La scuola fa sorridere gli operatori: bene le vendite di materiale per gli alunni

Cartolibrerie e abbigliamento registrano il segno “più”: le promozioni aiutano, i cali non attribuiti più soltanto alla crisi ma anche alla concorrenza e all’on-line

ScuolaVendite stabili o in lieve ripresa per le cartolibrerie tradizionali e per i negozi di abbigliamento per il nuovo anno scolastico, e segnali di ottimismo tra gli operatori. Questi in sintesi i risultati dell’indagine effettuata attraverso il Centro studi Iscom Group su un panel di imprese associate Confcommercio della provincia di Ravenna, e che ha interessato in maniera particolare i negozi di cartolibreria/giocattoli e quelli di abbigliamento e calzature uomo, donna e specializzato bambino. Andamento delle vendite nel complesso stabile, rispetto allo scorso anno, per le cartolibrerie, dato che conferma la lieve ripresa dei consumi già evidenziata negli ultimi mesi e che riflette la fiducia crescente delle famiglie.

Soprattutto gli operatori che rivendono libri scolastici, sia nuovi che usati, hanno segnalato un andamento positivo delle vendite rispetto allo scorso anno (42%), grazie anche alla qualità del servizio e alle politiche promozionali. Buoni risultati anche per le vendite di corredo scolastico, con un incremento per il 37% degli intervistati; stabili le vendite di prodotti informatici e cartoleria da ufficio, più rallentate invece rispetto agli scorsi anni le vendite di zaini e astucci. I cali di vendite, laddove evidenziati, sono attribuiti non più soltanto alla crisi economica, ma alla concorrenza della grande distribuzione (91% degli intervistati) e delle vendite on-line (45%).

I dati dell’indagine confermano che le cartolibrerie sono ancora un punto di riferimento grazie all’esperienza e alla professionalità dei negozianti di vicinato. Tuttavia occorre essere al passo coi tempi, ed investire di più sia sulla formazione degli imprenditori, sia sull’adozione di strumenti informatizzati per la gestione del punto vendita, in un’ottica di innovazione e personalizzazione del servizio. Ancora forte la scelta di risparmio da parte delle famiglie, che in molti casi hanno anticipato gli acquisti anche a prima dell’inizio delle scuole, per approfittare di sconti e promozioni.

Si rileva infatti un aumento, rispetto al passato, per i prodotti di fascia intermedia, dopo il boom della vendita dei prodotti economici “primo-prezzo” degli scorsi anni, a testimoniare il recupero della propensione alla spesa per prodotti di qualità. La spesa media pro-capite per il solo corredo scolastico è stabile rispetto all’anno scorso, e si attesta a circa 45 euro, coerentemente con la tipologia dei prodotti più venduti: in particolare quaderni, quadernoni e materiali di cancelleria in genere (penne, accessori per il disegno, ecc.). Si spende un po’ di più per zaini, astucci e diari, dove emergono preferenze specifiche per alcuni marchi di moda. Nel complesso la spesa media per famiglia per il corredo scolastico (esclusi i libri scolastici) è pari a circa 99 euro.

Un’ultima annotazione: i cartolibrai lamentano i disservizi legati alla consegna della merce da parte delle case editrici, ritardi che si sono manifestati dall’inizio di settembre e che purtroppo perdurano ancora. Inizio discreto anche per l’abbigliamento, che mostra segnali positivi nelle prime settimane di autunno: quest’anno gli imprenditori che segnalano un aumento delle vendite sono pari al 35%, il triplo rispetto al dato rilevato nel 2013, a testimoniare il tendenziale recupero anche per le vendite del settore, in continuità con l’andamento soddisfacente dei saldi estivi.

La clientela ha acquistato soprattutto prodotti di abbigliamento pratico e da tutti i giorni – come tute, felpe, magliette, scarpe sportive – rimandando al periodo dei saldi l’acquisto di altre tipologie di prodotti. Il valore della spesa media pro-capite è aumentato, anche se di poco, rispetto all’anno scorso, sia per l’abbigliamento uomo/donna/bambino (70 euro), che per il segmento bambino (72 euro), ma resta comunque ancora su valori inferiori, in media, ai 100 euro. La spesa media per famiglia per l’abbigliamento e calzature è in totale di 157 euro.
Anche per il comparto abbigliamento si conferma la grande attenzione al prezzo da parte della clientela, più accentuata per il comparto bambino e, tra gli aspetti concorrenziali, la scelta del canale on-line.

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