Il giardino di casa per chi viaggia in tenda: «È il recupero del campeggio più vero»

In provincia di Ravenna Serena e Davide sono gli unici privati iscritti al sito Garden Sharing, versione green di Airbnb: «Il portale ha reso possibile un’idea che avevamo da un po’. Ci piace la cultura della condivisione. Speriamo sia una opportunità per i nostri viaggi»

Campeggio Tenda Tavola 04Chi ha la casa con un giardino o uno spazio all’aria aperta ed è disposto a condividerlo lo mette a disposizione di campeggiatori in viaggio in tenda, camper o roulotte fissando una cifra e il sito internet si occupa di fare incontrare domanda e offerta. Dopo trasporti (Blabla Car) e alloggi (Airbnb), ora la sharing economy ha il pollice verde: la startup italiana si chiama Garden Sharing e sta attirando la curiosità di molti in questa estate. Scrivendo Ravenna nel motore di ricerca per un prato in cui accamparsi vengono fuori al momento tre risultati: in due casi si tratta di agriturismi già attrezzati mentre Serena e Davide sono gli unici che stanno offrendo il giardino della loro abitazione nella Bassa Romagna lughese.

Serena, come mai vi siete iscritti a Garden Sharing?
«Da tempo stavamo pensando a un modo per condividere casa e giardino, ci piace molto lo spirito e la cultura dello sharing. La casa però nonostante sia grande è poco adatta allo scopo, mentre per le tende in giardino non sapevamo bene come fare o promuovere l’iniziativa. Il portale ha reso subito realizzabile la nostra idea e abbiamo aderito immediatamente».

Chi sperate che arrivi?
«Persone che condividano la nostra idea di vacanza e di condivisione. Un misto di sobrietà e fiducia. In Italia il campeggio economico e spartano manca quasi completamente, è diventato da vacanza low-cost a un genere molto costoso. Gli spazi sono stipati e c’è una enorme quantità di servizi come ristorante, discoteca, piscina, baby dance… Credo che la condivisione dei giardini possa permettere un recupero del campeggio più autentico, un modo di viaggiare che nel nostro Paese è sempre più raro. A questo si aggiunge la possibilità per noi di venire a contatto con persone diverse e potenzialmente stimolanti»

Dal punto di vista economico? Cosa paga chi viene da voi?
«Come su Airbnb è tutto gestito dal portale. Noi inseriamo il prezzo per spazio tenda (obbligatorio) e a persona e loro fanno i conti e ci aggiungono la loro quota. Non pensiamo certo di farne un business o di farci uno stipendio (a Lugo il Comune non prevede tassa di soggiorno, ndr)».

Oltre al giardino per la tenda cosa mettete a disposizione dei campeggiatori?
«Il bagno è condiviso, la cucina al momento no. Ma l’idea è che se ci sono esigenze di qualche tipo ci si viene incontro. Credo che lo spirito debba essere quello, sia in chi ospita che in chi viene ospitato: condividere, venirsi incontro, parlare, ascoltarsi e se ci sono problemi risolverli».

Avete mai viaggiato così?
«Il garden sharing non l’abbiamo mai trovato, quindi no. L’idea è nata sapendo che per il concerto di Vasco a Modena molti han messo a disposizione il proprio giardino per tende improvvisate per sopperire alla mancanza di alloggi a prezzi ragionevoli. Noi viaggiamo cercando quanto più possibile di eliminare mediazioni, quindi andiamo ospiti di persone locali oppure campeggi molto spartani. All’estero ne abbiamo trovati di questo tipo mentre in Italia facciamo molta più fatica. Spero che questo portale possa diventare anche per noi una opportunità per i nostri spostamenti e viaggi».

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