Nei primi mesi dell’anno il 22% di pioggia in meno della media 1980-2010

I dati del meteorologo Pierluigi Randi: «L’anno scorso è stato il secondo più secco dal 1950». È cambiata anche la distribuzione stagionale: nel nord della provincia in 6 ore la metà delle precipitazioni di tutto il 2021

Pioggia

La pioggia caduta sul territorio ravennate nei primi tre mesi del 2022 è stata 70-75 mm, il 22 percento in meno rispetto alla media stesso periodo calcolata nel periodo 1980-2010. Sempre nel confronto con quel trentennio, nel 2021 le precipitazioni erano state inferiori del 55 percento. E nel 2020 addirittura del 68 percento.

Dai dati forniti da Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e presidente dell’associazione Ampro, sembrerebbe che le cose stiano migliorando. Ma per capire l’effettivo stato di siccità raggiunto in aprile, bisogna considerare che il 2021, con il 40 percento in meno di precipitazioni in totale rispetto alle medie, è stato il secondo anno più secco dal 1950 (il primo resta il 1988). Ecco allora che le gocce arrivate dal cielo nel primo trimestre 2022, meno delle medie, non hanno potuto certo recuperare il deficit accumulato. «Il dato preoccupante – osserva Randi – è che per il terzo anno consecutivo c’è un deficit di piogge rispetto alle medie».

Il cambiamento climatico sta avendo conseguenze tangibili per il settore agricolo che ha terreni aridi e ha bisogno di ricorrere in maniera sempre più anticipata all’irrigazione dei campi. «Per il momento non si registra ancora la siccità degli invasi di accumulo – spiega l’esperto –. Però è ora che arriva il momento critico con l’aumento dei consumi di acqua per varie ragioni: si alzano le temperature, si innaf- fia il giardino di casa, si lava l’auto, aumenta la presenza turistica. Se continua la scarsità di piogge, si potrebbero avere ricadute sui livelli dei bacini di accumulo come la diga di Ridracoli. Aggiungiamoci pure che la neve è una scorta di acqua che viene rilasciata con lo scioglimento, ma sull’Appennino durante l’inverno ne è caduta poca».

Siccità Campi

Ma se si parla di piovosità, la circostanza che comincia a trovare supporto dalle rilevazioni è che la quantità complessiva annua non sta scendendo di molto ma si sta distribuendo in maniera diversa tra le stagioni. Lo spiega ancora Randi: «Prendiamo l’Emilia Romagna. La piovosità media annua negli ultimi trent’anni è calata del 5-10 percento, che non sembra un dato drammatico. Ma andando a vedere quando è piovuto, vediamo che ora succede meno in primavera e estate quando ce ne sarebbe più bisogno e invece succede di più in autunno. Insomma abbiamo stagioni troppo asciutte e altre troppo piovose». Un esempio locale rende bene l’idea. Tra il 21 e il 26 settembre del 2021 si sono verificati due temporali violenti sull’area nord della provincia (Alfonsine, Lavezzola, Conselice): in circa sei ore di pioggia battente sono caduti 150 mm di acqua che sono stati il 40 percento di tutto l’anno.

Acquazzoni così rapidi e così intensi causano soprattutto allagamenti e l’acqua si disperde per dilavamento finendo negli scoli e non venendo assorbita dal terreno: «Questa diventerà probabilmente la sfida per l’ingegneria idraulica nel nostro territorio, sull’esempio di quanto si fa in altre zone europee. Nasce la necessità di studiare sistemi per conservare e non sprecare la pioggia. E l’altro fronte su cui intervenire prima possibile è l’aggiornamento della rete idrica esistente che disperde un 28-30 percento di acqua trasportata».

Ma che anno sarà il 2022 per le piogge? Si possono fare previsioni su un orizzonte così lontano? «La previsioni meteo classiche non hanno senso oltre i 5-6 giorni. Però esiste un altro tipo di riflessione, fatta con modelli numerici per ipotizzare se un periodo sarà meglio o peggio della norma. Per lo scorso inverno si pensava un periodo poco piovoso e così è stato. Per la primavera in cui siamo appena entrati dovremmo essere in line con la norma, ma va tenuto a mente che sono previsioni probabilistiche e hanno una incertezza intrinseca molto elevata. Vanno divulgate con prudenza».

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