Lettere anonime ai giudici togati: «Controllate le amicizie del padre della vittima»

Udienza 11 / Due missive ai togati della corte d’assise che sta seguendo l’omicidio di un 21enne nel 1987. Si cercherà di rintracciare il maresciallo dei carabinieri di Godo che raccolse la delazione ricordata dal testo. Sulle buste una scritta: “Solo seguendo il denaro si arriva alla meta”

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I giudici togati della corte d’assise per l’omicidio Minguzzi

Due lettere anonime dall’identico contenuto sono state recapitate ai giudici togati della corte d’assise di Ravenna – il presidente Michele Leoni e Federica Lipovscek a latere – che da maggio 2021 sta celebrando il processo per il cold case Minguzzi: tre imputati per l’omicidio di un 21enne accaduto nel 1987 ad Alfonsine. È stato il presidente della corte a portare le parti a conoscenza delle missive in occasione dell’undicesima udienza che si è tenuta ieri, 6 dicembre.

Le lettere sono state consegnate il 18 e il 25 novembre. All’esterno di entrambe le buste è appiccicata una scritta in stampatello: “Solo seguendo il denaro si arriva alla meta”. All’interno si fa riferimento alla delazione raccolta dal maresciallo Claudio Murace, comandante della stazione carabinieri di Godo: il 31 maggio 1987 (un mese dopo il ritrovamento del cadavere nella zona di Vaccolino) una persona – che pretese l’anonimato in cambio delle sue informazioni – fece un profilo dell’amicizia fra Egisto Minguzzi, padre della vittima, e un cittadino maltese che sarebbe venuto ad abitare ad Alfonsine.

L’uomo morì a ottobre del 1985 in un incidente stradale dai contorni particolari. Era passeggero di un’auto condotta dalla moglie e fu fatale un tamponamento mentre aveva la testa fuori dal finestrino. Sull’altro veicolo un parente acquisito di ritorno dalla pesca in un padellone. La moglie della vittima rimase illesa. In un’udienza passata la corte aveva incaricato la polizia giudiziaria di raccogliere informazioni su questo episodio.

Per il 7 febbraio, data della prossima udienza, la corte ha invitato l’accusa a rintracciare il maresciallo Murace, qualora ancora vivo, per avere dalla sua voce maggiori spiegazioni della delazione raccolta.

Non sono le uniche lettere anomine di cui si è parlato in aula ieri. L’avvocato Andrea Maestri, difensore di Alfredo Tarroni, ha reso noto che due lettere sono state inviate al legale e all’imputato nelle scorse settimane. Il contenuto di entrambe è molto simile: un invito a Tarroni ad abbandonare la comunità di Alfonsine dove non sarebbe più gradito.

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