Poggiali ancora sospesa dal collegio infermieri, il consiglio valuterà la posizione

A carico della 45enne assolta dall’omicidio di una paziente pende un procedimento disciplinare per le foto con un cadavere

RAVENNA 29/01/16. PROCESSO DANIELA POGGIALIPer Daniela Poggiali, la 45enne ex infermiera dell’Ausl scarcerata il 7 luglio dopo l’assoluzione in appello che ha ribaltato la condanna all’ergastolo in primo grado nel 2016 per l’accusa di omicidio volontario di una paziente nell’ospedale di Lugo nell’aprile 2014, è ancora in vigore la sospensione dal collegio infermieri della provincia di Ravenna (Ipasvi) decisa dal consiglio nell’ottobre del 2014. Lo si apprende da fonti interne al collegio.

Poggiali era stata convocata l’8 ottobre di tre anni fa per un’audizione con il presidente del collegio che si stava interessando alla condotta dell’iscritta in riferimento a furti in reparto e foto in pose sarcastiche accanto a un cadavere per cui a fine luglio 2014 fu licenziata dall’Ausl. L’audizione è il primo passo previsto dal codice deontologico: è poi il presidente a valutare se portare il caso davanti al consiglio avviando il procedimento disciplinare. L’audizione è un passaggio iniziale necessario al seguito del quale viene valutato se procedere con un procedimento disciplinare o meno. A quell’audizione Poggiali non si presentò e 24 ore dopo finì in manette e portata al carcere di Forlì in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare disposta dal giudice per le indagini preliminari tenendo conto dei gravi indizi di colpevolezza a suo carico e del suo profilo personale ritenuto dallo stesso gip capace di uccidere ancora anche fuori dal contesto professionale (non era infatti più in servizio da aprile del 2014, dopo il decesso della 78enne di cui era accusata). Non si presentò all’audizione per un vizio di forma: inviò una lettera sostenendo che nella convocazione non erano stati chiariti gli eventuali addebiti a suo carico. Il 16 ottobre 2014 il collegio provinciale sospese Poggiali, come previsto per i casi di iscritti destinatari di misure cautelari. L’arresto ha però bloccato l’eventuale iter disciplinare. È bene precisare comunque che, nell’eventualità questo fosse partito, sarebbe stato per gli episodi di furti e vilipendio di cadavere, accuse parallele a quelle di omicidio.

Tutto è rimasto congelato da quel momento: il regime di detenzione non consentiva certo l’avanzamento del procedimento disciplinare. Ora, con il ritorno in libertà, andrà ripreso in mano il fascicolo: la corte d’assise d’appello ha assolto Poggiali dall’accusa di omicidio ma a suo carico permangono le condanne per alcuni furti in corsia, uno dei motivi che avevano portato l’ordine alla convocazione per l’audizione. Sarà il consiglio provinciale a valutare come procedere.

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