Al via con la musica ControCinema 2015

Dal 12 al 15 marzo al Palacinema di Largo Firenze

FrankI primi appuntamenti di ControCinema 2015, organizzata da Ravenna Cinema, sono con tre film il cui tema comune è la Musica, ma non nelle forme convenzionali del film-concerto, del rockumentary, o del classico biopic: perché la Musica qui reinventa i generi narrativi del cinema, è il motore di ogni azione e la vera protagonista delle storie narrate, potendo essere strumento per la lotta Politica, o espressione della ricerca della propria Umanità e Identità.
Capossela in Indebito ci condurrà, attraverso il genere musicale rebetiko, nella taverne di una Grecia dominata dalla crisi, scoprendo un popolo intero e la sua rabbia attraverso le sue canzoni. Frank, con Michael Fassbender, tratta dell’eterno dilemma tra vita e arte, e di come conciliare l’essere al mondo con l’essere artista, ma intrecciando con maestrale leggerezza i toni della commedia e della tragedia, quasi una variante psichedelica e sperimentale di Amadeus. Nick Cave, infine, il “misterioso” protagonista di 20.000 giorni sulla Terra: che non è un semplice documentario sul grande musicista australiano, né una sua elaborata biografia romanzata, ma un film non catalogabile in alcun genere che “mostra” il 20milessimo giorno di vita di Nick Cave, un non-compleanno onirico e realistico, un gioco di verità e finzione immerso nella complessità della creazione artistica, dove ciò che è vero è soltanto la sua Musica. Musica protagonista, dunque, in un cinema indipendente e libero, non omologato, fatto di idee geniali e grandi visioni: il vero Cinema della contemporaneità, il tutto al Palazzo del Cinema. ControCinema prosegue l’ultimo fine settimano di marzo con altri tre film firmati da tre visionari maestri del contemporaneo.   

Le schede dei film

Capossela IndebitoIndebito di Andrea Segre con Vinicio Capossela (Italia, 2013) Giovedì 12 alle 21 e domenica 15 alle 15.10.
La crisi fin troppo attuale della Grecia. Un regista, Andrea Segre, reduce dai successi di La Prima Neve e Io sono Li e un musicista sensibile e immaginifico, Vinicio Capossela, che racconta di questo paese viaggiando tra taverne e locali greche, in un viaggio accompagnato dal rebetiko, genere musicale anticonvenzionale dalla storia affascinante. Sono canzoni che mettono a nudo la natura più vera dell’uomo, in uno straordinario affresco che sovrappone mito e attualità urbana, musica e passione civile, con il quale Capossela traccia il ritratto tragico e ribelle di un paese in cui la crisi economica ha svuotato di valore tutto ciò che non ha un prezzo.  La frase «Non siamo mica la Grecia» dovrebbe essere sostituita da un’altra: «Siamo tutti greci»: perché in Grecia è in questo momento più scoperto ed evidente il meccanismo economico, sociale, politico in via di sperimentazione in tutti gli altri paesi. Un viaggio accompagnato delle note e dalle parole del rebetiko, il blues ellenico che nasce dalla disperazione di un’antica crisi: la fuga da Smirne e l’esilio del popolo greco dopo la sconfitta nella guerra greco-turca del 1920. È una musica contro il potere, non autorizzata, indebita; ed è uno dei generi che hanno costruito l’identità moderna della Grecia, trasportando con sé il dolore dell’esilio e la ribellione alle violenze della storia. Il rebetiko è pilastro della cultura musicale greca, come il tango per gli argentini o il fado per i portoghesi. I suoi musicisti, i rebetes, sono portatori di questa identità fatta di protesta, ribellione e speranza. I loro concerti e le loro parole riempiono le taverne notturne di Atene e Salonicco, commentano le scritte sui muri, ascoltano il mare dei porti e incontrano il cammino di Vinicio Capossela, musicista e viandante con i pensieri del suo diario di viaggio, unendo le varie storie di musica e sofferenza, e descrivendo le conseguenze della povertà.

