Tre maestri in visione al Palacinema

Opere di Godard, Kim Ki-Duk e Greenaway

Peter GreenawayControCinema 2015, nel fine settimana dal 19 al 22 marzo propone tre film di tre grandi maestri del cinema: il genio iconoclasta e irriverente di Jean-Luc Godard, lo sguardo corrosivo e crudele di Kim Ki-Duk sul male umano; l’arte, la vita e le passioni umane secondo Peter Greenaway.
Adieu au Langage è l’ultimo capolavoro di Jean-Luc Godard, Premio della Giuria a Cannes 2014. «Chi manca di immaginazione si rifugia nella realtà» è scritto all’inizio. E tutto il nuovo, bellissimo film del lucido genio visionario di Godard è un’immersione totale nel suo complesso, potente e raffinato immaginario.
One On One di Kim Ki-Duk (Venezia 2014) è un film crudele e spietato. Racconta di uno stupro e dell’omicidio di una giovane ragazza, che subito si sviluppa in un intrigo ritorto e inestricabile, una ineluttabile discesa all’inferno che scava nel cuore dell’orrore e della violenza contemporanea. Film dell’istante, low budget per scelta, ma soprattutto cinema politico come non ci si aspetterebbe, dove Kim Ki-Duk Ma soprattutto film-sorpresa perché la scelta dell’autore arriva come una lama a tranciare il gomitolo di ordinaria follia che fino a quel momento celava la verità.
Peter Greenaway è autore che ha sempre esplorato il cinema come evoluzione ultima delle arti visive. Ogni suo film è pregno di suggestioni pittoriche e denso di tematiche scottanti e universali. E anche nel suo ultimo Goltzius And The Pelican Company affronta una storia nella quale i temi dell’erotismo, della sessualità e dei loro tabù, il costante e irrisolto conflitto tra religione e sesso, sono l’innesco di una ricca perlustrazione e rappresentazione dei rapporti tra riproducibilità, fruizione e consumo virtuale del sesso. «Dalla pittura veneziana del 16° secolo, fino all’avvento di Internet, tutto è sempre stato pregno di erotismo e pornografia… – commenta il regista –. Nella nostra vita, due cose sono certe: il sesso, che è all’origine della nostra vita, e la morte, che la termina».

Le schede dei film in programma

JL GodardAdieu au langage di Jean-Luc Godard (Francia, 2014) – giovedì 19 marzo alle 2; domenica 22 alle 15.10
Una donna sposata e un uomo single si conoscono. Si amano, discutono, volano i pugni. Un cane vaga tra città e campagna. Le stagioni passano. L’uomo e la donna s’incontrano di nuovo. Il cane si ritrova tra loro. L’ex marito fa esplodere il tutto. Un secondo film inizia, uguale al primo, ma forse no. Dalla razza umana passiamo alla metafora. Finirà con l’abbaiare di un cane. E con le urla di un neonato. Grande architetto della decostruzione, JeanLuc Godard torna con un’opera folgorante, psichedelica e metafisica. Adieu au langage è una nuova esperienza di poesia cinematografica e di pensiero per immagini, un viaggio sensitivo e subliminale dentro e oltre l’arte, una meditazione visivamente sontuosa sulla storia e l’umanità.

Kim Ki DuckOne on one di Kim Ki-Duk (Corea del Sud, 2014) – venerdì 20 marzo alle 21; domenica 22 alle 16.40
Una giovane studentessa viene brutalmente rapita, stuprata e uccisa da sette uomini. Ma uno dei suoi sette aguzzini viene rapito da alcuni militi altamente addestrati. Dopo esser stato torturato e costretto a scrivere la propria confessione, l’assassino viene rilasciato. L’uomo, che un tempo credeva d’essere invincibile, ora è dominato dalla paura. Nel frattempo scopre che anche gli altri assassini della ragazza vengono rapiti, torturati, e indotti a suicidarsi: da sette uomini misteriosi, appartenenti al gruppo segreto delle Ombre. Un fatto di ordinaria violenza, un intrigo talmente ritorto da sembrare a tratti un gomitolo inestricabile. Il “cuore” del film sta tutto nella scelta che attende il protagonista alla fine della sua discesa all’inferno. Solo chi accetta di morire dentro può sentire la verità della denuncia e dell’orrore che questo racconto ci consegna.

Goltzius and the Pelican company di Peter Greenaway (Regno Unito, 2013) – sabato 21 marzo alle 21; domenica 22 alle 18.50
Hendrik Goltzius, autore di stampe erotiche del ‘500, è alla ricerca di un finanziatore per finalizzare il suo progetto: un libro d’illustrazioni di alcune tra le più controverse storie del Vecchio Testamento: racconti erotici di Lot e le sue figlie, Davide e Betsabea, Sansone e Dalila, Giovanni Battista e Salomé. Il margravio di Alsazia è disposto a pagare, ma solo se Goltzius e la sua compagnia lo convinceranno mettendo in scena dal vivo gli episodi legati ai vizi capitali. La rappresentazione dei racconti legati ai tabù dell’incesto, dell’adulterio, della pedofilia, della prostituzione e necrofilia, è realistica, molto realistica… Greenaway è autore che ha sempre esplorato il cinema come evoluzione ultima delle arti visive. Il suo cinema è pregno di suggestioni pittoriche e, al contempo, denso di tematiche scottanti e universali. La ricerca linguistica di Greenaway e l’interesse per le nuove tecnologie raggiungono in quest’opera il punto più elevato della sua carriera.

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