tra cui un ex manager Cmc, si profila il reato di falso e violazione edilizia, più grave invece la posizione per le sei persone, tra funzionari pubblici e politici, per cui l’ipotesi di reato è quella “abuto di ufficio”. Sono infatti sospettati di aver “aggiustato” la procedura nel trasformare la vocazione dei terreni da agricola a logistico-portuale per permettere dunque alla cooperativa di utilizzare le aree sia per accogliere i materiali di escavo dai fondali del porto, sia di trasferirvi l’impianto produttivo di bituminosi. Il tutto tramite, questa l’ipotesi, procedure che avrebbero bypassato l’iter regolare, con false attestazioni nel momento della stesura del Poc, ossia tra il 2010 e il 2011 e analisi falsate da prelievi di campionamenti dei terreni a oltre 2 km di distanza da quelli realmente interessati. Tra gli undici indagati ci sarebbero anche due ex assessori del Comune, oltre a tre funzionari di Palazzo Meralto e l’allora responsabile del coordinamento tra Regione e Autorità Portuale e dirigente del servizio di bacino dei fiumi regionali. Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero tratto in inganno il consiglio comunale e la giunta provinciale nel momento in cui sono stati chiamati a votare la relativa delibera.

Su questo si concentra l’immediato intervento di Alberto Ancarani, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, che, dopo l’anticipazione della notizia da parte del quotidiano La Voce di sabato 8 agosto, chiede “sia ai consiglieri di opposizione che a quelli di maggioranza di firmare la richiesta scritta di convocazione di un consiglio comunale straordinario nel quale la giunta relazioni su quanto sta avvenendo e soprattutto su come intenda proseguire nell’attività amministrativa alla luce delle indagini in corso”, come noto infatti il prossimo consiglio comunale è in programma dopo la pausa estiva, il 17 settembre. Ma secondo Ancarani non si può aspettare tanto visto che, scrive “Uno dei dirigenti indagati pare infatti essere tuttora a capo di una delle aree più delicate per lo sviluppo della città nel senso più ampio e Ravenna non può certo permettersi che un ufficio di tale importanza resti bloccato. Si aggiunga che, secondo quanto trapela, alcune delibere così come congegnate secondo l’impianto accusatorio possono aver fatto maturare nei consiglieri comunali – di maggioranza e di opposizione – scelte che abbiano determinato voti in aula diversi da quelli che avrebbero dato con le informazioni esatte. In questo senso, è necessario valutare sin d’ora l’ipotesi di eventuale costituzione di parte civile di questi ultimi, ovviamente qualora si arrivi al rinvio a giudizio degli indagati.”

Durissimo l’affondo di Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna che in una nota scrive: ““Poco alla volta il cerchio della Giustizia si stringe intorno all’affare devastante che le istituzioni pubbliche locali hanno concepito e organizzato sui terreni agricoli di Porto Fuori, estendendosi poi a quelli tra le Bassette e la periferia nord della città, e la conseguente stravolgente “valorizzazione” speculativa ad uso industriale/portuale prodotta dal Progettone dello scalo ravennate, ora appena appena accantonato. Molto, e di più grave, deve ancora succedere perché il cerchio si chiuda”. E rivendica il lavoro svolto sul tema dalla forza politica che rappresenta in termini di esposti: “ tra cui principalmente quelli: del 3 marzo 2013 (ricalcante quello analogo di gennaio firmato da 32 persone del Comitato Vitalaccia Dura e dal sottoscritto) sugli abusi urbanistici compiuti dal Comune di Ravenna sui terreni agricoli di Porto Fuori e sui primi lavori di sbancamento e movimento terreni ivi compiuti dalla CMC; del 3 agosto 2013 sulla “Lottizzazione dei terreni agricoli tra Porto Fuori e via Canale Molinetto tramite loro copertura con fanghi portuali”; del 3 novembre 2014 sugli “Espropri di terreni agricoli tra Ravenna e Porto Fuori illegittimamente destinati a logistica portuale, al fine di trasferirvi fanghi di dragaggio”; e dell’11 gennaio 2015 sull’ “Approvazione in carenza di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto preliminare Hub Portuale di Ravenna”.

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