Cagnoni interrompe le deposizioni e rischia di essere allontanato dall’aula

Terza udienza / Iniziano gli interrogatori dei testimoni con il fratello e l’amica del cuore della vittima ma l’imputato infrange le procedure e il giudice lo richiama. La ricostruzione dei giorni precedenti al ritrovamento del cadavere: «Familiari e amici preoccupati ma il marito stava a Firenze»

LA CRONACA DELLA SECONDA UDIENZA (26 ottobre)

LA CRONACA DELLA PRIMA UDIENZA (10 ottobre)

Matteo Cagnoni in aula

Matteo Cagnoni in aula, al suo fianco l’avvocato Giovanni Trombini

Si è agitato più volte sulla sedia, le mani che gesticolavano e sul volto una maschera di stupore e fastidio. Alla terza udienza del processo in cui è imputato per l’omicidio della 39enne moglie Giulia Ballestri, quella in cui sono cominciate le deposizioni dei testimoni, il dermatologo 53enne Matteo Cagnoni ha perso la compostezza mostrata finora arrivando anche a infrangere il protocollo intervenendo durante le dichiarazioni. Un comportamento che ha costretto il presidente della corte d’assise Corrado Schiaretti a intervenire minacciando di farlo portare fuori dall’aula se non avesse rispettato le procedure.

A scatenare le reazioni di Cagnoni sono state le parole di Guido Ballestri prima e di Elisabetta Amicizia poi, rispettivamente fratello e amica del cuore della vittima convocati in aula dalla pubblica accusa. Due deposizioni fiume andante avanti per circa tre ore ognuna, occupando tutta la giornata e facendo così slittare all’udienza del 10 novembre gli interrogatori di Stefano Bezzi e Stefano Bandini, l’amante di Giulia e il sostituto commissario della squadra mobile che entrò nella villa della famiglia Cagnoni in via Padre Genocchi dove nella notte tra il 18 e 19 settembre del 2016 venne ritrovato il cadavere della donna. Secondo l’accusa il corpo si trovava nello scantinato dalla mattina del 16 settembre.

Le domande del pubblico ministero (sostituto procuratore Cristina D’Aniello) hanno puntato a ricostruire i giorni a cavallo della scomparsa della donna e il rapporto tra i coniugi dopo dodici anni di matrimonio. Entrambi i testi interrogati hanno sostanzialmente dipinto lo stesso quadro: una coppia che si stava spaccando nonostante l’immagine di felicità proiettata all’esterno, anche e soprattutto per volontà dell’uomo che chiedeva alla moglie di non manifestare difficoltà in pubblico.

La scansione temporale dell’ultimo periodo precedente all’omicidio, incrociando le due deposizioni che hanno riferito quanto Giulia avesse raccontato loro o quanto avessero avuto moto di apprendere altrimenti, dice che all’incirca nel 2014 sarebbe iniziato il malessere di Giulia, non più disposta ad accettare un marito opprimente. Accentratore lo era sempre stato ma nell’ultimo periodo sarebbe arrivato a livelli sempre più estremi. Nella primavera del 2015 la donna si avvicina a una vecchia conoscenza adolescenziale, Stefano Bezzi, e nell’estate dello stesso anno tra i due comincia una relazione di cui Cagnoni è all’oscuro. All’inizio del 2016 la donna comunica al marito la volontà di divorziare, a maggio dice la stessa cosa a genitori e fratello, ad agosto il marito la informa di aver scoperto la sua relazione extraconiugale dopo aver assunto un investigatore privato che l’ha pedinata e le ha clonato il telefono.

L’amica del cuore, di professione farmacista, ha sottolineato un episodio particolare. In una visita a casa della coppia si è accorta della presenza anomala di alcuni antidepressivi, Depakin e Stilnox, e Giulia le confidò che li stava assumendo lei perché sostanzialmente forzata a farlo dal marito che sosteneva fosse vittima di una leggera depressione e non ci fosse invece crisi tra i due. L’amica ma anche il fratello concordano nel racconto: li assumeva per far contento il marito che altrimenti non le avrebbe permesso di andarsene.

Il fratello della vittima ha ricostruito i giorni precedenti il ritrovamento del cadavere con la crescente preoccupazione tra i familiari di Giulia che non riuscivano a contattarla. Tra i due fratelli l’ultimo contatto è uno scambio di sms nel pomeriggio del 15 settembre quando lui le ha fatto sapere che non avrebbe potuto partecipare al compleanno del nipote per quella sera. Ballestri ha voluto ribadire più volte l’anomalia di quelle ore: a Ravenna familiari e amici in apprensione per la scomparsa di Giulia (la denuncia alla questura è stata presentata nel primo pomeriggio del 18) mentre il marito era a Firenze con i figli dal venerdì pomeriggio e rispondeva al telefono solo ogni tanto senza mostrare particolare premura per rientrare in città, almeno così è sembrato alla famiglia Ballestri. Cagnoni dirà che dava per scontato fosse con l’amante e per questo non si preoccupava. Ma in quei fugaci contatti telefonici era in realtà venuto a sapere che l’amante era in questura con il fratello di Giulia e in prima persona si era impegnato nelle ricerche.

Ballestri ha poi ricostruito, attraverso quanto di sua conoscenza diretta o riferitogli all’epoca dei fatti dalla sorella, il motivo per cui Giulia quella mattina del 16 settembre andò con il marito nella “casa dei morti” – così la chiamava proprio Cagnoni che non voleva andarci da solo – dove poi verrà ritrovata morta. I due avrebbero dovuto fare delle foto a un quadro che Cagnoni aveva trovato da vendere per 50mila euro: la cifra sarebbe stata poi spartita fra i due coniugi nell’ambito dell’accordo sulla separazione che stavano portando avanti.

 

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