Frank di Lenny Abrahamson con Michael Fassbender (Irlanda, 2014) – Venerdi 13 alle 21 e domenica 15 alle 17.
Jon è un mediocre musicista desideroso di successo. Casualmente entra nei Soronprfbs, band squinternata e sperimentale il cui leader è Frank (interpretato da Michael Fassbender), grandissimo artista d’avanguardia che però ha una mania schizofrenica: indossa sempre una grottesca maschera di cartapesta che non leva mai, nemmeno per lavarsi…  Jon è l’unico della band che insegue il successo, più ostinandosi a incrementare i followers su Tweeter, che seguendo il metodo con cui Frank riesce a comporre le sue folli e perfette canzoni tra noise, psichedelia e rumoristica, senza i compromessi commerciali che Jon suggerisce. Dopo interminabili mesi passati a registrare l’album, i tentativi di Jon riescono: i Soronprfbs vanno al mitico SXSW Music Festival di Austin, Texas…  Frank dell’irlandese Lenny Abrahmson (Sundance 2014) è una storia sulla creatività musicale e artistica, e sul confine tra genio e follia. Il personaggio di Frank è ispirato al comico e musicista underground Chris Sievey, famoso nell’Inghilterra anni 80′ e 90′ per il suo personaggio alter ego Frank Sidebottom (traducibile come “Frank Lato Posteriore”) che interveniva come meteora dadaista alla Monty Phyton negli show televisivi indossando una gigantesca maschera da cartone animato (la stessa del film) e alternando sketch comici e musica. Lo stesso sceneggiatore Jon Ronson era nella band di Frank Sidebottom. Se lo cercate su youtube, iniziate dal suo spassoso tributo ai Queen. Una storia divertente, pervasa di humour acido, che riflette sulla relazione tra creatività e identità, mescolando commedia, dramma e satira. Ogni personaggio cerca infatti la sua verità: ma il problema è che la verità non coincide con l’autenticità dell’essere. Il mediocre Jon insegue il geniale Frank in una variante 2.0 di Salieri contro Mozart. Jon è infatti la mediocrità ambiziosa: per lui la musica è lo strumento per trovare il proprio posto nel mondo. Frank è invece il grande artista senza ambizioni: per lui la musica è il suo posto nel mondo. L’eccezionale Michael Fassbender recita non col viso, ma con i gesti e con la voce, rivelandosi cantante di grande livello. Da culto la bellissima canzone finale “I Love You All”.

Nick Cave20.000 giorni sulla Terra di Forsyth e Pollard  con Nick Cave (GB, 2014) – Sabato 14 marzo alle 21 e domenica 15 marzo alle 18.50.
20.000 giorni sulla Terra sono quelli corrispondenti alla vita della rockstar Nick Cave. Tra narrazione e visioni, scrittura e vita vissuta, musica e sedute di autocoscienza, emerge tutto il genio e la conturbante personalità di Nick Cave, il suo straordinario stile narrativo e il suo rapporto esclusivo e intenso con la parola e con la narrazione. Uno straordinario viaggio nella vita complessa e a volte solitaria di uno scrittore e di una rockstar, attraverso il suo stesso racconto e i dialoghi con le persone a lui più vicine. 20.000 giorni sulla Terra ha vinto il Sundance 2014. Scrive la giuria: «Il film decostruisce due diverse forme artistiche – musica e documentario – senza nulla togliere alla realtà e alla magia quotidiana». Nick Cave, una mattina, calcola di avere 20.000 giorni di età. Il film finge di seguire questo giorno speciale, un giorno che oscilla tra realtà e finzione, tra la severa disciplina dell’artista che lavora in sala prove – e le fughe immaginarie in dialoghi non reali con gli amici Blixa Bargeld e Kylie Minogue che appaiono come fantasmi. Con tutti, la stessa domanda: come si crea l’arte? L’arte è disciplina nella vita, e viaggio nelle proprie fantasie. Il film segue entrambi questi percorsi necessari alla creatività, in un magistrale mix di docu, fiction e musica, un meticciato tra Barton Fink ed Essere Nick Cave, dove occorre tradire la realtà per arrivare alla autenticità dell’essere umano. Non a caso così Nick Cave commenta il documentario: «Questo giorno rappresentato nel film è al tempo stesso più vero e meno vero di ogni mia giornata reale: dipende da come lo interpretate».

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