Tre nuovi primari all’ospedale nei reparti di Cardiologia, Medicina Interna e al 118

Sono Andrea Rubboli, Marco Domenicali e Maurizio Menarini. Confermato la struttura complessa a gestione universitaria che avrà in carico 60 posti letto

ospedale, ausl genericaTre nuovi primari all’ospedale di Ravenna. I nuovi direttori di Unità operativa sono i medici Andrea Rubboli per la Cardiologia, Marco Domenicali per la Medicina interna e Maurizio Menarini per la Centrale Operativa 118 Romagna ed Emergenza Territoriale della Provincia di Ravenna. I tre professionisti, che saranno presentati in via ufficiale nelle prossime settimana, stanno prendendo servizio in questi giorni. Si è dunque data una guida stabile e definitiva a tre servizi molto importanti e rispetto ai quali vi era forte attesa.

Il dottor Rubboli viene dall’Ospedale Maggiore e aveva già lavorato all’ospedale di Ravenna per circa due anni prima di recarsi a Bologna, ma ha avuto esperienze lavorative anche a Vicenza, Riccione e, sempre a Bologna, all’Ospedale “Sant’Orsola – Malpighi”. Laureatosi e specializzatosi all’Università di Bologna, il professionista ha maturato esperienze formative e lavorative anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti, in Svezia e in Svizzera.

Il dottor Domenicali è medico geriatra, laureatosi e specializzatosi all’Università di Bologna rispettivamente nel 1996 e nel 2000. Dopo varie esperienze all’estero è stato nominato professore associato di Medicina Interna presso l’Alma Mater felsinea.

Il dottor Menarini si è anch’egli laureato e specializzato (in “Anestesia e rianimazione”) a Bologna col massimo dei voti. Ha lavorato presso il “Sant’Orsola – Malpighi” e successivamente, e fino ad ora, presso l’Ospedale Maggiore di Bologna, dove era responsabile medico dell’Elisoccorso. Docente presso l’università di Bologna è stato organizzatore e relatore di vari congressi medici, nazionali e internazionali, e ha all’attivo numerose pubblicazioni.

L’Ausl dà anche qualche notizia sulla nuova organizzazione di Medicina interna, confermando che sarà attivata la struttura complessa a  gestione universitaria che, pur operando sempre nell’ambito della disciplina internistica svilupperà maggiori competenze in settori più specialistici e alla quale sarà affidata la responsabilità dei 60 posti letto di un altro piano. Sul tema nei mesi scorsi erano arrivate alcune critiche, soprattutto riguardanti la mancanza di un approfondimento in sede istituzionali. L’Ausl però è convinta che «tutto ciò rappresenta un evidente arricchimento dell’ospedale, che potrà così beneficiare del prezioso apporto della ricerca associata alla pratica clinica, in un connubio virtuoso, con innegabili riflessi sull’assistenza offerta ai pazienti. Successivamente sarà poi bandito il concorso per il Direttore della Medicina Interna a gestione ospedaliera».

Inoltre l’azienda fa un bilancio delle assunzioni, sempre in risposta alle numerose critiche arrivate sul tema nei mesi scorsi: «Si coglie l’occasione per ricordare che, solo per le strutture dell’ambito territoriale di Ravenna, tra il 2016 e il 2018, sono state 15 (Ematologia, Gastroenterologia, Oncologia, Neurologia, Geriatria, Anatomia patologica ed Ostetricia – Ginecologia, Centro di salute mentale e Neuropsichiatria infantile e Direttore di Distretto per Ravenna; Chirurgia generale per Faenza; Pronto soccorso – Medicina d’urgenza, Medicina interna e Direzione medica per Lugo, e ancora direzione del Dipartimento di Cure primarie di Ravenna – Faenza – Lugo). Vale a dire più di uno ogni due mesi e mezzo. Si stanno già preparando inoltre le procedure selettive, che saranno espletate nei prossimi mesi, per le unità operative di Prevenzione oncologica e Chirurgia vascolare di Ravenna, Otorinolaringoiatria di Lugo, Medicina interna di Faenza e Direzione Infermieristica e tecnica per l’intero ambito territoriale di Ravenn! A livello aziendale, nello stesso periodo, sono state 51 le unità operative “coperte” nel medesimo periodo (quasi una e mezzo al mese).

Questo – conclude l’Ausl – «non significa certo che va tutto bene, nessuno dice questo, e molte cose ancora ci sono da fare (tanto per citare, oltre ad espletare i concorsi di cui sopra, completare l’implementazione della rete oncologica e della rete delle cure palliative romagnola, proseguire coi lavori di edilizia sanitaria per migliorare ulteriormente tutti i presidi) ma pare difficile negare che la base di partenza sia tutt’altro che negativa».

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